Posts written by Oblivioner

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    Lascio il mio voto. Mi è piaciuto in particolare perché non serve conoscere Hunter x Hunter per apprezzarlo, ma si riempie di significati più complessi conoscendo l'opera che ti ha ispirato.
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    La stanza da letto padronale era, se possibile, ancora più cupa e spoglia. Il grande letto a baldacchino al centro dell'ampia camera era stato coperto frettolosamente con un telo di plastica ma il resto della mobilia era stata evidentemente saccheggiata tempo prima. Vestiti strappati giacevano per terra ricoperti da diversi anni di polvere e un vaso di vetro soffiato era stato scagliato dal comodino sul pavimento senza pietà. La camera era collegata a un bagno privato e portava a un balcone dirimpetto al giardino. Le grandi porte finestre erano state sigillate con assi di legno ma da qualche breccia fra di esse filtrava timidamente un po' di luce. Di nuovo, un vento più caldo sollevò dal pavimento una ventata di polvere insidiosa, e in un battito di ciglia la casa prese vita ancora una volta:

    Ora la camera è calda, e luminosa. Il pavimento di marmo è ingentilito da uno squisito tappeto color ruggine e dalle finestre spalancate entra una brezza piacevole. La donna è sdraiata lascivamente a letto. È nuda, ma un lenzuolo di raso la copre in un modo studiato che non cela nulla e promette molto. Fissa il vaso di vetro sul suo comodino e di tanto in tanto con la mano ne accarezza il profilo realizzato da un ignoto maestro. La stanza profumadi vaniglia e sandalo. La porta del bagno si apre e si chiude, e l'uomo entra nella stanza. Indossa solo un asciugamano intorno alla vita e si strofina vigorosamente i capelli bagnati tentando senza molto successo di appiattirli all'indietro. La donna si riscuote dalle sue meditazioni, e gli sorride..
    A cosa pensi?, le chiede, sedendosi su un lato del letto e accarezzandole la spalla nuda.
    A quanta nostalgia provo per questi momenti, alla perfezione di questa serata. A te, a noi. È stata una splendida giornata, ammette. L'uomo ridacchia, e i suoi occhi scarlatti fissano un punto sotto la gola che tremola oscenamente ad ogni parola della splendida donna. Si china in avanti, e la bacia.
    Perché provi nostalgia? Siamo qui, insieme. Oggi è appena passato e domani ti porterò a fare un giro a York Shin. Non ti basta?
    Amato, io non provo nostalgia per un luogo. Ma per un tempo. E so che alla fine della mia vita non sarò l'unica a rimpiangere momenti più semplici e forse più felici. Desidererai non avermi mai conosciuto.
    Sciocchezze, ribatte severamente. Ti prometto che non succederà mai.
    Ti amo per averlo detto, e ti amerò anche quando capirai di aver detto una bugia.
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    Scusate a tutti e due, sono stato in vacanza in montagna e non avevo accesso a internet


    @Ness: Dama Maggiorana ti risponde,
    Mmh? Non dire sciocchezze ragazzo! Quella non è mica roba mia. Prendete o rompete quello che vi pare, basta che facciate quanto ho chiesto. È chiaro? E adesso al lavoro, non vi pago per rovinarmi l'appetito!


    Da fuori la casa sembrava deserta, o abbandonata. Il cancello di ferro era sbarrato con un catenaccio, ma il basso muro perimetrale era abbastanza basso da permettere a due persone agili di scavalcarlo agilmente. La casa si trovava in cima a una collinetta, un edificio a pianta quadrata simile a un tozzo castello. Nel corso degli anni le varie aggiunte e costruzioni successive erano evidenti dal colore più scuro o più chiaro della pietra. Un sentiero sterrato portava dal cancello su per la collina e curvando a destra arrivava in un piazzale alberato dove oltre a diverse costruzioni prefabbricate c'erano anche scuderie e un villino più modesto per la servitù. Più su, invece, una scala in pietra portava fino all'ingresso principale. L'aria del tardo pomeriggio era calda e secca, ma entrambi gli uomini provarono un brivido improvviso guardando le finestre sbarrate e la desolazione del bellissimo giardino.

    Pareva evidente che di recente fossero passate diverse persone: la sterrata portava i segni di diverse ruote large, come di un fuoristrada, e l'erba intorno al piazzale era calpestata. Da lì, si vedeva per tre quarti il giardino e il laghetto artificiale abbandonato a se stesso. Il giardino doveva essere stato molto bello una volta, curato con attenzione. Girando per l'ampia tenuta oltre a bei boschetti di betulle e faggi imponenti si trovava un patio di fianco al laghetto, prati dove i cavalli potessero sgranchirsi liberamente e anche un boschetto sul lato nord ovest della collina con una serra e molte erbe di campo. La serra era invasa dalle piante e anche molti degli alberi si erano come inselvatichiti. L'impressione generale era di cupa desolazione, come la si può provare vedendo un uomo una volta vigoroso al tramonto dei suoi anni. Le porte dell'ingresso erano sbarrate, ma una delle finestre più avanti era stata forzata, il vetro in frantumi. Da lì si poteva entrare nella casa. Il buio era completo, l'odore di polvere e chiuso prepotente. I due si trovarono in un ampio salone. Se avessero acceso una torcia o aperto le imposte avrebbero ammirato un pavimento di marmo molto bello, a scacchi verdi e bianchi. Sulla destra, delle scale dimesse portavano nei sotterranei. Oltre il salone, due rampe di scale più grandi sembravano curvare e circondare il salone con una balconata. In mezzo alla stanza, una cornice di ossidiana giaceva per terra fra i frammenti impolverati di uno specchio.

    Uno sbuffo di vento improvviso vi fa socchiudere gli occhi, infastiditi dalla polvere. Quando li riaprite, vi guardate intorno, smarriti. La stanza è piena di gente. Il salone è illuminato da decine di lampade affisse sui muri che fanno luccicare il bel pavimento di marmo di una luce calda. Sopra la vostra testa, dalla cupola di vetro che al buio non riuscivate a scorgere pende un grande lampadario di cristallo. Sulla destra, su cinque o sei tavoli apparecchiati è servito un buffet. Le persone nella stanza sono vestite eleganti e ballano al ritmo di un valzer suonato da un ensamble di cinque persone. In mezzo al salone, a distanza da tutti gli altri, volteggiano due persone, un uomo e una donna. La donna ha una lunga chioma nera, lucente come le piume di un corvo e resa vaporosa dall'opera sublime di una parrucchiera molto abile. Nei suoi capelli brillano fermagli di diamanti. Indossa un abito nero e viola, con lunghi guanti che le arrivano fino a metà braccio. Il suo volto è bello, ma negli occhi arde una sfida, come se con la danza sfidasse il suo compagno o lo volesse sedurre. Sorrideva, estatica, mentre l'uomo davanti a lei la faceva volteggiare senza sforzo, fra gli applausi e i sospiri del pubblico. L'uomo era più alto di lei di tutta la testa, con corti capelli biondo cenere più lunghi sulla nuca. L'abito nero, con alamari rossi, valorizzava gli occhi di uno scarlatto cupo, fissi su quelli di lei. I due danzavano con trasporto. Quando la musica si fermò un attimo per permettere ai ballerini di prendere fiato, la donna si avvicinò per sussurrare qualcosa all'uomo. Con una risata, le prese la mano e la scortò galantemente in cima alle scale. Con uno schiocco di dita, l'uomo richiamò l'attenzione di un cameriere e si fece portare due bicchieri di vino. In un attimo, la visione ebbe fine.


    Potete indagare dove volete fra:
    piano terra: salone, cucine, stanza per gli ospiti, terme
    primo piano, stanze da letto, balconata
    secondo piano, appartamenti privati, stanza dei giochi
    terzo piano, biblioteca, studio, palestra
    primo interrato, laboratorio
    secondo interrato, prigione
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    Abbiamo notizie?
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    Mi basta sapere dov’è situata esattamente questa stanza segreta e quali oggetti desidera recuperare, al resto non deve preoccuparsi
    Dama Maggiorana annuì soddisfatta e da una manica assurdamente larga estrasse una planimetria. Con noncuranza spazzò il tavolo di resti di cibo e bottiglie vuote o mezze piene, mandandole a sfracellarsi sul pavimento. Distesa sul tavolo, la villa non sembrava molto grande.

    Allora, la villa è un edificio a tre piani ma sotto terra ci sono almeno due livelli interrati. Il mio laboratorio si trovava al primo interrato, dietro una porta segreta che non è segnata sulla mappa ma si trova qui., spiegò Dama Maggiorana indicando un muro sulla planimetria. La stanza in realtà non era nascosta molto bene, qualunque osservatore attento avrebbe notato dai livelli superiori e inferiore che lì mancava tutta una parte di struttura portante.
    All'interno troverete fiale e boccette di diversi veleni. Mi servono tutte, dalla prima all'ultima. Avevo iniziato a coltivare degli innesti particolari, ma quando è successo il patatrac non ho avuto l'opportunità di recuperarli. Se sono ancora lì e me li portate, riceverete un extra. Poi ci sono dei libri molto rari sulle proprietà di alcune pietre, nella biblioteca al terzo piano. Non hanno una grande importanza, ma avrebbero un valore affettivo..., aggiunse con finta noncuranza.

    Dama Maggiorana si strinse nelle spalle e guardò bene negli occhi i due ragazzi. Parve esitare, solo per un attimo.
    Dovete capire...la villa è un posto strano, molto pericoloso. Io credo, credo che adesso sia sicura. Ma a dire il vero i rumori dei giorni scorsi mi hanno spaventata. Ci sono delle...cose...all'interno, che potrebbero uccidervi all'istante. Qualsiasi cosa facciate non prendete iniziative.
    La villa non era proprio l'abitazione della donna per cui lavoravo. Era più un, parco giochi per lei e i suoi scagnozzi. Ciò non toglie che all'interno vi erano e vi sono artefatti di immenso valore.

    Avete un turno per fare delle domende a Dama Maggiorana, altrimenti potete descrivere una macchina all'ingresso che vi porta fuori città fino al cancello della villa. Riuscite a vedere il giardino e la casa in lontananza. È il primo pomeriggio. La casa sembra abbandonata.
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    Il locale scelto da Dama Maggiorana si trovava in uno dei quartieri peggiori della città. Alti palazzi grigi circondavano una piazza smorta e mal illuminata. Di giorno, il quartiere vivacchiava grazie alle fabbriche di pelli e materie plastiche che appestavano l'aria e insozzavano gli edifici con una patina scura e maleodorante. Ma di notte la criminalità di York Shin mostrava i denti, lì. Ai livelli più bassi, la mafia sembrava un gioco senza regole chiare: spacciatori ai lati delle strade, prostitute vestite con stretti abiti dai colori vivaci e molto trucco a coprire lividi e malattie. Chi riusciva a sopravvivere e a farsi un nome, spesso veniva reclutato da alcune famiglie e riusciva a fuggire. Gli altri venivano presto dimenticati. Forse per il meglio. Ma in un vicolo forse meno sporco e di certo più tranquillo si trovava il Sisters' Gamble, uno strip club. Le luci al neon, accese a intermittenza persino di giorno, illuminavano di un pallido alone viola l'ingresso. Fino a tarda sera, il Sisters' Gamble offriva alcolici a poco prezzo e cibo precotto. Di notte le ballerine regalavano ai clienti una via di fuga dagli orrori del quartiere, e alle proprietarie i mezzi per andare avanti in un mondo difficile e sempre in movimento.

    Isaac e Ryuga si incrociarono all'interno e chiesero alla ragazza al bancone di Dama Maggiorana. Entrambi notarono lo sguardo di dispetto sul viso della giovane. Un'espressione di malcelato fastidio.
    La signora è di là, nella...ehm...saletta privata. Il privé!, borbottò alla fine, abbassando lo sguardo. Discretamente, avrebbe voluto indicare loro la strada, ma con gran sbattere di porte e rumore di tacchi a spillo venne preceduta da Dama Maggiorana in persona, uscita fuori dal salottino per tormentarla. Dama Maggiorana era una signora molto particolare, ad essere generosi. Piuttosto alta per una donna della sua generazione, e robusta. Attirava l'attenzione su di sé per la gran quantità di scialli e veli di vari colori che la ricoprivano completamente dalla testa ai piedi, come una matrona del sud, e che a dire il vero la facevano sembrare un tucano tropicale fin troppo cresciuto. Portava un paio di occhiali a specchio, dalla montatura bordeaux parecchio pacchiana. La tunica le lasciava scoperte due gambe sode e muscolose e sembrava poco a suo agio coi tacchi alti.
    Sciocca ragazza!, esclamò la vecchia. La sua voce era stridula e irritante. Sembra il suono che fa la puntina del giradischi su un disco graffiato. Ti ho detto una vodka ogni mezz'ora, e non la schifezza da mendicanti che vi scolate voi baldracche, roba buona, mmmh?, brontolò. La ragazza al bancone le lanciò un'occhiata furente, ma si affrettò a chinare la testa e preparare il cocktail a Dama Maggiorana.
    E non fare quella faccia, stupidina! Hai un bel viso ma sei lenta. Ha! Alla tua età io avevo rispetto per gli anziani. Sissignore. E fra venti minuti portami uno spuntino. Bocconcini di pesce spada e una tortina al limone, mmmh? E spicciati!
    Certo, madama, riuscì a dire fra i denti l'altra, arrabbiata ma impotente.

    Finalmente, Dama Maggiorana sembrò notare Isaac e Ryuga e fece loro cenno di seguirla, non senza borbottare maldicenze contro le ragazze di città inutili e pigre. Il privé era in realtà una stanza separata con una tenda rossa scura dalla pista dove le ballerine si esibivano. C'erano un tavolino basso, delle poltroncine industriali e molti avanzi di cibo e alcolici. Così vicini a Dama Maggiorana, i due sentirono distintamente un miscuglio sgradevole di odori provenire dalla signora. Alcol, certamente, ma anche sudore, sostanze chimiche e un odore dolciastro come di miele lasciato andare a male. Dama Maggiorana non si perse troppo in preamboli.
    Bene, siete qui. Mmmh? Mi aspettavo qualcuno di più vecchio. Ma non importa. È un lavoro così semplice che potrebbe farlo anche un bambino! Ora, ho lavorato per la stronza che viveva in quella casa per più di trent'anni. Un gran schifo se posso dire la mia!, ridacchiò Dama Maggiorana, ma un accesso di tosse la costrinse a sputare un grumo di catarro direttamente nel portacenere. Mentre si puliva la bocca, Isaac e Ryuga notarono che le mani della donna erano macchiate e sfregiate, come per il diretto contatto con acidi molto potenti.
    Beh, si è sposata e solo il cielo sa se è stata una pessima idea. Il famoso Zaoldyeck, l'assassino di fama mondiale, prigioniero delle sue sottane! Ha!, esclamò deliziata ma la voce stridula era carica di veleno. E poi ha avuto quello che si meritava e io sono stata scaricata. Ora voglio la mia parte! Nei sotterranei della villa troverete una camera segreta, è lì che lavoravo. Dentro ci sono alcuni oggetti che voglio recuperare. Mettete tutto al sicuro e portatelo qui da me. Niente domande! Normalmente sarei più cauta. Ho aspettato cinque anni che si calmassero le acque ma l'altra sera qualcuno è entrato in casa e ha messo tutto a soqquadro. Non mi farò fregare, fosse l'ultima cosa che faccio. Tutto chiaro, mmmh? E voglio scoprire cosa cercavano lì, facevano un baccano infernale! Non osate tornare a mani vuote!
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    Ark n° 01: L'assassino, la strega e la Viaggiatrice del tempo.

    Quest n° 01: Ritorno a casa.




    Genere: Mistero, Horror.

    Difficoltà: 1 di 5.

    Requisiti: Livello minimo = 0. Livello consigliato = 0. Apprendimento Nen minimo = 0%. Apprendimento Nen consigliato = 0%.

    Iscritti: Isaac Gardener, Ryuga Naito

    Ambientazione: York Shin.

    Obbiettivo: Indagare sugli strani rumori uditi di notte nella villa abbandonata fuori città.

    Ricompense: Exp. = tra 300 e 600. Jenny = tra 10.000 e 20.000.

    Ricompense Extra: Segrete.

    PS: si ricorda a tutti i giocatori che per ogni PG si dovrà specificare (sotto spoiler e sempre nel primo post) le armi/equip./oggetti extra equipaggiati per la Quest al quale si sta partecipando.



    L'Assassino, tre mesi prima

    Kazuma bussò piano alla porta prima di entrare. Una cortesia inutile, perché gli altri lo avrebbero sicuramente sentito avvicinarsi ad almeno mezzo castello di distanza. Per le orecchie allenate degli assassini i passi leggeri di Kazuma sulla pietra erano come rulli di tamburi che annunciavano il suo arrivo. L'infermeria del castello era una stanza circolare di cinque metri circa di diametro. Una scala a chiocciola sulla sinistra scendeva di qualche metro verso un ambiente più spazioso dove era conservato l'equipaggiamento medico più fragile. Kazuma si era chiesto diverse volte se la scala a chiocciola stesse a indicare che un assassino non più in grado almeno di camminare da solo semplicemente non era più utile alla famiglia.

    In tutto la stanza contava quattro letti, ma nessuno di questi era occupato. Solo uno aveva lenzuola fresche di bucato. Un domestico rimboccava le coperte. Ad un cenno di Kazuma, il ragazzo uscì rapidamente con un inchino formale. Una giovane donna stava seduta su una sedia pieghevole osservando attentamente delle immagini su un cervello elettronico e sfogliando diversi fogli. Radiografie, esiti di esami, diagnostica. Kazuma non voleva disturbarla, ma nel giro di qualche minuto le sbottò dietro.
    Allora?, chiese. La sua voce si era fatta più acuta per l'ansia. Imbarazzato, finse un colpo di tosse per recuperare l'autocontrollo.
    È presto per saltare alle conclusioni, ribatté lei senza scomporsi. Reimi si era fatta donna negli ultimi anni, e Kazuma rifletté che in effetti quelle erano le prime parole che si scambiavano da almeno un paio d'anni, da quando lei era andata a York Shin per intraprendere gli studi medici. Un conto era avere un Nen adatto, tutt'altro però era essere un vero dottore. Saggiamente, Akira la aveva obbligata ad andare. Kazuma l'aveva invidiata molto per questo. Reimi sollevò lo sguardo e fissò Kazuma dritto negli occhi.
    Gli organi interni sono seriamente compromessi, iniziò. A prima vista non sembravano esserci danni e questo lo ha portato a sottovalutare la questione. Ma ora che ho avuto la possibilità di visitarlo posso concludere che cuore, polmoni e parte del sistema linfatico sono stati repentinamente invecchiati. Di fatto, alcuni organi è come se avessero qualcosa come ottantacinque anni.

    E meno male che non volevi saltare alle conclusioni

    Ma tu puoi curarlo, no?, sottolineò Kazuma. Per un paio di secondi il ragazzo smise di respirare. Ma Reimi scosse la testa.
    No, e non so chi potrebbe farlo. La maggior parte di quelli come me con poteri di guarigione devono seriamente limitare e restringere il proprio potere per ottenere qualcosa di utile. Quando morirà sarà come se fosse morto di cause naturali. Sarà semplicemente morto di vecchiaia, capisci?, disse.
    No, non capisco!, gridò Kazuma, e si sedette sul letto. Reimi lo guardava con affetto. Era pietà quella che vedeva nei suoi occhi?
    Non morirà oggi, e neanche domani. Ma ha sicuramente meno di un anno, molto meno se usa il Nen proseguì. Kazuma stava per dirle qualcosa ma dei rumori di passi sulla scala a chiocciola lo distrassero.

    Pensavo che i medici non potessero rivelare qualcosa sulle condizioni dei pazienti senza il loro diretto consenso, intervenne Akira. Kazuma non lo aveva sentito arrivare. Con un sussulto si rese conto che l'uomo era in Zetsu. Per risparmiare le forze, capì subito.
    Non ho mai completato gli studi, quindi non sono un medico, ribatté pronta Reimi. Si era aspettata quest'obiezione. E poi Kazuma è di famiglia, no?, aggiunse. Akira guardò Kazuma, e annuì.
    Si, è di famiglia, ripeté con dolcezza. A guardarlo, non aveva niente che non andava. I morbidi pantaloni cachi e la maglietta a maniche corte nascondevano pigramente i muscoli guizzanti sotto. Gli occhi rossi di Akira erano più vivi che mai, ed era difficile credere fosse l'aspetto di una persona in fin di vita. Perfino in quelle condizioni, i suoi movimenti erano precisi, rapidi e controllati. Prese i fogli dalle mani tese di Reimi e li lesse con calma. Ma Kazuma lo conosceva meglio di chiunque altro. Vide i suoi occhi stringersi mentre leggeva, le sue labbra contrarsi mentre ripeteva a bassissima voce la prognosi. Un tic involontario lo portò a serrare la mascella, rendendo più evidente la cicatrice che gli deturpava un lato del viso. Akira si sedette sul letto, di fianco a Kazuma e a tradimento gli scompigliò i capelli. Kazuma odiava quando lo faceva, quando Akira si comportava da fratello maggiore.
    Questo cambia un po' i nostri progetti, sospirò alla fine.
    Akira, possiamo ancora-, iniziò Kazuma, ma venne interrotto.
    Si, possiamo. Ma nel frattempo bisogna essere pragmatici. Da questo momento, il capo della famiglia è Kazuma, annunciò Akira, sorprendendo Reimi ma soprattutto Kazuma stesso. Niente discussioni. Fra qualche giorno renderò ufficiale la cosa a tutti qui al castello, e darò disposizioni per cosa fare quando non ci sarò più, proseguì Akira, implacabile.
    Ma prima di andarmene, ho qualcosa da fare. Prima di tutto, daremo feste, banchetti, balli, ricevimenti. Tutte le occasioni mondane che ho saltato negli ultimi anni.
    Kazuma fece per protestare.
    Assurdo, questo sta per schiattare e vuole andare a ballare!
    Non è una buona idea, saresti un bersaglio facile..., balbettò Reimi. Poi spalancò gli occhi. Aveva capito. Kazuma ci arrivò qualche secondo dopo di lei.
    Non se ne parla, esplose Kazuma, raggelato.
    Siete degli idioti, tutti quanti, sentenziò Akira. Il mio valore è improvvisamente precipitato a zero, no? Non valgo più niente per la famiglia. E sarò solo un peso quando la verità sulle mie condizioni sarà di dominio pubblico. Quindi farò da esca. Diamo occasione ai nostri nemici di colpire, affrettiamo i tempi. Li coglieremo impreparati. Con un po' di fortuna, qualcuno farà un passo falso e potremo eliminarli. In questo modo la successione sarà indolore. E se qualcuno dovesse riuscire, non avrà comunque ottenuto granché. Avrà solo ucciso un cadavere.

    Kazuma non avrebbe mai dimenticato il sorriso ironico di Akira in quel momento.


    Post introduttivo. Descrivete l'arrivo a York Shin e i vostri contatti del posto. In qualche modo siete venuti a sapere che una certa donna, Dama Maggiorana, sta cercando qualcuno disposto a saccheggiare la villa abbandonata della moglie di uno Zaoldyeck. Cosa stia cercando non è chiaro, ma ha invitato gli interessati a incontrarla segretamente e ha scelto un caffè poco rispettabile in periferia. Lasciate a me la descrizione del luogo e dell'area, arriverà nel post successivo. È importante che sottolineate il perché siate interessati alla missione di Dama Maggiorana, o che collegamenti abbiate con gli Zaoldyeck per volere indagare. Nel caso non vi venga in mente niente un collegamento con la mafia va benissimo.


    Edited by [Nessuno] - 10/12/2019, 20:28
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    Ark n° 01: L'assassino, la strega e la Viaggiatrice del tempo.

    Quest n° 01: Ritorno a casa.




    Genere: Mistero, Horror.

    Difficoltà: 1 di 5.

    Requisiti: Livello minimo = 0. Livello consigliato = 0. Apprendimento Nen minimo = 0%. Apprendimento Nen consigliato = 0%.

    Posti disponibili: 2 posti disponibili.

    Ambientazione: York Shin.

    Obbiettivo: Indagare sugli strani rumori uditi di notte nella villa abbandonata fuori città.

    Ricompense: Exp. = tra 150 e 300. Jenny = tra 3.000 e 6.000.

    PS: si ricorda a tutti i giocatori che per ogni PG si dovrà specificare (sotto spoiler e sempre nel primo post) le armi/equip./oggetti extra equipaggiati per la Quest al quale si sta partecipando.

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    85, Trasformazione. Tutto sommato un risultato adeguato
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    Si, insomma. Eccomi qui.
10 replies since 14/8/2011
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