Esame Hunter 001 - Kara - Seconda Prova

Narrato - Pensato - Parlato 

La risposta di Gaudiul non fece che innervosirla ancora di più. Egli, dopo aver provato a ucciderla per ben due volte, ebbe il coraggio di rigirare la frittata, accusandola di non assumersi le sue colpe. Si mise a parlare del suo "lavoro", di "rispetto".Tutte cose che la giovane dagli occhi rossi trovava insignificanti al confronto della vita di un essere vivente.
Gli aveva dato una, due, tre... Troppe possibilità. Gli aveva dato l'ennesimo beneficio del dubbio che forse sotto sotto c'era dell'umanità anche in lui. Che forse anche uno come lui, con le parole e le azioni giuste, poteva cambiare. Che forse, se si fossero incontrati in un altro contesto, avrebbero potuto addirittura essere... amici.
Ma in quel momento escluse ognuna di quelle possibilità, rinunciando definitivamente a ogni tentativo di trovare qualcosa di positivo in lui.
Non era ancora sicura di quello che sarebbe successo da lì a poco, negli istanti successivi. Era ancora in balia delle sue emozioni negative e del lato della sua psiche più impulsivo e irrazionale. Ma in quel momento Rize s'inserì, interrompendo la loro disputa e calamitando l'attenzione di tutti.

La donna li condusse presso un corridoio collegato a un'altra stanza, in cui tuttavia fece ingresso solo lei, lasciando che la porta sbarrasse loro la strada e li intrappolasse nel corridoio. Dopodiché uno strano gas cominciò a uscire dal soffitto. Arrivata a quel punto, era ormai consapevole che, sebbene talvolta adottassero dei metodi alquanto estremi, non era tra i loro intenti far del male ai partecipanti. Intuì immediatamente ciò che stava per succedere, perciò non si sforzò nemmeno di trattenere il fiato per rimanere cosciente. Lasciò che accadesse.

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Si risvegliò in quella che aveva l'aria di essere una sala per gli interrogatori. Priva di arredamento, poco rassicurante, fatta eccezione per due schermi che trasmettevano in loop delle nuvole in movimento, forse per rasserenare un minimo l'ambiente. Non ci riuscivano.

Sarà una simulazione anche questa...? O è effettivamente il mondo reale? Non saprei dirlo con certezza...

Si guardò le braccia. Era incatenata, e non solo lì, anche alle gambe e alla vita. Provò a strattonare leggermente i polsi, più per curiosità verso la resistenza delle catene che per reale intenzione di liberarsi. Sapeva già che non ce l'avrebbe fatta, se loro non l'avessero voluto.

Cosa vogliono farmi, che renda necessario incatenarmi in questo modo...? Una qualche prova di resistenza o sopportazione, forse..? Non credo vogliano estorcermi delle informazioni... Cosa potrei mai sapere che possa tornargli utile...?

Mentre fissava il tavolo, ripensò per qualche istante a quanto successo poco prima.

Che diavolo mi è preso... Non mi era mai successo prima... Stavo davvero per...?
No... Io non sono così...
Non lo sono...
Vero..?

Un'espressione al contempo dubbiosa e malinconica si palesò sul suo viso.

Dopo quel breve pensiero alzò lo sguardo verso i due che la stavano fissando: Rize e un altro tizio, pieno di muscoli e tatuaggi, e caratterizzato da due strane corna che gli spuntavano dai capelli, e che le fecero tornare in mente Noctis, quando aveva assunto quella forma mostruosa.
La donna prese parola per prima.

Era la prima volta che le veniva chiesto, dall'inizio dell'esame, nonostante avesse già toccato l'argomento con il suo team durante la prima prova, e di nuovo con Ginji poco dopo.

Non lo so.

Rispose, di primo acchito. Ma si rese ben presto conto che, nonostante la risposta fosse effettivamente sincera, le sue attuali emozioni stavano influendo sul modo in cui rispondeva. Non era tutto lì, ciò che aveva da dire a riguardo. Si sforzò quindi di scrollarsi ogni sentimento negativo di dosso, per dare all'esaminatrice qualche informazione in più.

Non è che non ci sia nulla che io stia cercando al momento... È che non so neanch'io di preciso cosa stia cercando. Per tutta la mia vita mi sono sentita come se mi mancasse un pezzo... Come se ci fosse qualcosa, da qualche parte, che mi sta venendo precluso.
Ho viaggiato in tanti luoghi, incontrato molte persone. E ogni volta che ci siete voi... "Hunter"... di mezzo, succede sempre qualcosa di insolito. Qualcosa che mi fa vivere esperienze inspiegabili, e che consolida quella mia teoria che a questo mondo ci dev'essere qualcosa di più di quel che appare alla gente comune... come me. Per questo... Volevo scoprire cosa fosse... o non riuscirò mai a sentirmi come se avessi veramente... vissuto.

Fece una breve pausa, poi proseguì.

Ma ad essere sincera... Dopo quello che è successo durante la prima prova... Non ero più tanto sicura di voler diventare un Hunter.

Alzò lo sguardo che fino a quel momento aveva tenuto incollato al tavolo. Stava ora fissando negli occhi la donna di fronte a lei.

Tuttavia... dopo che lei mi ha parlato... è comparsa quella strana... porta... nella mia testa. Un'immagine astratta, ovviamente. Non so cosa rappresenti, non so cosa si nasconda dietro.... Ma so che c'è una risposta. E non posso arrendermi proprio ora che sono a un passo da lei.

Concluse, tornando a fissare i polsi che poggiavano sulle sue gambe e pizzicare il tessuto dei suoi pantaloni tra le dita, ma riprese subito.

A proposito... Nello stato emotivo in cui ero non sono riuscita nemmeno a spiccicare parola. Ma dovevo almeno dirle questo...

S'inchinò leggermente col capo.

Grazie.
Mi ha aperto gli occhi su qualcosa di molto importante.

Narrato - Pensato - Parlato 

Al termine della sua risposta, Rize non proferì alcuna parola a riguardo, ma si limitò a "presentarle" l'uomo al suo fianco.

Kara lo seguì con lo sguardo. Forse aveva qualcosa da domandarle anche lui?
Non si sarebbe mai aspettata, nonostante il luogo in cui si trovava, ciò che invece accadde negli istanti immediatamente successivi: con un a dir poco violento diretto destro mirato al volto di Kara, egli la scaraventò a terra con tanto di sedia.
La giovane non ebbe nemmeno il tempo di patirne le dirette conseguenze, perché in un battito di ciglia tutto si fece buio e i sensi la abbandonarono.

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Ad attenderla al suo risveglio solo intorpidimento, dolore e bruciore. Non le fu semplice e immediato comprendere dove si trovasse, ma quella tremenda sensazione sulla sua faccia le schiarì subito le idee, facendole tornare in mente quanto successo.

Perché... Perché l'ha fatto...?

Non aveva una chiara idea del tempo che era trascorso. Forse un paio d'ore, forse 40. La stanza priva di finestre le rendeva impossibile comprenderlo con certezza. Ma il suo orologio biologico le suggeriva che fosse passato almeno un giorno.
Non le serviva uno specchio per rendersi conto che il suo viso, in quel momento, era in condizioni disastrose. Ma notò anche che non era unicamente la ferita ciò che percepiva come "estraneo" sulla sua superficie. C'erano delle medicazioni.

Che senso ha medicarmi dopo che sono stati loro stessi a ridurmi così...?

L'esaminatrice si accorse del suo risveglio e, senza badare ad alcun indugio, le rinnovò la medesima domanda.

La mia risposta precedente non le è sembrata sincera? O forse non l'ha soddisfatta...?
O chissà, magari è proprio questo il test? Ci troviamo in una sala che sembra fatta apposta per gli interrogatori, dopotutto... devo forse dimostrare quanto sarei in grado di resistere durante un interrogatorio...?

Kara non aveva la minima idea di cosa volessero da lei. Sapeva solo che più andava avanti con quell'esame, più lo detestava.
Provare a ripetere la stessa risposta sperando in un esito differente le sembrava folle, perciò, in mancanza di buone alternative, optò per l'unica cosa che potesse fare in quel momento: mostrarle la sua determinazione.

Senza spiccicare parola, alzò i suoi occhi cremisi verso di lei, ancora lucidi a causa del dolore e dell'incontrollabile desiderio di piangere, e lasciò che si specchiassero nei suoi, color celeste, fissandola con un'espressione che qualcuno avrebbe potuto interpretare come uno sguardo di sfida. La stessa che rivolse al candidato 001 quando egli l'aveva intrappolata in quella sorta di gabbia di portali. La stessa che si ritrovò a lanciare a Leon pochi giorni prima. La stessa che indirizzò più volte ai suoi compagni di orfanotrofio, quando la accerchiavano per farle i dispetti.
In quelle mille situazioni in cui si era ritrovata da sola e con le spalle al muro, senza niente e nessuno a proteggerla dal male, non aveva comunque mai voluto darla vinta a chi le stava di fronte. Non aveva mai voluto fargli credere che l'avessero sottomessa. Né l'avrebbe mai fatto. Avrebbe preferito la morte.

Narrato - Pensato - Parlato 

L'esaminatrice non si ritenne soddisfatta della reazione di Kara, e schioccò nuovamente le dita. La giovane dagli occhi rossi, che questa volta sapeva cosa aspettarsi, strinse i denti e gli occhi, preparandosi all'impatto. Questa volta le toccò un violento calcio diretto al torso, che la fece nuovamente rovinare a terra insieme alla sedia. Un breve e intenso dolore, poi un altro blackout.

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Si risvegliò. Le sembrava passato un altro giorno ancora. I postumi del primo pugno si erano attenuati, ma più che altro perché adesso un dolore ancora più lancinante aveva preso il loro posto. Al primo tentativo di inspirare aria nei polmoni si ritrovò a tossire sonoramente e con sofferenza. Le fitte che l'affliggevano ogni volta che respirava le facevano quasi passare la voglia di farlo, se fosse dipeso unicamente dalla sua volontà. La nuova medicazione evitava forse conseguenze peggiori, ma non aiutava granché contro quella sensazione insopportabile.
Nonostante tutto, trovò la forza di rialzare lo sguardo verso Rize, allo stesso modo di prima e in silenzio.
Fu solo nel momento in cui la donna alzò nuovamente il braccio, probabilmente sul punto di procedere con l'ennesimo schiocco di dita, che Kara prese parola.

Non servirà a nulla.

Fece una breve pausa e proseguì, mantenendo lo sguardo fisso su di lei.

Ho già risposto... alla sua domanda... nel momento in cui... mi è sembrata sinceramente interessata... a quanto avessi da dire...

Faceva molta fatica a parlare, doveva necessariamente spezzettare la frase perché non in grado di prendere sufficiente fiato a dirla tutta di fila.

Ma se non era quello il caso... o se non era ciò che voleva sentire... Beh... Mi spiace, ma non ho altro da aggiungere...
E non saranno pugni e calci a farmi cambiare idea... Anzi... Otterrà l'effetto contrario... Non ho dubbi che questa procedura... vi porti spesso i risultati che sperate... Ma non funzionerà con me...
Detesto ogni forma di violenza con tutta me stessa... Preferirei morire qui e ora... piuttosto che "premiare" i vostri metodi.... anche se è solo un test...

La fissò per un altro paio di secondi, poi voltò il capo verso un lato, stringendo nuovamente occhi e denti, pronta al nuovo colpo che si aspettava di ricevere da un momento all'altro.

Narrato - Pensato - Parlato 

Il colpo che Kara si aspettava di ricevere non arrivò. Quantomeno non subito. Rize si soffermò a rispondere alle sue parole.

Si limitò a fissarla negli occhi. Non aveva più la forza né la voglia di controbattere. Ma nella sua testa lo stava facendo.

Non è vero....

Smettila... non è vero... io non sono così...

L'ho già fatto... cos'altro vuoi da me...

Smettila di trattarmi come se fossi una bambina... cosa ne sai tu di me? Solo perché sei un'"Hunter" allora pensi di conoscermi meglio di quanto mi conosca io?

La morte è ingiusta? La morte tratta tutti allo stesso modo, chi prima, chi dopo...
Ciò che è davvero ingiusto... è passare la tua intera infanzia convinta da tutti di essere solo un errore...
Ciò che è davvero ingiusto... è dover preferire la solitudine e la costante incognita a quella vita...
Ciò che è davvero ingiusto... è trovare una ragione per andare avanti, e perderla subito dopo...
Ciò che è davvero ingiusto... è sentire per la prima volta l'affetto di qualcuno dopo 12 anni... e perdere anche quello...
Ciò che è davvero ingiusto... è dover faticare dieci, cento, mille volte più di chiunque altro solo per sentirmi... bene...
Ciò che è davvero ingiusto... è non capire cos'abbia fatto per meritarmi tutto questo...

Ciò che è davvero ingiusto....... è che nessuno abbia mai aiutato me. E' la vita a essere ingiusta.

La fissava col solito sguardo, ma di fatto era ormai un guscio vuoto.
La donna schioccò infine le dita. Il suo aiutante posizionò e premette il suo piede contro la spalla della giovane, spinse con forza e glielo dislocò. L'ennesimo dolore insopportabile che si aggiunse a quelli già presenti. Ma, ormai svuotata di ogni piccolo residuo di vitalità, neanche reagì. Cadde al suolo insieme alla sedia e perse i sensi.

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Aprì gli occhi. Stessa situazione. Solo i nuovi, atroci dolori a fare la differenza.

La fissò con lo stesso sguardo. Ma era visibilmente più spento, come se ormai glielo stesse lanciando più per automatismo che per reale determinazione.

Perché non voglio più... pensare queste cose...

Sussurrò, mentre una lacrima cadeva da quegli occhi vuoti e assenti, rigandole una guancia.

Narrato - Pensato - Parlato 

A differenza delle volte precedenti, l'esaminatrice sembrò apprezzare maggiormente l'ultima risposta dell'esaminanda di fronte a lei. Sorrise ed espresse un suo commento a riguardo, ma senza proferire fisicamente parola. Kara la stava sentendo nella sua testa. In una situazione normale quell'evento l'avrebbe sorpresa e avrebbe iniziato a chiedersi come fosse possibile. Era la seconda persona dopo Leon a riuscirci. Che non fosse un'abilità poi così rara?
Tuttavia, nelle condizioni in cui si trovava in quel momento, non ci fece neanche troppo caso. Nonostante il totale disinteresse e lo sguardo assente, riuscì comunque ad ascoltare ogni parola del soliloquio di Rize.

Il suo sguardo parve ridestarsi improvvisamente, l'espressione sul viso animarsi di nuovo. Come prima, non aveva abbastanza energie per controbattere, ma, sebbene condividesse parte della sua filosofia, ancora una volta, non si trovò d'accordo con lei, specialmente con le sue ultime parole.
Non aveva idea se potesse sentire i suoi pensieri o meno, ma le rispose comunque nella sua mente.

Queste sono solo scuse.
È vero, il mondo è ingiusto. È pieno di veri mostri là fuori, che fanno cose orribili quotidianamente.
Ma... non si può dare la colpa ad altri, per ciò che si finisce per diventare.
E' quello che mi sento dire da tutta una vita. "Il mondo è marcio", "Ti devi comportare di conseguenza", "Essere onesti porta solo alla sofferenza".
Non è vero.
E' sbagliato, è sbagliato, è sbagliato!
Io...

Ripensò ancora una volta a tutte le volte che le persone dell'orfanotrofio le fecero passare dei momenti terribili.

...non permetterò...

Ripensò ad Hana, poi a Marin. E tutte le emozioni negative che accompagnavano il loro ricordo.

...che tutto questo...

Ripensò alle sue brutte esperienze più recenti, con le formichimere, con Gaudiul e i lupi che abitavano quel luogo, con Leon e i golem, fino a ricongiungersi con il presente, con la situazione che stava vivendo proprio in quel momento.
Ripensò al fatto che era nata sola, che aveva vissuto da sola praticamente tutta la sua vita, e che era sola anche in quel momento. Nessuno l'avrebbe aiutata.

...mi trasformi in un mostro.
Non importa cosa succederà... nessuna sofferenza sarà più forte della mia volontà.
A tutti voi che credete che adeguarsi sia l'unica soluzione... dimostrerò che vi sbagliate. Vi dimostrerò che si può risolvere ogni situazione senza uccidere e senza essere uccisi. Devo solo... diventare più forte.

Incredibilmente, nonostante in quel momento Kara fosse letteralmente uno straccio, i suoi occhi erano più vivi che mai, ricolmi di una nuova determinazione, fissi su quelli della donna di fronte a lei, simili sia nel colore che nelle intenzioni che celavano. E quella grande porta che vedeva solo lei nella sua mente... Sembrò smuoversi, seppur leggermente, aprendosi per non più di un sottile spiraglio, attraverso cui era impossibile guardare all'interno, ma che faceva filtrare un'accecante luce bianca.
Provava un inusuale insieme di sentimenti contrastanti verso quella donna. Intuiva che stesse cercando di tirare fuori qualcosa da lei, forse addirittura di aiutarla. Ma non le piacevano alcuni suoi pensieri, e soprattutto i suoi metodi.

Quella seconda parte del suo discorso non la smosse più di tanto. Ormai non era più questione di diventare un'hunter o meno, per lei. Era solo un titolo, uno status. L'unica cosa di cui le importava era ciò che potesse diventare dentro.

Rize le rivolse quindi una seconda domanda.

Era ancora estremamente provata da tutti i colpi ricevuti, sia a livello fisico che psicologico, ma provò a rispondere a voce.

Le persone... che mi...

La sua risposta istintiva era quella, ed era sincera. Ma Kara, ancor prima di terminare la frase, si rese ben presto conto che, seppur vero che non avrebbe mai sacrificato una persona che le stava a cuore per raggiungere i suoi traguardi, di fatto lei... Non aveva nessuno. Nessuno che potesse effettivamente ricoprire quel ruolo. Avrebbe avuto senso quindi dire che non avrebbe mai sacrificato qualcosa che già non possedeva in partenza? Si convinse di no. Perciò cambiò la sua risposta in corso d'opera, mantenendo tuttavia valido il significato di ciò che voleva dire all'inizio. Non avrebbe mai e poi mai sacrificato delle persone a lei care... ma c'era un'altra persona a lei cara, una persona di cui spesso si dimenticava.

Me stessa.

Proseguì dopo una breve pausa. Ansimante e affaticata, doveva riprendere fiato dopo ogni minima porzione di frase pronunciata.

Mi hai detto... che secondo te non merito... di essere un'hunter.
E forse... è vero... ma solo in parte.
C'è un lato di me... che è ancora un po' debole...
Ma c'è un lato di me... che prevarrà presto su quello debole...
...che è più forte anche di te.

Le lanciò un nuovo sguardo di sfida.

E se tu non lo vedi... te lo farò vedere...
E se ancora non lo vedrai... non importa... anche se non mi riterrai all'altezza... non importa...
E se vorrò ancora diventare un'hunter... ripeterò l'esame... ancora... e ancora... finché non ci sarà qualcuno... in grado di vederlo.
Non rinuncerò a quel lato di me... per niente e nessuno al mondo.

Voltò poi il capo verso "Il riparatore", accennando un sorriso con un angolo della sua bocca.

Colpiscimi pure di nuovo... quante volte vuoi... non è un problema... non ho paura...
Non morirò oggi... non morirò qui...