Allenamenti di Wulf Grimwine

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    H×H Forum - GDR Remastered

    Group
    Member
    Posts
    792
    Location
    Caos

    Status
    Offline
    -Ashen-

    Post 1/3

    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip


    Era da un po' di tempo che vagavi come un uccello migratore senza una meta. Certo, poterti fermare definitivamente in un luogo non sarebbe stato male: magari stabilirti con un lavoro fisso, trovare un abitazione confortevole - né troppo grande, né che fosse un buco -, avere una vita più conforme alla normalità.
    Ma in cuor tuo sapevi che quella vita non era fatta per te. Da quando avevi abbandonato la tua terra natia, ti eri ripromesso di non ancorarti più in un luogo specifico; forse per paura di soffrire, o forse, semplicemente perché ormai casa tua era una dimora senza muri. Un posto che non fosse delimitato da uno scenario ripetitivo - ogni giorno -, e che ti potesse far precipitare in una squallida routine.
    Probabilmente, per quanto non volessi ammetterlo, dovevi superare ancora molti traumi, e dovevi ancora sognare la stessa maledetta scena per molte notti prima di guardare in faccia la realtà e capire che indossare una maschera, seppur fatta di carne, ossa e tessuti, non significava certo che fosse meno fittizia di una costruita artificialmente per qualche teatrante. perché in fondo anche tu lo eri, teatrante, anche se non volevi ammetterlo.


    Forse per questo lavorare come tuttofare non ti dispiaceva: in questo modo avevi l'opportunità di viaggiare; avere la certezza di ritrovarti qualche soldo in tasta e, soprattutto, poter essere responsabile solo di te stesso.
    Comunque, lasciando stare i sentimentalismi di una ricerca del significato della vita, avevi da poco raggiunto York Shin nella speranza di trovare un lavoro e poter, seppur minimamente, rimpinguare le tasche che piangevano.
    Eh si, il tuo brutto vizietto dell'alcol e il gioco d'azzardo, una combo micidiale, ti avevano giocato un brutto tiro mancino, perdendo quei pochi soldi con cui dovevi tirare fino a fine mese, ma la speranza di essere baciato dalla fortuna ti aveva suggestionato a tal punto da rincitrullirti e comportarti come al solito: un baka di prima categoria, tendente ad osannare il Dio dalle tasche bucate. Brutta storia amico mio. proprio brutta.

    Così avevi deciso di tentare un altro tipo di fortuna e sperare che in un grande centro le possibilità lavorative fossero alla tua portata; non avevi mai palesato snobismo o esternato atteggiamenti schizzinosi, tutt'alto: di te si potevano dire molte cose non certo positive, ma un pregio che avevi era quello di saperti rimboccare le maniche al momento giusto.
    Avevi cominciato a girare per i sobborghi - non certo ti aspettavi di trovare lavoro nella parte ricca della città - figuriamoci, quelli erano gente che non davano confidenza neanche ai loro figli, perché mai avrebbero dovuto offrirti un lavoro -, chiedendo a destra e a manca se qualche locale o ditta avesse bisogno di personale. Non era stata un'impresa facile, anzi, tutt'altro: più di una volta, oltre alla prevedibile negativa, ti era stata sbattuta la porta in faccia ma tu, con aria spensierata, avevi comunque ringraziato, procedendo spedito per la tua strada senza che la tua forza di volontà venisse intaccata.
    Sei sempre stato una persona carica di motivazione, e anche questa volta la tua ostinatezza non voleva piegarsi.

    Alla fine avevi trovato un posto di lavoro presso una ditta di traslochi, o meglio, una pseudoditta di traslochi che assomigliava più ad un emporio, tanto che il tizio a capo della baracca portava il grembiule. Il proprietario - dall'aspetto nerboruto e l'aria da orso bruno - aveva palesato inizialmente qualche perplessità, ma poi si era convinto a concederti un'opportunità. orso di miele, sisi.
    Addirittura gli avevi mostrato anche una sorta di curriculum, seppur l'aspetto del foglio - macchiato di alcolici bevuti nel tempo e visibilmente stropicciato - non era propriamente il miglior biglietto da visita possibile, tanto che il tizio che di nome faceva Odo, aveva esordito in questo mondo:
    « Mi auguro solo che la tua costanza sia in condizioni migliori rispetto questa carta straccia che mi hai rifilato!»
    Così alla fine eri stato assunto, seppur temporaneamente; guarda caso l'orso bruno cercava proprio un sostituto dato che il garzoncello di fiducia si era preso un bel febbrone, di conseguenza il destino vi aveva allargato le braccia ad entrambi per venire in contro alle vostre necessità.
    Oltretutto, e questa era una cosa che tenevi per te, la scusante di questi lavori manuali, seppur pesanti, non erano poi un'idea così intimorente in quanto avresti approfittato del carico voluminoso da metterti in spalle per allenarti: eri pur sempre un devoto del sudore e della fatica, benché la tua "apparente" aria svampita potesse fornire tutt'altra impressione.
    Senza perderti in fronzoli, eri salito sulla bicicletta aziendale collegata al rimorchio, attualmente vuoto, in cui avresti dovuto mettere tutta la roba che i clienti ti avrebbero affidato. Sicuramente non un'impresa facile, ma macinare diversi chilometri avanti e indietro per la città, oltre al peso da portare e consegnare nelle nuove abitazioni, era senza alcun dubbio una stimolante sfida e inoltre, volando di fantasia, già stavi pensando a qualche buona birra da sorseggiare la sera, pagata di tasca propria, o addirittura, nel migliore dei casi, ritrovarti ospite dell'orso che già immaginavi stupito dalla tua grande costanza del perfetto prototipo del lavoratore.
    La giornata come ti aspettavi si era dimostrata ardua e intesa: pedalare avanti e indietro, oltre che salire diversi piani dovendo più volte ripetere le azioni per portare a destinazione i vari mobili, tra cui anche divani e lavatrici, non era stata certo una passeggiata.
    La schiena ti doleva e non poco, come anche le gambe che sentivi esploderti, oltre le braccia che tremavano, ma non potevi cedere o desistere: una cassa da sei di birre ti attendeva, il più sacro dei toccasana.
    Il tuo corpo era già stato forgiato da altri lavori abbastanza duri - muratore, aiutofalegname, idraulico, imbianchino -, ma questo qui, il traslocatore con bicicletta, dovevi ammettere che non era per i fighetti o gente che si volesse cimentare per la prima volta in un'esperienza lavorativa: no, questa era roba per gente già sgamata, disposta a rompersi la schiena pur di sbarcare il lunario.
    Le ore al pari di una margherita a cui venivano strappati i petali passavano inesorabilmente ma non ti volevi arrendere, anzi, sembravi estremamente motivato, come poche altre volte lo eri stato in vita tua; cioè, non è che il tuo sogno fosse quello di fare il garzone per tutta la vita - visto anche che la tua carta d'identità piangeva -, ma per qualche motivo i tuoi muscoli vibravano, incuranti della fatica, sospinti dalla foga di osservare il sole tramontare e concludere la giornata lavorativa.

    [...]

    Al tramontare del sole, quando le sfumature del rosso si mischiano con i toni scuri, prossimi della notte, il dipinto che precede la sera: Eri completamente distrutto: ogni fibra del tuo corpo ti doleva, come se dei coltelli ti avessero squarciato i muscoli e ora fosse infilati affondo nella carne, ma eri soddisfatto di te stesso. Eri riuscito a portare a termine la sfida e ora non restava che affrontare l'orso bruno e sperare che la sua magnanimità fosse più carina del suo aspetto rustico.

    « Bene, a quanto vedo sei più coriaceo di quanto mi aspettassi. Sopra c'è una stanza, se si può definire così, in caso tu non sapessi dove dormire: in frigo trovi qualche lattina di birra e un pasto precongelato! Non è molto, ma è sempre meglio che rovistare nella spazzatura e dormire su una panchina usando come coperta qualche giornale.»



    Edited by Kusanagi - 5/9/2023, 10:29
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    H×H Forum - GDR Remastered

    Group
    Member
    Posts
    792
    Location
    Caos

    Status
    Offline
    -Ashen-
    Post 2/3

    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip


    Il giorno seguente, una volta sveglio, il tuo corpo aveva accusato non con pochi dolori, anche se non ti eri stupito di ciò in quanto l'impegno per quel tipo di lavoro aveva richiesto un impiego di energie non di poco conto.
    Comunque, un giorno nuovo, nuove emozioni si profilavano all'orizzonte. Una volta sceso al piano terra, nella zona del magazzino, il capo ti aveva convocato nella stanza adiacente: il tavolo apparecchiato, del tè e una ciotola di riso, la colazione preparata affinché tu potessi mettere qualcosa sotto i denti.

    « Ti conviene fare colazione, avrai bisogno di molte energie per il lavoro che ti aspetta oggi! »

    Non ti eri fatto pregare due volte; con impegno e dedizione ti eri fiondato sull'invitante pasto anche perché il gorgoglio dello stomaco si faceva sentire: non potevi declinare un'offerta tanto generosa.

    Una volta spazzolata per bene la ciotola, avevi percepito le prime energie rinvigorirti, segnale chiaro che la giornata poteva iniziare senza rischi di collasso dovuti alla debolezza del corpo scarico di carboidrati. Successivamente il pasto, il capo ti aveva convocato nella zona di scarico merci in attesa di istruirti sulla nuova giornata lavorativa.

    «Bene, oggi ti aspetta un'altra giornata carica di emozioni: vedi tutti questi grossi pacchi? Si tratta di un grosso cliente. Il suo appartamento è situato nella zona imprenditoriale ma soprattutto, il dettaglio interessante riguarda l'ascensore: momentaneamente fuori servizio. Avrai sul groppone ben 25 piani.».

    Nuova giornata, nuovo allenamento; perché per te questo tipo di lavoro era paragonabile a una sessione intensiva di training. Come al solito la tua fida bicicletta con tanto di "comodissimo carrello" ti aspettava leale fuori dalla bottega.
    Senza perdere ulteriore tempo, ti eri impegnato a caricare i primi voluminosi scatoloni nello spazio apposito.
    Il tragitto richiedeva più viaggi in quanto lo spazio per i vari oggetti era limitato, di conseguenza era necessario tornare a prendere gli altri.4-3-2-1: E via...
    La tua nuova avventura era ufficialmente cominciata.
    Il carico di peso si faceva sentire discretamente, tanto che i tuoi quadricipiti già ti pungevano, anche perché l'acido lattico era ancora belo VIVO: solitamente ci voleva un giorno per riposare decentemente ma non potevi permettertelo, ergo, avresti stretto i denti senza battere la fiacca.
    I primi rivoli di sudore cominciavano a discendere lungo la fronte che veniva tagliata dalle fastidiose gocce che ti provocavano prurito; qualcuna durante il tragitto ti era finita anche negli occhi, percependo il pungente bruciore che ti costringeva, istintivamente a chiudere quest'ultimi.
    Sapevi comunque che quella non era la parte più difficile dato che salire il peso a piedi era il compito più impegnativo, soprattutto per le gambe e la schiena - la gran parte dei kg sarebbero stati scaricati sulle rispettive zone, questo ti avrebbe fatto traballare non poco.
    Eri comunque carico di motivazione e già, di prima mattina, il desiderio di poter sorseggiare qualche birra fresca ti stimolava la gola che celermente si seccava, sentendo la lingua simile a carta vetrata che fastidiosamente strideva sul palato.
    Una volta giunto a destinazione, non ti eri perso in fronzoli poltrendo troppo per recuperare aria.
    Come pervaso da una dose eccessiva di adrenalina, il tuo corpo eseguiva gli ordini - più volete avresti dovuto salire e scendere, era inutile rimuginarci troppo.
    La gloria ti attendeva.
    I primi piani.
    I primi gradini erano fondamentali: sapevi che i primi passi dovevano impostare il ritmo di marcia e, soprattutto, capire la tecnica più idonea nel calcolare la fluidità del movimento dei piedi che avrebbero dovuto poggiarsi saldamente sulla superfice per scarica il peso e garantirti un'andatura non troppo traballante e precaria.
    1,2,1,2... contavi nella mente per scandire il ritmo e autoincentivarti a non fermarti.
    Era necessario seguire il percorso senza fermarti, per quanto i polmoni venivano ottenebrati dalla necessaria richiesta di ossigeno - percepivi la gola bruciare, oltre alla cassa toracica che con più fatica si allargava e stringeva a causa dei respiri veloci che l'impegno richiedeva.
    Un simile sforzo richiedeva una forza di volontà e un'ostinazione tali da non contemplare minimamente il tentennamento. Non avresti ceduto il passo, quelle birre sarebbero state tue a fine giornata.
    Una volta giunto all'ultimo piano, la tua soddisfazione ti aveva spronato a sufficienza anche se, improvvisamente, un principio di conato si stava impossessando del tuo organismo; non potevi rischiare di inzozzare il pianerottolo, quindi, facendoti forza e soprattutto portando una mano davanti la bocca, stavi cercando di riottenere il controllo dei meccanismi fisiologici.
    Sapevi bene che quello era solo l'inizio e che, a ogni tragitto concluso nel salire le mobilie, altre volte saresti stato colpito da attacchi di nausea e malessere.
    L'intero lavoro aveva richiesto moltissimo tempo. Oltre a dover salire i pacchi per poi scendere e prendere gli altri, dovevi nuovamente tornare in bottega per riempire nuovamente il carrello con la parte mancante.
    Questo andirivieni si stava consolidando come un ostacolo bello tosto: più di una volta avevi rischiato di cadere a terra e perdere conoscenza, ma ogni volta, la visione paradisiaca delle birre in frigo, si erano dimostrate un sprone nettamente più forte rispetto ai limiti del corpo pesantemente stremato.

    Ovviamente una delle tua qualità riguardava la caratteristica di essere un tipo coriaceo, simile a uno scoglio che non teme le violenti onde a prescindere dal malus di erosione: inamovibile si oppone alla forza irrefrenabile.
    Stremato ma soddisfatto nell'orgoglio, finalmente potevi finalmente bere le tue birre e sprofondare in un sonno ristoratore; giunto a destinazione, l'orso bruno chinò leggermente il capo, sentenziando:

    «Ben fatto ragazzo... tieni.»

    Una birra. Quale gratifica migliore potevi ottenere. Dando fondo alle ultime, ti eri impegnato per afferrare il prezioso liquido che avrebbe allietato la tua gola arsa.



    Edited by Kusanagi - 5/9/2023, 21:31
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    H×H Forum - GDR Remastered

    Group
    Member
    Posts
    792
    Location
    Caos

    Status
    Offline
    -Ashen-
    Post 3/3

    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip


    Il numero tre, in ogni racconto o simbologia, ha sempre un profondo significato che vuole comunicare intrinsecamente qualcosa e di fatti, quel terzo giorno, dopo esserti ridestato grazie alla particolare sveglia a forma di orso - che ripeteva compulsivamente: roar roar - posizionata sul comodino di fianco al letto, il tuo organismo sembrava aver beneficiato delle intense attività lavorative dei due giorni precedenti.
    Percepivi il corpo diverso, maggiormente evoluto, forse una suggestione: seppur dolorante per gli eccessivi sforzi a cui avevi sottoposto le fibre muscolari, una parte di te si sentiva profondamente giovata. Certo, si trattava comunque di un allenamento sui generis e questo non poteva comunque significare una qualità pari a quella che potevi ottenere dentro una palestra ipertecnologica, tuttavia i muscoli pulsavano: ti sentivi sicuramente più forte di quando avevi messo piede il primo giorno in città, vagando alla ricerca di un lavoro.
    Se da un lato i postumi delle fatiche del giorno prima erano ben marchiate in profondità, d'altro canto impensabili energie ora zampillavano: ti sentivi come un vulcano pronto ad eruttare da un momento all'altro.
    Eri proprio curioso di avere la tua quotidiana chiacchierata con il capo e sentire quali meraviglie ti sarebbero state proposte.
    Dovevi essere onesto: ci stavi prendendo decisamente gusto.
    Non che tu fossi un novellino che per la prima volta si affacciava al mondo del sudore e della fatica, ma stavi vivendo qualcosa di diverso; come se quell'esperienza fosse qualcosa di più di un semplice ripiego lavorativo ma più simile a un test per saggiare le tue qualità.
    Probabilmente eri solo molto entusiasta della faccenda tanto da illuderti che con quel l'uomo si fosse creato una sorta di legame magico.
    Restava un giorno e già provavi a convincerti che oggi la prova del nove sarebbe stata svelata: una sorta di test per comprendere fino a dove ti saresti potuto spingere superando i comuni limiti umani. Sognatore? Probabile. Sin troppo ottimista? Decisamente. Potevi fare solo una cosa: scendere le scale, avere il solito colloquio mattutino con l'orso bruno sempai e capire se le tue aspettative fossero solo illusione o, al contrario, vi fosse un fondamento di verità che avrebbe dato credito alle tuo vacuo presentimento.
    Ti stavi incamminando con il tuo solito passo che ti contraddistingueva - calmo, lento, disinvolto - in direzione della sala dove il giorno addietro avevi fatto colazione e difatti, come se fosse stato scritto in un copione, il tuo datore di lavoro era già seduto dandoti le spalle: rimaneva impassibile senza voltarsi, intento a sorseggiare una tazza di tè caldo fumante.

    « Buongiorno. Dormito bene? »

    Non che il suo atteggiamento fosse poi mutato così tanto ma qualcosa non ti convinceva.
    Perché non incrociare il tuo sguardo mostrando cortesia?
    Dare le spalle era un segno di maleducazione o per meglio dire di indifferenza. Qualcosa bolliva forse in pentola?

    « Prego, accomodati... sarei lieto se mi facessi compagnia bevendo insieme una buona tazza di tè! »

    Qualcosa continuava a non quadrarti: il tuo sguardo si era intriso, per un fugace attimo, di diffidenza o per meglio dire maniacale attenzione ai dettagli, ma non ti eri scordato le buone maniere quindi, senza tergiversare, avevi acconsentito alla cortese richiesta portandoti di fronte a lui per sederti e condividere quella sorta di rito mattutino.

    Noto con piacere che oggi è predisposto alla conversazione: a qualcosa da comunicarmi, capo?
    « Non ti si può nascondere proprio nulla, Wulf... allora, dimmi un po', stamattina ti senti diverso rispetto al solito? »
    Del tipo?
    « Non so, del tipo una qualche strana sensazione, come se percepissi una particolare energia scorrerti dentro! »
    Effettivamente, ora che mi ci fa pensare, mi sento meno stanco di quanto mi aspettassi. Anzi, sento la necessità di ributtarmi il prima possibile in pista!
    « Bene, credo allora tu possa sopportare senza farti troppo male una sessione di allenamento con il sottoscritto. Oggi mi farai da sparring partner! »

    Non ti era per niente chiaro cosa avesse in mente ma eri curioso, volevi arrivare in fondo alla faccenda e per farlo non avevi altra scelta se non assecondarlo. Aveva tirato fuori il termine SPARRING PARTNER, quindi non poteva che trattarsi di un allenamento; oltretutto la struttura del suo corpo, sin dalla tua prima occhiata ti aveva spinto ad ipotizzare che fosse un individuo dedito ai training e alla cura del lato fisico: era troppo accentuata la sua massa muscolare per trattarsi solo di un dono di natura.

    « Cortesemente seguirmi, ci sposteremo nella palestra! »

    Addirittura una palestra? Non capivi però dove potesse essere situata dato che la bottega/ostello non offriva spazzi così ampi, eppure lui aveva menzionato proprio una palestra: la cosa si faceva interessante.
    Senza perdervi in ulteriori chiacchiere le vostre figure si erano animate nella movenza - lui avanti e tu dietro - spostandovi fino a raggiungere una porta che dava accesso a un piccolo sgabuzzino: apparentemente non sembrava potesse offrirvi spazi ideali per muovervi liberamente, usare pesi ecc. ma la cosa stupefacente riguardava il segreto celato all'interno di quello spazio talmente ristretto da rendere difficile la piena mobilità per un solo individuo.

    Uno sgabuzzino? Non è un po', come dire, scomodo?
    « Pazienta un attimo, non sempre ciò che appare in realtà è! »

    Di fatti, quello che non avevi calcolato riguardava il vecchio trucco della parete cava in quanto celava un meccanismo a pressione che permetteva di poter così raggiungere una stanza sotterranea abbastanza ampia, più grande del piano terra.
    Una volta scesi, improvvisamente, delle luci a faro - 4 per la precisione collocate ognuna in un angolo - si ridestarono permettendoti di osservare un ring posizionato al centro: niente male.

    « Come te la cavi a boxare? »
    Diciamo che non sono un praticante esperto ma penso che qualche colpo sia in grado di assestarlo!


    Senza perdere ulteriore tempo, dirigendovi sul ring per indossare i guantoni eravate pronti a cominciare, o meglio, tu a subire e lui a pestarti alla grande: avreste dato inizio alle danze. Si era premurato di squadrarti ben bene, quanto bastasse per per farsi un'idea e successivamente sentenziare:

    «Da come avrai capito la mia attività è molto più particolare di quel che possa sembrare. I due giorni precedenti sono serviti a capire se potessi avere la stoffa. Solitamente chi lavora per me cede dopo neanche mezza giornata, ma tu hai resistito ben due giorni, sopportando carichi di lavoro estremi. Mi complimento, hai superato la prima fase. Questo ti ha dato modo, in quarantotto ore, di rafforzare il corpo quel tanto che basti per sopportare la seconda fase: il difficile viene ORA!»

    Quindi la tua sensazione non era semplicemente una suggestione ma vi era più di un fondo di verità. Senza perdere tempo ti eri impegnato a infilare i guantoni ed essere cosi pronto alla sfida.
    Il suo corpo era decisamente più grosso del tuo e questo ti faceva intuire che quell'uomo dovesse essere un praticante navigato; questo però non ti intimoriva anzi, ti esaltava come poche volte ti era capitato nella vita.

    takamura-hajimenoippo

    Avevi come l'impressione che emanasse una strana aura. Era più una sensazione, ma il brivido che ti attraversava la schiena RISULTAVA ben percepibile: come se un istinto ferale e brutale fosse stato caricato, pronto a scatenarsi per abbattere qualsiasi cosa si fosse frapposta al suo passaggio.

    « Prova a schivare il mio attacco. Cerca di leggere le azioni del mio corpo e imbastire una potenziale ed efficace strategia di difesa. Non ci andrò piano, capito? Quindi non mi ritengo responsabile se ti rompi l'osso del collo.»

    264005-17079-tessai-tsukabishi
    Neanche il tempo di prepararti un minimo, di alzare decentemente la guardia, che il suo attacco era risultato talmente rapido e chirurgico da sentire i tuoi organi interni venire scombussolati a tal punto da rischiare di risalire fino in gola e rigurgitarli.
    «Non ci siamo, sei troppo macchinoso, oltre ad essere impacciato nella lettura dei movimenti. Devi riuscire a vedere, non semplicemente provare a vedere. Avresti difficoltà ad affrontare una persona mediocremente allenata, figuriamoci cosa ti potrebbe fare un combattente esperto: non dureresti neanche 10 secondi.»
    Effettivamente non aveva tutti i torti; seppur avessi vissuto gran parte della tua vita per strada e ti fossi dilettato in allenamenti fai da te, ciò che ora stavi affrontando era su tutto un altro livello.

    Ti ritrovavi ancora riverso a terra: le braccia cinte sulla bocca dello stomaco rotolando a destra e sinistra nel vano tentativo di acuire il dolore.
    «Alt! Fermiamoci qui. A questo attuale livello colpirti è come competere nei cento metri con un vecchio zoppo. Riprenderemo domani: come mi aspettavo hai necessità di irrobustire ulteriormente le fibre muscolari ed elasticizzare i tendini. Ci concentreremo su allenamenti con polsiere e cavigliere partendo da uno specifico peso per andare ad aumentare progressivamente il carico. Se riuscirai a seguire la tabella di marcia, facendo una stima di progressivi miglioramenti giornalieri, dovresti riuscire a completare l'avanzamento in una settimana.»

    Ti aveva anticipato cosa ti avresti affrontato, illustrandoti il programma dell'indomani: la giornata si sarebbe svolta utilizzando il sacco.
    L'obiettivo era cercare di colpirlo abbastanza forte ma la difficoltà - perché c'era una difficoltà - stava nel fatto che muoversi con i pesi legati a caviglie e a polsi di 50 kg ognuno, era un'impresa proibitiva. Certo, tu non eri persona che si abbatteva facilmente ma ora ti trovavi dinnanzi non a una semplice montagna da scalare ma una vetta che toccava la stratosfera.



    Continua nel prossimo blocco da 3 post.


    Edited by Kusanagi - 6/9/2023, 13:51
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    H×H Forum - GDR Remastered

    Group
    GDR Graphers × Masters
    Posts
    1,101

    Status
    Offline

    Ricompense ottenute: +30 Exp

     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    H×H Forum - GDR Remastered

    Group
    Member
    Posts
    792
    Location
    Caos

    Status
    Offline
    - Ashen -

    Post 1/3

    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip

    Driiiin.... driiiiin....

    Ti svegli. La sveglia suona. Gli occhi si ridestano celermente.
    Dolori. Dolori dappertutto.
    Te le ha date di santa ragione: non c'è che dire.
    Benché tu senta il tuo corpo accartocciato come un tovagliolo dopo essere stato brutalmente usato, sei in fibrillazione. Non hai nessuna intenzione di mollare, anzi.
    Il dolore non cessa di essere invasivo: è pungente, asfissiante, insistente.
    Non importa. Ora vuoi solo affrontare il programma. Metterti in discussione. Dimostrare quanto vali e resistere.
    Resistere. Combattere. Non mollare. Non cadere.
    Scendi le scale per quanto ti è possibile - ancora la bocca dello stomaco ti fa maledettamente male ma resisti -, la tua è un'andatura barcollante ma, ei, sei ancora in piedi e tutto intero, no?
    Una volta sceso ti dirigi nel solito luogo di conversazione mattutina dove trovi il sensi orso bruno in fase di relax: legge il giornale.

    porco-4-screencapture-netflix-watch-70019060-2022-11-12-02_18_36-e1668218111106

    «Buongiorno campione. Allora, come va? Ancora senti dolore?»
    Potrebbe andare meglio e se le dicessi, fresco come una rosa non credo se la berrebbe!
    «Infatti!»

    Mangi qualcosa, giusto per non svenire ancora prima di iniziare: una porzione minima, quel tanto che basta per caricarti della giusta dose di carboidrati.

    Allora ci si vede dopo, io scendo in palestra e inizio il programma!
    «D'accordo... mi raccomando, non strafare, altrimenti sarò costretto a chiamare davvero un ambulanza, questa volta»
    Oss!

    Non perdi altro tempo, ti dirigi nel fatidico luogo dove hai solo raccolto sconfitta e fallimento: sei carico come una molla.
    Vuoi giocarti bene le tue carte; l'eco dei tuoi passi si ode nitidamente.
    Un silenzio tombale avvolge l'ambiente.
    I passi che susseguono sembrano una sorta di countdown, una prefazione al susseguente racconto che si deve svolgere, la storia di un ragazzo che deve ancora abbracciare il suo destino: pain again.
    Il sacco è lì in bella mostra che ti aspetta; quasi puoi sentire il suo sogghigno martellarti le orecchie. Un po' più di lato, pronte a massacrarti i muscoli, quei diabolici attrezzi che dovrai usare per tonificare corpo.
    Sospiri. La mente non può fare a meno di soffrire quanto soffrirà il corpo - si tratta di un allenamento pesantissimo che ti metterà a dura prova. Non si tratta solo di allenare il corpo ma anche la mente; perché un vero combattente prima di irrobustire la struttura, deve rendere invulnerabili le fondamenta chiamate forza di volontà e costanza.
    Il programma è chiaro: mettere quei benedetti pesi per cominciare a colpire il sacco e rafforzare fibre, muscoli e tendini.
    Più facile a dirsi, che a farsi.
    Comunque, ti ostini a non demordere e stringere i denti, oltre che grondare sudore neanche fossi una fontana zampillante.
    Digrigni i denti. Inspiri più aria possibile nei polmoni. sono maledettamente pesanti polsiere e cavigliere.
    Muoverti non è facile, tutt'altro. Per quanto ci provi, anche a spostarti di un millimetro è impossibile: ogni tentativo sembra vano. Ti ci vogliono circa due ore solo per alzare minimamente gli arti.

    Continui. Ci provi. Perseveri. Non demordi.
    I muscoli sono talmente contratti che potrebbero strapparsi da un momento all'altro e in fondo non ti stupiresti se accadesse ciò.
    Gocce di sudore scivolano dalla tua fronte sino alla punta del naso, oltre che al mento per cadere in picchiata sino alla pozza che si è formata dinnanzi i tuoi piedi. - ti toccherà anche pulire, che palle.
    Anche respirare sta diventando difficoltoso: ogni respiro sembra una coltellata alla tua milza, oltre che percepire i polmoni gonfiarsi e sgonfiarsi a una velocità estrema. I battiti del cuore si ripetono all'impazzata: tututu tum tututu tum tututu tum tututu tum...
    Nn vi è una sola parte del tuo corpo che non rischi di essere seriamente compromessa, tuttavia continui in questo moto frastagliato che ti provoca disagio fisico e malessere acuto. Ogni via che si sceglie di intraprendere a un costo, il tuo è questo: sentirti schiacciato come in una morsa d'acciaio.
    Ti sproni rammentando il passato, quel giorno ormai lontano ma ancora vivido nei tuoi ricordi: il sangue, i corpi dei tuoi cari privi di vita, riversi a terra.

    Maledette formichimere. Maledette formichimere. MALEDETTEEEEEEEEEE!!!!

    Proprio per questo non puoi cedere. Il passato a volte è come un marchio tatuato a fuoco: puoi pure tentare di nasconderlo ma comunque sai che è lì, non può sparire consapevole che ormai è parte di te stesso.
    L'intensità cresce, la furia non si placa mente la forza accresce.
    I tuoi movimenti sono migliorati; ancora c'è da lavorare ma sei sulla buona strada. Devi solo continuare nella tua opera. In questo campo non esiste la via di mezzo: o sconfitta o vittoria. Nero o bianco. Nessun chiaroscuro o sfumatura ma solo dettagli nitidi e abbastanza distinguibili.

    Dannato orso bruno anf, ti stai divertendo anf... a immaginare il mio tormento anf, eh?

    fr-rocky-joe-anime01


    Fottuti pesi!

    Asserisci tramite un'esclamazione da vero nobiluomo, ma in fondo non te ne può fregare di meno: tu sei un tipo cresciuto tra un vicolo e un marciapiede, mica uno di quei nababbi figli di mamma e papà fissati con il galateo e intimorito dalle minacce di ritrovarti una saponetta in bocca per pulirla dalla fetida presenza di un linguaggio poco appropriato.
    Senti che da un momento all'altro un'ernia potrebbe uscirti fuori o anche più di una. Ti chiedi quale uomo su questo pianeta possa sopportare una simile intensità: è qualcosa di inumano.
    Ogni tanto sei costretto a fermarti e vomitare nel secchio che con tanta premura ti è stato posto vicino il sacco da box, proprio nell'eventualità che il cibo da te mangiato venga gioiosamente buttato fuori - ora capisci perché è consigliabile non mangiare prima degli allenamenti, hai imparato la lezione.
    Non puoi fermarti troppo, il tempo è tiranno come ben sai e c'è una tabella da rispettare, quindi ricominci e nuovamente sotto: uno, due, uno due. Calcio, pugno, calcio, pungo, pugno, pugno, pugno, calcio, calcio.
    Non è raro che tu perda l'equilibrio, l'ingente peso che gambe e braccia sono costrette a sopportare è un fardello titanico. Abituarsi non è facile, sopportare comunque è un dovere.
    Passano altre due ore, i primi colpi riescono QUASI A SFIORARE IL SACCO; è comprensibile, sarebbe incredibile il contrario - sei pur sempre alle prime armi nel seguire questa particolare tipologia di miglioramento.
    Passano altre due ora anche se ogni tanto sei costretto a fermarti in quanto la nausea dovuta all'impiego estremo di risorse è un ostacolo non da poco; ciò ti impone di portare la bocca, in alcuni frangenti, in direzione della cavità del secchio per rigurgitare, quello che comunemente si chiama debito di ossigeno quando si spinge troppo e il meccanismo anaerobico viene scombussolato a dovere.
    Sorvolando sulle pause deplorevoli per lo spettacolo che ti vede protagonista, migliori ulteriormente le azioni: ora riesci a toccare il sacco, anche se la forza di impatto dei pugni e della parte superiore dei piedi è ancora non sufficiente rispetto a quanto ti è stato chiesto ma in tutta onestà, valutando lucidamente la cosa, non potresti chiedere di più: stai spingendo con una foga tale che la perdita dei sensi è una insidia appostata dietro l'angolo.

    tumblr_inline_of3c4eIZLj1t50f1d_500

    Passano altre quattro ore, ormai sei agli sgoccioli. La vista ti gioca brutti scherzi, cominci a vedere sfocato, tant'è che a volte i colpi vanno a vuoto proprio perché non riesci a focalizzare il bersaglio e a concentrarti come si deve. Questa situazione si potrebbe definire il più classico canto del cigno - la fine preannunciata che si percepisce sopraggiungere e che con dignità si accetta senza però chinare il capo e arrendersi all'ineluttabile.
    Improvvisamente tutto si fa nero.
    Non hai più padronanza delle tue azioni.
    Perdi ogni contatto con il mondo mentre il tuo corpo cade improvvisamente a terra, e infine svieni.




    Continua
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    H×H Forum - GDR Remastered

    Group
    Member
    Posts
    792
    Location
    Caos

    Status
    Offline
    - Ashen -

    Post 2/3

    °Pensato° Parlato Narrato [...]**time skip

    Quel giorno ricordammo: il terrore della loro dominazione.
    L'umiliazione di vivere in gabbia come uccelli.
    Shingeki no Kyiojin



    Neo Green Life
    Tanto tempo fa.

    Rammenti le urla. La paura. Lo sgomento. Il sentirsi impotenti, senza possibilità di sfuggire al beffardo destino?
    Quel momento esatto in cui capiste che l'ordine della catena alimentare era stato sconvolto. Non esisteva più un posto nella vostra terra d'origine che potesse tenervi al riparo. Unica possibilità era scappare.
    Eri solo un ragazzo, troppo giovane per poter affrontare un simile peso da solo - troppo inesperto per vendicare la tua famiglia.
    Potevi solo fuggire e tentare di ricostruirti una vita. Non avresti mai più messo piede a Neo Green Life.
    Il mondo si era macchiato della colpa di dimenticare troppo in fretta i primi insediamenti caduti: mettersi alle spalle una storia che avrebbe continuato ad echeggiare senza fermarsi.
    Chi aveva vissuto in prima persona quell'esperienza, riuscendo a sopravvivere e a cavarsela per il rotto della cuffia, ne sarebbe uscito profondamente cambiato oltre che segnato.

    hunter-x-hunter


    Cosa significa provare realmente paura? Beh, molti hanno provato a dare una specifica definizione, soprattutto in base ai propri traumi vissuti e le sgradevoli esperienze provate direttamente sulla propria pelle. Nel tuo caso si è trattato di incapacità a reagire prontamente: troppo veloce era partito l'attacco. Non potevate in nessun modo rispondere efficacemente a quella manovra a tenaglia. Creature orribili che volavano; che ti affondavano i loro artigli nella carne al pari di un rapace che si fionda in picchiata per stringerti nella morsa; una forza ferale contro un popolo incapace di lottare, privato di ogni tecnologica o arma per difendersi
    La prima domanda che balenò nella testa di molti fu la seguente: da dove diavolo erano sbucati? Chi o cosa aveva portato questi esseri in un mondo che ignorava l'esistenze di simile creature dalla forza nettamente superiore a quella anche del più allenato tra gli uomini?

    hunter-x-hunter-10-facts-you-never-knew-about-meruem-2

    Solo in seguito, a disgrazia e massacro ormai compiuti e perpetrati in gran parte del territori di NGL, e con il rischio di minacciare l'intero pianeta, si venne a sapere che questi esseri erano nati da una creatura che, probabilmente, era giunta oltre i confini del mondo conosciuto: una regina.
    L'obiettivo era chiaro e il piano si stava strutturando a fasi: procedere con la creazione dei primi sudditi cosi da far attecchire il suo popolo e dare alla luce un erede in questo mondo più civilizzato e infiacchito, ricco di sostentamento facile fa procacciare.
    Nel mezzo però della nota storiai vi fu un periodo di profondo terrore: gli uomini si sentivano persi, nascondendosi come topi a causa del timore di essere la prossima preda cacciata.
    La tua famiglia come tante altre famiglie di Neo Green Life, diventarono ben presto il cibo per rafforzare la prole di quella stessa regina che aveva dato ordine ai suoi primi soldati, di trovare pasti più idonei che non fossero solo pesce crudo o altri nutrimenti troppo esigui.
    L'uomo stesso divenne la preda perfetta. Fu un periodo di angoscia. Ben presto calò la più tetra oscurità. La speranza ormai era una parola vuota, priva di significato.

    kisuke


    [...]


    York Shin
    Oggi.

    Sono passati tre giorni. Per quanto desideri tornare in trincea, il maestro ti ha imposto riposo assoluto: dopo averti trovato stramazzato al suolo, privo di coscienza, con il viso spiaccicato nella pozza di sudore, il suo allertometro ha toccato picchi di paranoia incredibili.

    Urahara_2

    Come da rito scendi per iniziare la tua routine quotidiana e fare colazione ma soprattutto, vuoi provare a convincere quel vecchio brontolone che può darti finalmente il via libera per ricominciare a darci dentro.
    Ovviamente se ti darà il via libera non metterai nulla sotto i denti: lo sciocco casca una volta nella buca.
    In quei tre giorni si è preoccupato non poco; per quanto non lo dia a vedere si è affezionato alla tua persona e forse proprio per questo, mosso da un sentimento puro, non vuole vederti nuovamente stramazzare al suolo.

    Le dico che questa volta avrò tutto sotto controllo, non capiterà di nuovo. Promessa di lupetto. Non tarpi le ali a questa giovane anima desiderosa di librarsi come un uccellino a primavera, la prego.

    Non ti manca la faccia di bronzo e inscenare una recita a livello di un vero attore professionista, anche se il tuo discorso decisamente fa acqua da tutte le parti. Usare parole come lupetto o termini desueti come tarpare le ali non ti rendono certo più credibile, anzi, il contrario.

    « Wulf, non è questione che io non creda nelle tue capacità, ma se non cerchi di gestirti meglio le risorse, rischierai uno di questi giorni di farti fuori con le tue stesse mani. »

    Non rispondi, ti limiti ad ascoltare. Il viso mascherato con la tua solita aria spensierata, l'espressione distesa benché interiormente altre emozioni ti divorino. Il tuo passato non vuole proprio darti tregua, rimanendoti avvinghiato come un rampicante a un vecchio muro.

    « Qualcosa ti turba ragazzo, lo sento e non provare a negarlo: è una vita che addestro e so riconoscere un autolesionista quanto ne incontro uno. »

    Ma no, ma no... ammetto che mi sono comportato da sconsiderato ma sa, questo nuovo tipo di addestramento è davvero una figata!
    «Ignorare il problema non è la soluzione. Se vuoi rompere le catene prima devi sconfiggere i tuoi aguzzini: tieni ben a mente queste parole, Wulf!»
    Le consideri ben stampate nella mia testa!
    «Sarà, ma non farai molta strada se continuerai ad evitare i veri ostacoli.»

    Cerchi di sdrammatizzare. Sta diventando una situazione spinosa e potresti rischiare di trovarti in uno scomodo vicolo cieco - ci vuole una delle tue fantastiche battute ad effetto.
    Sei carico, pronto alla nuova sfida per scrollarti di dosso l'orso bruno che ti tampina e vuole metterti all'angolo.

    Su via, su via... la verità è che ho sbagliato a mangiare prima dell'allenamento: si sa che è consigliato non ingerire se non si vuole subire qualche scherzetto dispettoso. Che stupidino che sono stato hahahaha!
    «Mmmh...»
    Si fidi di me, sarò prudente.
    «Va bene... anche perché questa volta sarò presente a visionarti personalmente!»

    Ottimo, ci sei riuscito nella tua opera di convincimento, finalmente puoi ritornare ad allenarti: già le mani fremono, prudono di entusiasmo. Ovviamente non fai colazione, non ti fai infinocchiare questa volta dai languori mattutini: recupererai la sera, a cena, ora vuoi solo smuovere le tue ossa, i tuoi muscoli, i tendini e ogni fibra che forma la tua struttura fisica.
    BBSukuna
    Sorridi similmente a un bambino che potrà nuovamente mettere piede nel suo negozio di dolciumi preferito: sei letteralmente in fibrillazione.
    Senza perdere tempo ti dirigi verso il ripostiglio per innescare il meccanismo di apertura e poter cosi discendere le scale che ti portano nella palestra. Eccolo il maledetto saccone e i fottutissimi pesi. Ti lasci prendere dalla foga, colloqui con loro come se fossero delle vere entità.

    Ci siamo, questa volta andrà diversamente.
    «Ricorda, domina il peso, non devi solo concentrarti sulla ripetizione e il quantitativo di forza infusa: devi diventare simile al flusso dell'acqua che muta in base al contenitore in cui sosta o che attraversa.»
    Oss!

    La giornata trascorre seguendo un ritmo diverso, dettato non dalla tua foga ma dalle direttive del maestro. Ti vengono imposte pause affinché i polmoni possano recuperare ossigeno e il corpo non venga sollecitato eccessivamente allo sforzo.
    Rispetto alla prima volta ti accorgi di muoverti più agevolmente ma rimani ancora macchinoso.
    Calcio, pugno, pugno e calcio. Non smetti di seguire lo schema senza spezzare il ritmo. Il sudore presto comincia a farsi strada dopo che i pori della pelle hanno cominciato a ripudiare le prime tossine.
    Un'ora, pausa di mezz'ora, un' ora, pausa di mezz'ora, riprendete. Nuovamente lo stesso ciclo: paura, un'ora, pausa, un'ora. E' fondamentale che tu riesca a gestirti se realmente vuoi migliorare.

    jpg

    «Non avere fretta, permetti al tuo corpo di abituarsi. Non dev'essere una gara ostinandoti di raggiungere il traguardo il prima possibile il traguardo.»

    Segui le direttive da bravo studente diligente. Cerchi di dominare la foga, la rabbia, il dolore, l'odio e ogni altra emozione negativa. Ti imponi di rasserenarne il tuo animo e mutare l'astio in qualcosa di costruttivo.

    «STOP.... PAUSA PRANZO!»

    Non ti opponi alla decisione, anzi, sei ben collaborativo, in fondo lui è l'esperto, no? Ti passa una ciotola di riso e una borraccia con acqua e sali minerali.

    «Mangia, poi ti riposerai un'ora: solo dopo potrai riprendere. Le pause sono molto importanti per gestire al meglio il carico di lavoro e assorbire la sollecitazione dovuta all'eccessivo peso che hai legato su caviglie e polsi.»



    Continua
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    H×H Forum - GDR Remastered

    Group
    Member
    Posts
    792
    Location
    Caos

    Status
    Offline
    - Ashen -

    Post 3/3

    Dove eravamo rimasti? Ah si, stavi pranzando per recuperare le energie prosciugate dalla dura sessione. I tuoi occhi sono pregni di determinazione e ardore. Non vuoi minimamente rallentare i ritmi o andarci piano ma hai le mani legate: il maestro non transige, è questa la regola se ti vuoi allenare.
    Così aspetti la tua ora impaziente. Spesso picchietti il piede destro e chiedi quanto manca allo scadere dell'ora. Sei un fiume in piena.
    Appena ti viene dato l'ok, riattacchi: uno, due, uno due.
    Destro, sinistro, destro, sinistro.
    Calcio, Pugno. Calcio. Pugno.
    Adori sentire la frenesia che inonda il tuo essere. La fatica che strazia i tuoi polmoni chiedendo sempre più aria. Ti senti parte di qualcosa di più grande che ti esalta e gratifica.
    Difficile spiegare a parole la moltitudine di stati emotivi provati, ma la verità è proprio questa: sei fatto così, desideri la forza sopra ogni cosa e non ti accontenti del mentre ma guardi sempre al dopo, cercando di scrutare ciò che cela l'orizzonte.
    Questa metodica va avanti per tutto il resto della settimana. Una volta che ti adatti a un peso specifico, partendo da cinquanta chili, il maestro ti aumenta di ulteriori venticinque per polso e caviglia.
    Afferma che stai andando bene, che il corpo seguendo un ritmo controllato sta reagendo bene. Devi solo avere paziente e continuare con la tabella di marcia che ti è stata realizzata apposta.
    Il momento più difficile è quando devi dormire in quanto i muscoli ti fanno male a causa degli sforzi dovuti ai pesi ma stringi i denti: pensi al traguardo; alla riuscita dell'opera; a quanto ne uscirai fortificato nella mente e nel corpo.

    dragon-ball-z-cosa-nascondeva-allenamento-vegeta-teoria-fan-v3-399034-1280x720

    Oltre a tirare al sacco vieni sottoposto ad intense sessioni di addominali e flessioni: soprattutto le flessioni sono la parte più rognosa, in quanto devi sopportare un disco da cinquanta chili sulla schiena cosi da rafforzare le fasce muscolari che proteggono la spina dorsale e irrobustire il ventre insieme alla fascia dei pettorali così da poter resistere meglio ai colpi.
    E' tutto organizzato nel minimo dettaglio. Cominci a domandarti come mai un uomo straordinario come Odo si limiti fare il bottegaio e non sfrutti le sue doti per lucrarci sopra.
    Hai anche provato a ficcanasare ma ogni volta che tiravi in ballo la parola passato, palesemente infastidito, cambiava discorso: probabilmente le sue cicatrici dell'anima, come le tue, non si sono ancora del tutto rimarginate.
    Questa esperienza a York Shin City si sta rivelando più proficua di quanto ti aspettassi: certo, sei partito per rimpinguare le tue finanze ma, ei, qui stiamo parlando di qualcosa che va oltre il valore economico - un dono preziosissimo che ti sarà utile per tutta la vita.
    Insomma, la settimana procedere in questa sequenza di esercizi in cui l'uno è il concatenamento dell'altro: è tutto organizzato affinché tu possa forgiarti e mallearti così da rinascere sotto una nuova stella.
    Certo, il sacrificio è grande ma sai bene che tutto questo dolore è necessario per raggiungere un dato livello.
    Addirittura Odo una sera ti ha raccontato di un certo luogo chiamato l'arena celeste, un luogo favoloso dove si affrontano i lottatori più forti: da come ti ha spiegato si tratta del quarto edificio più alto del mondo; composto da 251 piani... al suo interno centinaia di lottatori si danno battaglia ogni giorno per avanzare ai piani superiori.
    Avresti cercato in qualsiasi di modo di arrivare a un livello tale per poter partecipare al meccanismo dell'arena.
    Dentro di te un fuoco si stava propagando sempre più.



    Fantastico, decisamente fantastico. Non hai altri termini che possano calzare a pennello. Sei in fibrillazione, ormai l'arena celeste ti si è infilata nella testa come un tarlo che ti assilla e si ostina a sfiancarti; che non non ha alcun intenzione di fare i bagagli e dileguarsi.
    Quindi questa settimana ti ha fornito anche uno scopo oltre che la possibilità di diventare più forte: consolidarti tra gli ultimi dieci piani della torre. Sai che sarebbe stata dura, molto dura ma ormai non potevi tirarti indietro, anzi, non volevi.
    Sei talmente curioso di studiarla in ogni suo dettaglio da prenderti un'ora al giorno e usare un internet point per connetterti al sito e leggere tutte le informazioni: la planimetria, la suddivisione dei piani, i premi, il tipo di avversari suddivisi per blocchi - soprattutto quelli degli ultimi dieci piani.

    Continua


    Edited by Kusanagi - 14/9/2023, 14:36
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    H×H Forum - GDR Remastered

    Group
    Member
    Posts
    792
    Location
    Caos

    Status
    Offline
    Up -Ashen-
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    H×H Forum - GDR Remastered

    Group
    GDR Graphers × Masters
    Posts
    1,101

    Status
    Offline
    In caso non dovessi rispondere subito sei libero di continuare gli allenamenti e darò i premi successivamente


    Ricompense ottenute: +25 Exp

     
    Top
    .
8 replies since 29/8/2023, 19:15   425 views
  Share  
.
Top