Quest 01: Ritorno a casa

Ark 01: L'assassino, la strega e la viaggiatrice del tempo

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    Ark n° 01: L'assassino, la strega e la Viaggiatrice del tempo.

    Quest n° 01: Ritorno a casa.




    Genere: Mistero, Horror.

    Difficoltà: 1 di 5.

    Requisiti: Livello minimo = 0. Livello consigliato = 0. Apprendimento Nen minimo = 0%. Apprendimento Nen consigliato = 0%.

    Iscritti: Isaac Gardener, Ryuga Naito

    Ambientazione: York Shin.

    Obbiettivo: Indagare sugli strani rumori uditi di notte nella villa abbandonata fuori città.

    Ricompense: Exp. = tra 300 e 600. Jenny = tra 10.000 e 20.000.

    Ricompense Extra: Segrete.

    PS: si ricorda a tutti i giocatori che per ogni PG si dovrà specificare (sotto spoiler e sempre nel primo post) le armi/equip./oggetti extra equipaggiati per la Quest al quale si sta partecipando.



    L'Assassino, tre mesi prima

    Kazuma bussò piano alla porta prima di entrare. Una cortesia inutile, perché gli altri lo avrebbero sicuramente sentito avvicinarsi ad almeno mezzo castello di distanza. Per le orecchie allenate degli assassini i passi leggeri di Kazuma sulla pietra erano come rulli di tamburi che annunciavano il suo arrivo. L'infermeria del castello era una stanza circolare di cinque metri circa di diametro. Una scala a chiocciola sulla sinistra scendeva di qualche metro verso un ambiente più spazioso dove era conservato l'equipaggiamento medico più fragile. Kazuma si era chiesto diverse volte se la scala a chiocciola stesse a indicare che un assassino non più in grado almeno di camminare da solo semplicemente non era più utile alla famiglia.

    In tutto la stanza contava quattro letti, ma nessuno di questi era occupato. Solo uno aveva lenzuola fresche di bucato. Un domestico rimboccava le coperte. Ad un cenno di Kazuma, il ragazzo uscì rapidamente con un inchino formale. Una giovane donna stava seduta su una sedia pieghevole osservando attentamente delle immagini su un cervello elettronico e sfogliando diversi fogli. Radiografie, esiti di esami, diagnostica. Kazuma non voleva disturbarla, ma nel giro di qualche minuto le sbottò dietro.
    Allora?, chiese. La sua voce si era fatta più acuta per l'ansia. Imbarazzato, finse un colpo di tosse per recuperare l'autocontrollo.
    È presto per saltare alle conclusioni, ribatté lei senza scomporsi. Reimi si era fatta donna negli ultimi anni, e Kazuma rifletté che in effetti quelle erano le prime parole che si scambiavano da almeno un paio d'anni, da quando lei era andata a York Shin per intraprendere gli studi medici. Un conto era avere un Nen adatto, tutt'altro però era essere un vero dottore. Saggiamente, Akira la aveva obbligata ad andare. Kazuma l'aveva invidiata molto per questo. Reimi sollevò lo sguardo e fissò Kazuma dritto negli occhi.
    Gli organi interni sono seriamente compromessi, iniziò. A prima vista non sembravano esserci danni e questo lo ha portato a sottovalutare la questione. Ma ora che ho avuto la possibilità di visitarlo posso concludere che cuore, polmoni e parte del sistema linfatico sono stati repentinamente invecchiati. Di fatto, alcuni organi è come se avessero qualcosa come ottantacinque anni.

    E meno male che non volevi saltare alle conclusioni

    Ma tu puoi curarlo, no?, sottolineò Kazuma. Per un paio di secondi il ragazzo smise di respirare. Ma Reimi scosse la testa.
    No, e non so chi potrebbe farlo. La maggior parte di quelli come me con poteri di guarigione devono seriamente limitare e restringere il proprio potere per ottenere qualcosa di utile. Quando morirà sarà come se fosse morto di cause naturali. Sarà semplicemente morto di vecchiaia, capisci?, disse.
    No, non capisco!, gridò Kazuma, e si sedette sul letto. Reimi lo guardava con affetto. Era pietà quella che vedeva nei suoi occhi?
    Non morirà oggi, e neanche domani. Ma ha sicuramente meno di un anno, molto meno se usa il Nen proseguì. Kazuma stava per dirle qualcosa ma dei rumori di passi sulla scala a chiocciola lo distrassero.

    Pensavo che i medici non potessero rivelare qualcosa sulle condizioni dei pazienti senza il loro diretto consenso, intervenne Akira. Kazuma non lo aveva sentito arrivare. Con un sussulto si rese conto che l'uomo era in Zetsu. Per risparmiare le forze, capì subito.
    Non ho mai completato gli studi, quindi non sono un medico, ribatté pronta Reimi. Si era aspettata quest'obiezione. E poi Kazuma è di famiglia, no?, aggiunse. Akira guardò Kazuma, e annuì.
    Si, è di famiglia, ripeté con dolcezza. A guardarlo, non aveva niente che non andava. I morbidi pantaloni cachi e la maglietta a maniche corte nascondevano pigramente i muscoli guizzanti sotto. Gli occhi rossi di Akira erano più vivi che mai, ed era difficile credere fosse l'aspetto di una persona in fin di vita. Perfino in quelle condizioni, i suoi movimenti erano precisi, rapidi e controllati. Prese i fogli dalle mani tese di Reimi e li lesse con calma. Ma Kazuma lo conosceva meglio di chiunque altro. Vide i suoi occhi stringersi mentre leggeva, le sue labbra contrarsi mentre ripeteva a bassissima voce la prognosi. Un tic involontario lo portò a serrare la mascella, rendendo più evidente la cicatrice che gli deturpava un lato del viso. Akira si sedette sul letto, di fianco a Kazuma e a tradimento gli scompigliò i capelli. Kazuma odiava quando lo faceva, quando Akira si comportava da fratello maggiore.
    Questo cambia un po' i nostri progetti, sospirò alla fine.
    Akira, possiamo ancora-, iniziò Kazuma, ma venne interrotto.
    Si, possiamo. Ma nel frattempo bisogna essere pragmatici. Da questo momento, il capo della famiglia è Kazuma, annunciò Akira, sorprendendo Reimi ma soprattutto Kazuma stesso. Niente discussioni. Fra qualche giorno renderò ufficiale la cosa a tutti qui al castello, e darò disposizioni per cosa fare quando non ci sarò più, proseguì Akira, implacabile.
    Ma prima di andarmene, ho qualcosa da fare. Prima di tutto, daremo feste, banchetti, balli, ricevimenti. Tutte le occasioni mondane che ho saltato negli ultimi anni.
    Kazuma fece per protestare.
    Assurdo, questo sta per schiattare e vuole andare a ballare!
    Non è una buona idea, saresti un bersaglio facile..., balbettò Reimi. Poi spalancò gli occhi. Aveva capito. Kazuma ci arrivò qualche secondo dopo di lei.
    Non se ne parla, esplose Kazuma, raggelato.
    Siete degli idioti, tutti quanti, sentenziò Akira. Il mio valore è improvvisamente precipitato a zero, no? Non valgo più niente per la famiglia. E sarò solo un peso quando la verità sulle mie condizioni sarà di dominio pubblico. Quindi farò da esca. Diamo occasione ai nostri nemici di colpire, affrettiamo i tempi. Li coglieremo impreparati. Con un po' di fortuna, qualcuno farà un passo falso e potremo eliminarli. In questo modo la successione sarà indolore. E se qualcuno dovesse riuscire, non avrà comunque ottenuto granché. Avrà solo ucciso un cadavere.

    Kazuma non avrebbe mai dimenticato il sorriso ironico di Akira in quel momento.


    Post introduttivo. Descrivete l'arrivo a York Shin e i vostri contatti del posto. In qualche modo siete venuti a sapere che una certa donna, Dama Maggiorana, sta cercando qualcuno disposto a saccheggiare la villa abbandonata della moglie di uno Zaoldyeck. Cosa stia cercando non è chiaro, ma ha invitato gli interessati a incontrarla segretamente e ha scelto un caffè poco rispettabile in periferia. Lasciate a me la descrizione del luogo e dell'area, arriverà nel post successivo. È importante che sottolineate il perché siate interessati alla missione di Dama Maggiorana, o che collegamenti abbiate con gli Zaoldyeck per volere indagare. Nel caso non vi venga in mente niente un collegamento con la mafia va benissimo.


    Edited by [Nessuno] - 10/12/2019, 20:28
     
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    RITORNO A CASA




    Narrato - - Parlato - "Pensato"



    Le luci correvano veloci, riflessi sul vetro creavano incredibili giochi di luci, una macchina correva veloce per le strade di quella magica città, un giovane seduto sul sedile posteriore osservava i palazzi scorrergli davanti, non era mai stato in quella città, eppure eccolo lì, una nuova avventura lo aspettava.
    Il lungo viaggio che aveva compiuto lo aveva portato in quella parte del mondo ove la mafia ne faceva da padrone. Si la mafia controllava tutta York Shin City, eppure avevano ancora bisogno di loro, mercenari pronti a fare il lavoro sporco. Ecco perché lui era lì, per risolvere un problema a quei bastardi.
    La macchina sfrecciando a gran velocità arrivò presto nel luogo stabilito per il ritrovo, un autista scese e aprì la porta al giovane Ryuga. Davanti ai suoi occhi si trovava un piccolo bar, luogo ove avrebbe trovato la sua committente Dama Maggiorana, o almeno così pensava. La sua committente, da quel che gli era stato riferito, era intenzionata a penetrare in una villa niente meno che della famiglia Zaoldyeck, una cosa così assurda non l’aveva mai sentita, chi era così pazzo da mettersi contro la famiglia di assassini più potente e spietata del mondo, era anche vero che si trattava di una villa in disuso, ma chi poteva confermargli che non venisse comunque usata da quella famigerata famiglia e che, questa invasione, non avrebbe fatto scaturire la loro ira? La sfida però lo aveva emozionato, ma ancor di più gli avrebbe permesso di entrare in contatto con la malavita organizzata di York Shin, questo gli avrebbe permesso di raggiungere il suo obbiettivo molto più velocemente, avere dei contatti con la malavita era una carta molto preziosa, anche se di li a poco avrebbe sicuramente affrontato l’esame per diventare Hunter, ma questa è un’altra storia che verrà affrontata a tempo debito, ora doveva svolgere questo incarico, tutto il resto doveva essere messo in secondo piano. Inspirò l’aria fetida dei quel postaccio di periferia e, chiusa la portiera, mosse il primo passo in quella nuova avventura, diretto all’ingresso del bar.




    Ryuga Naito

    .: Forza: 15
    .: Resistenza: 5
    .: Velocità: 15
    .: Riflessi: 15
    .: Destrezza: 10
    .: Mira: 5
    .: Intelligenza: 10
    .: Carisma: 5
    .: Vita: 300
    .: Aura: 500








     
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    Kodama Zaoldyeck Asakura Isaac Gardner

    Sette giorni prima.





    Il suo accampamento era molto essenziale. Arroccato fra le rovine di un'antica torre, immerse nella vegetazione; erano stati collocati alcuni oggetti di prima necessita e relativa comodità. Una vecchia branda dotata di un antiquato materasso era situata accanto ad un piccolo tavolo in legno e una sedia pieghevole abbastanza robusta. Poco più in là, alcuni libri riposavano all'ombra. Un generatore portatile, munito di pannelli solari, emetteva un sinistro suono meccanico lieve e non troppo fastidioso. Quest'ultimo animava l'unico circuito chiuso presente su tutta l'isola: un piccolo minifrigo, una parabola sistemata su un albero, un modem satellitare e un computer portatile. Il ragazzo era solito utilizzare la connessione internet satellitare soltanto una volta al mese, per non rimanere completamente tagliato fuori dagli avvenimenti mondiali. Tuttavia la motivazione che lo spingeva a controllare più frequentemente nelle ultime settimane era solo e soltanto una: i cinque anni erano ormai passati. Kodama attendeva soltanto il segnale professato da Claire. Era ormai pronto a compiere il suo destino.



    Due giorni prima.





    I suoi occhi spenti scorrevano sul monitor luminoso. Alcuni uccelli notturni cantavano la loro opera in contrasto con il silenzio richiesto dall'assassino.

    *Quindi Claire è morta... Akira era alla festa ma lei ha fallito...*

    Aveva sborsato una cifra considerevole per venire a conoscenza di quei particolari. Gli informatori erano ancora attivi a York Shin ma nessuno di loro aveva cambiato regole negli anni. Per fortuna il suo conto in banca era ancora intatto e riuscì a fare tutto in completo anonimato. Kodama era morto per tutti.

    *Dovevo aspettarmelo. Lei sembrava saperlo. Una cosa è certa, questo è il segnale.*

    Si alzò ripiegando lo schermo. Il lascito della donna era entrato in lui facendo chiarezza nella sua mente. Il momento di agire, dopo tanto tempo, era arrivato.



    Il giorno stesso.





    Indossava un completo elegante nero con tanto di cravatta scura e una camicia bianchissima. Per non dare tuttavia nell'occhio, in quelle zone poco raccomandabili, si era avvolto in un lungo mantello nero che lo avvolgeva tutto, dal cappuccio alle caviglie. Il quadro di un mietitore che si stava avvicinando a passo lento ad un locale nella periferia della città. Appena arrivato a York Shin, Kodama si era recato di persona da uno degli informatori che lo aveva aiutato in passato per un altro lavoro. Questi gli aveva venduto un incarico subito dopo il naso rotto: non riusciva a riconoscere il ragazzo. Ora Kodama portava i capelli corti ed era molto più pallido. Ma i suoi occhi erano rimasti quelli di un tempo, solo più lontani e senza emozioni. Ora lui era Isaac Gardner. Forse per questo il suo informatore morì accidentalmente. Probabilmente dopo qualche settimana qualcuno avrebbe trovato il suo corpo in una delle fogne sotterranee della città.

    *Ha parlato di una villa della moglie di uno Zaoldyeck. Probabilmente so già di cosa si tratta. Non posso lasciarmi sfuggire questa occasione.*

    Il giovane doveva a tutti i costi conoscere l'attuale posizione di Akira e procurarsi tutte le informazioni possibili. Senza tralasciare l'eventuale presenza di Edea. Non voleva lasciare nulla al caso. Qualcuno aveva già fallito e lui non desiderava essere il prossimo.

    *Devo capire se si tratta di quella villa... e se è veramente abbandonata.*

    Quell'incarico gli sembrava un'ottima occasione per rientrare in quel mondo che aveva lasciato cinque anni prima. Un'occasione per avvicinarsi di soppiatto nuovamente al mondo di Akira. Era ormai pronto ad incontrare quella donna chiamata Dama Maggiorana.





    Edited by [Nessuno] - 21/8/2019, 00:17
     
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    Il locale scelto da Dama Maggiorana si trovava in uno dei quartieri peggiori della città. Alti palazzi grigi circondavano una piazza smorta e mal illuminata. Di giorno, il quartiere vivacchiava grazie alle fabbriche di pelli e materie plastiche che appestavano l'aria e insozzavano gli edifici con una patina scura e maleodorante. Ma di notte la criminalità di York Shin mostrava i denti, lì. Ai livelli più bassi, la mafia sembrava un gioco senza regole chiare: spacciatori ai lati delle strade, prostitute vestite con stretti abiti dai colori vivaci e molto trucco a coprire lividi e malattie. Chi riusciva a sopravvivere e a farsi un nome, spesso veniva reclutato da alcune famiglie e riusciva a fuggire. Gli altri venivano presto dimenticati. Forse per il meglio. Ma in un vicolo forse meno sporco e di certo più tranquillo si trovava il Sisters' Gamble, uno strip club. Le luci al neon, accese a intermittenza persino di giorno, illuminavano di un pallido alone viola l'ingresso. Fino a tarda sera, il Sisters' Gamble offriva alcolici a poco prezzo e cibo precotto. Di notte le ballerine regalavano ai clienti una via di fuga dagli orrori del quartiere, e alle proprietarie i mezzi per andare avanti in un mondo difficile e sempre in movimento.

    Isaac e Ryuga si incrociarono all'interno e chiesero alla ragazza al bancone di Dama Maggiorana. Entrambi notarono lo sguardo di dispetto sul viso della giovane. Un'espressione di malcelato fastidio.
    La signora è di là, nella...ehm...saletta privata. Il privé!, borbottò alla fine, abbassando lo sguardo. Discretamente, avrebbe voluto indicare loro la strada, ma con gran sbattere di porte e rumore di tacchi a spillo venne preceduta da Dama Maggiorana in persona, uscita fuori dal salottino per tormentarla. Dama Maggiorana era una signora molto particolare, ad essere generosi. Piuttosto alta per una donna della sua generazione, e robusta. Attirava l'attenzione su di sé per la gran quantità di scialli e veli di vari colori che la ricoprivano completamente dalla testa ai piedi, come una matrona del sud, e che a dire il vero la facevano sembrare un tucano tropicale fin troppo cresciuto. Portava un paio di occhiali a specchio, dalla montatura bordeaux parecchio pacchiana. La tunica le lasciava scoperte due gambe sode e muscolose e sembrava poco a suo agio coi tacchi alti.
    Sciocca ragazza!, esclamò la vecchia. La sua voce era stridula e irritante. Sembra il suono che fa la puntina del giradischi su un disco graffiato. Ti ho detto una vodka ogni mezz'ora, e non la schifezza da mendicanti che vi scolate voi baldracche, roba buona, mmmh?, brontolò. La ragazza al bancone le lanciò un'occhiata furente, ma si affrettò a chinare la testa e preparare il cocktail a Dama Maggiorana.
    E non fare quella faccia, stupidina! Hai un bel viso ma sei lenta. Ha! Alla tua età io avevo rispetto per gli anziani. Sissignore. E fra venti minuti portami uno spuntino. Bocconcini di pesce spada e una tortina al limone, mmmh? E spicciati!
    Certo, madama, riuscì a dire fra i denti l'altra, arrabbiata ma impotente.

    Finalmente, Dama Maggiorana sembrò notare Isaac e Ryuga e fece loro cenno di seguirla, non senza borbottare maldicenze contro le ragazze di città inutili e pigre. Il privé era in realtà una stanza separata con una tenda rossa scura dalla pista dove le ballerine si esibivano. C'erano un tavolino basso, delle poltroncine industriali e molti avanzi di cibo e alcolici. Così vicini a Dama Maggiorana, i due sentirono distintamente un miscuglio sgradevole di odori provenire dalla signora. Alcol, certamente, ma anche sudore, sostanze chimiche e un odore dolciastro come di miele lasciato andare a male. Dama Maggiorana non si perse troppo in preamboli.
    Bene, siete qui. Mmmh? Mi aspettavo qualcuno di più vecchio. Ma non importa. È un lavoro così semplice che potrebbe farlo anche un bambino! Ora, ho lavorato per la stronza che viveva in quella casa per più di trent'anni. Un gran schifo se posso dire la mia!, ridacchiò Dama Maggiorana, ma un accesso di tosse la costrinse a sputare un grumo di catarro direttamente nel portacenere. Mentre si puliva la bocca, Isaac e Ryuga notarono che le mani della donna erano macchiate e sfregiate, come per il diretto contatto con acidi molto potenti.
    Beh, si è sposata e solo il cielo sa se è stata una pessima idea. Il famoso Zaoldyeck, l'assassino di fama mondiale, prigioniero delle sue sottane! Ha!, esclamò deliziata ma la voce stridula era carica di veleno. E poi ha avuto quello che si meritava e io sono stata scaricata. Ora voglio la mia parte! Nei sotterranei della villa troverete una camera segreta, è lì che lavoravo. Dentro ci sono alcuni oggetti che voglio recuperare. Mettete tutto al sicuro e portatelo qui da me. Niente domande! Normalmente sarei più cauta. Ho aspettato cinque anni che si calmassero le acque ma l'altra sera qualcuno è entrato in casa e ha messo tutto a soqquadro. Non mi farò fregare, fosse l'ultima cosa che faccio. Tutto chiaro, mmmh? E voglio scoprire cosa cercavano lì, facevano un baccano infernale! Non osate tornare a mani vuote!
     
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    Passo dopo passo la porta dello strip club si stava avvicinando sempre più, mentre lo sguardo del giovane scandagliava la pizza in cui si trovava, un posto lurido e maleodorante della periferia di York, nulla in confronto ai palazzi che di lì a qualche kilometro, vere e proprie regge, ma questo Ryuga non poteva saperlo, per cui la prima impressione di York non era stata delle migliori, nulla in confronto alle voci che aveva sentito di quella mirabolante città.
    Passata la porta la situazione non migliorò minimamente, squallido fuori, squallido dentro. Davanti ai suoi occhi si parò il classico strip club con delle belle donne vestite poco o niente che avrebbero sbancato molti dei clienti che passavano a godersele. Una ragazza attirò l’attenzione del giovane, se ne stava dietro al bancone del bar a servire drink ai disperati morti di fig... che bazzicavano da quelle parti, se poi se ne andavano in giro bardati fino al collo con mantello e cappuccio allora erano ancora più strambi. Ebbene sì una persona così vi era infatti, quasi contemporaneamente a Ryuga, si stava anch’essa avvicinando al bancone del bar e, a quanto pareva, anche lui era lì per lo stesso suo motivo.


    - Salve, mi potrebbe gentilmente indicare dove posso trovare Dama Maggiorana?

    L’espressione che invase il volto della giovane fu più eloquente di migliaia di parole, non le piaceva. Ipotesi che fu confermata da quello che avvenne immediatamente dopo, niente meno che la stessa Dama si palesò da dietro un telo rosso che rivelò dietro di esso il fantomatico privè del locale. La ragazza fu trattata di merda dalla presunta Dama, ma questo teatrino rimase tra di loro e non convolse i due ragazzi. Ryuga colse l’occasione per osservare meglio l’altro ragazzo e studiarlo un po’. Non sapeva dire esattamente che età avesse, ma la cosa che lo colpì furono gli occhi rossi che possedeva.

    ”Anche lui è un Kuruta?? Eppure non l’ho mai visto prima d’ora... mmm no non credo sia un kuruta...”

    La curiosità stava per prendere il sopravvento, ma l’intervento di Dama Maggiorana fortunatamente lo distrasse e lo fece nuovamente concentrare sul motivo per cui era lì.
    Furono condotti entrambi nel privè del locale nel quale quasi non si respirava a causa della stessa Dama.


    ”Ma si lava questa??”

    La Dama sembrava fregarmene del fetore che emanava per cui Ryuga sorvolò e si fece forza convincendosi che l’incontro sarebbe durato poco e poi poteva andarsene da quel posto deprimente e maleodorante.
    Dama Maggiorana iniziò a parlare riferendo loro informazioni in più su quello che li avrebbe attesi, ma omettendo molte altre, di questo Ryuga ne era sicuro, aveva un sesto senso per queste cose, ma decise di tenere i suoi dubbi per se.


    - Mi scusi Dama Maggiorana, mi presento sono Ryuga, sarà un onore procurarle quello che cerca nella villa della famiglia Zaoldyeck, mi basta sapere dov’è situata esattamente questa stanza segreta e quali oggetti desidera recuperare, al resto non deve preoccuparsi.

    Si sedette su una delle sedie e aspettò il seguito di quella conversazione mantenendo una espressione del tutto impassibile.




    Ryuga Naito

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    Mi basta sapere dov’è situata esattamente questa stanza segreta e quali oggetti desidera recuperare, al resto non deve preoccuparsi
    Dama Maggiorana annuì soddisfatta e da una manica assurdamente larga estrasse una planimetria. Con noncuranza spazzò il tavolo di resti di cibo e bottiglie vuote o mezze piene, mandandole a sfracellarsi sul pavimento. Distesa sul tavolo, la villa non sembrava molto grande.

    Allora, la villa è un edificio a tre piani ma sotto terra ci sono almeno due livelli interrati. Il mio laboratorio si trovava al primo interrato, dietro una porta segreta che non è segnata sulla mappa ma si trova qui., spiegò Dama Maggiorana indicando un muro sulla planimetria. La stanza in realtà non era nascosta molto bene, qualunque osservatore attento avrebbe notato dai livelli superiori e inferiore che lì mancava tutta una parte di struttura portante.
    All'interno troverete fiale e boccette di diversi veleni. Mi servono tutte, dalla prima all'ultima. Avevo iniziato a coltivare degli innesti particolari, ma quando è successo il patatrac non ho avuto l'opportunità di recuperarli. Se sono ancora lì e me li portate, riceverete un extra. Poi ci sono dei libri molto rari sulle proprietà di alcune pietre, nella biblioteca al terzo piano. Non hanno una grande importanza, ma avrebbero un valore affettivo..., aggiunse con finta noncuranza.

    Dama Maggiorana si strinse nelle spalle e guardò bene negli occhi i due ragazzi. Parve esitare, solo per un attimo.
    Dovete capire...la villa è un posto strano, molto pericoloso. Io credo, credo che adesso sia sicura. Ma a dire il vero i rumori dei giorni scorsi mi hanno spaventata. Ci sono delle...cose...all'interno, che potrebbero uccidervi all'istante. Qualsiasi cosa facciate non prendete iniziative.
    La villa non era proprio l'abitazione della donna per cui lavoravo. Era più un, parco giochi per lei e i suoi scagnozzi. Ciò non toglie che all'interno vi erano e vi sono artefatti di immenso valore.

    Avete un turno per fare delle domende a Dama Maggiorana, altrimenti potete descrivere una macchina all'ingresso che vi porta fuori città fino al cancello della villa. Riuscite a vedere il giardino e la casa in lontananza. È il primo pomeriggio. La casa sembra abbandonata.
     
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    Kodama Zaoldyeck Asakura Isaac Gardner



    La donna, compiaciuta, tirò fuori la piante dell'edificio in questione. Con eleganza fece spazio sul tavolo. Isaac si protese per guardare meglio.

    "Allora, la villa è un edificio a tre piani ma sotto terra ci sono almeno due livelli interrati. Il mio laboratorio si trovava al primo interrato, dietro una porta segreta che non è segnata sulla mappa ma si trova qui..."

    Il ragazzo si fece due calcoli in testa e tentò di analizzare ogni particolare.

    *Non sembra piccola la stanza.*

    Dama Maggiorana proseguì parlando di veleni, fiale ed innesti. Infine toccò un discorso circa dei libri.

    *Credo stia nascondendo qualcosa. Potrei cogliere l'occasione.*

    Tutto parve cambiare quando la donna si fece più seria.

    *Cose che ci possono uccidere all'istante? Cosa intende?*

    "La villa non era proprio l'abitazione della donna per cui lavoravo. Era più un, parco giochi per lei e i suoi scagnozzi. Ciò non toglie che all'interno vi erano e vi sono artefatti di immenso valore."

    *Credo di aver compreso la situazione... quindi è così.*

    Isaac cercò di anticipare eventualmente il suo collega e fece una domanda secca alla sua datrice di lavoro.

    «Oltre alle cose che dobbiamo recuperare per lei, si riterrebbe offesa se nello svolgere il lavoro magari, per qualsiasi motivo ma speriamo di no, si rovinerà qualche altro oggetto? Non sapendo le condizioni attuali della villa, voglio mettere avanti le mani.»



    Pochi minuti dopo.





    Una macchina nera li attendava fuori dal locale. Tutto sembrava essere stato organizzato alla perfezione. Isaac approfittò del tragitto per riferire i suoi intenti a Ryuga.

    «Se non ti dispiace, preferisco andare da solo al terzo piano una volta dentro la villa. Mi occuperò dei libri nella biblioteca, mentre tu penserai al resto nella stanza segreta. Saremo più veloci e più produttivi.»

    L'Asakura voleva avere tutto il tempo per indagare senza qualcuno tra i piedi. La macchina in quel momento si fermò. Erano giunti a destinazione: il cancello della villa davanti a loro. In lontananza l'edificio, poco prima il giardino.

    «Idee su come procedere?»

    Voleva testare le capacità del ragazzo e capire se poteva utilizzarlo una volta entrati. Era certo che quel lavoro non sarebbe stato una passeggiata.



     
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    Dama Maggiorana con rozzo gesto spazzo il tavolo facendo andare in mille pezzi sul pavimento le varie bottiglie che si trovavano su di esso, il giovane non si stupì di tale gesto, ormai aveva inquadrato la donna. Sporgendosi leggermente sul tavolo osservò la planimetria che la donna aveva estratto dalla sua manica. La planimetria era della villa che avrebbero dovuto depredare. L’edificio era composto da cinque piani, due dei quali interrati, la stanza segreta di trovava chiaramente sul primo dei due piani, lo si vedeva palesemente in quella planimetria. Si sbrigò a memorizzarla così da potersi muovere con dimestichezza una volta li. La donna continuò la spiegazione sul loro reale compito.

    ”Non sarà un compito semplice... veleni e innesti... che situazione!”

    Ryuga si grattò la testa distrattamente, poi si girò e andò all’uscita raggiungendo la macchina. Il mezzo partì velocemente alla volta della villa con i due a bordo. Durante il tragitto il suo compagno li rivolse la parola spiegandogli quello che voleva fare una volta raggiunta la villa.

    ”Che personaggio...

    - Va bene per me non ci sono problemi.

    Da quando si erano conosciuti, ma di più ora che gli era seduto vicino, sentiva che quella persona era pericolosa, non sapeva il perché ma da lui proveniva un’aura minacciosa.
    La macchina arrivò a destinazione e i due si ritrovarono davanti alla villa.
    Ryuga sorrise divertito alle parole del suo compagno.


    - Beh sappiamo che ci sono ostacoli ardui da superare, ma non sappiamo cosa ci attende, quindi direi che per ora entriamo con una certa cautela e vediamo cosa ci attende...

    Avrebbe mosso il primo passo verso la villa.



    Ryuga Naito

    .: Forza: 15
    .: Resistenza: 5
    .: Velocità: 15
    .: Riflessi: 15
    .: Destrezza: 10
    .: Mira: 5
    .: Intelligenza: 10
    .: Carisma: 5
    .: Vita: 300
    .: Aura: 500








     
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    H×H Forum - GDR Remastered

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    scusate ma è tutto ok?
     
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    Scusate a tutti e due, sono stato in vacanza in montagna e non avevo accesso a internet


    @Ness: Dama Maggiorana ti risponde,
    Mmh? Non dire sciocchezze ragazzo! Quella non è mica roba mia. Prendete o rompete quello che vi pare, basta che facciate quanto ho chiesto. È chiaro? E adesso al lavoro, non vi pago per rovinarmi l'appetito!


    Da fuori la casa sembrava deserta, o abbandonata. Il cancello di ferro era sbarrato con un catenaccio, ma il basso muro perimetrale era abbastanza basso da permettere a due persone agili di scavalcarlo agilmente. La casa si trovava in cima a una collinetta, un edificio a pianta quadrata simile a un tozzo castello. Nel corso degli anni le varie aggiunte e costruzioni successive erano evidenti dal colore più scuro o più chiaro della pietra. Un sentiero sterrato portava dal cancello su per la collina e curvando a destra arrivava in un piazzale alberato dove oltre a diverse costruzioni prefabbricate c'erano anche scuderie e un villino più modesto per la servitù. Più su, invece, una scala in pietra portava fino all'ingresso principale. L'aria del tardo pomeriggio era calda e secca, ma entrambi gli uomini provarono un brivido improvviso guardando le finestre sbarrate e la desolazione del bellissimo giardino.

    Pareva evidente che di recente fossero passate diverse persone: la sterrata portava i segni di diverse ruote large, come di un fuoristrada, e l'erba intorno al piazzale era calpestata. Da lì, si vedeva per tre quarti il giardino e il laghetto artificiale abbandonato a se stesso. Il giardino doveva essere stato molto bello una volta, curato con attenzione. Girando per l'ampia tenuta oltre a bei boschetti di betulle e faggi imponenti si trovava un patio di fianco al laghetto, prati dove i cavalli potessero sgranchirsi liberamente e anche un boschetto sul lato nord ovest della collina con una serra e molte erbe di campo. La serra era invasa dalle piante e anche molti degli alberi si erano come inselvatichiti. L'impressione generale era di cupa desolazione, come la si può provare vedendo un uomo una volta vigoroso al tramonto dei suoi anni. Le porte dell'ingresso erano sbarrate, ma una delle finestre più avanti era stata forzata, il vetro in frantumi. Da lì si poteva entrare nella casa. Il buio era completo, l'odore di polvere e chiuso prepotente. I due si trovarono in un ampio salone. Se avessero acceso una torcia o aperto le imposte avrebbero ammirato un pavimento di marmo molto bello, a scacchi verdi e bianchi. Sulla destra, delle scale dimesse portavano nei sotterranei. Oltre il salone, due rampe di scale più grandi sembravano curvare e circondare il salone con una balconata. In mezzo alla stanza, una cornice di ossidiana giaceva per terra fra i frammenti impolverati di uno specchio.

    Uno sbuffo di vento improvviso vi fa socchiudere gli occhi, infastiditi dalla polvere. Quando li riaprite, vi guardate intorno, smarriti. La stanza è piena di gente. Il salone è illuminato da decine di lampade affisse sui muri che fanno luccicare il bel pavimento di marmo di una luce calda. Sopra la vostra testa, dalla cupola di vetro che al buio non riuscivate a scorgere pende un grande lampadario di cristallo. Sulla destra, su cinque o sei tavoli apparecchiati è servito un buffet. Le persone nella stanza sono vestite eleganti e ballano al ritmo di un valzer suonato da un ensamble di cinque persone. In mezzo al salone, a distanza da tutti gli altri, volteggiano due persone, un uomo e una donna. La donna ha una lunga chioma nera, lucente come le piume di un corvo e resa vaporosa dall'opera sublime di una parrucchiera molto abile. Nei suoi capelli brillano fermagli di diamanti. Indossa un abito nero e viola, con lunghi guanti che le arrivano fino a metà braccio. Il suo volto è bello, ma negli occhi arde una sfida, come se con la danza sfidasse il suo compagno o lo volesse sedurre. Sorrideva, estatica, mentre l'uomo davanti a lei la faceva volteggiare senza sforzo, fra gli applausi e i sospiri del pubblico. L'uomo era più alto di lei di tutta la testa, con corti capelli biondo cenere più lunghi sulla nuca. L'abito nero, con alamari rossi, valorizzava gli occhi di uno scarlatto cupo, fissi su quelli di lei. I due danzavano con trasporto. Quando la musica si fermò un attimo per permettere ai ballerini di prendere fiato, la donna si avvicinò per sussurrare qualcosa all'uomo. Con una risata, le prese la mano e la scortò galantemente in cima alle scale. Con uno schiocco di dita, l'uomo richiamò l'attenzione di un cameriere e si fece portare due bicchieri di vino. In un attimo, la visione ebbe fine.


    Potete indagare dove volete fra:
    piano terra: salone, cucine, stanza per gli ospiti, terme
    primo piano, stanze da letto, balconata
    secondo piano, appartamenti privati, stanza dei giochi
    terzo piano, biblioteca, studio, palestra
    primo interrato, laboratorio
    secondo interrato, prigione
     
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    Kodama Zaoldyeck Asakura Isaac Gardner



    "Beh sappiamo che ci sono ostacoli ardui da superare, ma non sappiamo cosa ci attende, quindi direi che per ora entriamo con una certa cautela e vediamo cosa ci attende..."

    Isaac lo ascoltò interessato. Poi annuì. Non si aspettava grandi cose eppure aveva il presentimento che entrare in due avrebbe comportato un vantaggio. Erano anni che non lavorava di squadra e non ne era entusiasta: si stava semplicemente autoconvincendo che avrebbe avuto bisogno di un diversivo in caso di pericolo.
    Il cancello era chiuso con un catenaccio eppure il muro di cinta era facilmente scavalcabile. Il ragazzo scorse il sentiero principale che portava ad un edificio posto su una collinetta. Intorno quelle che sembravano abitazioni per la servitù, scuderie e giardini. Una ricchezza abbandonata e in caduta libera verso il degrado.
    Agilmente l'assassino scavalcò il muro per ritrovarsi a scorgere segni di attività recente.

    *Impronte di ruote... quindi è vero, qualcuno è stato qui recentemente.*

    Un brivido lungo la schiena nonostante il caldo. Un brutto presentimento osservando le fredde finestre sbarrate. Percepiva l'ombra di lontani ricordi ma il suo cuore era altrove. Lasciato chissà dove. Così proseguì insieme a Ryuga.
    Il tetro giardino concedeva pace e quiete ai due ma sembrava che stessero fronteggiando un verde cimitero ormai abbandonato. Probabilmente, se si fosse ritrovato in quei luoghi qualche anno prima, avrebbe sicuramente provato sensazioni diverse. Arrivando all'entrata principale si accorsero che era sbarrata ma allo stesso tempo era impossibile non notare una finestra rotta proprio a pian terreno. In pochi secondi erano dentro, polvere e tanfo di chiuso. Il ragazzo, in totale silenzio e tentando di produrre il minimo rumore, alzò due imposte per far entrare luce diurna: si trovavano in un ampio salone dal pavimento a scacchi. Individuò rapidamente le varie scale analizzate già in precedenza sulla piantina e fece mente locale sugli ambienti raggiungibili da esse.
    Tuttavia solo in quel momento si accorse di un dettaglio al centro della stanza che lo turbò. Una sensazione strana; ultimamente non provava sensazioni così intense ma allo stesso tempo era qualcosa di indefinito, lontano. L'ombra di un ricordo. Uno specchio infranto anni prima sancendo l'inizio della fine.
    Una folata di vento imprevista. Si coprì gli occhi dalla polvere con il braccio destro ma quando lo scansò tutto era cambiato.

    *Cosa? Siamo stati drogati? Oppure manipolati? Ma quando?*

    Tentò di ricordare se aveva commesso qualche errore ma nulla gli veniva in mente. Irrigidì il corpo: ogni muscolo rispondeva normalmente al suo controllo. Intanto le persone ballavano. Guardò Ryuga ma anche lui si dimostrò smarrito. Un valzer immersi in una luce calda sotto un lampadario di cristallo. Un'atmosfera che Isaac non poté non collegare a qualche evento del passato; evento in cui la villa godeva ancora della sua bellezza vivida e animata. Comprese che era un qualche tipo di visione, un ricordo del passato di quel luogo.
    E infine li notò. Era impossibile non accorgersene, la sala era piena per loro. Lunga chioma nera contro il biondo cenere. Strinse di scatto e inconsciamente i pugni con talmente tanta forza che si marchiò i palmi con le unghie. Al ragazzo interessò solamente di non perdere di vista quegli occhi scarlatti così tanto simili ai suoi.
    Li vide salire le scale. Isaac, totalmente in balia della sua determinazione, fece qualche passo nella loro direzione ma tutto svanì all'istante. Fin dal primo momento sapeva che non era reale. Sapeva che quell'uomo non era in quel salone. Sapeva che non poteva fare nulla. Ma non gli importava perché allo stesso tempo sapeva che si trovava nel posto giusto. Si fermò e rimase in silenzio alcuni secondi. Rilassò tutti i muscoli e si rivolse sottovoce al compagno.

    «Come accordato allora io salgo al terzo piano per raggiungere la biblioteca. Ci rivediamo qui. Non abbassare la guardia, come hai visto in questi luoghi operano forze inspiegabili, probabilmente qualcuno ci aspetta.»

    L'assassino iniziò a salire le scale. La sua prima tappa tuttavia erano le stanze al primo piano. Quella visione lo aveva indirizzato e lui era solo sicuro di una cosa: stava cercando informazioni utili al suo scopo.



    Stanze da letto, primo piano.
     
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    La stanza da letto padronale era, se possibile, ancora più cupa e spoglia. Il grande letto a baldacchino al centro dell'ampia camera era stato coperto frettolosamente con un telo di plastica ma il resto della mobilia era stata evidentemente saccheggiata tempo prima. Vestiti strappati giacevano per terra ricoperti da diversi anni di polvere e un vaso di vetro soffiato era stato scagliato dal comodino sul pavimento senza pietà. La camera era collegata a un bagno privato e portava a un balcone dirimpetto al giardino. Le grandi porte finestre erano state sigillate con assi di legno ma da qualche breccia fra di esse filtrava timidamente un po' di luce. Di nuovo, un vento più caldo sollevò dal pavimento una ventata di polvere insidiosa, e in un battito di ciglia la casa prese vita ancora una volta:

    Ora la camera è calda, e luminosa. Il pavimento di marmo è ingentilito da uno squisito tappeto color ruggine e dalle finestre spalancate entra una brezza piacevole. La donna è sdraiata lascivamente a letto. È nuda, ma un lenzuolo di raso la copre in un modo studiato che non cela nulla e promette molto. Fissa il vaso di vetro sul suo comodino e di tanto in tanto con la mano ne accarezza il profilo realizzato da un ignoto maestro. La stanza profumadi vaniglia e sandalo. La porta del bagno si apre e si chiude, e l'uomo entra nella stanza. Indossa solo un asciugamano intorno alla vita e si strofina vigorosamente i capelli bagnati tentando senza molto successo di appiattirli all'indietro. La donna si riscuote dalle sue meditazioni, e gli sorride..
    A cosa pensi?, le chiede, sedendosi su un lato del letto e accarezzandole la spalla nuda.
    A quanta nostalgia provo per questi momenti, alla perfezione di questa serata. A te, a noi. È stata una splendida giornata, ammette. L'uomo ridacchia, e i suoi occhi scarlatti fissano un punto sotto la gola che tremola oscenamente ad ogni parola della splendida donna. Si china in avanti, e la bacia.
    Perché provi nostalgia? Siamo qui, insieme. Oggi è appena passato e domani ti porterò a fare un giro a York Shin. Non ti basta?
    Amato, io non provo nostalgia per un luogo. Ma per un tempo. E so che alla fine della mia vita non sarò l'unica a rimpiangere momenti più semplici e forse più felici. Desidererai non avermi mai conosciuto.
    Sciocchezze, ribatte severamente. Ti prometto che non succederà mai.
    Ti amo per averlo detto, e ti amerò anche quando capirai di aver detto una bugia.
     
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    Kodama Zaoldyeck Asakura Isaac Gardner



    Il ragazzo salì le scale gradino dopo gradino, concentrato e pronto a qualsiasi evenienza. Aveva una strana brutta sensazione, non riusciva a capire perché tuttavia si aspettava un agguato da un momento all'altro. Non gli interessava del suo compagno, tant'è che non si voltò nemmeno per osservare se era ancora al suo posto oppure aveva già intrapreso un'altra strada.
    In men che non si dica aveva raggiunto il primo piano. Aprì cauto la porta della stanza da letto padronale ma non trovò nessuno ad attenderlo. Solo l'ombra di una sfarzosa camera, un tempo curata ma lasciata in balia della polvere e di un telo di plastica sul letto a baldacchino. Sicuramente mancavano delle cose, probabilmente razziate tempo prima.
    Isaac si fece avanti e si portò al centro, evitando di calpestare vetri e vestiti. Analizzò solo con lo sguardo quello che sembrava il bagno annesso. La luce che entrava fra le assi di legno gli consentiva di intravedere timidamente il balcone.
    In quella stanza non sembrava esserci nulla di utile tuttavia una folata di aria calda alzò un polverone.

    *Di nuovo?*

    L'assassino riaprì gli occhi e tutto era nuovamente cambiato. Il ricordo mostrava la vitalità di un tempo della stanza. Molta luce, la mobilia al suo posto e nessun telo di plastica. La donna era a letto nuda, coperta da solo un lenzuolo. Accarezzava il vaso di vetro sul comodino mentre l'uomo fece la sua comparsa dal bagno, solo un'asciugamano addosso. Isaac riuscì a rimanere più calmo rispetto la prima visione, e si limitò ad ascoltare in silenzio.
    Gli sembrava strano vederli così ed era strano vederlo nelle vesti di un tenero amante. Dopo quello che era successo. Dopo quello che sapeva. Il ragazzo cercò di afferrare il significato di tutta quella situazione ma qualcosa gli sfuggiva. La donna sembrava quasi conscia di un non lontano triste destino.
    Nessuno sembrò curarsi di lui, così Isaac pensò di non poter interagire. Tuttavia volle fare una prova e aggirò il letto, spingendosi fino al comodino. Allungò la mano verso il vaso di vetro consapevole che forse non avrebbe toccato che fumo.
    Azzardò con tono calmo, senza aspettarsi granché. Lo sguardo fisso sui i due amanti.

    «Chiunque tu sia, a che gioco stai giocando? Perché mi stai mostrando questo?»

     
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    La Quest è momentaneamente congelata a causa di alcuni problemi. In attesa di nuovi sviluppi, si concluderà in futuro. I PG sono considerati liberi dall'impegno.



    Edited by [Nessuno] - 5/4/2020, 13:27
     
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14 replies since 19/8/2019, 12:25   338 views
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