Allenamenti di Siarl

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    Allenamento di Siarl

    Primo allenamento (1/3): Affilatura/Utilizzo dei coltelli da Lancio

    Tempo: Si tratta di spezzoni atemporali della sua vita col nonno, attività che ha cominciato in tenera età per poi perfezionarsi
    Luogo: La sua attuale abitazione/giardino e poi sulle montagne per la caccia nei post seguenti.
    Descrizione dell'arma ottenuta dal pacchetto e inserita nella storyline del pg, spiegazione di come avviene l'affilatura e qualche sprazzo sui suoi obbiettivi futuri.
    Grazie -Ashen- [Nessuno]


    “Per essere un buon servitore servono molte doti… che tu, ovviamente, non possiedi” il vecchio era sempre incoraggiante, ancor più quando si preparavano per andare a caccia. Diventare un servitore importante, della famiglia Zoldyck, non significava solamente dirigere coloro che erano impiegati nella residenza, organizzare eventi, prenotare, ricevere ospiti, svolgere compiti tradizionali e occuparsi del guardaroba, oltre alle risorse economiche si trattava anche di gestire la sicurezza dei padroni di casa… non che a loro potesse davvero servire.
    Si trattava di una figura professionale estremamente versatile pensò, facendo oscillare la lama del coltello da lancio che suo nonno gli aveva regalato, questi era leggero come una piuma, come la forma che lo contraddistingueva, se avesse saputo prendersene cura aveva promesso di dargliene altri “Prendi la cote” solitamente prediligeva la cote a diamante ma non fece storie, gli piaceva quella linea sinuosa ed era chiaramente visibile l’angolo in cui era stato affilato in precedenza.
    Senza sua madre la vita era trascorsa tranquillamente, prima non avrebbe mai osato sperare di trovarsi nel giardino in una tale quiete… certo l’anziano avrebbe potuto colpirlo da un momento all’altro, ma sarebbe stato comunque piacevole.
    Una grande mano nodosa gli si avvicino, ma fu sufficiente avvicinare la prima per prendere lo straccio imbevuto d’olio che gli offriva, al confronto le sue dita parevano davvero quelle di un bambino il che era terribilmente frustrante, finché non avesse dimostrato di essere capace nulla sarebbe cambiato.
    Si ritrovò a lubrificare la pietra, in verità quel passaggio occorreva perché il metallo non rovinasse la sua porosità… sarebbe valsa la pena di possederne una ad olio, ma il nonno preferiva degli elementi più diffusi al carburo o al silicio. Ormai non usava più una guida da anni, a rifletterci all’inizio si era anche tagliuzzato rammentò, cominciando dalla parte ruvida della pietra, la grana dopotutto era diversa su ogni lato.
    La parte più dura e aggressiva occorreva per arrotare l’acciaio, mentre quella fine per affilarlo… avrebbe dovuto partire con la parte più grossolana ma quell’idea lo metteva a disagio, forse perché lui agiva esattamente al contrario. Era fine come una lama, ma finché non fosse cresciuto sarebbe servito a poco, certo ogni uomo era tanto morbido da poter essere ucciso, tutti possedevano arterie e punti deboli idealmente… ma bisognava raggiungerli.
    Quel coltello era simmetrico e si aspettava fosse lo stesso anche per lui quando iniziò a farlo scorrere, creando una sorta di suono simile all’acqua che scorreva, nulla di sgradevole o eccessivamente graffiante, occorreva muoversi nella direzione opposta a quella del taglio per non rovinarne la bella forma né la pietra. Normalmente non era interessato solamente all’estetica ma quell’arma gli piaceva… e chiaramente l’altro se n’era accorto, il che significava che passavano decisamente troppo tempo assieme.
    La molatura doveva raggiungere quasi la metà dell’acciaio, sarebbe stato bello possedere un macchinario adeguato ma in alcuni luoghi sarebbe stato impossibile portarselo dietro. Nel girare la lama, per creare un nuovo bordo, rifletté su quanto gli mancasse il suo computer, eppure era gradevole ogni tanto staccare dalla tecnologia, questa aveva l’abitudine di risucchiarlo completamente, soprattutto se cercava informazioni su un qualsiasi argomento.
    Nel togliere abbastanza metallo si accorse della comparsa di una sorta di bava, ormai aveva abbastanza esperienza da sapere quanto fosse un bene, non erano altro che finissimi filamenti di metallo che restavano attaccati alla lama… teoricamente si formavano naturalmente nel processo di creazione dell’acciaio e indicavano anche quanto valesse. Normalmente tutto era visibile a occhio nudo, ma personalmente gradiva farci scorrere il pollice dalla pelle chiara, dall’alto verso il basso, in modo da sentirla, questo avrebbe significato che la pietra era a grana fine, preferiva circondarsi di oggetti di qualità, più costosi ma che si mantenevano nel tempo.
    Si ritrovò pertanto a rigirarsi la cote tra le mani, passando alla parte meno ruvida per affilare nel modo corretto, lisciando il metallo per eliminare la bava, ottenendo un bordo uniforme e tagliente. Quell’attività lo aiutava a pensare, era la sua prediletta se non contava la digitazione sulla tastiera e occorrevano entrambi quegli aspetti nel mestiere che intendeva intraprendere, anche perché fin da piccolo non avevano fatto altro che ricordargli la sua posizione.
    Dovette assicurarsi che la simmetria fosse perfetta, passando il pugnale da un lato a un altro, alternando il movimento, un singolo colpo da un lato e poi dall’altro, a quel punto non sarebbe servito altro che lucidare la lama, tramite un taglio a pressione. Recuperò l’affilatore a un certo punto, ignorando lo sguardo infastidito dell’anziano, questi era utile tra una molatura e l’altra per evitare di rovinare l’oggetto. Non sarebbe servito a riportare in vita un’arma, ma era utile per il mantenimento e rallentava il bisogno di utilizzare la cote… in alternativa poteva sempre utilizzare la sua vecchia tazza.
    “Hai finito... vai a preparare il tè” la voce dell’uomo lo distolse da quanto stava facendo, simile al borbottio di un vulcano, era impossibile che ricevesse un complimento ma era comunque più di quanto si sarebbe aspettato si disse.

    Edited by Haral - 13/3/2024, 18:06
     
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    Primo allenamento (2/3): Utilizzo dei coltelli da Lancio

    Tempo: Si tratta di spezzoni atemporali della sua vita col nonno, attività che ha cominciato in tenera età per poi perfezionarsi
    Luogo: La sua attuale abitazione/giardino e poi sulle montagne per la caccia nei post seguenti.
    [Nessuno] -Ashen-


    Normalmente occorreva documentarsi adeguatamente oppure valutare le proprie opportunità quando si trattava di armi, nel suo caso non avrebbe potuto portare nulla di troppo pesante o rinunciare alla velocità in favore della difesa, a prescindere dai rischi. Fortunatamente i pugnali che aveva ricevuto per il compleanno erano di squisita fattura, affilati come rasoi e abbastanza leggeri da poter essere usati da un ragazzino.
    Avrebbe voluto conoscerne l’artigiano e procurarsi qualcun’altra delle sue opere… la forma, simile a una piuma, avrebbe potuto essere vista come debole o femminile, ma solamente uno sciocco l’avrebbe creduto. Sarebbe stato semplice nasconderli a un controllo, spacciandoli per un’opera d’arte, che fosse un tagliacarte o una scultura, inoltre tenerli addosso gli veniva incredibilmente naturale.
    Esistevano tre diversi tipi di coltelli da lancio per quanto ne sapesse, alcuni con lame pesanti, altri a manico pesante oppure bilanciati, i suoi appartenevano all’ultima categoria… ovviamente i primi due erano maggiormente consigliati per i principianti poiché facilitavano la rotazione. Era sufficiente ricordarsi che se era la lama a essere pesante occorreva lanciare dal manico e viceversa, orientandosi e lanciando tramite il tagliente se era il manico a pesare.
    La sua mano dominante era la sinistra, il che normalmente poteva infastidire le persone con cui si trovava, però, era anche vero che tra strumenti elettronici e libri si notasse poco la differenza. Non possedeva ancora uno stile personale e si augurava che tempo ed esperienza gli sarebbero venuti in aiuto.
    Aveva provato ben tre tipi d’impugnatura fino ad allora, quella a martello, la presa per lame a filo singolo e quella per le armi a filo doppio, in tutti i casi era prevista una stretta decisa quanto delicata… una stretta eccessiva avrebbe impedito un corretto rilascio, mentre l’assenza di forza avrebbe deviato il lancio, facendo partire la lama prima del tempo.
    Nella prima impugnatura occorreva tenere il manico come se si avesse davvero a che fare con un martello, premendolo sul palmo, vicino alle nocche, avvolgendolo con le quattro dita strette dal pollice, ed era particolarmente utile anche per iniziare ad abituarsi ai coltelli a doppia lama. Se era il filo ad essere doppio, invece, bisognava tenere il manico lontano e usare le dita per fare pressione sulla lama, senza toccare la punta o le parti taglienti, il che non consentiva un lancio potente.
    La sua apparteneva alla seconda categoria, la lama era a filo singolo e avrebbe dovuto esercitarsi a lungo per via del manico stretto, senza contare che sarebbe servito un taglio molto preciso per evitare che la parte seghettata, data dalle piume, una volta penetrate nel corpo, rimbalzasse… in compenso sarebbero state molto difficili da estrarle una volta colpito il bersaglio.
    Afferrò la lama a quel punto, tenendo il palmo di fronte a sé, per poi muovere il pollice e creare un incavo. Anche in quel caso il manico andava tenuto lontano, posizionando la parte affilata contro la pelle, allineando la punta con la base del pollice. L’arma andava impugnata sulla parte tagliente con le dita, escludendo il mignolo.
    Inspirò nel riuscirci, quel nuovo giocattolo andava testato e l’importante era valutare l’inclinazione corretta in base alla velocità di rotazione a contatto con l’aria e alla distanza… ad ogni modo sarebbe occorso che il coltello ruotasse almeno di mezzo giro per colpire il bersaglio di punta. Se la distanza fosse stata minima, invece, avrebbe dovuto piegare il polso verso l’avambraccio, in modo da imprimere abbastanza forza nell’arma per ottenere una rotazione veloce, il che sarebbe stato necessario a distanza ravvicinata.
    Si trattava di un gioco di polso che aveva provato a lungo, questi sarebbe stato piegato leggermente per una distanza media, rimanendo rigido nel caso di una distanza ragguardevole, per evitare un’eccessiva rotazione che avrebbe impedito al colpo di andare a segno.

    Il giovane assunse la postura corretta a quel punto, non ne conosceva altre dopotutto, suo nonno era sempre stato un uomo rigido, un perfezionista che aveva trasmesso al figlio ogni regola mai appresa, alimentando la sua mania del controllo.
    Mise il peso sulla gamba dominante, portando l’altra in avanti, prima di alzare il braccio assicurandosi che fosse perpendicolare al suolo… piegò poi il gomito nell’assicurarsi che il coltello arrivasse fin sopra alla testa, l’obiettivo era un lancio in avanti, evitando di cavarsi un occhio o peggio. Spostò pertanto il peso da una gamba all’altra per creare una sorta di slancio nel portare in avanti anche il braccio, tenendolo dritto e disteso nello stendere il gomito per valutare il punto corretto per liberare la lama.
    Se fosse stato una palla avrebbe potuto aggiungere un movimento laterale, dando una diversa inclinazione, normalmente non era solito dedicarsi a eccessivi sforzi fisici ma ormai non restava che dedicarvisi o avrebbe dovuto abbandonare tutte le sue ambizioni.
    Lasciò che il coltello gli scivolasse dalla dita nel mirare al tronco di un albero, il corpo si rivelò eccessivamente inclinato in avanti ma il polso appariva perfettamente dritto, questi volò orizzontalmente mentre il braccio ricadeva verso il basso. Si trattava di un’arte basata più sulla destrezza che sulla forza, pertanto più adatta a lui.
    Questi non riuscì a conficcarsi, venendo sconfitto dalla corteccia, ma la lama, sufficientemente tagliente, ne scalfì una parte, era evidente che dopo quel risultato avrebbe dedicato l’intero mese seguente a quell’unico movimento, per riprodurlo al meglio.
     
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    Primo allenamento (3/3): Lotta con i coltelli - Prima parte

    Tempo: Si tratta di spezzoni atemporali della sua vita col nonno, attività che ha cominciato in tenera età per poi perfezionarsi
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    La Repubblica di Padokia era famosa per poche cose, ma queste erano note a chiunque… il Monte Kukuro altro non era che un vulcano spento, uno dei terreni più ricchi da coltivare, in teoria, situato nella regione di Dentora. Questi si ergeva 3772 metri a livello del mare e le sue appendici venivano avvolte da una fitta foresta di latifoglie sempreverdi, al di sotto dei 1000 metri di altitudine le temperature erano elevate e spesso rese maggiormente afose grazie alle varie precipitazioni, questi era recintato trattandosi di una dimora privata ma molti turisti giungevano da ogni dove per poter percorrerne le mura.
    Oltre ad esso, poi, vi era l’Arena Celeste, il luogo più noto al mondo per quanto riguardava i combattimenti, situato verso Est. Era il quarto edificio più alto esistente con 251 piani… per il resto la repubblica offriva un clima temperato e un terreno fertile che favoriva l’aumento della popolazione, detto questo, però, quel giorno avvertiva un caldo insopportabile e avrebbe voluto sfuggire a suo nonno sopra ogni altra cosa.
    I vecchi erano terribilmente testardi e destreggiarsi nella lotta coi coltelli non era affatto piacevole, avrebbe decisamente preferito avvelenare un nemico o sparargli mentre si trovava in bagno, ma questo non sarebbe stato per nulla elegante secondo l’uomo e tristemente doveva dargli ragione, un servitore degno di tal nome avrebbe dovuto sempre comportarsi in modo adeguato.
    Per incutere timore occorreva portare con sé un coltello di dimensioni ragguardevoli ma nel suo caso avrebbe finito per far ridere l’avversario, pertanto non restava che essere silenziosi e letali, venire sottovalutati era un lusso e chiunque l’avesse fatto se ne sarebbe pentito presto o tardi… almeno nel suo caso.
    Sapeva di dover tenere un profilo basso, mantenendo le lame pulite e in ottime condizioni, conosceva anche altre armi ma avrebbe atteso che l’anziano lo ritenesse pronto. In verità un coltello smussato era perfino più pericoloso di uno perfetto, per questa ragione apprezzava particolarmente le piume che si portava dentro, al punto di dormirci.
    Era importante sapersi muovere e sapere cosa fare, pugnalarsi da soli sarebbe stato umiliante oltre che doloroso. Per quanto lo riguardava conveniva concentrarsi sull’autodifesa prima che sull’attacco, anche se frustrante la fuga rimaneva la scelta più saggia per lui… sopravvivendo avrebbe potuto rintracciare gli aggressori, violare qualche account, sapere tutto quello che girava su di loro nella rete, e fargliela pagare.
    Alla fine non poteva far altro che affidarsi alla propria mente, valutando l’avversario e l’ambiente circostante. Non esisteva un solo modo per estrarre un’arma bianca e un corpo offriva diversi appigli per nasconderne diverse.
    La presa in avanti o la presa rovesciata, sarebbero state utili se l’avversario fosse stato tanto vicino da impedirgli di lanciare la lama, allungare troppo gli arti avrebbe lasciato delle aperture, inoltre, con un solo coltello, occorreva utilizzare l’altro braccio per difendersi… si sarebbe trattato di una sorta di scudo.
    Muoversi di continuo non sarebbe stato un problema per lui, se la cavava a schivare gli attacchi, tendeva a muoversi avanti e indietro, con un movimento circolare da destra a sinistra, inoltre il coltello poteva anche essere usato per distrarre un nemico . Era sempre meglio tentare di colpire e deviare piuttosto che afferrare, giocare sulla forza non era decisamente il suo forte.
    Come gli animali anche gli uomini avevano punti mortali più facili da colpire e altri meno, la natura aveva protetto le sue creature creando vasi sanguigni protetti da muscoli, carne, ossa, grasso e nervi, ma proprio come gli animali mirare a occhi, gola e arterie gli avrebbe permesso di concludere in fretta qualsiasi scontro… sempre che il suo avversario ne avesse.
     
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