Allenamenti di Royce Shamrock

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    Pg: Royce Shamrock
    Post Settimanale: (1/3)

    Narrato - Pensato- Parlato

    Royce, a causa della sua vita passata, ha dovuto imparare a difendersi da molto piccolo. Ha capito molto presto che non puoi sapere quando il pericolo è in arrivo ma puoi prepararti al meglio per farti trovare pronto. Aveva programmato quindi da anni quotidiani allenamenti svolti in una routine molto intensa. Doveva dedicare almeno 5 ore al giorno agli esercizi se voleva aspirare a partecipare all'esame hunter.
    Diventare hunter era forse l'unico modo per poter ottenere informazioni molto riservate, potendo forse così scoprire la provenienza della divisa dei militari che uccisero i suoi genitori.

    Da quando era riuscito a comprare una spada degna di quel nome aveva aggiunto altre minimo tre ore al giorno di allenamento con la spada. Era decisamente pratico con quello strumento, rispetto ad un comune individuo, ma non poteva dirsi uno spadaccino nel vero senso della parola. Data la sua povertà aveva potuto prendere poche lezioni di tecnica ma aveva provato a farne tesoro. Aveva anche comprato dei libri sulla teoria della scherma che si erano rivelato molto utili.

    La prima parte dell'allenamento era dedicata alla corsa, sessanta minuti di grande intensità, alternava scatti rapidi a periodi in cui manteneva un'andatura più regolare. Mentre correva aggiungeva lo skip e gli esercizi di allungamento muscolare come la corsa calciata e quella incrociata.
    Di tanto in tanto spiccava dei salti e dei balzi o frapponeva degli ostacoli. Usando parchi urbani doveva adattarsi a quello che trovava e inventare ogni volta nuovi modi per interagire con l'ambiente. La corsa serviva a scaldare i muscoli e a preparare il corpo per l'intenso allenamento che sarebbe seguito. Roteava le braccia in ampi cerchi per riscaldare la spalla e spostava la rotazione dalla spalla stessa al gomito fino al polso.

    Doveva portare il suo corpo al limite della fatica per aumentare il suo fiato. Mantenere una respirazione regolare e una buona ossigenazione era fondamentale per le battaglie in quanto rimanere senza energie equivale a morire in uno scontro per la vita. Gli scatti aumentavano la sua velocità e i progressi si accumulavano nel tempo mentre si esercitava.

    Dopo la corsa trovava un posto tranquillo dove poteva porsi nella posizione della verticale e mantenerla per quanto tempo desiderasse facendo qualche flessione da quella posizione. Dopo una decina di minuti iniziava a portare le gambe indietro lentamente fino a farle scendere a terra per poi mantenere per un altra decina di minuti la posizione di Plank. Si tendeva così tutta l'arcata dorsale e quella addominale. I pettorali e i trapezi si ampliavano e i muscoli prendevano fuoco. Passava quindi agli esercizi sugli addominali, un ora in totale tra bassi, alti e addominali. Vi erano numerosi esercizi che si focalizzavano sul potenziamento dell'addome che era importante per incassare colpi al corpo senza dover cacare sangue per settimane.
    ..., centottanta, centottantuno, centottoantadue,...
    Cercava di accelerare al massimo il ritmo per riuscire nel tempo prefissato a fare più addominali della volta precedente.
    ..., trecentododici, trecentotredici, trecentoquattordici,...
    Si impegnava per mantenere il ritmo elevato in modo da non percepire mai l'allenamento troppo facile. Dopo gli addominali era il turno dei dorsali. Stesso approccio, macinare numeri sempre più grossi, ignorare la fatica.
    ..., quattrocentoottantasette, quattrocentoottantotto, quattrocentoottantanove,...
    Via quindi coi piegamenti, due mani, una mano, aperture laterali, flessioni col battito di mani interposto.
    ..., seicentodue, seicentotre, seicentoquattro, ...
    Cercava di solito qualche cantiere dopo chiusura per usare un'impalcatura per le trazioni, usava alberi o cartelli stradali in mancanza di posti adatti. Erano uno degli esercizi più impegnativi ma erano di vitale importanza.
    Il sudore colava copioso, ma tranne qualche piccola pausa per idratarsi l'allenamento andava avanti senza sosta.
    Usava la spada col fodero come barra per le torsioni da mettere dietro la schiena, era un esercizio che serviva sia per allenare i dorsali laterali sia per sciogliere le tensioni della colonna vertebrale. Fortificava anche le gambe tramite gli squat.

    Era poi solito concludere la parte fisica dell'allenamento con dei pesi, spesso improvvisati con oggetti recuperati per strada, altre volte usava il tempo per fare del lavori da scaricatore o traslocatore per guadagnare anche qualche soldo per la giornata. Usava anche dei blocchi di cemento che spesso delimitavano i margini delle strade. Pesi di varia natura per esercizi specifici e un po' di sana improvvisazione facevano parte così della sua routine quotidiana.

    CITAZIONE
    Routine Allenamento:
    Corsa con scatti 60 minuti
    Verticale+Plank 20 minuti
    Addominali Bassi 20 minuti
    Addominali Laterali 20 minuti
    Addominali Alti 20 minuti
    Dorsali 20 minuti

    Piegamenti 20 minuti
    Piegamenti aperti 20 minuti
    Trazioni 20 minuti
    Torsioni 10 minuti
    Squat 10 minuti
    Sollevamento Pesi 60 minuti


    Routine Spada:
    Meditazione 30 minuti
    Stretching 30 minuti
    Tecnica di base 30 minuti
    Figure 30 minuti
    Potenziamento 30 minuti
    Incontro Simulato 30 minuti


    Edited by Ensiferum - 27/11/2022, 00:15
     
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    Pg: Royce Shamrock
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    La fase successiva poteva sembrare breve e per molti quasi una perdita di tempo ma la Meditazione era fondamentale per Royce, dedicava ad essa altri momenti della giornata oltre ai circa trenta minuti che impiegava in questa maniera quotidianamente durante i suoi allenamenti.
    Oltre a recuperare un po' di energie, la cosa veramente importante dell'atto meditativo era il poter sgomberare la mente da ansie e preoccupazioni esterne, per trovare l'equilibrio e la concentrazione che erano necessarie al raffinamento dell'arte della spada.
    Una mente turbata si traduceva in un corpo incerto nei movimenti, si perdeva rapidità e lucidità, le differenze erano abissali.
    L'esercizio della meditazione era anche utile in battaglia, si poteva infatti così acquistare una mente relativamente serena anche nei momenti più difficili. Non sempre funzionava, ma questo indicava solo la necessità di una maggiore concentrazione.
    La postura nella meditazione era altrettanto importante, la cosa diventava educativa anche per il combattimento. La capacità di stare fermi, di controllare il proprio respiro, di svanire dal mondo esterno era una preparazione eccezionale per raggiungere quello status di calma durante un agguato che permetteva di attaccare in maniera imprevedibile. Annullare la propria presenza per concentrarsi sulla propria sensorialità quando necessario, il segreto dell'omicidio perfetto.
    La mano doveva essere ferma e non titubante, il corpo reattivo e scattante, tutto questo passava per una meditazione corretta e continua.

    La mente a volte tremava davanti allo scorrere dei suoi pensieri, ma dovevano essere osservati passare davanti con imperturbabilità. Non era però sempre facile, soprattutto quando i traumi accumulati in una vita erano tanti e le difficoltà continue. Ma anche qui la meditazione era proprio la risposta per risolvere questo tipo di problemi.

    Ad un certo punto la meditazione diventava più attiva, Royce partiva in esercizi di concentrazione e visualizzazione. Visualizzava la sua spada nella sua mente come se fosse nelle sue mani, la faceva vibrare, roteare. Affondava il freddo metallo nel buio che si stagliava tutto intorno a lui. Percepiva la lama in ogni suo piccolo aspetto e peculiarità.
    La impugnava realmente ad un certo punto e sempre tenendo gli occhi chiusi visualizzava uno spazio intorno a se in cui tutto era a portata della sua lama. Tagliava lo spazio stesso, fendeva il tempo.

    Stringeva forte il manico per percepire al meglio la sua forma, per sentirsela calzare come un guanto. Doveva essere un'estensione del suo corpo, un prolungamento del suo braccio.

    La spada era di ottima fattura ma sicuramente c'era molto di meglio, doveva però meritare di poter usare una spada di fattura superiore, dimostrando il suo valore. In battaglia lui era un tutt'uno con la sua lama. Il suo spirito si infondeva in essa. Doveva essere un lampo nella notte, un fulmine silente e letale.

    Royce aprì gli occhi, la meditazione era terminata, sarebbe quindi passato all'allenamento vero e proprio con la sua katana.


    CITAZIONE
    Routine Allenamento: Completata

    Routine Spada:
    Meditazione 30 minuti
    Stretching 30 minuti
    Tecnica di base 30 minuti
    Figure 30 minuti
    Potenziamento 30 minuti
    Incontro Simulato 30 minuti


    Edited by Ensiferum - 27/11/2022, 00:15
     
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    Dopo la meditazione aveva posato la spada e preparato il corpo a quello che seguiva tramite lo stretching. Allungare i muscoli e ridurre le contratture era di vitale importanza per evitare infortuni e per eseguire i movimenti correttamente. Allungava ogni muscolo del corpo con esercizi complessi simili allo Yoga, studiati per allungare più muscoli completamente e riuscire a fare tutto in poco tempo. Sentiva i muscoli bruciare per la razione a cui erano sottoposti in questa fase, ma senza lavorare sulla propria elasticità di perdeva rapidità e distanza in allungo.

    Terminato lo stretching ripassava la tecnica di base, affondi, parate, fendenti, reversi e montanti. Nulla di speciale ma si concentrava sul movimento in modo da eseguirlo alla perfezione. Cercava delle superfici riflettenti per potersi osservare con enorme criticità, facendo attenzione alla posizione dei piedi, delle spalle e di tutto il corpo in generale. Ogni fase era stata pensata e studiata da lui in modo da rendere l'allenamento più completo.

    Era poi la volta delle figure, combinazioni di colpi semplici.
    Affondo - Affondo - Parata - Affondo
    Parata - parata - fendente - fendente - parata- fendente
    Affondo - finta - affondo
    Montante - schivata - parata - fendente

    Ripeteva le combinazioni più e più volte, mettendosi allo stesso tempo con attenzione a verificare non solo il colpo in se ma anche la posizione del corpo. Preparava segnali sul terreno per creare uno schema di verifica tramite delle linee. Perfezionava la velocità di transizione da un colpo all'altro ogni giorno, con pazienza e dedizione.

    Parata- Affondo - Fendente- Affondo
    Reverso - parata - fendente - parata- parata- fendente
    Affondo - finta - affondo - parata
    Finta- schivata - parata - fendente

    Passava quindi al potenziamento dei colpi. Di solito usava un albero e infliggeva numerosi colpi allo stesso fino ad abbatterlo. Cercava alberi sempre più grossi e resistenti, in modo da poter aumentare la potenza dei colpi senza deforestare un campo da tennis ad ogni allenamento.
    Abbattuto un albero lo tagliava a listelle sempre più fini, a volte arrivava a sminuzzarlo e vendeva la legna prodotta per guadagnare quanto bastava per mettere su il pranzo con la cena.
    Ottocentonovantacinque, ottocentonovantasei,...
    Solo una lama di quel livello poteva reggere tutti quei colpi quotidiani senza incrinarsi o perdere il filo. Era incredibile per una persona normale quanta legna riuscisse a tirare su in trenta minuti.
    Mille!
    Aveva praticamente completato l'allenamento, mancava solo l'incontro mentale simulato.

    Sembrava facile a dirsi: immagina un avversario e affrontalo. Ma era estremamente difficile come esercizio. Preparava il corpo e la mente. Faceva la differenza tra i principianti e i professionisti. Immaginarsi un'avversario e combatterlo era la prova del nove. Più lo spadaccino, o l'atleta in genere, era forte, più l'avversario simulato era complesso da affrontare. Un'esercizio che più si diventava pratici, più si aveva benefici dal praticarlo.
    Corpo, mente, arma un tutt'uno con l'avversario da affrontare. Si simulavano migliaia di scenari negli anni, ci si preparava a sfruttare quei movimenti, che venivano cos' piano piano piantati nell'inconscio, nei momenti in cui era meglio non farsi trovare impreparati.

    Movimenti rapidi e schemi d'attacco imprevedibili erano il coronamento di una giornata di allenamento, la routine di Royce era la stessa tutti i giorni. Otto ore di allenamento senza sosta. Non poteva fare di meno.

    CITAZIONE
    Routine Spada:
    Meditazione 30 minuti
    Stretching 30 minuti
    Tecnica di base 30 minuti
    Figure 30 minuti
    Potenziamento 30 minuti
    Incontro Simulato 30 minuti


    Edited by Ensiferum - 27/11/2022, 00:15
     
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    La settimana si concluse, lunga ed estenuante come le precedenti, ma Royce sapeva che la costanza delle sue azioni avrebbe dato i suoi frutti.


    Ricompense: +30 exp


     
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    Pg: Royce Shamrock
    Post Settimanale: (1/3)

    Narrato - Pensato- Parlato

    Ore 6:00



    La giornata di Royce iniziò come una delle tante, aveva dormito nel parco, sotto qualche cartone trovato per strada. Umido ed infreddolito fece colazione con una galletta di riso che aveva trovato sotto una panchina. Bevve profondi sorsi d'acqua da una fontana e inspirò la fresca aria mattutina a pieni polmoni. Nonostante fosse molto freddo si sciacquò sempre alla fontana lavandosi il corpo per togliersi la polvere di dosso. Si legò i capelli ed iniziò la sua routine di allenamento.

    CITAZIONE
    Routine Allenamento:
    Corsa con scatti 60 minuti
    Verticale+Plank 20 minuti
    Addominali Bassi 20 minuti [1000x3]
    Addominali Laterali 20 minuti [1000x4]
    Addominali Alti 20 minuti [1000x3]
    Dorsali 20 minuti [1000x2]
    Piegamenti 20 minuti [1000x3]
    Piegamenti aperti 20 minuti [1000x3]
    Trazioni 20 minuti [1000x2]
    Torsioni 10 minuti [1000x3]
    Squat 10 minuti [1000x1]
    Sollevamento Pesi 60 minuti [1000x3+1000x3]

    Routine Spada:
    Meditazione 30 minuti
    Stretching 30 minuti
    Tecnica di base 30 minuti
    Figure 30 minuti
    Potenziamento 30 minuti
    Incontro Simulato 30 minuti

    Ore 14:00


    Royce aveva terminato la sua normale routine ma non era ancora stanco, mangiò una mela raccolta da un albero e si stese sul prato per 5 minuti per fare una piccola pausa. Con la mano libera accarezzava l'erba ancora lievemente umida. Si scrollò il sudore di dosso e si mise a riflettere su come utilizzare il tempo sua disposizione.
    Uno dei vantaggi di essersi rassegnato alla povertà era che aveva tantissimo tempo a disposizione, quando gli mancava qualcosa cercava di fare qualche lavoretto veloce giusto per compensare le poche spese che aveva. L'abitudine ad un'alimentazione scarsa e irregolare lo aveva temprato al resistere la fame. Dormiva anche poco, talvolta 3 ore gli bastavano, in sintesi quindi i suoi sacrifici e le sue rinunce, oltre alle sue difficoltà lo avevano portato ad avere un grande vantaggio, poteva arrivare a dedicare fino a 20 ore al giorno agli allenamenti. Non tutti i giorni era così ovviamente ma nella peggiore delle ipotesi era sempre in grado di svolgere almeno la sua routine quotidiana. Tuttavia era ormai abituato talmente alla sua routine che la considerava semplicemente il mantenimento. Per fare progressi doveva portare il corpo oltre il limite.
    Come prima attività extra della giornata avrebbe scelto il nuoto. Nel parco in cui si era appostato vi era un piccolo laghetto, l'acqua fredda avrebbe tonificato il corpo e raffreddandolo avrebbe portato a spingere di più i muscoli, avvertendo meno la stanchezza. L'acqua non era di certo delle più pulite ma non era sporca al punto da non poter essere balneabile per Royce.
    Iniziò quindi a nuotare nel lago alla massima velocità per circa un ora, era decisamente veloce riuscendo a stare emerso quasi completamente col busto mentre nuotava. Passavano così i minuti e nel frattempo avrebbe pensato a cosa voleva fare dopo.

    Ore 15:00


    Royce uscì quindi dall'acqua e raccolse la spada con le idee chiare su come passare le ore successive. Aveva un accordo con il guardiaboschi per la potatura di alcuni alberi e l'abbattimento di altri. Erano alberi di notevole taglia e il tempo previsto dal guardiaboschi per il lavoro era di una settimana. Royce era di un'altra opinione.
    Gli alberi da potare erano segnati con delle X verdi, gli alberi da abbattere con una X rossa. In tutto erano una cinquantina. Il guardiaboschi gli aveva fornito diverso cordame per legare le fascine di legna e i pezzi di tronco. Royce non chiedeva di meglio.
    Partì con le potature, saltando agilmente sugli alberi con pochi rapidi colpi della sua spada tagliava i rami secchi facendoli cadere pesantemente al suolo. Chi non aveva mai abbattuto un albero non aveva idea di quanta legna un singolo albero di grandi dimensioni potesse fornire.
    La parte delle potature era la più veloce in effetti, fatti cadere i rami al suolo li legava per trascinarli tutti in una piccola radura dove li poteva lavorare in un secondo momento. Aveva programmato di finire le potature, poi tagliere la legna dei rami prima di dedicarsi agli abbattimenti.
    I rami erano spessi ma cedevano sotto la lama affilata di Royce senza problemi. Fatti a pezzi delle dovute misure legò le pesanti fascine tra di loro.

    Ore 16:30


    Doveva passare quindi all'abbattimento. Dei 20 alberi restanti 19 non lo turbavano affatto, solo un gigante, dal tronco largo oltre due metri, lo metteva un po' in apprensione, quello lo avrebbe lasciato per ultimo.
    Tagliare un'albero, soprattutto uno di grosse dimensioni non era una cosa per nulla facile. Si rischiava molto nell'abbattimento, dal rimanere schiacciati dalla caduta, al provocare un'effetto domino tra gli alberi passando per il semplice far incastrare la lama nel tronco senza poi riuscirla ad estrarre. Royce era paziente e accorto e conosceva bene la tecnica necessaria. La prima cosa da fare era decidere l'altezza del taglio, quella era la superficie su cui la parte cadente dell'albero sarebbe scivolata dopo la caduta, doveva essere ad un altezza comoda per l'operatore. Si dove poi capire bene dove il centro di gravità dello steso cadesse per immaginare la dinamica di caduta dell'albero. Lo si metteva in trazione con le funi nella direzione desiderata per la caduta ma si doveva far attenzione ai punti in cui lo si legava per evitare pericolose torsioni. Si doveva a questo punto fare una piccola incisione triangolare, dal lato in cui l'albero pendeva, ovvero dove lo si voleva far cadere, fermo restando che non rischiasse di colpire altri alberi. Il taglio veniva fatto nella sezione compressa e non doveva superare la metà. Più in basso si riusciva a fare il taglio, più legna si recuperava. Il primo taglio poteva essere fatto con pochi colpi di spada bene assestata. Il secondo taglio, anch'esso triangolare, veniva fatto dalla parte opposta dell'albero in corrispondenza del primo, sulla parte in trazione. Si rischiava di incastrare la spada maggiormente nel primo taglio nel quale si doveva procedere con pochi colpi attenti. Quando il secondo taglio si congiungeva col primo, se le cose erano state fatte a dovere, con una piccola spinta l'albero cadeva. Il taglialegna doveva fare attenzione a scansarsi per ogni evenienza. Verso l'imbrunire aveva terminato i tagli e ripulito gli stessi dai rami. Questa cosa gli sarebbe tornata utile in un secondo momento. Fascettò i rami recisi e si grattò il capo pensando alla grande quescia secolare secca che aveva lasciato per ultima.

    Ore 18:15


    La quercia in questione era mastodontica, aveva completato un suo ciclo vitale ed ora aveva bisogno di essere rinnovata, di partire da capo. Un albero come quello non moriva mai veramente, andava abbattuto periodicamente in modo che dalle radici il nutrimento avrebbe fatto fiorire e crescere rigoglioso uno dei vari rametti che ancora verdi popolavano il livello del terreno. Avrebbero combattuto tra di loro per secoli forse per decretare chi di loro potesse diventare la nuova quercia millenaria e in tutto questo Royce aveva il compito di portare a termine il ciclo e di permettere al nuovo di cominciare. Probabilmente in passato, avvenimenti del genere erano occasioni rituali per celebrare le forze del cosmo. Nel mondo in cui viveva Royce era un semplice lavoro, ma lui in se sentiva quella responsabilità.
    Partì con un primo colpo alla massima potenza ma non riuscì a fare molto di più che scalfire la corteccia.
    Sei dannatamente tenace! Del resto non saresti campato così a lungo altrimenti.
    Provò di nuovo ma nulla. Solo frammenti di corteccia che volavano, il tronco esposto aveva solo subito qualche graffio.
    Di questo passo ci metto più tempo ad abbatterti di quanto tu a vivere.
    Disse Royce dando una pacca affettuosa al tronco.
    "Riproviamo..."
    Caricò il colpo, ruotando al massimo il busto e le spalle, impattò a piena potenza il legno che pocò subì dell'attacco che riverberò nella spada facendo tremare le ossa di Royce.
    "La vedo grigia..."
    Dopo diversi fallimenti comprese che con quell'approccio non avrebbe risolto nulla.

    Ore 18:30


    "Così non vado da nessuna parte, devo provare a cambiare strategia, immaginando che fosse un nemico con una difesa impenetrabile, cosa farei? Proverei a trovare un punto debole!"
    Bastava iniziare ad infliggere qualche piccolo danno, anche la più piccola crepa poteva diventare una voragine. Rinfoderò la spada e iniziò ad osservare l'albero con l'udito tirato al massimo. Chiuse gli occhi ed iniziò a colpire dolcemente il tronco con il fodero della katana per sentirne il suono.
    CITAZIONE
    Wild Soul (WS)
    Abilità On GDR = Feeling animale: Il PG possiede sensi animaleschi. La vista è simile a quella di una creatura notturna, l'olfatto lo fa somigliare a un cane, l'udito supera i limiti umani, e il gusto gli permette di evitare con facilità cibi velenosi. Per questo e per altri motivi, ha anche una straordinaria comprensione dei meccanismi cognitivi degli animali.
    Bonus in combattimento = una sola volta per scontro, +50% di una Fase Difensiva.

    Provava a capire dove potessero trovarsi eventuali punti deboli del tronco sentendo i diversi suoni prodotti dal tocco del fodero. Un suono più sordo poteva indicare la presenza di una cavità, magari scavata dalle tarme o un indebolimento della struttura.

    "Tic" - "Tic" - "Tic" - "Tic" - "Tic" - "Tic"

    Il suono dell'albero sembrava regolare in ogni punto.

    "Tic" - "Tic" - "Tic" - "Tic" - "Tic" - "Toc"

    Percependo un suono diverso estrasse la spada con una rapidità fulminea lasciando cadere il fodero ed infilando la spada nel punto toccato prima che il fodero cadesse a terra.

    "Crick"

    La spada era entrata di circa 10 centimetri nel legno, evidentemente c'era un punto debole. Estrasse la spada con facilità e riprese il fodero in mano per percuotere il tronco e ascoltarlo. Chiudendo gli occhi e concentrandosi solo sul suo udito riuscì a capire che l'albero aveva una cavità interna che lo passava da parte a parte verticalmente. La crepa era il punto da cui cominciare.

    Ore 19:00


    Compreso l'albero nella sua struttura poteva ora essere efficiente nel taglio.
    "Uno"
    Un primo affondo allargò la crepa che aveva aperto all'inizio, un secondo la allargò ulteriormente. Continuò con questo ritmo fino ad aprire uno squarcio completo nel troco, salendo sull'albero mentre faceva il lavoro. Dall'alto la cavità si poteva osservare bene e poteva elaborare un piano per abbatterlo totalmente. Partendo dalla crepa iniziò a portare avanti due tagli orizzontali per circa metà dell'albero facendo un a forma triangolare. Mise poi un ramo al termine dell'apertura per fare da perno. Con delle corde si mise a tirare l'albero verso la direzione della sua debolezza per avere la massima flessione e tendere le fibre anteriori più resistenti. Con un altra corda legava l'albero con giri della corda paralleli al terreno, per creare un secondo stato di flessione del tronco per indebolirlo ulteriormente.
    Fatto questo ritornò a tagliare la parte dura che ora era tesa. I colpi della sua spada questa volta riuscirono a tagliare il duro legno e con un po' di fatica il gigante era abbattuto. Non restava ora da fare nient'altro che ripulire il gigante dai rami e portare tutta la legna fatta dal guardiaboschi.

    Ore 20:00


    La legna piccola era infascettata e legata. C'erano una quarantina di cataste ed erano da portare in salita per 200 metri fino alla rimessa. Era un'ottima occasione per potenziare i muscoli delle gambe. Legandosi una fascetta alla volta con una corda si trascinava il carico dietro per il pendio scaricandolo nel capannone. Il guardiaboschi beccò Royce mentre scaricava e lo saluto:
    Lavoratore! Come va? Vedo che hai finito le potature. Ottimo per il primo giorno.
    Ho ancora qualche carico, finirò tra poco.
    Royce voleva sorprendere il guardiaboschi con il completamento del lavoro in meno di un giorno rispetto ai 7 pattuiti.
    Tornò quindi verso il luogo dove erano rimasti i tronchi e mise in atto il suo piano per il trasporto.
    Sistemò delle funi legate agli alberi come come carrucole e trascinò il tronco mastodontico su i tronchi degli altri alberi abbattuti usati come ruote. Un metodo antico ma che funzionava sempre. Tramite le corde poteva alleggerire il peso da trascinare e bloccare il carico quando doveva spostare un tronco dal fondo alla cima della fila. Nonostante tutti gli sforzi però era un lavoro mastodontico per una sola persona.
    Tirandosi a fatica con la corda riusciva ad avanzare faticosamente un passo dopo l'altro. Stringeva i denti e sforzava ogni muscolo del suo corpo. Le vene erano evidentemente visibili e gonfie. Lo sforzo era sovrumano.
    La salita sembrava interminabile vista dal fondo e con un peso incredibile da trainare. Forse Royce si era sopravvalutato.
    Non voleva però demordere, non l'avrebbe fatto.
    Le articolazioni gli esplodevano e i tendini bruciavano. Nel frattempo il tempo scorreva silenzioso.

    Ore 22:00


    Arrivò in fine alla rimessa dove il guardiano lo osservava allo stesso tempo perplesso e stupito.
    Royce, ma che cazz... ma come ti è venuto in mente di portarti una cosa del genere tutto da solo... e come cavolo hai fatto.... sono senza parole.
    Royce era stremato ma aveva finito il lavoro.
    Ehm... non avevo altro da fare.
    Hai mangiato qualcosa?
    Ehm... no.
    Su entra, mangi da me sta sera. Poi se vuoi puoi dormire nel fienile. Sempre meglio della panchina.
    Grazie! Ero affamato in effetti, e la panchina non la sopportavo più molto.
    Royce era contento, aveva rimediato un tetto e un pasto e con la paga sarebbe stato apposto per un po'.
    La cena fu squisita, pollo arrosto, peperoni grigliati, del buon vino. Terminato il pasto Royce ringraziò l'uomo e sistemate le sue cose nel fienile della villa del guardiaboschi, rinvigorito da un pasto abbondante come non mai, pensò a come sfruttare le ore successive prima di andare a dormire.
     
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    Narrato - Pensato- Parlato

    Ore 23:00


    Recuperate le energie Tyson decise di iniziare con una corsa, York Shin City era un posto perfetto per questo genere di attività. Dal parco della periferia poteva giungere su strade sconfinate, chilometri e chilometri di asfalto su cui consumare le scarpe. Scarpe che in effetti erano molto consumate. Quando correva portava con se uno zaino in modo da raccogliere i vari oggetti che trovava lungo il suo tragitto. Mantenendo una media di 20 chilometri all'ora poteva in una nottata percorrere moltissime strade. Aveva inoltre degli appuntamenti fissi con delle meccaniche cittadine che aveva imparato a conoscere nel suo tempo di permanenza nella città. Le occasioni erano molte se avevi gli occhi aperti e facevi di necessità virtù.
    "Oggi è sabato, allora la prima tappa è lo York Side Bar"
    Uscito dal parco il primo appuntamento fisso è con il bar del terminal dopo le undici di sera regala i prodotti invenduti che deve consumare. chi primo arriva meglio alloggia.
    "Scatto!"
    Royce accelerò bruscamente per bruciare i chilometri che lo separavano dal bar. Quando faceva queste sue maratone di allenamento si concedeva qualche pasto in più per essere più performante. Quella sera aveva incredibilmente già cenato, sarebbe passato quindi velocemente a ritirare qualcosa e l'avrebbe messo via di fretta per fare in modo di non sottrarre tempo all'esercizio.
    Buonasera, potrei prendere qualche tramezzino invenduto?
    Mentre parlava con il barista faceva skip sul posto.
    Presa la busta ringraziò e mise tutto nello zaino scattando fuori dal locale.

    Ore 23:15


    Sempre di scatto partì in direzione della meta successiva. Le vie commerciali del centro. Dalla periferia in cui si trovava il centro distava diversi chilometri. Voleva arrivarvi in orario di chiusura dei negozi in quanto gli stessi a fine giornata lasciavano per strada scatole stampelle e espositori che non gli servivano più. Si poteva recuperare in questo modo della plastica da mettere a terra per non patire l'umidità e dei cartoni nuovi e profumati. Ma anche qui si doveva fare tutto tra le 23 e 45 e mezzanotte altrimenti passavano i netturbini e gettavano via tutto.
    Di corsa sfrecciava lungo le strade illuminate e sfarzose della città cercando di arrivare il prima possibile. Nel traffico cittadino era decisamente più veloce delle macchine, nei viali più ampi però le prendeva alla grande in velocità.
    "A giudicare dalla densità di Hotel lussuosi e negozi non dovrebbe mancare molto"
    Accelerò ulteriormente per cercare di percorrere i chilometri che gli restavano veloce come il vento.
    Giunse infine nella zona commerciale più chic, li le scatole e gli stand gettati via erano spesso di qualità superiore ai comuni mobili. Raccolse velocemente quanto gli serviva, portando con se oltre a teli e cartoni anche delle buste di stoffa, un pezzo di carta da imballaggio e un pianale in legno.
    CITAZIONE
    Peso Zaino Royce+ Carico 10 KG

    Aveva uno zainone militare in pelle da circa 70 litri pieno di tasche e tasconi, col quale aveva viaggiato in lungo e in largo. Era molto funzionale per quell'allenamento in quanto l'idea di base era di appesantirsi sempre di più man mano che si procedeva, mantenendo lo stesso passo nella corsa. Più tempo passava più ci si stancava e più carico si aggiungeva. Era un esercizio votato all'aumento della resistenza.

    Ore 23:55



    A questo punto Royce doveva compiere un tragitto di circa 15 chilometri per arrivare nella zona dell'aeroporto, li avrebbe provato ad accedere ad un magazzino dove era custodito del cherosene per rubarne un paio di taniche, una l'avrebbe usata nella piccola stufa che aveva, l'altra l'avrebbe regalata ad un amico in città che gli faceva spesso favori.
    Arrivato all'aeroporto si sganciò lo zaino per lo sprint in modo da non rischiare col filo spinato. Doveva scavalcare la recinzione, che era tuttavia bassa per le sue capacità atletiche e che riusciva a scavalcare con un balzo. Doveva fare attenzione a restare silenzioso e ad evitare il giro delle guardie, che comunque erano facilmente individuabili dalle torce. Entrare nel magazzino era possibile grazie ad una finestrella che alta 3 metri e mezzo veniva lasciata aperta per far areare la stanza, onde evitare l'accumularsi di gas pericolosamente infiammabili. Con un balzo atletico Royce riusciva mettendo un piede al muro a saltare aggrappandosi con le mani al bordo della finestra e poi da li sgattaiolare dentro. Recuperava le taniche e le riempiva dalle cisterne per poi chiuderle e lanciarle dalla finestra. Lanciare 5 kg a 3,5 metri facendo centro in una finestrella 50x50 non era facile ma al massimo con qualche tentativo riusciva a farle passare dall'altro lato, facendole comodamente cadere sull'erba per poi recuperare il tutto e scappare oltre la recinzione più veloce della luce.
    CITAZIONE
    Peso Zaino Royce+ Carico 20 KG

    Ore 00:50


    A questo punto doveva fare una decina di kilometri per lasciare la tanica al suo amico. Tutte strade dritte e con ampio marciapiede, ma lievemente in salita. La pendenza non era molta ma comunque si faceva sentire. Quella parte del tragitto potenziava i polpacci e i quadricipiti e con lo zaino si provvedeva a tonificare i muscoli della parte superiore. Se i muscoli della schiena o gli addominali non erano in perfetta forma era facile farsi venire delle ernie o simili con uno sforzo del genere.
    Arrivò a casa dell'amico, lasci il cherosene e questi in cambio gli regalò un set di manubri per fare pesistica che aveva trovato ad un prezzo scontato. Royce ringraziò e manubri alla mano continuò la corsa verso la sua prossima meta.
    CITAZIONE
    Peso Zaino Royce+ Carico 35 KG

    Ore 01:35


    La discarica. Memore del suo passato nella città elle stelle cadenti, Royce trovava nelle discariche un'incredibile risorsa. In città ricche soprattutto le persone gettavano via oggetti nuovi e perfettamente funzionanti spesso solo perchè stufi dell'oggetto stesso. Nelle discariche finiva ogni genere di ben di dio. Scarpe, vestiti, tecnologia, armi talvolta.
    Ci si poteva costruire una casa con quello che si poteva trovare in una discarica ben fornita.
    La discarica distava una quindicina di chilometri dalla sua posizione e una decina o anche meno dal parco dove ormai aveva preso residenza. Vista la disponibilità del fienile poteva arredarlo e pian piano trasformarlo in una casa accogliente.
    Dalla casa del suo amico poteva tagliare la strada passando dalle colline, era un percorso irto e pericoloso ma si risparmiava tantissimo tempo, il tragitto dimezzava e la percorrenza era di meno della metà di quello normale.
    Mentre scattava tra gli alberi Royce aguzzava la vista al meglio per non incappare in rami o radici che avrebbero compromesso la sua tabella di marcia.
    Dopo qualche collina iniziò ad avvistare il deposito dei rifiuti della città. Non mancava ormai molto.
    CITAZIONE
    Peso Zaino Royce+ Carico 35 KG

    Ore 01:55


    Arrivato alla discarica chiese il permesso di frugare in giro ad un inserviente che non fece problemi. Cercando tra i "nuovi arrivi" trovò molto di più di quanto potesse immaginare. Un intero letto in ferro battuto, con tanto di materasso, relativamente nuovi. Set di lenzuola e asciugamenti, cuscini. C'era praticamente una camera intera. L'unico problema era il trasporto.
    Riempì lo zaino all'orlo e creò con delle corde un ingegnoso sistema di spallacci e tiranti che, molto goffamente gli consentivano di portare il letto con se sulle spalle. Veniva ora la parte difficile, tornare al fienile. Altri 10 chilometri.
    CITAZIONE
    Peso Zaino Royce+ Carico 115 KG

    Ore 02:05


    Il carico più che pesante era ingombrante, scomodo. La corsa poco fluida e molto ostacolata dalle barriere architettoniche cittadine. La stanchezza di quasi una giornata intera di esercizio iniziava a farsi sentire. Mangiò un tramezzino per riprendere un po' le energie e si sentì meglio. Riprese subito la corsa completamente inondato dal sudore, mancava poco all'arrivo ma anche le energie erano al limite.
    Ogni passo i muscoi bruciavano sempre di più e l'acido lattico quasi impediva i movimenti. Si affidava alla sola forza di volontà per andare avanti. Voleva concludere a tutti i costi il suo allenamento con un successo.
    Un passo dopo l'altro aveva marciato per buona parte della notte e ormai il parco era in vista. Giunse al fienile stremato. Posò il letto e gli altri oggetti e prima di mettersi a dormire fece un tuffo nel lago per andare a nanna pulito e non inzozzare il suo letto nuovo.
    Una nuotatina defaticante nel lago dopo era finalmente pronto per coricarsi.

    Ore 03:00


    Royce era nel letto finalmente assopito. Era esausto dopo 21 ore di allenamento quasi ininterrotto. Il ragazzo aveva tuttavia un'ottima capacità di recupero e l'indomani si sarebbe svegliato pronto ad affrontare la nuova giornata.
     
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    Pg: Royce Shamrock
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    Ore 06:00



    La giornata di Royce iniziò come tante altre, se non tutte da diversi anni a questa parte con la sua routine di allenamento. Aveva completamente recuperato dal giorno prima dove aveva di sicuro potenziato le gambe e tutto il corpo in generale ma aveva comunque deciso di non esagerare per la giornata in corso e dedicarsi maggiormente agli esercizi di meditazione e con la spada. Questo però sempre dopo la sua routine.

    CITAZIONE
    Routine Allenamento:
    Corsa con scatti 60 minuti
    Verticale+Plank 20 minuti
    Addominali Bassi 20 minuti [1000x3]
    Addominali Laterali 20 minuti [1000x4]
    Addominali Alti 20 minuti [1000x3]
    Dorsali 20 minuti [1000x2]
    Piegamenti 20 minuti [1000x3]
    Piegamenti aperti 20 minuti [1000x3]
    Trazioni 20 minuti [1000x2]
    Torsioni 10 minuti [1000x3]
    Squat 10 minuti [1000x1]
    Sollevamento Pesi 60 minuti [1000x3+1000x3]

    Routine Spada:
    Meditazione 30 minuti
    Stretching 30 minuti
    Tecnica di base 30 minuti
    Figure 30 minuti
    Potenziamento 30 minuti
    Incontro Simulato 30 minuti

    Ore 14:00


    Terminata la routine Royce si fermò un po' per pranzare e fare un po' di stretching dolce. Tirava il suo corpo al limite e senza attenzioni si sarebbe trovato spesso infortunato. Allungava le braccia fino a toccare terra, mantenendo le ginocchia tese, scendeva poi fino a poggiare i gomiti al suolo e rimaneva un po' in quella posizione. Passò circa un oretta tra i vari allungamenti. Mentre si stendeva arrivò il Guardiaboschi che aveva voglia di chiacchierare:
    Hola Royce, pensa tu che sfiga, mi sono reso conto che in magazzino avevo diversi quintali di frutta stoccata da un tizio che non è mai venuto a reclamarla, ora è tutta marcia.
    Se la devi buttare ho un'idea, nel caso dopo se sei libero ti chiedo una mano negli allenamenti, in cambio domani ti lavoro gratis.
    Affare fatto!
    Il guardiaboschi se ne andò quindi attendendo che Royce tornasse a chiamarlo.

    Ore 15:00


    Aveva deciso di passare buona parte del pomeriggio a meditare. Si sarebbe quindi messo sotto una quercia con il preciso scopo di passare li le prossime ore. Solo, nel suo spazio interiore, dove trovava la sua forza e le sue motivazioni, li trovava la pace. Con calma trovò la sua posizione naturale. Incrociò le gambe correttamente e posò le mani su di esse. Chiuse gli occhi e si aprì alle meraviglie del cosmo.
    Dopo aver raggiunto il suo stato di equilibrio provava a focalizzare la sua attenzione sull'energia vitale che scorreva dentro di lui. Era come un torrente che impetuoso scorreva in ogni direzione e il suo movimento generava fuoco al suo passaggio. Aveva in passato sentito vagamente parlare di poteri che potevano realmente trascendere le potenzialità del comune essere umano, o forse più correttamente che esprimevano il reale potenziale dell'individuo stesso. Sembravano solo fantasticherie agli occhi dei più, ma Royce credeva fortemente che tali cose fossero possibili. Non aveva però nessuna idea di come arrivarci. Doveva solo mettersi nel giusto atteggiamento ed aspettare l'occasione giusta per trovare il giusto sentiero. La meditazione poteva essere, se non la chiave per aprire quella porta quantomeno un aiuto per trovare quella chiave.

    La meditazione era efficace quando il distacco dal corpo era tale da non percepire più il mondo esterno, si perdevano gradualmente i suoni, gli odori, le sfumature di luce che trapelavano dalle palpebre chiuse, non si percepiva più l'aria sulla pelle, l'aria nei polmoni. Il battito cardiaco rallentava e iniziava la percezione del respiro pranico. Non si respirava più aria ma energia e si aveva le netta percezione che questo tipo di respirazione fosse la causa della respirazione ordinaria. In questo stato di cessazione delle percezioni ordinarie si percepiva il proprio mondo interiore, ma si poteva raggiungere molto, molto di più con la dovuta pratica.

    Si effettuavano poi delle concentrazioni specifiche e delle visualizzazioni particolari che portavano la mente dell'individuo sempre più vicina allo spirito. Si inspirava aria, si espirava luce. Ci si poneva in uno stato in cui non si era in una passiva osservazione dell'oggetto pensato ma si osservava il pensare in se.
    Un pensiero che pensa se stesso, un'astrazione apparentemente, un concreto stato di coscienza per altri. La meditazione aveva permesso a Royce negli anni di tenere sotto controllo le sue personalità multiple e salvo casi estremi non prendevano mai il sopravvento. Forti scossoni emotivi potevano ancora farlo vacillare, ma dopo essere inciampato ragionava su come il suo cadere era dimostrazione del fatto che non avesse ancora superato il suo passato e non si fosse ancora liberato dei suoi traumi.
    Aveva vissuto cose orribili ma prendere le proprie esperienze passate come giustificazione dei propri comportamenti era un'abitudine pericolosa che Royce aveva imparato a tenere lontana. Non era di certo lamentandosi che si otteneva la forza che serviva in battaglia, ma accettando la sofferenza ricevuta e imparando ad andare avanti.
    L'energia vitale nel frattempo continuava a scorrere in tutto il suo corpo caricando a molla ogni sua fibra muscolare. Il corpo iniziava a diventare maggiormente sotto il suo controllo e poteva certamente collegare il maggiore controllo di se alla dedizione alla meditazione.
    Si sforzava, talvolta con successo, anche di provare ad immaginare il mondo fuori di lui, deducendolo da se stesso. In determinati casi si riusciva a visualizzare realmente qualcosa che stava accadendo fuori di se.
    Royce visualizzò se stesso sotto l'albero e la sua attenzione si concentrò su una foglia che nella sua rappresentazione pendeva sopra il suo capo. La foglia era scossa dal vento della sera e ondeggiava leggera sul suo ramo in compagnia delle sue innumerevoli sorelle.
    La verde immagine si stagliava con tutte le sue ramificazioni e venature. Poteva quasi osservarne le cellule attive nei processi metabolici della linfa. Percepiva il collegamento tra la foglia, il fiore e le radici, unite agli astri di sopra e al centro della terra di sotto in una rete cosmica di connessioni che come fili di un ragnatela convergevano sulla foglia stessa.
    Un soffio di vento più forte e la foglia cadde. La vide volteggiare nello spazio sopra di lui e dolcemente scendere per appoggiarsi in fine sulla sua testa. Sentì qualcosa sul suo capo. Una percezione esterna come non ne riceveva da ore. Aprì gli occhi.
    La foglia era sui suoi capelli. La raccolse e la posò in un pezzo di carta. La impacchettò e la mise in tasca.
    Il segno che aveva fatto il suo lavoro era arrivato. Poteva terminare la meditazione per il giorno.
    Notò anche che si era fatto sera.


    Ore 20:00


    Voleva concludere la giornata di allenamenti con un'allenamento con la spada. Aveva vari esercizi in mente ma la frutta da smaltire del Guardiaboschi gli forniva un'assist eccezionale. Andò a chiamare l'uomo e gli chiese di assisterlo. L'esercizio era semplice e divertente: il guardiaboschi avrebbe lanciato la frutta in aria e Royce avrebbe dovuto tagliarla prima che questa potesse toccare terra.
    Sembravano due bambini al parco giochi. Gomez, il baffuto guardiaboschi se la rideva a vedere la precisione di Royce e gli scatti che faceva per evitare che anche un solo frutto toccasse terra intero.
    Gomez si divertiva a fare lanci sempre più esageratamente difficili, talvolta impossibili e Royce provava a dare il massimo per riuscire a prenderli comunque tutti.
    L'esercizio era più duro di quello che poteva sembrare, in pochi secondi doveva coprire decine di metri per non far cadere neanche un acino d'uva al suolo prima che saggiasse la sua lama. Era ovviamente impossibile arrivare al suo stato al 100% di successo, anche eprchè Gomez gli faceva spesso dei lanci corti impossibili da prendere, giusto per stuzziaccarlo un po'.

    Ore 23:00


    Passarono ore tra sudore e risate fino a che la frutta finì.
    Ohi si è fatto tardi, ceni da me?
    No, ti ringrazio ho dei tramezzini avanzati da ieri che voglio consumare, facciamo la prossima.
    Ok ragazzo.

    Salutato Gomez Royce si diede una sciacquata per rimuovere la macedonia che aveva addosso, mangiò i tramezzini avanzati e si preparò per la sua corsetta notturna. Non sarebbe stata intensa come il giorno prima ma avrebbe comunque portato lo zaino.
    "100 km dovrebbero bastare per oggi."
    Avrebbe corso per 6 ore in tutto, 135 km per l'esattezza, senza accorgersene stava diventando più veloce.
     
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    Pg: Royce Shamrock
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    La routine quotidiana di Royce era terminata da poco quando il guardiano lo andò a chiamare per ospitarlo a pranzo.
    Durante il pasto Gomez disse a Royce:
    Oggi girando nel parco ho trovato diversi cervi sbranati, le ferite erano ampie e sicuramente gli animali in questione sono di grossa taglia. Potresti andare tu a dare un'occhiata?
    Certo, vado appena finito di mangiare.
    Terminato il pranzo Royce uscì subito di casa e presa la spada e lo zaino si incamminò nella direzione indicatagli dall'uomo. Era a qualche chilometro a sud della sua posizione e sarebbe stato li in un lampo.
    Il sentiero che conduceva nel cuore della foresta del parco era pieno di vita, la luce del sole filtrava tra le foglie degli alberi e l'aria fresca e profumata rendeva piacevole la corsa. Dopo qualche minuto Royce giunse in quella che doveva essere la zona dell'accaduto.
    Iniziava infatti a notare tracce di sangue sempre più fitte e qualche osso rosicchiato qua e la.
    Trovò una carcassa di notevoli dimensioni completamente smembrata. Le incisioni sule ossa non potevano essere realizzate da qualche animale normale, quantomeno tra quelli che ci si aspettava di trovare nella foresta stessa. La cosa era preoccupante in quanto l'introduzione di specie non adatte poteva sconvolgere l'equilibrio di tutta la zona. Doveva assolutamente indagare sull'accaduto e cercare di capire la natura dei predatori e possibilmente spazzare via la minaccia.

    Doveva provare ad ottenere un quadro generale della faccenda e soppesare le sue mosse per non fare scelte azzardate. I cambiamenti climatici e la scarsità di cibo dovuta alla moria di animali selvatici dovuta all'inquinamento spingeva talvolta alcuni predatori a spingersi fin dentro le città. Poteva essere questo il caso. Per prima cosa scelse la zona dove aveva trovato la più alta concentrazione di carcasse e si posizionò su un albero abbastanza alto da poter avere una visione ampia della scena. La sua idea era quella di cercare delle tracce pesanti in mezzo al trambusto della battaglia che si era consumata in quel posto per cercare di individuare una direzione nella quale le tracce fossero più dense. Spendere tempo per capire verso quale direzione partire era una cosa saggia e che avrebbe risparmiato tempo in futuro.
    Una zona gli sembrava interessante più di altre e scese dall'albero per arrivare più vicino per osservare meglio quella zona. Era il punto in cui le tracce erano più profonde e probabilmente dove si era consumata la battaglia tra l'ignoto predatore e quello che poteva essere un alce dai resti trovati in giro.
    Toccando le impronte con mano Royce percepiva quasi la battaglia avvenuta la notte prima: la creatura si era appostata aspettando che l'alce si abbassasse per brucare, scattato all'improvviso il predatore ha azzannato la prima volta la preda che è provata a fuggire. Le orme si muovevano in una direzione precisa indicando che la fuga era durata poco, dopo una decina di metri il predatore aveva raggiunto la preda e l'aveva sbranata brutalmente. Le tracce proseguivano poi verso un avvallamento. Royce si mise a seguirle con pazienza, trovando rami spezzati lungo il cammino dell'animale. Dopo qualche decina di minuti iniziò a percepire un silenzio diverso nella foresta. Come se tutto il brulicare di vita che la animava solitamente si era spento.
    Era quello forse il segno del fatto che si stava avvicinando? Tese quindi l'orecchio al massimo e cercò allo stesso tempo di fare meno rumore possibile. La tensione stava crescendo.
    Poco dopo ebbe il contatto visivo, non aveva dubbi. Il predatore era un orso di dimensioni gigantesche, una montagna rispetto a lui. Lungo circa sei metri e alto 4 al garrese, era molto più grande di un comune orso.
    Se mi morde sono morto.
    L'orso si accorse di lui ed emanò un ruggito poderoso partendo all'attacco.

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    Royce estrasse la spada e la frappose tra lui e la zampa del nemico aiutandosi con l'altra mano per resistere al colpo possente che gli fece vibrare le ossa. Girò la lama per ferire l'animale alla zampa ritirando la spada mentre arretrava per schivare la seconda zampata. Fortunatamente era più veloce dell'animale e riusciva a seguirlo con i sensi. Royce scattò quindi indietro di 10 metri fino a trovarsi di spalle a un albero mentre evitava di rimanere nel range degli artigli dell'animale. Attese l'ultimo istante per saltare in alto in modo che la carica dell'animale finisse contro l'albero mentre lui affondava la Katana sul fianco dell'orso nella fase di discesa. Lo scontro stava procedendo bene, alternando la giusta dose di agilità e forza stava sfiancando l'animale riempiendolo di piccole ferite. Si sentiva padrone dello scontro quando dopo l'ultimo fendente ricevuto l'orso si arrestò. Royce per un attimo pensava di essere riuscito a spezzare la volontà di quella belva, tuttavia guardandola negli occhi capì subito che era in errore. La bestia stava mutando, gli occhi erano diventati rossi, il pelo più chiaro e emanava un aura molto più spaventosa della precedente.

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    L'orso partì alla carica ad una velocità doppia rispetto alla precedente cogliendo Royce di sorpresa con un artigliata che gli lacerò il petto e lo sbalzò di cinque metri facendolo rotolare a terra. Non contento l'orso continuò subito l'attacco cercando di portare a segno un devastante morso che Royce schivò per miracolo, deviandolo in parte con un fendente che quasi non scalfì la mascella del gigante.
    Doveva provare ad elaborare un piano in quella situazione, non poteva pensare a nulla di complicato ma doveva cogliere una buona occasione per attaccare e portare a segno un colpo definitivo.
    Il suo sangue gli colava addosso mentre i pochi colpi a segno sembravano non avere più l'efficacia precedente.
    Merda, di questo passo finisco per soccombere, devo trovare un buon momento per attaccare, sfruttare un suo punto cieco.
    Teneva gli occhi puntati sul suo nemico durante tutti gli assalti e ad un certo punto ebbe un idea. Quando l'orso apriva la bocca per colpire aveva per qualche istante la visuale ostruita e quello era il momento in cui Royce ne doveva approfittare. Attese il momento giusto, pesò i movimenti e studiò le angolazioni per trovare il modo migliore per mettere in atto il suo piano.
    L'orso continuava a ferirlo ma evitando i colpi peggiori poteva ancora resistere per un po'.
    Fece una finta abbassandosi in una schivata per farsi trovare pronto per l'attacco. Provocando una situazione in cui l'orso avrebbe provato a mordere abbassandosi sarebbe scattato verso l'esemplare infilando la spada tra le sue fauci e facendo in modo che nel serrare la bocca di infilzasse da solo. La spada passò da parte a parte ma anche Royce si ritrovò una ferita nel tricipite.
    Estrasse la spada dalla testa dell'orso morto e si sedette sulla sua carcassa per riflettere.
    Non ho combattuto bene, mi sono esposto troppo e mi sono fatto cogliere impreparato dalla reazione dell'orso. La cosa che mi preoccupa di più e che ce ne potrebbero essere degli altri.
    Si curò alla meglio le ferite che per fortuna non erano troppo profonde e si riposò qualche minuto.
    La caccia non era finita però. Era appena cominciata.
     
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    Post Settimanale: (2/3)

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    Lo scontro contro l'orso mastodontico era terminato da poco, Royce era lievemente ferito ma non in pericolo. La sua missione tuttavia non era finita, era molto probabile che fossero presenti altri esemplari nell'area ed era necessario assicurarsi che nessuno di essi arrivasse al giorno dopo. Avendo trovato il primo esemplare era comunque sulla buona strada per trovare il branco. Voleva trovare un punto elevato dal quale percepire l'ambiente circostante. Vi era un'altissimo pino che reputò il punto adatto. Era molto bravo ad arrampicare e senza troppa fatica in qualche secondo era sulla cima dell'albero. Si sedette sul ramo più alto che fosse abbastanza robusto da resistere al suo peso e si mise in ascolto ad occhi chiusi.
    Aveva un'ottimo udito, e oscurando gli altri sensi e concentrandosi avrebbe percepito rumori e suoni a grande distanza e di certo belve come quelle che cercava non potevano essere poi tanto silenziose.
    Nei momenti in cui il successo della propria operazione dipendeva dalla propria percezione era essenziale trovare un punto di osservazione neutro e analizzare in primis l'ambiente in modo che l'orecchio si potesse abituare al suono del vento e pian piano filtrarlo aumentando la sensibilità agli altri suoni, andavano poi esclusi i rumori vicini di bassa intensità e quelli troppo brevi. Pian piano si iniziava a percepire meglio i suoni più lontani.
    Rimase così in attesa per diversi minuti fino a quando dei lamenti di dolore e dei ruggiti squarciarono il silenzio.
    Ore 11, due kilometri circa.
    Con agili balzi scese dall'albero e corse verso la direzione da dove era provenuto quel caos, aveva pronta la spada per estrarla in caso di necessità, tuttavia questa volta avrebbe provato ad evitare lo scontro frontale. Conosceva già le caratteristiche dei bersagli e sapeva che se ne avesse dovuti affrontare più di uno contemporaneamente alla lunga avrebbe avuto la peggio. Doveva individuare il branco e ucciderne i membri uno a uno.
    Continuando a correre intravide una sagoma tra gli alberi, poi una seconda, una terza e poi altre ancora. Erano circa una decina e cacciavano sparpagliati a qualche metro di distanza l'uno dall'altro. Il piano di Royce era semplice: attacchi furtivi e rapidi portati con violenza a punti letali per poi nascondersi, riposizionarsi e passare all'obiettivo successivo. Raccolse della terra per spalmarsela addosso per nascondere il suo odore e si appostò su un ramo in maniera tale da potersi trovare in buona posizione per attaccare l'orso più indietro del gruppo.
    Gettandosi dall'albero con la spada sguainata piantò la lama nel collo del primo esemplare.
    Fuori uno!
    Prima che l'orso potè cadere a terra Royce era già sparito nell'ombra. Ripetendo lo schema con attacchi alle retrovie eliminò altri due orsi.
    Ne mancano sette.
    Gli orsi iniziarono ad allarmarsi e si fermarono iniziando a guardarsi intorno intuendo che un predatore era sulle loro tracce. La cosa rendeva lo scontro più difficile. Royce raccolse alcune pietre e le lanciò verso il branco dalla parte opposta rispetto a dov'era lui colpendo dei rami il cui rumore attirò i mostri quel tanto che bastasse per riuscire a prendere alla sprovvista un altro di loro. Ne mancavano sei. Dopo il colpo si riposizionò sempre coperto dalla vegetazione per tentare nuovamente lo stesso trucco da un'altra angolazione, riuscendo col suo assalto successivo a portare a cinque il numero degli esemplari rimasti.
    Gli orsi iniziavano ad essere visibilmente spaventati e al successivo tentativo di Royce di lanciare delle pietre iniziarono a correre verso una radura. In quel modo avrebbero potuto affrontare il loro assalitore senza l'ostacolo della vegetazione.
    Royce era un ombra nella notte e lanciandosi all'inseguimento riuscì a sopprimere altri due esemplari ma i restanti tre erano sufficientemente veloci da potersi posizionare in campo aperto.
    Royce si fermò al limitare del bosco, voleva osservare i tre esemplari rimasti e capire cosa poteva fare per limitare i danni che vrebbe subito in uno scontro frontale.
    Uscì quindi allo scoperto mantenendo una certa distanza attendendo che uno dei tre per lo meno vedendolo piccolo scattasse verso di lui per assaltarlo. E così fu, un orso scattò verso di lui e Royce dopo aver schivato un paio di artigliate attese il momento in cui la belva avrebbe provato a mordere per infilzarla nel palato con la sua spada.
    Ne mancano due.
    I due esemplari iniziarono a subire la stessa trasformazione che aveva avuto il primo orso cn cui aveva combattuto e non accennavano a muoversi, erano sulla difensiva.
    Devo usare la loro stazza contro di loro.
    Royce scattò verso uno dei due attirando l'altro verso la sua posizione, per poi schivare all'ultimo rotolando sotto il secondo orso facendo così colpire i due orsi tra di loro. Erano più forti ma decisamente meno intelligenti di lui.
    Sfruttò quindi la confusione per terminare gli ultimi due esemplari con due affondi che terminarono la battaglia e riportarono la quiete. Evitando di scontrarsi direttamente col branco Royce era riuscito a subire meno danni che contro un solo orso.
    Si sedette per terra e alzò lo sguardo, qualcosa di luccicante lo colpì, molto più delle carcasse degli animali.
    Dall'altra parte della radura una dozzina di gabbie gigantesche, di dimensioni adatte a contenere gli orsi, erano malcelate dietro agli alberi. Era la prova evidente che qualcuno aveva liberato volontariamente le creature nel parco, la missione di Royce non era ancora finita. Doveva capire chi c'era dietro e quali fossero le loro intenzioni.
     
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    Gabbie, undici in tutto, la cosa diede la conferma a Royce di aver eliminato tutte le creature ma il problema che si era presentato era su un altro livello. Gli animali erano stati evidentemente trasportati li da qualcuno che di certo non doveva avere buone intenzioni, quali fossero le ragioni di quelle persone sicuramente erano da fermare. Sconvolgere così un ecosistema era un atto folle che andava punito.
    Royce doveva indagare ma adesso aveva a che fare con esseri umani. Doveva essere cauto e astuto, potevano essere molto pericolosi come individui. Ragionando sul da farsi pensò che se avevano lasciato le gabbie li la ragione era che liberati gli orsi si fossero allontanati di fretta. Visualizzandosi l'immagine Royce pensò a come probabilmente gli animali erano stati portati li narcotizzati, probabilmente con diversi camion, una volta posate le gabbie a terra avevano aperto le porte e se ne erano andati prima che gli animali si svegliassero per poi recuperare le gabbie in seguito.
    Trovò infatti le tracce di diversi pneumatici, pensò in un primo momento di seguire le tracce ma ragionando poi sul fatto che potevano aver percorso centinaia di chilometri, o essere arrivati su una strada facendo perdere le tracce, non gli sembrò una buona idea. Avrebbe potuto si incontrare mezzi pesanti che si movevano verso le gabbie ma senza la conferma visiva che il mezzo fosse li per quel motivo avrebbe potuto rischiare di aggredire degli innocenti che capitavano su quella rotta per caso. Doveva aspettare il recupero delle gabbie e seguire il mezzo, era l'unico modo per essere sicuro di non sbagliarsi, ma non poteva sapere quanto tempo gli ci sarebbe voluto, non poteva tornare indietro a recuperare scorte di cibo perchè avrebbe rischiato di perdere il momento del loro ritorno. Doveva quindi trovare solo un posto adatto a rimanere li a tempo indeterminato.

    8 ore dopo


    Era ormai notte fonda quando dei fari illuminarono la strada in lontananza. Royce attivò al massimo la sua sensorialità in modo da percepire bene cosa stesse accadendo. Arrivarono 2 camion con a bordo una dozzina di persone, alcune armate con lance elettrificate, una prudenza contro gli orsi che testimoniava il loro coinvolgimento. Royce doveva comunque pazientare e asspetare che smontassero tutto e ripartissero per attuare il suo piano. Gli uomini smontarono le gabbie e le caricarono sui camion, nel momento che risalirono sui mezzi, Royce era pronto a scattare a passo felpato e nel momento in cui i camion partirono riuscì ad aggrapparsi al retro del furgone e ad entrare nel cassone telato. Sarebbero stati loro a portarli alla loro base.
    Il viaggio durò circa una trentina di minuti e Royce tenne d'occhio la strada per orientarsi per il ritorno. Giunsero ad una specie di complesso di capannoni dove tramite un cancello entrarono in una rimessa. Li Royce era pronto per la sua imboscata. Aspettò quindi che scendessero per scaricare le gabbie per scattare fulmineo e attaccare con sorpresa i dodici. Aveva dedotto dalle lance elettrificate che non erano forti come lui temendo gli orsi e la deduzione si rivelò corretta, in un lampo a terra vi erano 11 cadaveri e il 12 sanguinante si ritrovava la spada di Royce puntata alla gola:
    Urla e sei morto, fai una mossa strana e sei morto, rispondi alle mie domande a voce bassa. Forse così avrai salva la vita.
    Mentiva.
    Quanti siete qui e quali sono i vostri intenti?
    Sono presenti altri sei individui e il capo, siamo bracconieri e il capo vuole diffondere animali pericolosi nei parchi per incentivare un cambiamento delle leggi sulla caccia, è tutto vero ora lasc...
    La spada trafisse il cuore dello stolto.
    Mancavano 7 obiettivi. Guardando fuori dalla rimessa vi erano 8 capannoni di cui solo 2 illuminati. Uno più grande che sarebbe stato il suo obiettivo iniziale e uno più piccolo.
    Il capannone grande era un deposito di ogni genere di besti. Non solo orsi, ma anche anaconde, leoni, coccodrilli. La quantità degli esemplari era assurda. Il loro piano era solo all'inizio. Era una fortuna che li avesse scoperti subito. Vi erano due guardie nel capannone che bighellonavano giocando a carte.
    Ne mancano 5.
    L'edificio più piccolo doveva essere il loro quartier generale. Royce si avvicinò con calma e si mise ad ascoltare da dietro la porta.
    Quando tornano quegli idioti? Ci stanno mettendo un po'.
    Stavano per allarmarsi, era l'ultimo momento in cui poteva prenderli di sorpresa. Guardò da una finestra la posizione degli individui e staccò la luce prima di fare irruzione, la sua vista al buio era perfetta e in un lampo portò a termine la sua missione. I cacciatori erano stati predati.
    Non gli restava che percorrere i circa 50 Km che lo separavano dal fienile e riportare il tutto a Gomez.
    Due ore abbondanti dopo era tornato al fienile, era ormai mattina e Gomez era sveglio.
    Royce mi stavo preoccupando, sei ferito?
    No sto bene, ora ti racconto.
    Spiegò a Gomez cosa fosse accaduto nella notte e della necessità di trattare gli animali ingabbiati per poi concludere:
    Ci sono andato un po' pesante coi tipi, magari è meglio che fai in modo di scoprire la cosa per caso e tagliare il mio contributo nella faccenda, mi risparmieresti diverse grane. Io sparisco per un po' fino a che le indagini non saranno finite. Penso una settimana basterà.
    Avrebbe pranzato e si sarebbe dileguato fino a che le acque si fossero calmate e si fossero dimenticati dello spadaccino o degli spadaccini che avevano fatto fuori 19 persone in una notte.
    Si tenne informato leggendo i giornali e quando capì che le indagini erano lontane dalla pista giusta sull'assassino tornò da Gomez.
     
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    Dopo la faccenda degli orsi erano passate alcune settimane e le acque si erano calmate, era tornato ad abitare nel fienile e il parco era tornato tranquillo. Aveva iniziato la giornata con la sua routine di allenamenti e aveva ora il pomeriggio libero per continuare le sue attività come meglio potesse.
    Non aveva idee particolari e dopo pranzo partì con un'attività molto semplice apparentemente, ma per lui della massima importanza. Con perizia pulì la lama della sua spada usando dei panni di daino morbidi atti a non lasciare filamenti sul metallo, come avrebbe fatto ad esempio la carta. Pulita e rinfoderata la spada decise di fare una passeggiata nel parco.

    Partì con una leggera corsetta con passo svelto. Il parco cittadino in cui si trovava era alla periferia della città e confinava per tre quarti con la stessa, per il resto si estendeva al di fuori di essa per diversi chilometri. Il parco era mediamente frequentato e talvolta si trovavano famiglie intente a fare picnic e attività all'aperto. La fauna era relativamente tranquilla e salvo casi rari non vi era il pericolo di aggressioni animali. Spesso era luogo anche per giovani coppiette per appartarsi, visti i luoghi in cui la vegetazione era fitta ed era possibile passare inosservati.

    Mentre correva, in effetti diverse ore dopo che si era messo a correre su e giù per il parco un urlo straziante attirò la sua attenzione come un fulmine a ciel sereno. Pochi istanti dopo udì un secondo urlo, questa volta di una voce femminile, sempre nella stessa direzione. Era sera e la visibilità era non ottimale tra la vegetazione e nonostante i suoi sensi sviluppati non riusciva ad intravedere cosa stesse accadendo ad un centinaio di metri da lui. Royce scattò come un fulmine nella direzione delle urla, che non erano semplici urla di dolore, portavano la sofferenza di chi stesse lasciando la vita con quell'ultimo grido. Qualcosa di brutto stava accadendo.

    In pochi secondi coprì la distanza e aguzzando la vista notò quattro uomini incappucciati che erano intenti ad avvolgere in un telo di plastica i corpi senza vita di due giovani ragazzi. Si poteva vedere che erano svestiti, probabilmente i tipi erano giunti sorprendendoli mentre facevano sesso e li avevano trafitti, uccidendoli, con dei pugnali in rame dall'insolito aspetto che impugnavano ancora.
    L'istinto di Royce gli fece capire che comprendere ulteriormente cosa stesse accadendo, gli sarebbe bastato lasciare in vita uno solo di loro, ma fece comunque un tentativo "diplomatico".
    Luridi vermi alzate le mani e mettevi in ginocchio.
    Gli uomini incappucciati alzarono lo sguardo e uno di loro disse agli altri:
    Uccidetelo!
    I tre incappucciati partirono all'assalto coi pugnali sguainati ma erano lenti rispetto a Royce, schivando il loro attacco fece partire tre veloci affondi, facendo spirare i tre. Il capo, quello che aveva dato l'ordine, vedendo morire i suoi alleati si diede alla fuga, ma era lento anche lui. Royce scattò verso di lui e recuperò la distanza che li separava in pochi balzi, per poi scagliare un preciso fendente volto a recidere i tendini d'Achille del Cultista incappucciato.
    L'uomo cadde a terra con un rantolo ma quando Royce era pronto a fargli delle domande l'uomo era morto. In qualche modo aveva una capsula di veleno pronta per evenienze simili. La determinazione con cui l'uomo si era tolto la vita fece intendere a Royce che forse quella non era una semplice aggressione ma che ci fosse sotto qualcosa di più grosso.
    Tornò indietro per vedere se qualcuno degli altri fosse sopravvissuto ma purtroppo ci era andato giù troppo pesante. Iniziò quindi a frugare nelle tasche degli uomini e oltre ai pugnali con strane incisioni sopra, indicanti probabilmente qualche componente rituale nei loro operati, non trovò ne documenti, ne soldi, purtroppo, nessun telefono o chiave. Nessun biglietto di mezzi pubblici.

    Royce si fermò un attimo a riflettere per trarre due veloci considerazioni e decidere su come proseguire: in primis se volevano occultare i cadaveri o trasportarli, visti i teli di plastica, avevano bisogno di un mezzo nelle vicinanze. Non avendo chiavi o le avevano lasciate nel mezzo oppure qualcuno li stava aspettando da qualche parte, probabilmente non troppo lontano da li. Provò quindi a trovare le tracce del loro arrivo, partendo dalla direzione verso cui aveva corso il capo di quegli individui, che probabilmente aveva pensato in maniera istintiva di dirigersi verso il mezzo. Royce si mosse quindi in quella direzione, incrociando ad un certo punto una piccola strada di breccia dove riusciva ad intravedere un piccolo furgone. Avvicinandosi con cautela notò che era un furgone della polizia. Due poliziotti facevano un posto di blocco in una strada che chiamare secondaria era un complimento. La faccenda era strana e Royce iniziava a sospettare che i poliziotti fossero i complici degli uomini incappucciati. Se agenti della polizia erano li a coprire i misfatti di quella che probabilmente era una setta, di erto doveva esserci un'organizzazione di una certa serietà alle spalle. Royce doveva essere prudente e provò a fingersi un cittadino che aveva sentito le urla, urla che del resto avrebbero dovuto sentire anche i poliziotti.

    Avvicinandosi alla camionetta esordì:
    Buonasera agenti, camminavo per il bosco quando ho sentito delle urla provenire da queste parti...
    Si le abbiamo sentite e stiamo per andare a controllare, grazie della segnalazione.
    Rispose una delle guardie.
    Ma non pensa sia il caso di andare subito?
    La guardia disse una cosa all'orecchio dell'altra che prese la ricetrasmittente dopo avergli dato uno sguardo di intesa:
    Abbiamo un uomo sospettato di aver ucciso delle persone qui nel parco...
    Metta le mani dietro la schiena e si butti a terra...
    Se le deduzioni di Royce erano corrette i due stavano pensando di incastrarlo.
    L'uomo è alto..
    Royce non esitò e estraendo la spada trafisse la gola del secondo poliziotto prima che potesse dare l'identikit via radio, subito dopo colpì con il manico della katana l'altro poliziotto dietro la nuca per metterlo KO prima che facesse anche lui brutti scherzi.
    Controllò il poliziotto che non avesse capsule di veleno e lo ammanettò mentre era svenuto. Raccolse i suoi guanti e li mise per ispezionare il furgone. Non c'erano elementi che facessero pensare agli uomini incappucciati se non le chiavi di un auto messe nel cruscotto. Le prese e le mise in tasca. Poi spostò il corpo del poliziotto svenuto per interrogarlo. Trascinato a diversi metri di distanza lo svegliò bruscamente con due schiaffi. Doveva essere veloce prima che qualcuno dalla centrale mandasse a controllare qualcuno cosa fosse accaduto alla pattuglia. L'uomo aprì gli occhi ancora confuso e si trovò la spada di Royce puntata tra gli occhi.
    Ora rispondi alle mie domande.
    Testa di cazzo, non hai idea di chi ti stai mettendo contro, ti bruceranno vivo quando scopriranno cosa hai fatto.
    Risposta sbagliata.
    Con un rapido colpo di spada mozzò via l'orecchio sinistro alla guardia.
    Dimmi chi state coprendo voi sbirri.
    Non hai capito tu sei morto...
    Un secondo colpo di spada mozzò via il naso.
    Posso continuare tutta la notte se non mi dici cosa sai.
    Non ti dirò nulla...
    Un occhio uscì dall'orbita, il destro.
    Io non ho fretta... la domanda è la stessa di prima, non voglio ripetermi.
    Infilzò la spada nelle parti intime dell'uomo.
    Va bene basta, io so solo che si chiamano il triangolo scarlatto e ci pagano per coprirli e tenere la bocca chiusa, non so altro.
    Via le dita dal medio al mignolo della mano destra. Ormai il sadismo stava prendendo il sopravvento sull'interrogatorio e si divertiva a far saltare pezzi della guardia che aveva ormai perso l'arroganza ed era in lacrime.
    Come ti contattavano?
    Mi arrivava un messaggio anonimo sul cellulare e ci facevamo trovare in un parcheggio dove raccoglievamo dei tizi che non vedevamo mai in faccia. Ci lasciavano le chiavi della macchina saliti sul furgone e ci dicevano dove andare. Noi eseguivamo e basta.
    Sono queste le chiavi? Che macchina é? Come ti hanno reclutato?
    Le chiavi sono queste, la macchina è una limousine con vetri oscurati, di certo non ti confondi. Mi ha coinvolto il mio collega che hai ucciso, chiedi a lui?
    Royce doveva imparare a capire meglio l'importanza dei testimoni da interrogare. Poteva comunque ucciderli dopo.
    Dove vi trovavate?
    Il punto era sempre diverso, questa volta siamo andati al parcheggio del terminal 12, li avremmo caricato i corpi nella loro macchina e noi saremmo andati via. Non so altro lo giuro.
    Era vero, non mentiva. Non serviva più. Royce con un rapido affondo lo passò da parte a parte ponendo fine alla sua vita ed eliminando così ogni testimone della sua strage. L'indomani sarebbe scoppiato un putiferio quando la strage fosse stata scoperta, probabilmente avrebbero collegato le morti per arma da taglio a quelle dei bracconieri, sicuramente sarebbe stata una grana ma non voleva interrompere li le sue azioni. Aveva una pista da seguire. Si sarebbe recato al parcheggio per continuare la sua indagine su quella setta. La macchina era l'unico indizio che gli era rimasto.
     
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    Narrato - Pensato- Parlato Royce - Parlato altrui: colori vari

    Dopo la strage fatta al parco aveva solo una pista, il parcheggio del terminal 12, una limousine, una chiave. Ogni altro possibile step di miglioramento passava da li.
    Senza indugiare oltre Royce iniziò a correre per raggiungere il Terminal il prima possibile. La notte era ancora lunga e doveva approfittare delle ore di buio per muoversi prima che si fosse scatenato il putiferio. Scelse di muoversi lungo vie periferiche ma non eccessivamente, in modo a non essere l'unico per strada.
    Aveva sentito parlare di cose simili a sette e sacrifici rituali, usavano spesso giovani coppie in quanto a detta dei più cercavano forti energie sessuali per i loro riti. La cosa preoccupante era che la polizia fosse coinvolta nella copertura di quei malati di mente.
    La strada che lo separava non era poca ma era abituato ad attraversare la città da parte a parte.
    Il parcheggio era abbastanza deserto, c'erano diversi veicoli parcheggiati ma pochissime persone. Alcuni autobus erano in partenza e tranne i passeggeri non vi era nessun'altro in giro.
    Royce attese che i bus fossero partiti per poi mettersi alla ricerca della macchina. Con ogni probabilità le limousine non dovevano essere molte, il parcheggio tuttavia era grande e non poteva escludere che ce ne fosse più di una. Osservò meglio le chiavi, avevano un telecomando automatico, probabilmente un'apriporta a distanza. Poteva essere utile per capire se l'eventuale macchina individuata corrispondesse alla chiave in suo possesso. Iniziò quindi ad analizzare a blocchi tutte le sezioni del parcheggio procedendo in ordine numerico.

    In tutto il parcheggio vi era una sola limousine, nera, lunga circa 7 metri, finestrini oscurati. Era molto probabile che avesse trovato il mezza. Fece pressione sul tasto del telecomando e la vettura rispose facendo lampeggiare di giallo le 4 frecce. Aprì lo sportello anteriore e spada già estratta si affacciò al suo interno. Nonostante la macchina fosse vuota un brivido corse lungo la sua schiena, anche se non sapeva il motivo. Chiuse la porta per ispezionare il bagagliaio, prima di fare un giro approfondito all'interno della vettura. Chiudendo la porta però un'ombra, simile a un fantasma, si palesò alle sue spalle riflessa nel vetro. Se non fosse stato per questo fortuito particolare sarebbe morto senza accorgersene, invece vista la maschera alle sue spalle non esitò a scattare di lato istantaneamente potendo notare che per pochi millimetri aveva evitato di essere decapitato, se avesse schivato dalla parte sbagliata sarebbe ugualmente morto.

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    Royce intuì che quell'individuo era probabilmente un assassino, posto a guardia della macchina, una sorta di antifurto umano. Se era riuscito ad uscire dalla macchina senza farsene accorgere da Royce voleva dire che era stato silenzioso ed aveva sincronizzato il suo movimento di uscita con l'ingresso di Royce per coprire il rumore della chiusura della porta con quella dell'apertura dell'altra. Una manovra difficile, come anche difficile era mantenersi così silenzioso nell'arrivargli alle spalle, nonostante avesse Royce un ottimo udito.
    Questo voleva dire solo che il suo avversario era un vero professionista. Non doveva assolutamente sottovalutarlo.

    Posizionò la sua spada davanti a se per proteggersi da un secondo attacco mentre si accorgeva che aveva una lieve ferita sul collo dovuta all'attacco precedente. Il suo avversario non gli dava tregua continuando a provare ad ucciderlo senza esitare un secondo. Non dava a Royce il tempo di contrattaccare, tutto il suo allenamento e velocità non stavano servendo a nulla.

    Non poteva di certo pensare di lasciarlo in vita per interrogarlo, una simile determinazione non si poteva spezzare se non con la morte. Dopo diversi scambi Royce iniziava ad abituarsi alla velocità e alla potenza dei colpi del suo avversario ma non trovava ancora un pattern nei suo attacchi, una vulnerabilità o un punto cieco attraverso il quale far partire un colpo letale, iniziava a pensare che non avrebbe mai potuto mettere K.o. il suo avversario senza accorciare la distanza ed aumentare il rischio. Provò a deflettere un fendente lievemente più lento degli altri del suo avversario verso l'esterno per avere il tempo di accorciare il passo per far partire un fendente al petto dell'uomo mascherato. Il suo avversario dal canto suo estrasse la sua seconda spada per parare il colpo mentre con la prima riuscì e ferire Royce all'avambraccio che schivando alla meglio riuscì a non perdere del tutto l'arto. Sembrava non avere punti deboli e da quando aveva iniziato ad usare la seconda spada la difficoltà che aveva Royce nell'affrontarlo era aumentata ancora, non riusciva a fare altro che difendersi.

    Si era cacciato in brutto guaio quella volta ma provava a rimanere lucido cercando il momento giusto per attaccare. Il tempo scorreva mentre i fendenti scagliavano scintille nella notte, Royce nel complesso ne stava avendo la peggio, numerosi tagli e ferite abbondavano in tutto il corpo. L'unica nota che sembrava rincuorare Royce era il fatto che il suo avversario stesse iniziando impercettibilmente a rallentare. Probabilmente per quanto più capace di Royce con la spada non era altrettanto allenato come lui nell'atletica e alla lunga si stava stancando. D'altronde un assassino era abituato a incontri brevi e brutalmente feroci, non al lunghi combattimenti tecnici ed estenuanti. Il semplice resistere vivo e far passare il tempo avrebbe garantito a Royce la vittoria. Doveva solo pazientare, trovare un varco. Quello scontro era una gara di resistenza alla fatica.

    Così fu, l'uomo mascherato fece un affondo troppo deciso e fu lento a ritirare indietro il colpo, Royce ne approfittò per tagliargli via il braccio di netto. L'uomo scattò indietro ma Royce aveva sentito l'odore del sangue della sua vittima e non l'avrebbe lasciato scappare.
    Con un salto affondò la punta della sua spada nella base del cranio e l'uomo cadde a terra morto. Royce gli andò a toglie re la maschera e notò che era un uomo anziano, con la bocca cucita da pesanti punti di sutura, forse a causa di qualche voto di silenzio.
    Non aveva nulla con lui oltre agli abiti e le spade.
    Royce trascinò il corpo vicino al baule e aprendolo notò che vi erano 4 zaini. Prese gli zaini e posizionò il corpo nel baule facendo attenzione che nessuno lo stesse osservando.
    Entrò quindi nell'abitacolo e chiuse la porta. La macchina era di un agenzia a noleggio, una ricevuta confermava il pagamento in contanti rendendo la pista della macchina di per se morta. Nella macchina non vi erano altri oggetti di interesse quindi passò ad ispezionare gli zaini.
    Vi erano i vestiti dei 4 uomini incappucciati uccisi prima e i loro documenti, un senatore, un funzionario pubblico, un industriale e un medico. Queste le informazioni che riuscì a ricostruire dall'ispezione sull'identità degli assassini, gente altolocata insomma, non scappati di casa. Aveva delle tracce e degli indirizzi. Vi era anche un biglietto da visita di un bar del centro con dietro scritte delle coordinate o meglio così sembrava. Si mise al posto di guida con l'intento di spostare la macchina in un altro parcheggio, liberarsi del cadavere lungo la strada e riflettere meglio sul da farsi. In tutto ciò si era fatta quasi mattina quindi doveva sparire dalla circolazione e riprendere le operazioni di ricerca in nottata.
    La macchina era una di quelle moderne con il navigatore satellitare, controllò le ultime destinazioni e le confrontò con le coordinate sul biglietto. Combaciavano. Vi erano altri 2 punti visitati spesso. Avrebbe però pensato tutto all'indomani. Aveva tempo per preparare una srategia e fare qualche indagine sugli indirizzi trovati prima di visitarli.
     
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    Leggendo i giornali al mattino, stranamente non vi erano notizie degli omicidi della notte prima, che la cosa fosse stata insabbiata? La cosa giocava e non giocava a favore di Royce. Avrebbe sicuramente avuto la via più libera ma allo stesso tempo non poteva sapere le forze che gli avrebbero sguinzagliato contro. Lo spadaccino che aveva da poco sconfitto ne era un lampante esempio, un tirapiedi di basso rango evidentemente, visto che doveva semplicemente sorvegliare una macchina, ma si era sicuramente già dimostrato pericoloso. Con qualche spicciolo ritrovato addosso potè controllare in un internet point a cosa corrispondessero con un programma che permetteva di vedere immagini satellitari collegati alle coordinate. Li confrontò anche con la sua posizione in modo da avere un itinerario.
    Il primo indirizzo era riferito ad una zona popolare, il secondo era facilmente identificabile con la sede della ditta di autonoleggio. Le coordinate presenti dietro il biglietto da visita erano riferite ad una villa fuori città, il biglietto da visita faceva riferimento ad un bar non molto lontano.
    Aveva tre posizioni da controllare escludendo l'autonoleggio. Sarebbe partito dal bar, muovendosi con la limousine, l'avrebbe parcheggiata davanti al bar e sarebbe sceso posizionandosi a distanza fingendo di essere un mendicante. Voleva osservare così movimenti sospetti generati dalla posizione della macchina, o strani movimenti al bar.
    Dopo alcune ore di appostamento aveva compreso che il luogo era molto frequentato e probabilmente era stato scelto come luogo di appuntamento per un incontro proprio per quel motivo, si poteva passare facilmente inosservati. Quel posto probabilmente non avrebbe dato altre risposte. Passò quindi al secondo indirizzo.
    Giunse in un complesso di case popolari, non molto distanti dal parco in cui erano avvenuti i misfatti. Giunto nei pressi della via vide una pattuglia della polizia di fronte alla casa. Era ancora lontano e parcheggiò quindi la limousine in modo da non essere vista. Avrebbe attirato molto l'attenzione in una zona tipo quella e attirare l'attenzione era l'ultima cosa che Tyson voleva. Si mosse quindi lentamente a piedi cercando di capire perchè i poliziotti fossero li. Notò che parlavano con una donna in lacrime dall'aspetto stravolto.
    Si avvicinò cautamente per ascoltare il loro discorso, cercando tuttavia di tenersi a debita distanza per non risultare troppo invadente e troppo evidente.
    ...dovete aiutarmi a trovarla, Marylin non è mai rimasta fuori casa senza avvisare. Non torna da ieri notte, sono molto preoccupata...
    Continuando ad ascoltare ci mise poco a capire che era la madre della ragazza uccisa dai membri della setta, lei ovviamente non sapeva dell'accaduto. Se l'indirizzo della ragazza era su quella macchina voleva dire che la conoscevano o che quantomeno la stessero seguendo e pedinando da tempo, era plausibile che si fossero anche offerti di accompagnarla, fingendo di passare da quelle parti per caso.
    Anche quel luogo aveva dato le sue risposte, forse non del tutto giuste, ma davano a Royce una visione di insieme che iniziava ad avere un senso. Rimaneva un unico indizio, la villa fuori città.

    La villa distava una ventina di chilometri e ci si poteva arrivare passando per delle vie a scarsa percorrenza che costeggiavano le campagne fuori dal centro abitato. Dopo qualche chilometro tuttavia Royce iniziò ad avvertire come una strana sensazione. Inizialmente non riusciva a capire cosa fosse. Dopo un po' iniziò a notare una macchina nera che mantenendosi a circa 150 metri dalla limousine pareva stesse seguendolo. Non poteva ancora esserne certo ma dopo alcuni minuti in cui notò come la macchina svoltasse sempre nella stessa direzione il sospetto iniziò a farsi più forte. Accelerò bruscamente e la macchina dietro di lui fece lo stesso. Rallentò e lo fece anche lei. I dubbi erano svaniti. Lo stavano davvero inseguendo. Come lo avessero trovato era plausibile immaginarlo in effetti. Se la polizia era dalla loro, o almeno una parte di essa, allora avevano messo probabilmente un'avviso di ricerca sulla targa della macchina, quella macchina scottava e doveva sbarazzarsene quanto prima, ma non prima di aver pensato agli inseguitori. Se erano sulle tracce della macchina sapevano che aveva ucciso la guardia e di conseguenza non gli avrebbero mandato gente comune. Doveva escogitare un piano per liberarsi di loro. Aveva la mappa sul navigatore e si mise ad armeggiare per cercare un posto adatto a tendere loro un'imboscata.
    Trovato!
    Avrebbe in primis effettuato una svolta brusca nella via di accesso di una cava di ghiaia, ferma per manutenzione, non molto distante da li per guadagnare il tempo che gli serviva a preparare qualcosa. Subito dopo la svolta avrebbe accelerato sfondando la recinzione per poi fare slalom tra i cumuli di pietre. Doveva trovare un buon posto dove fermare la macchina per poi scendere prima che arrivassero i suoi inseguitori. Dall'alto poteva vedere il fondo della cava che terminava in un vicolo cieco circondato dalla roccia scavata. Era il luogo ideale per quello che aveva in mente.
    Arrivato in fondo alla strada scese velocemente sentendo il rumore della macchina in avvicinamento. Si arrampicò sul cumolo di macerie e si acquattò per vedere cosa avrebbero fatto.
    Dalla macchina che lo inseguiva scesero 5 individui armati di mitra che senza pensarci 2 volte aprirono il fuoco sulla macchina crivellandola di colpi. Se fosse rimasto li o se si fosse fatto abbordare per strada sarebbe morto. Si avvicinarono poi alla macchina per aprirla e vedere chi ci fosse dentro e in quel mentre Royce era pronto a far scattare il suo piano, si aera infatti posizionati su un gigantesco escavatore che lanciò da sopra le rocce a tutta forza contro la pietra scavata facendo crollare centinaia di tonnellate di materiale roccioso e detriti sugli uomini e sulla macchina, seppellendoli vivi ed evitando così lo scontro. Per quanto abile e veloce, affrontare 5 soggetti armati di mitra sarebbe stato uno scontro impari.

    Prese la macchina degli inseguitori, anche li niente documenti, nessuna traccia. Erano una squadra di eliminazione.
    Si sarebbe avvicinato quindi alla villa, mancava ormai poco. Tuttavia la portata dei nemici gli fece capire che effettuare un'irruzione sarebbe stato folle. Avrebbe dovuto studiare bene la situazione. Passare dei giorni li nei paraggi senza farsi notare e preparare un piano di attacco se fosse stato necessario e possibile. Giunto alla villa la vide, una casa di notevoli dimensioni dall'aspetto signorile e lugubre allo stesso tempo. Nascose la macchina nella vegetazione e la ricoprì di foglie per renderla difficile da individuare. Si sarebbe quindi messo ad osservare i movimenti della villa per i giorni seguenti, per cercare di capire cosa accadesse li, quante persone ci fossero e quanto armate.

    L'indagine continuava e doveva avere pazienza, la missione si sarebbe protratta per le lunghe.
     
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