Allenamenti Kaito Sato

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    L'inizio del viaggio


    Devo davvero andarmene da qui.
    Kaito si guarda intorno, dentro il monolocale dove ha vissuto per i primi vent'anni della sua vita tutto è ordinato e pulito, ma solo perché ormai è praticamente vuoto.
    C'è un letto sfondato in un angolo, un fornello che funziona due volte su cinque dall'altro lato e un piccolo frigo accanto ad esso.
    Al centro della stanza c'è un tavolo con attorno tre sedie, ma solo una negli ultimi due anni è stata usata. La stessa sedia che Kaito ha usato per venti anni e che ora vuole abbandonare per sempre.
    Non ha un posto dove andare, ma non ha nemmeno più un motivo per rimanere qua, se ne ha mai avuto uno.
    Fa colazione bevendo un bicchiere di latte mischiato con un cucchiaio di caffè solubile, poi si mette a fare i suoi esercizi mattutini.
    Solitamente questo è il momento in cui avrebbe tirato fuori monete e carte per migliorare le sue performance sulla strada ma adesso ha deciso che quella non è più la vita che vuole fare. Deve imparare a mettersi in gioco ed uscire dal suo guscio, per altro anche piuttosto piccolo.
    Prende da sotto il letto un tappeto di quelli di gomma su cui allenarsi e sospira. Nonostante sia abbastanza agile di suo, non ha molta forza muscolare, e anche la sua resistenza lascia molto a desiderare. Se vuole davvero riuscire a combinare qualcosa là fuori deve migliorare il suo fisico più che può, e non sarà semplice.
    Non ha un vero piano, anche perché tutto ciò che ha fatto negli anni per migliorare il proprio fisico è stato scappare da delinquenti di strada e difendersi da essi con un coltello quando non poteva più scappare. Non esattamente un allenamento da professionista.
    Però vedeste come se la cava bene coi giochi di prestigio.
    Stende a terra il tappeto e inizia a fare un po' di stretching. La flessibilità non è un problema, ma i muscoli gli bruciano anche solo allungandoli così, figuriamoci che inferno saranno i primi allenamenti.
    Una volta soddisfatto del risultato decide di partire con degli esercizi per gli addominali.
    Si sdraia sul tappeto, piega le gambe poggiando le piante dei piedi bene a terra e si tira su.
    Di molto poco.
    L'idea sarebbe stata quella di fare dei Sit-Ups ma alla fine pare che la mancanza di allenamento sia davvero grave. Quindi si accontenta dei Crunch. Si muove lentamente, per evitare infortuni. Lo ha sentito dire in giro, almeno. Si solleva e mantiene la posizione per un secondo, e poi si abbassa controllando il movimento.
    Lo ripete dieci volte e si ferma.
    Una serie da dieci Crunch e già vorrebbe lasciar perdere e tornare ai suoi giochi di prestigio. Non può. E' inaccettabile, dai! Deve assolutamente riuscire a migliorarsi, senza mollare.
    Fa un'altra serie da dieci, riuscendo a stento a completarla. Ma almeno non ha mollato.
    Si alza in piedi e cammina avanti e indietro un paio di volte nella stanza cercando di rilassare un po' i muscoli. Nonostante abbia fatto esercizi per gli addominali gli sembra di avere ogni muscolo del corpo distrutto. Ed è ancora solo all'inizio. Beve un po' d'acqua dal lavandino e poi torna al suo tappeto. Nella sua lista mentale adesso arrivano i piegamenti sulle braccia.
    E' perfettamente consapevole dei suoi limiti e sà che farne molti per lui è totalmente impossibile, soprattutto nella posizione giusta. Si mette sul tappeto e si posiziona. Pancia in giù, mani poco sopra le spalle, piedi che poggiano sulla punta e addominali e glutei tesi. E poi spinge. Riesce ad alzarsi da terra abbastanza da considerarla una ripetizione, ma la discesa lo preoccupa. Sà che non deve lasciarsi cadere e controllare il movimento, ma gli sembra estremamente complesso e doloroso. Ma lo fa comunque. Deve mettersi d'impegno.
    Raggiunge la posizione da cui ripartire e gli viene voglia di piangere, ma ripete il movimento ancora una volta. E poi di nuovo. Fino a fare ben cinque push up di fila. Un risultato che nemmeno si sarebbe mai sognato. Si lascia cadere a terra e rotola sulla schiena. Le braccia stanno prendendo fuoco, e anche il resto del corpo non scherza. Gli sembra di star cadendo a pezzi, eppure la giornata è appena inziata.
    Per stamani mancano ancora gli squat. Li ha lasciati per ultimi perché sono l'esercizio che meno lo terrorizza. Le gambe sono l'unica parte del corpo che fino ad ora ha ricevuto dell'allenamento, sebbene non molto mirato.
    Si mette in posizione, gambe divaricate con i piedi all'altezza delle spalle e flette le ginocchia.
    Uno, due, tre... Arriva a dieci e fa una breve pausa. Sente di poter andare avanti, ma non sa se dovrebbe portarsi al limite.
    Beve un altro po' d'acqua e poi torna ad esercitarsi. Un'altra serie da dieci. Si sente ancora discretamente.
    Fà un'ultima serie e se ne pente amaramente. Le cosce gli fanno male, molto male. Ma almeno per stamattina ha finito. Si era dato un obiettivo raggiungibile e ce l'ha fatta.
    Ripete lo stretching per rilassare i muscoli e ancora una volta il dolore è davvero ingiustificabile. Soffre troppo per quello che ha fatto, è una vergogna. Si butta in doccia, sperando che l'acqua calda lo aiuti a superare questo brutto momento. E un po' lo fa. Dopo di che si getta di nuovo sul letto, per riposare dopo quell'estenuante (quasi) mezz'ora di esercizio.
    Ha dei piani per il resto della giornata, ma al momento preferisce non pensarci. Per il momento recupera il suo mazzo di carte preferito dal comodino e si mette a mischiarlo un po' sovrappensiero. Lo aiuta a non pensare ai muscoli che già fanno male, e che prima di buio lo odieranno sicuramente.
     
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    Corri verso il Futuro


    Si è riaddormentato dopo l'allenamento della mattina, spargendo carte ovunque. Almeno i muscoli si sono riposati. Certo, si sente un pezzo di legno, ma non gli viene voglia di piangere.
    Ha fame, quindi si dirige al frigo e si mette alla ricerca di qualcosa. C'è un pezzo di salmone grigliato avanzato da... Boh, un po probabilmente. Lo prende e lo annusa. Sembra ancora commestibile. Ottimo, perché il frigo tra poco prenderà coscienza di se e si lamenterà di quanto poco spesso viene rifornito.
    Si lancia sulla sua sedia e si mette a mangiare. E' anche abbastanza buono, ma non ricorda assolutamente quando lo ha cotto.
    Avrebbe anche voluto mangiare del riso o del pane ma non ha voglia di cuocere il primo e non ha il secondo in casa, quindi niente carboidrati.
    Magari ha dei cereali da qualche parte.
    Finisce il pasto, posa il piatto vuoto nel lavandino e si infila nella credenza fino a metà del busto. Sul fondo trova una barretta di cereali.
    Lo sapevo!
    Esulta mentre la apre. Decide di non avere preoccupazioni riguardo alla data di scadenza, sicuramente superata. Ma anche questo serve a rafforzare corpo e spirito, giusto? No, probabilmente no. Non importa.
    Kaito mangia la barretta mentre cerca le scarpe, visto che la seconda parte della sua giornata è destinata ad essere all'esterno.
    Finito di ingozzarsi con il suo meritato dolcetto si infila calzini e scarpe, mettendosi la sua psichedelica felpa d'ordinanza.
    Esce di casa, chiude la porta e si ficca la chiave in tasca.
    Si guarda attorno e la desolazione lo coglie. Vive in un posto a dir poco squallido, dove la povertà è decisamente evidente.
    La strada è praticamente distrutta, la spazzatura si è accatastata vicino ai cestini che non vengono svuotati da tantissimo. Solo un motivo in più per andarsene il più in fretta possibile da casa. E per il momento si allontanerà correndo. Deve farlo per almeno un'ora, o almeno quella è l'intenzione. Parte camminando a passo un po' svelto solo per non strapparsi tutto subito. Si assicura di avere il coltello nella tasca della felpa, visto che il posto non è proprio raccomandabile.
    Non è contento di dover uscire per forza armato, anche solo per avere un po' di sicurezza. Almeno però ha imparato ad usare un'arma, che tutto sommato è utile. Soprattutto se si lavora per strada come lui.
    Ha fatto circa trecento metri camminando e quindi decide di iniziare a correre. Non raggiunge la velocità massima ma cerca comunque di non rallentare mai. Per i primi dieci minuti sembra anche andare tutto bene, il ritmo è sopportabile e non sente molto dolore. Anche se un pochino le gambe soffrono a causa degli squat della mattina.
    Mentre corre incrocia molti gruppetti di persone poco raccomandabili i cui sguardi mettono un po' di ansia a Kaito. Un paio di quei personaggi hanno anche già provato a derubare Kaito. Un po' ci sono riusciti, ad altri è fuggito, alcuni ha dovuto scacciarli con la violenza. Alcuni non sono riusciti a derubarlo solo perché addosso non aveva nulla di valore, che da molti punti di vista è piuttosto triste, ma almeno non si è trovato ad essere ancora più povero.
    Ha corso ormai per circa trenta minuti e decide di fermarsi a sedere su un muretto. Spera che i proprietari di tale muro non abbiano nulla da ridire. Riprende fiato, riposa le gambe e riflette un attimo.
    Perché ha deciso di migliorare il suo fisico?
    Campare facendo il mago per strada fino ad ora ha funzionato, cosa vuole ottenere andando oltre? Una vita migliore. Ma in che senso? Vuole vivere facendo il picchiatore per la mafia? Potrebbe sicuramente trovare un modo per entrarvi nella zona in cui vive, ma non sogna di vivere a danni degli altri, o potrebbe tornare a rubare, o truffare col gioco delle tre carte.
    Allora vuole trovarsi un lavoro d'ufficio? Beh, magari potrebbe andare. Ma allenarsi non avrebbe senso.
    Al massimo dovrebbe studiare qualcosa, dato che l'istruzione che ha ricevuto, sebbene non completamente nulla, non è esattamente esaustiva.
    Allora cosa? Non ne ha idea. Vuole vivere delle avventure, provare cose che rimanendo nel suo buco di casa a prendersi cura di una madre malata non ha potuto sentire fino a ora. Avventurarsi ovunque, senza una meta.
    E per farlo servono due cose.
    Un fisico allenato e un'enorme quantità di soldi. Per questo al momento deve riprendere a correre. Per questo e per il gruppetto di teppisti che lo fissano da un minuto buono.
    Si alza in piedi praticamente saltando giù dal muretto e riprende a correre, stavolta verso casa. E' uscito da quasi cinquanta minuti a questo punto, e prima di almeno altri trenta non sarà a casa. Cerca ancora di mantenere il ritmo che aveva prima della pausa, ma probabilmente fermarsi non ha fatto bene ai suoi muscoli. Oppure è solo stanchezza. Sente il fiato accorciarsi ed è coperto di sudore. Ancora sicuramente non è pronto a viaggiare ovunque per il mondo, ma è contento di non aver lasciato perdere ed aver continuato sulla propria strada, senza arrendersi.
    Almeno per mezza giornata.
    Certo che forse avrebbe dovuto anche esibirsi da qualche parte, non gli sono rimasti nè molti soldi nè molto cibo. Allenarsi sarebbe inutile se poi morisse di fame no?
    Beh, sarà un problema del Kaito di domani. Sicuramente.
    Intanto riapre la porta di casa e si toglie le scarpe, per poi sedersi al tavolo per riprendere fiato. Deve seriamente migliorare la sua resistenza, non può essere così stanco per aver corso poco più di un'ora.
     
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    La preda diventa predatore


    Finalmente Kaito ha preso coraggio e ha riempito i moduli di iscrizione all'esame da Hunter. Prova un misto di emozioni a dir poco discordanti tra loro. Da una parte è esaltato dalle infinite possibilità che gli si parerebbero di fronte se riuscisse ad ottenere la licenza, ma dall'altra è terrorizzato. Tutti sanno che meno di un decimo dei partecipanti ogni anno passa l'esame, e del novanta percento che non riesce, chi sa quanti non tornano a casa. Probabilmente moltissimi, e probabilmente nelle condizioni in cui si trova Kaito farebbe proprio quella fine.
    Sa di avere l'aspetto di una facile vittima per assassini e ladri, sopratutto per il suo vestiario dai colori accesi e il sorriso che mostra costantemente mentre si esibisce. Ha proprio la faccia della persona da accoltellare alle spalle per prendere i suoi averi. O per divertimento, cosa che spera che tra gli hunter non sia vista molto bene, ma ha il presentimento che non sarà così. Quindi è un buon momento per allenarsi anche per situazioni del genere.
    Per questo oggi si trova ad aggirarsi nei vicoletti della periferia, quelli sporchi e malfamati, con indosso la sua felpa rinforzata e con il coltello nascosto sotto di essa, agganciato ai pantaloni. E' strano da dire, ma spera che oggi qualche teppistello decida di derubarlo. Così può fare un po' di pratica seriamente invece di allenarsi da solo in casa.
    Nonostante la mancanza di mezzi comunque ha iniziato a notare dei miglioramenti nelle sue capacità fisiche da quando ha iniziato a fare dell'attività, il che gli fa pensare di avere seriamente una chance di essere in forma per quando l'esame arriverà davvero e si troverà ad affrontare chi sa quali sfide.
    E' perso nei suoi pensieri mentre cammina con le mani in tasca, guardandosi intorno di quando in quando.
    Potrebbe ottimizzare mettendosi a correre, ma non vuole rischiare di essere stanco nel momento del pericolo, soprattutto perché da un po' gli sembra di vedere nella periferia del suo campo visivo qualche ombra sospetta.
    Proprio per questo ha iniziato ad imboccare strade sempre più defilate e deserte. E sempre più spesso crede di vedere qualcosa muoversi.
    Conosce quelle strade. Tra poco ci sarà un vicolo cieco. Solo un'altra svolta e...
    Ecco che davanti a lui, infondo alla strada vede un muro. Percorre ancora qualche metro prima di girarsi.
    Dietro l'angolo qualcuno studia le sue mosse.
    Non è mai stato così nervoso. La sua regola numero uno è sempre stata quella di stare lontano da guai inutili, di non andare a cercare la rissa. Ma le cose devono cambiare.
    Vede il suo inseguitore fare capolino dall'unica uscita di quella stradina.
    Beh, ci siamo persi?
    Parla con un sorriso malizioso sulla faccia. E' un tizio magrolino, con un giubbotto di pelle aperto su una maglietta nera. Indossa dei Jeans che hanno visto giorni migliori e tiene la mano destra dietro la schiena, evidentemente nascondendo qualcosa. Speriamo non sia una pistola.
    Ha le sembianze del tipico teppistello di strada, probabilmente uno di quelli che deruba perché troppo povero per sopravvivere altrimenti, ma che magari ci ha preso un po' troppo gusto.
    Non è una buona idea girare in posti come questo se non conosci la strada...
    Il tizio si è avvicinato di un paio di passi da quando ha iniziato a parlare. Sembra si voglia portare abbastanza vicino a Kaito da poterlo minacciare senza dargli possibilità di scappare.
    Kaito ha le mani nelle tasche della felpa. Ci sono alcune monete e sente l'elsa del suo coltello nei pantaloni, attraverso la stoffa. Deve prendere coraggio.
    Ma io conosco la strada
    Kaito tira fuori le monetine dalla tasca con la mano sinistra, mentre lentamente porta la destra in direzione del coltello, ma senza prenderlo ancora.
    Sta cercando di imparare a sfruttare le sue abilità da prestigiatore anche in combattimento. Ha avuto quest'idea non molto tempo fa, e si è convinto che trovare un modo di spostare l'attenzione di un avversario con qualche trucco potrebbe portargli un vantaggio in cobattimento.
    Vuoi queste no?
    Kaito mostra le monete sul palmo della mano e il sorriso del suo aggressore si fa sempre più largo. Deve pensare di aver fatto un colpo facile.
    Vedo che ci capiamo...
    Il teppista mostra finalmente la propria mano destra. Impugna un coltello che sembra essere stato usato un inquietante numero di volte, lungo più o meno quanto lo stesso che porta con se il nostro eroe.
    Spero per te che non sia tutto quello che hai, o mi dovrò prendere anche gli organi.
    Il sorriso sul volto dell'uomo si fa sempre più largo, il volto pare quasi trasfigurato.
    Mi dispiace, ho solo queste
    Kaito si muove rapidamente, con dei movimenti secchi e precisi.
    Il primo movimento lancia le monetine in aria. Il criminale non può fare a meno di seguire il movimento delle monete, anche solo per un breve momento, mentre iniziano la loro ascesa.
    Questa è la parte più importante di ogni spettacolo di magia: La distrazione.
    Il trucco vero e proprio è in realtà un montante sotto il mento dato come continuazione del lancio delle monete, sempre con la mano sinistra, mentre la destra estrae il coltello.
    Il rumore che si sente quando le nocche di Kaito colpiscono l'avversario è raccapricciante. Un "tonf" dovuto all'impatto tra la carne dei due è sovrastato da uno stridio scricchiolante, probabilmente dovuto ai denti che impattano e sfregano tra loro. Kaito deve trattenersi dallo scappare dopo aver compiuto questo gesto. La violenza per lui non è mai stata una soluzione, ma non deve pensare di poter diventare un Hunter senza sapere combattere.
    Le monete ricadono a terra con un tintinnio allegro, ignare o incuranti del sangue che goccia dalla bocca dell'uomo con la giacca di pelle.
    A ben guardarlo, forse è addirittura più giovane di Kaito.
    Ti ammazzo, brutto pezzo di...
    Mentre perde tempo a parlare, Kaito gli piazza un colpo con l'elsa del coltello alla bocca dello stomaco.
    Non parlare. Combattimi.
    A quanto pare deve insegnare che non c'è tempo per discussioni con il proprio avversario in un combattimento all'arma bianca.
     
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    Combattimi


    Il suo avversario tossisce, sputacchiando sangue e saliva. Il colpo allo stomaco è stato piuttosto potente, probabilmente anche la colazione ha rischiato di seguire sangue e saliva.
    Kaito decide di non infierire ulteriormente per il momento, oppure lo scontro non varrebbe nulla come allenamento.
    Il borseggiatore è piegato leggermente su se stesso, stringendo forte il coltello in pugno e con uno sguardo d'odio rivolto nei confronti del prestigiatore che voleva derubare.
    Tu sei quel prestigiatore del cazzo...
    A quanto pare nei bassifondi si è parlato di lui. Non è la prima volta che lo avvicinano per derubarlo in effetti, ma di solito non contrattacca, si limita a scappare. Purtroppo per il ragazzo che si trova davanti, lo ha avvicinato nel periodo peggiore possibile.
    Sono famoso quindi! Sapevo che prima o poi sarebbe successo
    Kaito ride mentre parla, fintamente rilassato. La mano sinistra pulsa per il colpo inferto precedentemente e nelle orecchie ancora sente il suono dei denti che stridono.
    Sei fortunato, assisti ad uno dei miei ultimi spettacoli.
    Il criminale sta riprendendo fiato e lo fissa con i denti, o quello che gli rimane di essi, stretti fermamente. Gli occhi sono pieni di rabbia. E dire che è stato lui il primo a dimostrarsi ostile.
    Kaito impugna saldamente la propria arma e osserva i movimenti dell'altro. E' importante imparare a capire come si muove qualcuno che vuole ucciderti, così da poterlo evitare.
    Il ragazzo col giacchetto in pelle si scaglia velocemente contro di lui, provando a colpirlo con un affondo allo stomaco una volta abbastanza vicino. Kaito è largamente più rapido di lui, e si fa da parte schivandolo con un passo laterale, per poi colpirlo con un diretto sinistro sulle costole quando si trovano fianco a fianco. Il colpo non è particolarmente incisivo, date le scarse capacità muscolari del prestigiatore, ma abbastanza da far perdere il fiato per un istante al suo avversario.
    TI AMMAZZO!
    Lo grida sguaiatamente, con gli occhi iniettati di sangue. E' evidente che intende farlo davvero, e non per quei due spiccioli che ormai giacciono sull'asfato.
    Stavolta il coltello fende l'aria in orizzontale, diretto verso il busto di Kaito. Facendo perno sulle gambe intercetta il colpo con la propria lama, rendendolo inoffensivo. Nonostante non credesse di essere portato per questo genere di cose, l'esperienza per strada gli ha insegnato molto più di quanto pensasse.
    Ancora! Prova ancora!
    Adesso i due hanno invertito la propria posizione. Il borseggiatore si trova con le spalle verso il lato chiuso della strada, mentre Kaito adesso ha una via di fuga.
    L'adrenalina sta prendendo il sopravvento e spinge Kaito a passare al contrattacco. Lancia di nuovo un pugno con la mano sinistra diretto al volto dell'altro, ma stavolta viene intercettato dal braccio sinistro dell'avversario, che per tutta risposta fa passare sotto all'incrocio dei loro arti la lama del coltello, dirigendola verso lo stomaco dell'Illusionista.
    Fa appena in tempo a scansarsi, ricevendo un taglio al fianco sinistro, attutito dalla felpa rinforzata. Sarebbe potuta essere una brutta ferita se non fosse stato preparato a dovere. Risponde all'assalto con un colpo in faccia con la mano destra, non utilizzando la lama del coltello ma con la mano, stretta intorno all'elsa.
    Il colpo rintontisce leggermente l'altro, che fa un passo indietro e barcolla leggermente.
    Non deve lasciarsi prendere dalla fretta, o prima o poi una coltellata potrebbe essere davvero letale.
    Sarà stata una buona idea cacciarsi in una situazione simile solo per allenarsi?
    E' tardi per porsi domande del genere.
    Non male, bella mossa.
    Adesso si trovano a poco più di due metri l'uno dall'altro, entrambi intenti a riprendere fiato, uno per le ferite, l'altro perché già si sta stancando. Sapeva che la resistenza non è il suo forte, ma non immaginava che bastassero pochi scambi di colpi a togliergli il fiato. Deve seriamente allenarsi di più.
    Ma si può sapere cosa cazzo vuoi?
    Avevo bisogno di allenarmi un po', e tu mi sei capitato sotto mano al momento giusto.
    La risposta sembra lasciare molto confuso il ragazzo con la giacca di pelle, che si riprende in fretta e si avventa di nuovo su Kaito, cercando nuovamente di infilzarlo da parte a parte con il coltello.
    Stavolta però i movimenti di Kaito sono rallentati dalla stanchezza e non riesce a schivare bene. Il coltello finisce per colpirlo su una gamba, procurandogli una ferita poco profonda ma indubbiamente dolorosa. Per tutta risposta anche lui stavolta usa la lama del coltello e ferisce al petto il suo avversario, facendogli un taglio che copre entrambi i pettorali.
    Il sangue zampilla fuori dalle ferite di entrambi, ma Kaito è il primo a tornare all'attacco.
    Colpisce con il palmo della mano sinistra la ferita aperta sul petto del malcapitato, che sente una fitta intensa su una ferita già aperta, aprendo la guardia ancora di più. A quel punto il coltello di Kaito si muove velocemente, colpendo con il fondo dell'elsa il naso del poveraccio, che si affloscia a terra.
    Kaito si guarda un attimo, e si rende conto di avere del sangue addosso ma di stare sorprendentemente bene. Certo, un criminale malnutrito non è esattamente un combattente professionista, ma dopotutto nemmeno lui lo è, e se l'è cavata bene.
    Gira a pancia in su il suo avversario con un piede. Probabilmente gli ha spaccato il naso, ma sicuramente si sveglierà tra poco. Meglio andarsene da lì prima che arrivi qualcuno che lo conosce.
     
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    Difficile da Digerire


    Kaito è seduto al tavolo, con davanti un piatto sporco e una bottiglia d'acqua vuota. Ha finito di pranzare già da un po', ma ancora non si è mosso. Fissa senza guardarla davvero la felpa colorata. La stoffa è lacerata sul fianco sinistro, ma l'imbottitura sottostante è ancora perfettamente intatta. Basterà mettere una toppa dove c'è il taglio, nulla di che. Alla fine la felpa è già un'accozzaglia di colori, non se ne accorgerà nessuno.
    Si è deciso ad alzarsi. Posa le mani sul tavolo, fa forza per alzarsi. La gamba che è stata ferita fa male. Non è affatto grave, ma lui non è abituato a ricevere ferite, quindi qualsiasi dolore viene trattato come se fosse insopportabile. Sà che non può permetterselo, ma non è facile cambiare le proprie abitudini da un giorno all'altro.
    Tutto sommato, stamani me la sono cavata bene.
    Riflette mentre porta la felpa in bagno e la abbandona vicino ad una bacinella in cui lavarla.
    Per essere fuori allenamento, sono stupido esserne uscito vincitore.
    Apre il mobiletto sotto il rubinetto e tira fuori disinfettante e garze. Entra in doccia, si toglie i pantaloni e osserva la ferita.
    Non è per niente profonda, solo pochi millimetri, ma è decisamente molto lunga, prendendo tutto l'esterno della coscia. Toglie in tappo dalla bottiglia del disinfettante e lo versa direttamente sulla ferita in abbondanza.
    Ahia
    Lo dice con un tono che non lascia davvero trasparire dolore, ma è più una polemica sterile rivolta verso il nulla.
    Fa un paio di giri con le garze, fissandole con del nastro adesivo e poi esce dalla doccia lanciando i pantaloni verso la stessa direzione della felpa. Poi laverà entrambe le cose. Però poi.
    Al momento non deve perdere il resto della giornata. Se vuole davvero affrontare l'esame per diventare Hunter deve migliorare tutte le proprie abilità fisiche, non basta sapere usare un coltello contro un borseggiatore. Indossa i pantaloni di una tuta e recupera da sotto il letto il tappetino di gomma per gli allenamenti. E' stato usato molto di più nelle ultime settimane che in tutto il resto della sua esistenza. Non è detto che sia una cosa buona, ma sicuramente sono dei passi avanti.
    Kaito fa alcuni esercizi di allungamente per i muscoli delle braccia e della schiena. Non intende provocare troppo stress alle gambe oggi, con la ferita ancora così fresca. Almeno questo se lo concede. Dopodiché si mette sul tappetino a pancia in su. Piega le ginocchia, con i piedi ben piantati a terra e si alza fino ad una posizione seduta.
    Visto? Miglioramenti. Pochi, ma ci sono. La prima serie da dieci passa come se nulla fosse. Si sente invincibile. Dopo una decina di secondi di riposo riparte, intenzionato ad un'altra serie come la prima.
    Non che non riesca, sia chiaro, ma gli addominali iniziano a bruciargli intorno alla quinta ripetizione. Arriva in fondo alla serie che vorrebbe piangere e rannicchiarsi a letto.
    Si sdraia per recuperare, rimanendo immobile per circa un minuto.
    Poi si costringe con tutta la forza di volontà a riassumera la posizione. Oggi vuole superare i suoi limiti e arrivare a trenta.
    Hai accollettato un uomo, non puoi fermarti per dell'esercizio fisico
    Cerca di spronarsi, ma nemmeno lui si ritiene molto convincente. Ad ogni modo continua nel proprio intento e con ogni sforzo possibile conclude la terza serie da dieci. Si sente come se il suo tronco stesse per andare a fuoco, ma è fiero di se stesso.
    Dopo una pausa lunga un tempo che non saprebbe calcolare passa al prossimo esercizio: i piegamente sulle braccia.
    Dalla prima volta che li ha provati è migliorato, riesce ad andare oltre ai cinque.
    Si posiziona e fa la prima serie, proprio da cinque. Gli fa male tenere gli addominali tesi per mantenere la posizione, ma il resto dei muscoli sembrano reagire bene.
    La seconda serie è più complessa, ma anche questa sembra fattibile. Sente un'ondata di orgoglio riempirgli il petto, e macchiandosi del grave peccato di superbia decide di farne una terza serie.
    La porta a termine, ma si ritrova sdraiato sul pavimento con uno strano dolore alle spalle. Non sa bene cosa sia successo, ma teme di essersi rotto qualcosa. Probabilmente era nella posizione sbagliata?
    Non che cambi molto.
    Si alza a fatica e si butta sulla sua sedia, maledicendo il se stesso di poco tempo fa perché non ha riempito la bottiglia. Si alza e beve direttamente dal lavandino.
    Non si sente molto bene, tutta la parte superiore del suo corpo chiede pietà. Ma la gamba non gli sembra più un problema, nemmeno un pochino.
     
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