Miniquest n° 06: Ritorno in occidente.

Miniquest riservata al PG di emanplay (I Atto - Viaggio in oriente)

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    Leon accettò le condizioni di Kara e le strinse la mano. Oltre alla strana sensazione al tatto della sua pelle fredda, secca e squamosa, la ragazza notò che, nel farlo, egli adoperò una certa accortezza volta a non farle del male. La sua espressione mutò quasi impercettibilmente, un filo sorpresa da quel gesto inaspettato, mentre il bandito proseguiva nell'illustrarle i suoi piani per l'immediato futuro.
    CITAZIONE
    Prenderemo una barca per spostarci, raggiungeremo più in fretta l'altra parte del grande lago dove proseguiremo nuovamente a terra. Dopodiché dovremmo riuscire ad avvicinarci alla fonte di questi terremoti. Più saranno forti e più il nostro bersaglio sarà vicino, siamo in vantaggio: finché provoca fracassi per le zone non rischieremo di perderlo e sappiamo sempre dove approssimativamente possiamo trovarlo. Il bersaglio è soltanto uno ed è il golem di pietra. Secondo il racconto, il più debole dei tre ed era solitamente il primo ostacolo posto da superare.
    E se devo dire la mia, non ci conto e non mi consola sapere che sia il meno forte, non credo faccia alcuna differenza alla fine. Ciascuno è stato costruito con un tratto unico e distintivo, il Fabbro è un perfezionista, non ha mai fabbricato un artefatto uguale a quello precedente. Dubito che morire assiderati o essere schiacciati sotto la terra faccia alcuna differenza. Tutti e tre causano egualmente disastri climatici e ambientali se lasciati in libertà.

    La giovane si limitò ad annuire.
    CITAZIONE
    Ce ne andremo tra poco, se hai terminato di mangiare. Potrai ancora riposare sulla barca. Ti aggiornerò su tutto ciò che devi conoscere strada facendo.

    Va bene. Sì, ho finito, possiamo partire subito.

    Poi rispose alla sua domanda.
    CITAZIONE
    Un'ultima cosa. Sai andare a cavallo? Sai combattere?

    Non sono mai andata a cavallo, ma imparo in fretta, se occorre.
    Riguardo al combattere... È più complicato.
    Tecnicamente non ho esperienza neanche in quello, ma in un modo o nell'altro, specie ultimamente, ho notato che... Non me la cavo troppo male a difendermi... considerando che nessuno mi ha mai insegnato niente del genere.. forse ho avuto solo fortuna... O forse ho una certa predisposizione naturale... Non so.


    Cominciò ad alzarsi, raccogliendo le sue cose e mostrando di essere pronta a mettersi in marcia.

    Ad ogni modo, non credo di essere comunque all'altezza di un combattimento contro un golem di pietra. Non vorrai fronteggiarlo faccia a faccia, spero.. hai un piano, suppongo?

    Kara aveva ancora un'altra domanda per lui, ma riteneva prematuro porla in quel momento. Decise di tenersela per dopo.

     
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    Leon

    Narrato.
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    Parlato.


    Ci sono più di una maniera per combattere. Preceduto da Kara, si alzò dal loro tavolo intento a lasciare la locanda. Tendere imboscate, pianificare, isolare i bersagli, fornire o rubare informazioni, scoprire le debolezze nel tempo reale, tutto questo e molto altro. Non dovrai necessariamente stare in prima linea per fare qualcosa. Tutti possono combattere. Con la coda dell'occhio aveva catturato qualcuno, più lontano da loro, seduto sul bancone che origliava discretamente, ma non abbastanza per non lasciarsi tradirsi.

    In più, tengo ancora un asso nascosto da poter sfoderare quando occorrerà. Ma non elaborò oltre. Adesso andiamo.

    Nel frattempo...

    Da qualche parte, non troppo lontano...


    Tracce di legna arsa e consumata, un cumulo di ceneri rivelavano le dimensioni di un modesto focolare, acceso non molto tempo fa. In lontananza, in ogni direzione che si guardava, lo sfondo di una desolata pianura verde con sporadiche apparizione di alberi. Il sole batteva forte, trovandosi al picco della sua giornata, proiettando sull'umana la propria ombra giunta sul luogo.

    Erano le tracce di un accampamento notturno, a distanza di un giorno aveva appena trovato di nuovo un altro. Era solo questione di tempo, si stavano trovando sulla pista giusta e mancavano, tra loro e lei, soltanto qualche ora di differenza nel viaggio. Concedendosi soltanto brevi intervalli di riposo, continuò la sua caccia per tre lunghi giorni, muovendosi attraverso le monotone pianure, orari diurni e notturni.

    Dove il sole terminava il suo compito, la luna lo sostituiva e solo ciò le bastava. Non le servivano altre fonti di luce. Si fidava solo di due cose: dei suoi sensi e della sua unica compagnia, capace quanto lei di scorgere nel buio.






    Karasu

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Sostò sotto l'ombra delle chiome di un albero, dove il tessuto suo nero, colore che prevaleva sul suo vestiario, avrebbe evitato di assorbire troppo calore non necessario. Non che soffrisse il caldo o facesse caldo in quel momento particolare, ma non sentiva nemmeno freddo.
    Accostò la sua borsa accanto a lei posta sull'erba mentre, seduta sul terreno, incrociò le gambe in una comune postura da meditazione.

    Respirava a un ritmo regolare e costante, mano una sopra l'altra, chiuse gli occhi addormentandosi immediatamente come aveva imparato a fare. Calando in un sonno leggero e vigile.

    Percependo l'arrivo di qualcuno, aprì gli occhi ridestandosi riposata.

    Appollaiato sopra i rami dell'albero, un terrificante corvo mostruoso appena ritornato da un lunghissimo volo. Non tirava alcun vento, un canto si diffuse nell'aria. Recepì il messaggio di Kangaeru. Era tempo di muoversi e di raggiungerli.

    Kara. Resisti ancora un po'.

    Ore 14 in punta.


    Occhi chiusi, inspirò ed espirò, ripetendolo di nuovo e di nuovo, Leon era seduto intento a meditare mentre una barca a remi di larghe dimensioni stava prendendo il largo, abbandonarono il porto. Fra i pochissimi passeggeri, uno di questi li aveva seguiti dalla locanda, lo stesso che stava origliando mentre sedeva al bancone.
    Sebbene i proprietari delle barche nel porto rimasero un po' titubanti nell'accompagnare qualcuno per via dei terremoti sempre più frequenti, il bandito seppe essere persuasivo, abbastanza da convincere uno di questi a "cambiare" idea e a salpare per loro due, a seguito con qualcuno della piccola folla adunatasi con medesimi intenti.

    Il lago era immenso, si poteva dire uno dei più grandi dell'isola, se non la più grande. Cosa che si sentì nella durata di quel relativamente breve viaggio. Poco dopo l'avvenuto attracco verso il nuovo porto, questo più piccolo, vennero accolti da una delle scosse più forti mai sentite. Grandemente più intensa della precedente. Se per altri era segnale di grosse preoccupazioni, per Leon significò soltanto che si trovavano abbastanza vicini.

    Leon

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Abbiamo uno scocciatore alle calcagna. Comunicò a Kara. Non è nessuno di pericoloso ma si sta impicciando in questioni che non lo riguardano. Se insisterà a seguirci, dovrò intervenire.

    Più vicino, non troppo lontano dal punto d'attracco, vennero messi in vendita dei cavalli. Gli animali si mostrarono turbati e agitati, questi però si placarono misteriosamente con sbigottimento del venditore, convintissimo che fosse il nervosismo per i terremoti a farli comportare in modo irrequieto. Leon ne comprò soltanto uno, portandolo tirato per le redini da Kara.

    Facciamo qualche prova. Sali in sella e mostrami come lo porti. Abbandonò le redini. Sappi che dovrai andarci da sola.
     
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    Dopo aver lasciato la locanda, Leon guidò Kara verso il porto del villaggio, da cui presero un'imbarcazione che dopo un non brevissimo tragitto li condusse presso una nuova località.
    La terra cominciò a tremare fortemente sotto i loro piedi. La ragazzina si lasciò sfuggire un gridolino per lo spavento, ma si ricompose subito dopo, conscia di quello che stava succedendo e ormai quasi abituata a quelle scosse, nonostante quella fosse molto più intensa delle precedenti.
    Da lì s'incamminarono poi verso un venditore di cavalli poco distante.
    Man mano che proseguivano, Leon sembrava come infastidito da qualcosa sempre più.
    CITAZIONE
    Abbiamo uno scocciatore alle calcagna.
    Non è nessuno di pericoloso ma si sta impicciando in questioni che non lo riguardano. Se insisterà a seguirci, dovrò intervenire.

    La giovane si voltò ma non vide nessuno, per quanto avesse una buona percezione di ciò che succedeva intorno a lei, i suoi sensi non erano probabilmente affinati quanto quelli della formichimera.

    Non dimenticare il nostro accordo. Se fosse vero quello che dici, sono sicura che conosci un modo per minacciarlo senza fargli del male. Spaventalo pure, se necessario, ma non ucciderlo. Non appena saremo fuori dal centro abitato non sarà neanche un problema rivelare il tuo aspetto, che da solo dovrebbe bastare a dissuaderlo dal seguirci.

    Raggiunta la loro destinazione, Kara notò che i cavalli, dapprima apparentemente agitati, d'un tratto si calmarono tutti insieme, suscitando una certa confusione nel venditore stesso.

    E' stato lui...? - pensò tra sé e sé, per poi comunicare con il bandito. - E se quanto detto prima non bastasse, puoi sempre ricorrere a questo tuo potere. Sei stato tu, vero? Puoi in qualche modo alterare lo stato d'animo altrui..? E' successa la stessa cosa durante il nostro primo incontro, tre giorni fa.

    Dopo essersi procurati uno dei destrieri, i due si rimisero in marcia.
    CITAZIONE
    Facciamo qualche prova. Sali in sella e mostrami come lo porti.
    Sappi che dovrai andarci da sola.

    Lui proseguirà a piedi...? Vuol dire che confida di essere tranquillamente in grado di tenere il passo con un cavallo anche per lunghe tratte...
    Non che mi sorprenda, visto che dopo tutto il camminare di questi giorni non ha mai mostrato il minimo segno della fatica.
    Le formichimere sono assurde... Proprietà corporee animali e intelligenza umana... È una combinazione di caratteristiche a dir poco temibile.


    Bene, vediamo...

    Osservò il cavallo, accarezzandogli la parte laterale del muso. Sembrava calmo. Si portò al suo fianco e, facendo leva sulla sua schiena, con un agile balzo saltò in groppa all'animale, reggendo in mano le redini collegate alla sua bocca.

    Fin qui tutto ok.
    Presumo che sia comunque addestrato a trasportare le persone... non dovrebbe essere troppo difficile, devo solo capire come comunicare con lui.


    Kara allungò il braccio, indicando davanti a sé e accompagnando quel gesto a un comando vocale, con tono deciso.

    Avanti!

    Il cavallo, tuttavia, non si mosse dalla sua posizione.

    ...immaginavo non potesse essere così semplice.
    Dunque... cosa so sui cavalli... o meglio... sul cavalcare? Beh... so che esistono tre andature principali, ovvero il passo, il trotto e il galoppo. Perciò andiamo per ordine e cominciamo a capire come farlo camminare in avanti. Forse...


    Con un rapido movimento delle braccia verso l'alto, fece ondulare velocemente le redini. Il cavallo, improvvisamente, compì uno scatto in avanti seguito da un piccolo salto, che causò la perdita dell'equilibrio della ragazza e la fece cadere rovinosamente a terra.

    Ahi...

    Si massaggiò il fianco del bacino, la zona del suo corpo che impattò col suolo, con la mano, strizzando un occhio per il dolore.

    Ok, non è successo niente. Riproviamo.

    Rimontò in groppa all'animale, accarezzandogli la criniera.

    Scusa, colpa mia.

    Probabilmente le redini non servono a dargli il comando per partire... Ma cos'altro ho a disposizione...

    Volse lo sguardo verso il basso, sporgendo la testa qua e là.

    Ah! Le mie gambe! Ma certo... Anche quelle sono a contatto con il cavallo.

    Strinse leggermente i polpacci e il cavallo iniziò a camminare, con un'andatura lenta e costante.

    E se non servono a quello, allora forse le redini...

    Allargò il braccio verso sinistra, il muso del cavallo seguì quel movimento e di conseguenza anche la traiettoria della sua marcia, finché Kara non riportò il braccio al centro. La giovane spostò poi il suo peso leggermente in avanti e il destriero cominciò a galoppare più velocemente. Inizialmente quel cambiamento nell'andatura la sbilanciò nuovamente, ma in questo caso riuscì ad aggrapparsi con forza al collo dell'animale e a mantenersi in sella.

    Ce l'ho fatta... lo sto cavalcando!

    Esclamò, lasciandosi scappare un sorriso. Quella bella sensazione le fece dimenticare per qualche attimo la situazione in cui era coinvolta, donandole un'effimera serenità. Fatto un giro dello spiazzo di terreno in cui si trovavano, tirò la briglia verso di sè, dolcemente, e il cavallo si arrestò di conseguenza.
    Kara volse lo sguardo alla parte di terreno più battuta. Poi alla direzione verso cui conduceva. Un'istintiva tentazione di dare il comando al cavallo e scappare in quella direzione le sovvenne in mente. Scosse il capo e desistette dal farlo. Poi fece trottare il cavallo verso Leon e si portò davanti a lui.

    Ok, credo di aver capito a grandi linee. Vogliamo proseguire?

     
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    Ore: 14 e mezza.


    Leon

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Pensi davvero che un potere come il nostro si limitasse a leggere passivamente nelle persone? Si tratta di una mia personale abilità, creata da me e poi affinata nel corso del tempo. Spiegarti ora le tante implicazioni che mi permettono di usarla come la uso sarebbe controintuitivo, ci sono prima dei fondamenti da comprendere. Comunicò in risposta.

    Immobile e in silenzio, incrociò le braccia rimanendo a osservare per tutto il tempo come l'umana interagì con la bestia equina. Non batté ciglia né mosse un muscolo alla vista di Kara cadere al suo primo tentativo. Non le diede suggerimenti, non commentò un singolo momento. Si limitava solo a guardare e ad attendere.

    Capisce molto in fretta cosa fare. Bene.

    Gli occhi si mossero costantemente in direzione del cavallo in movimento. Completato il giro Kara infine raggiunse il bandito, mostrandosi ormai in grado di poter destreggiare, senza troppi problema, la cavalcatura.

    Sì. Lasciamo questo posto. Ti indico la strada. Scioltosi le braccia, avanzò a passi regolari mentre Kara seguì. Appena fuori dalla città cambiarono andatura scattando in una lunga corsa. La ragazzina fu la prima a partire, inizialmente molto più avanti, vedendo poi Leon raggiungerla e poi adattare i suoi passi all'andatura dell'animale. I suoi piedi toccarono rapidamente il terreno, le braccia rigide poste leggermente indietro, minimizzando l'attrito. Era più che capace di tenere testa e di superare un cavallo in piena corsa, se lo voleva.

    Quel inetto. Si è anche preso un cavallo per seguirci. Disse senza celare la propria seccatura. Nonostante i terremoti, ha deciso di non mollare. Gli idioti come lui li detesto.

    Passato almeno un'altra mezzora di viaggio...

    Ore: 15 in punta circa.


    Leon

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Più avanti, c'è un altro centro abitato. Ci fermiamo per il momento lì. Discuteremo un po' su... S'interruppe bruscamente quando la visione del centro nominato si palesò ai due. Un terrificante evento li aveva preceduti. Dopo qualche altro minuto di strada percorsa si arrestarono nelle vicinanze.

    Il terreno pesantemente mutato, ciò che restavano degli edifici circostanti erano soltanto macerie, legna inutilizzata e tanta polvere. Nessuna abitazione rimase integra alla devastazione che seguì. La terra divisa in tantissime parti separati, formando enorme crepe e voragini a non finire.

    Leon si guardava intorno in cerca di qualcosa, un segno, un possibile indizio che permettesse di tracciare il responsabile di quella distruzione. Proseguirono, entrando più in fondo verso l'ormai non più un centro d'abitazione. Qualcosa non gli tornava. Com'era possibile che un essere del genere potesse volatilizzarsi, apparentemente nel nulla, non appena aveva terminato il suo misfatto? Trovò anche strano, ma non improbabile, che il golem non lo avessero incrociato quando si diressero verso quel villaggio distrutto.
    Kara un certo punto comincia a sentire una flebile voce di qualcosa. Ma non capisce da quale direzione possa arrivare. Inoltre è presumibile che lo senta anche Leon.

    Bene, anche l'idiota del giorno ci ha raggiunti. Ora è tempo di farci una chiacchierata. Entrò in mimesi, scomparendo ai sensi visivi o quasi. Vagli incontro.
    Rimase in sella, pronto a fuggire via in caso venisse individuato. Non sapeva nemmeno lui del perché voleva ancora fare questa follia. Alle porte di un posto in macerie, una mascherina nera gli copriva il volto, lasciando intravedere una cicatrice sul volto destro fuoriuscire, gli occhi castani, come i suoi capelli mediamente lunghi, cercarono di scorgere ansiosamente tra quei cumuli, in cerca dei suoi bersagli. Dietro di questi, più vicino, apparve Kara.

    Oh merda! Mi hanno vi...! Prima che quel pensiero fosse finito di processare, l'inseguitore venne trascinato giù cadendo dalla monta. Per poi essere sollevato, con i piedi che non toccavano più terra, da un Leon nuovamente visibile. Mente il suo cavallo, preso dall'agitazione, s'allontanò leggermente da questi.

    Leon

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Il tuo nome. Ora! Ordinò il bandito. L'uomo ancora scioccato dall'avvenimento formulò a fatica le prime parole. John! Gli mentì.
    Al che Leon lo tenne con una mano del braccio destro sollevato e con l'altra, la sinistra, fece fuoriuscire due appendici direttamente dal dorso della mano libera che si allungarono, fino ad arrivare abbastanza vicini al collo scoperto. L'inseguitore, alla vista di quelle che potevano sembrare essere delle lunghe zanne affilate, s'inorridì spalancando gli occhi.

    Tu non ti chiami John. Gli rispose freddamente, i suoi occhi gialli incrociarono i suoi. In quel momento il bandito aveva lo sguardo di un predatore. Non avrebbe ammesso un'altra bugia. Perché ci stai seguendo? Fece un'altra domanda.

    Non uccidermi... voi due, avete un accordo...! Replicò frettolosamente "John".

    Quindi confessi di aver origliato! E chi ti dice che non potrei cambiare idea? Emise un suono terrificante, più simile a un qualche rettile che a un umano. Vuoi mettermi alla prova? E quanto hai ascoltato? Una terrificante sensazione percosse l'inseguitore.

    Pochissimo! Le appendici a forma di zanne affilate cominciarono ad allungarsi. Ho visto il golem! So com'è fatto!

    "John" rimase appeso con i piedi in aria, il bandito si fermò per qualche attimo. Continua. Lo invitò.

    Avete parlato del fabbro, del golem e dei tesori. Avevo capito che non siete arrivati lì per coincidenza. L'ho visto la prima volta, quando stava attaccando i villaggi, ero in uno di questi! Sentì i propri piedi finalmente toccare la terra, il bandito lasciò completamente la presa.

    Leon prese parola. E sentiamo, cosa ti ha spinto nel seguirci fin qui, con i terremoti in costante crescita? A quella domanda l'uomo disse. Voglio... vendicarmi di ciò che ha fatto!

    Ma che gesto nobile, "John". Il Bandito poi comunicò a Kara. Questo qui è un tagliagole da quattro soldi ed è un pessimo bugiardo, vuole appropriarsi del nucleo di pietra e usarlo per sé.

    E come intendi farlo? Domandò, in attesa che il tagliagole rispondesse. Ecco... ci sto ancora lavorando. Voi invece... non sapete nulla di un qualche punto debole?

    Edited by Ápeiron - 16/4/2023, 14:24
     
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    Leon rispose affermativamente alla domanda di Kara e i due ripresero il viaggio. Quest'ultima non poté che restare colpita dalla capacità di Leon di mantenere il passo del cavallo anche dopo molti minuti, senza il minimo segno della fatica.

    Ora capisco perché abbia definito Yomi "non umano"... come può un comune essere umano tenere testa a una specie dalle simili capacità fisiche? E probabilmente è solo una piccola parte di quello che è in grado di fare...

    Dopo circa mezz'ora raggiunsero un altro centro abitato. Questo, a differenza degli altri, era in uno stato disastroso, completamente distrutto. La giovane spalancò gli occhi a quella vista.

    Cos'è successo qui... E' stato il golem..? Che potenza distruttiva ha per fare tutto questo...?

    Addentratisi al suo interno, tra le macerie e le crepe nel terreno Leon cominciò a esaminare i dintorni, sperando di scorgere degli indizi o delle tracce che potessero ricondurre al passaggio del golem o di chiunque fosse l'artefice di tale devastazione. Contemporaneamente, Kara si guardava in giro in cerca di eventuali superstiti. Le ricerche dei due furono interrotte da un flebile suono estraneo in lontananza.
    Accortosi della sua presenza dell'individuo che li stava pedinando, Leon decise subito di tendergli un'imboscata, rendendosi invisibile e ordinando a Kara di andargli incontro, per poi prenderlo alla sprovvista e tirarlo giù da cavallo, il quale si allontanò subito dopo.
    La ragazza osservò in silenzio la scena e il successivo colloquio di Leon con il malcapitato.
    CITAZIONE
    Ho visto il golem! So com'è fatto!

    Avete parlato del fabbro, del golem e dei tesori. Avevo capito che non siete arrivati lì per coincidenza. L'ho visto la prima volta, quando stava attaccando i villaggi, ero in uno di questi!

    Quindi sta attaccando tutti i villaggi... ma perché?

    Non appena vi fu una possibilità d'inserirsi nella discussione, Kara tese il braccio verso Leon, a indicargli di lasciare che parlasse lei.

    E' vero, abbiamo fatto un accordo, perché non voglio che il mio compagno uccida persone innocenti. Ed è quell'accordo il motivo per cui sei ancora vivo e stiamo avendo questa conversazione.
    Tuttavia... se continuerai a seguirci, non ti riterrò più "innocente". Ora sei consapevole di quello a cui sei andato incontro e non avrai seconde possibilità. Non mi preoccupo di salvare la vita a chi cerca insistentemente la morte.


    Kara si assicurò di mantenere, mentre parlava, uno sguardo determianto, freddo e impassibile, che non facesse trapelare alcuna incertezza riguardo a quello che stava dicendo.

    Detto questo... ora tu dicci tutto ciò che sai riguardo al golem e l'attacco al tuo villaggio... e avrai modo di tornare a casa e continuare a vivere. Altrimenti...

    E' soltanto un bluff. Non fargli del male in ogni caso. Non credo sia così stupido da rifiutare l'accordo, ma anche se fosse... Nel peggiore dei casi puoi fargli perdere i sensi o possiamo legargli i polsi in modo che non possa cavalcare. Quando riuscirà a slegarsi o riprendersi, in ogni caso, saremo troppo lontani perché possa raggiungerci.

    Bada che il mio compagno qui è in grado di leggere la mente. Così come ha capito che hai mentito riguardo al tuo nome, capirà se stai mentendo oppure omettendo dettagli importanti anche ora. Hai tre secondi per parlare. Uno... due....

     
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    Ho capito! Ho capito! Io diciamo ero solo di passaggio al villaggio, quando i passi pesanti del golem fecero vibrare la terra sotto di me. Io, ehm, riuscii a salvarmi in tempo e ho visto cos'era capace di fare... Era questo gigante di roccia grande quanto... quanto un edificio, in grado di scatenare terremoti solamente con i suoi pugni. Quando lo sentii, da lontano, non riuscivo più a muovermi... credevo sarei morto, anche se ero già fug- cioè mi ero allontanato prima di quel tragico momento. V-Va bene? Concluse timoroso.

    Leon

    Narrato.
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    No, John. Non va bene per niente. Disse il bandito. Continua. Parlami di cos'hai fatto fino ad ora.

    A quella richiesta, l'interrogato arresosi decise di accontentarli finché non lo lasciavano andare. Ho fatto ricerche. Ho... ho domandato in giro e perfino cercato dei libri che potessero parlare di questi golem.

    Poi si arrestò per qualche attimo, come titubante di voler andare avanti. Volevo capire come potevano essere battuti. Ho così riscoperto la storia del fabbro leggendario e ho capito allora di aver incontrato proprio il golem di pietra. Torna tutto, no? E, beh, dove i libri finiscono iniziano solo speculazioni su come batterli...eh, eheh. Un nervoso risolino.

    Leon senza posa avanzò la prossima domanda. E quali sarebbero queste speculazioni? Qual è il suo punto debole, secondo te?

    Una nuova scossa interruppe l'interrogazione a "John". Stavolta era differente, la terra rimase a tremare per un tempo prolungato. I piedi dei presenti e le zampe dei cavalli sentirono come se non ci fosse più un terreno solido sotto di loro a trattenerli dal cadere giù. Qualcosa stava entrando in moto e loro si trovavano troppo vicini a essa. Un leggero ma costante terremoto. Un grande cumulo di massi e rocce da qualche parte iniziarono a spostarsi, a scontrarsi, ad assemblarsi.
    Quella flebile voce senza direzioni dentro la testa riprese, stavolta si fece un po' più forte. Si poteva sentire qualcosa: "A-Aiuto!"

    Il terremoto cominciava lentamente a placarsi. Una nuova minaccia preannunciato da un'imponente ombra stava occupando il luogo, oscurando i presenti.

    Il golem! Era... Era sempre stato... qui?! Un tagliagole spaventato indietreggiò rapidamente. È... È grande... dall'ultima volta che l'ho visto... da vicino... è enorme! Si avvicinò in fretta al proprio cavallo afferrando le briglie. Calmati! Non mi lasciare qui adesso!

    Con un rapido gesto, Leon punto il dito sull'uomo impaurito. Tu non ti muovere! Non ho finito ancora le domande! Ma il gigante roccioso dall'altra parte non era per nulla paziente ad aspettare che finissero. Rumori di passi, questi si diffusero sotto i loro piedi, raggiungendo anche la loro spina dorsale. Il Golem avanzò deciso. A quel punto il bandito si tolse la maschera e cappuccio, la lotta era cominciata.

    Leon

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Petto spinto in avanti, la testa alzata verso su, il collo di Leon cominciò a gonfiarsi e ad espandersi, prendendo la forma di un oggetto sferico che stava esponendo dalla sua bocca in larghissima apertura. Risputandolo fuori, un bizzarro gingillo, questo pulsante di una misteriosa forza, che occupò l'intero palmo della mano destra del mutaforma.

    Bastardo. Mi hai colto impreparato. Disse, rivolto all'automa fatto di pietra.

    Strinse l'oggetto sferico, questo reagì. Formazioni di crepe ovunque. Questo s'infranse separandosi in sempre più frammenti, accesi come un tizzone, che orbitavano sopra la mano. Al posto di un oggetto solido, un fuoco vagamente sferico e rovente avvolse quella mano, invaso ora di un moderato calore.

    Ma adesso ti unirai a tuo fratello. La palla infuocata cominciò ad accumulare su se stessa, acquisendo sempre più dimensioni e calore emanato. Un forte invisibile pressione nell'aria circondava il mutaforma. In posa, come in preparazione per lanciarla, Leon eseguì un rapido gesto puntando il suo palmo destro in direzione del golem di pietra. Con l'altra mano libera, strinse l'avambraccio teso.

    Il proiettile esploso dal palmo impattò sul corpo del gigante, avvolgendolo in fiamme distruttivi capaci di divorare e polverizzare perfino i materiali più solidi. Seguì una pioggia di cenere, un'enorme nube nera sostituì il golem annientato. Sul luogo dell'esplosione a poco a poco, sarebbe divenuto sempre più visibile un cono scurissimo dipingere il terreno, tracce dell'effetto delle fiamme. Sul palmo della mano destra, l'oggetto sferico sorprendentemente si ricompose indietro e "raffreddandosi" nuovamente in un corpo solido.

    A quella scena, il tagliagole rimase ancora più sbigottito. Incredulo alla sequenza di eventi che avvenivano, non riusciva più a stare dietro a nulla di cosa succedeva. Lo sapevo... è un mostro! Una... una formichimera! Lui.... lui è quello che tutti i Cacciatori di formichimere cercano da settimane! Ha con sé veramente il nucleo di fuoco! E ora anche il nucleo di pietra! In cosa mi sono cacciato??!

    E con questo... Prese a parlare il mutaforma. ...siamo a... hmm?





    ???

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    La nube si diradò, portando un'orribile rivelazione. Leon reagì prontamente, ma invano, tentando di mitigare l'impatto a sorpresa di un pesante colpo laterale. Perse il nucleo che volò atterrando dentro una crepa. Un secondo colpo laterale, stavolta da sinistra, prese in pieno il mutaforma scaraventandolo violentemente contro tanti cumuli di macerie, fino a fermarsi solo per essere sotterrato da pesanti rocce.

    Merda! Esclamò "John", intenzionato a scappare il più lontano possibile, ma non prima senza il suo bottino. Spalancò il borsone staccato dal cavallo e buttò giù tutto ciò che possedeva. Suoni metallici e distinti, un martello impattò a terra e poi a seguito un altro, un pezzo di carta, andò verso una delle crepe e raccolse il nucleo di fuoco per poi salire frettolosamente in groppa al cavallo.

    Addio! Salutò Kara, mentre girò e scattò verso una direzione, aggirando il centro distrutto per poi allontanarsi da questa. Coprì ormai un centinaio di metri scappando dal terrificante automa. Quest'ultimo però, ancora visibilmente furente e uscito completamente illeso dal precedente attacco, alzò entrambe le braccia per poi sbatterle con fragore sul terreno, scuotendo i pilastri del mondo e inondando la propria forza sul terreno colpito. Una larga onda d'energia cinetica si estese raggiugendo e perfino superando il tagliagole a cavallo, sbilanciandoli verso terra.

    Da poco più avanti dei piedi del golem fino alle due vittime e oltre, il terreno stava cominciando a rompersi e aprirsi mentre il fuggitivo, bloccato a terra dal peso dell'animale, cercava disperatamente di divincolarsi e raggiungere, con la propria mano rivolta, il nucleo che gli era volato via durante la tragica caduta. Vennero sempre più sotterrati con forza da un terreno instabile.

    Conscio della sua fine ormai vicino, urlò. NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! Un'onda d'urto assordante soffocò quel urlo ed esplose fragorosamente emergendo dalle crepe formatosi e arrivando ad altezze elevatissime. Ponendo così fine al folle tagliagole senza nome e alla povera bestia, lasciando solo tracce indistinte di macerie generate.

    Rimase solo Kara, sola, lei e il Golem di pietra davanti che iniziò a fissarla accorgendosi della sua presenza. Davanti, destra e sinistra erano vie precluse ora, c'era una sola via rimasta. Intanto i pesanti passi ripresero il loro moto.

    Fuggi.
     
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    L'individuo dal nome tutt'ora ignoto, intimorito dalla figura di Leon e dalla minaccia di Kara, rivelò infine tutto ciò che sapeva, accennando anche a una sua speculazione riguardo un ipotetico punto debole dei golem. Ma, proprio quando Leon stava per estorcergli quest'ultima informazione, l'ennesimo terremoto, stavolta più intenso e duraturo di tutti gli altri vissuti nel tempo trascorso, si fece sentire in tutto il suo fragore sotto i piedi dei tre interlocutori. Successivamente, un'ombra oscurò tutta la zona e una possente e spaventosa presenza fece la sua comparsa sulla scena: il golem di pietra. Leon, forse più fremente dal combattere che impaurito, non mostrò la minima esitazione e ricorse immediatamente a quello a cui probabilmente si riferiva quando parlava di asso nella manica: estrasse dalla sua bocca uno strano oggetto sferico e lo adoperò, attivandolo e lanciandolo contro il gigante di roccia. Un'esplosione. Ed esso venne circondato dalle fiamme.
    Kara osservò la scena sbigottita. Tutto ciò a cui stava assistendo era assurdo, terrificante, incredibile e ben al di là della sua portata, oltre che della sua comprensione.
    Le fiamme si dissolsero infine in una scura nube e il terreno intorno al golem assunse in poco tempo lo stesso colore della pece. Ma, proprio quando l'impressione generale che lo scontro fosse terminato sul nascere parve corrispondere alla realtà, Kara notò uno strano spostamento in mezzo a tutto quel fumo.

    Leon!! Atten-

    Kara non fece in tempo ad avvertire il bandito, che già pregustava la vittoria e, nonostante avesse probabilmente notato come la giovane il pericolo in arrivo, non ebbe fisicamente tempo e modo di reagire a quel fulmineo e devastante impatto, seguito immediatamente da un secondo colpo in rapida successione. Leon perse il nucleo e venne scaraventato contro una parete rocciosa, poi sepolto dai macigni.
    La ragazza era sempre più immobilizzata dalla paura, inorridita dalla potenza di quell'essere. Nel mentre, "John" cercò di approfittare della situazione, appropriandosi della sfera utilizzata da Leon e dandosela a gambe, in groppa al suo destriero. Non andò tuttavia molto lontano, poiché il golem lo prese di mira e tramite una prima onda d'urto lo fece cadere da cavallo, per poi successivamente creare una spaccatura sotto i suoi piedi, che lo inghiottì e rilasciò una seconda onda d'urto. Il malcapitato venne sbalzato in aria ed annientato sedutastante.

    Qualche attimo di quiete.
    Rimase solo lei. Era finalmente libera dal controllo di Leon, ma si trovava di fronte a un pericolo di dimensioni assai maggiori. Volse i suoi occhi spalancati e terrorizzati in direzione di quel titano, che si era appena accorto della sua presenza e sembrava del tutto intenzionato a farle fare la stessa fine degli altri due.
    Le sue gambe erano come paralizzate.

    Devo... scappare... Muoviti... muoviti, muoviti, muoviti...

    Fortunatamente, il primo passo compiuto dal golem, accompagnato da un fragoroso frastuono e un'inconfondibile vibrazione, la risvegliò da quello stato di semi-trance e le fece realizzare di essere in reale pericolo di morte come mai lo era stata prima. Come un fiume in piena, l'adrenalina si riversò in tutto il suo corpo, permettendole di girarsi e correre forsennatamente verso il suo cavallo, sorprendentemente ancora presente sul posto. Non vi era più razionalità nei suoi movimenti, ogni sua decisione era dettata dal un puro istinto di sopravvivenza. Ansimante e pallida in volto, montò rapidamente in sella al cavallo e strinse con forza i polpacci.

    Vai! Vai!

    L'animale cominciò a galoppare energicamente verso l'unica strada che poteva percorrere.
    Con quel poco di lucidità che le era rimasta, Kara si assicurò di non vanificare quanto appreso finora. Se voleva avere qualche chance di sopravvivenza, doveva far tesoro delle poche ma preziose informazioni ricavate dallo sventurato fato dei suoi due predecessori. Quell'essere era in grado di generare potenti scosse di terremoto, travolgenti rilasci di energia cinetica e spaccature nel terreno, da cui poteva originare ulteriori onde d'urto. E, soprattutto, non le avrebbe concesso seconde possibilità. Un solo colpo le sarebbe risultato fatale.
    Conscia di tutto ciò, la giovane si accertò di tenere d'occhio con attenzione il terreno alle sue spalle, voltandosi di tanto in tanto e impegnandosi a deviare la traiettoria seguita dal quadrupede nel caso una crepa si stesse formando sotto di loro. Oltre a questo, si teneva sempre pronta a un eventuale scossone, al verificarsi del quale si sarebbe aggrappata con forza al collo del cavallo, nel quale non poteva far altro che riporre tutta la sua fede.

    Ti prego... veloce... più veloce... non fermarti... rimani in piedi.... e portami via da qui...

    Strinse i denti, sperando in un miracolo.

     
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    Ore: 15 meno un quarto circa.


    Un incubo ad occhi aperti. In corsa al galoppo per salvarsi la vita, Kara poteva sentire i passi inconfondibili, distinti del gigante, lentamente, ed insistentemente farsi più vicini. Il cavallo, conscio tanto quanto chi la cavalcava del pericolo mortale, andò a tutta velocità, facendo appello a tutta l'energia nel corpo per riuscire a sfuggire alla terrificante creatura di pietra.

    Davanti, l'orizzonte visibile, l'accumularsi e l'avvicinarsi di nubi oscuravano il cielo, queste cariche di lampi e tuoni. Un forte vento si levò contro, preannunciando forse una tempesta. Il volto di lei costantemente travolto, pizzicato dall'aria fredda, rendendole più difficile guardare in avanti. Il cammino del golem improvvisamente rallentò, ma non per un caso: poco dopo alla sua fermata seguì quasi subito un forte scossone che cominciò a modificare l'intera pianura circostante.

    La terra sotto gli zoccoli del cavallo divenne instabile, emersero e discesero parti del terreno in ogni dove, l'animale faceva del proprio meglio negli spostamenti, evitando quasi per un soffio, diverse volte, l'innalzarsi improvviso di ostacoli naturali e mantenendo l'equilibrio anche quando la terra sotto di loro sembrava di crollare giù, cosa che avveniva poco dopo. Continuarono così per diversi minuti, il cavallo rimase sorprendentemente tenace nonostante il totale macello, generato da quel caos e disordine degno di un agente dell'apocalisse.

    Delle palesi fenditure formatesi divisero il loro terreno di salvezza davanti in tre parti, mentre quella centrale stava collassando le altre due, rivolte verso il vuoto lasciato, cominciarono ad allontanarsi da questa inclinandosi sempre più come a volersi ribaltare su loro stessi, una per schiacciare i due fuggitivi e l'altra per bloccarli diventando sempre più alta. Il destriero in preparazione per saltare prese la pendenza in salita, questa sempre più imponente, per poi balzare verso le fauci del vuoto che si faceva sempre più largo, sempre più profondo.
    Rimasero come perennemente sospesi, per poco tempo in realtà, ma i secondi passati apparivano inenarrabili, la forza di gravità che li reclamavano entrambi. I zoccoli toccarono nuovamente il pendio opposto, la corsa continuò, quando un altro scossone seguì senza che però accadesse qualcosa intorno ai due. In quel momento Kara, rimanente sul galoppo, venne affiancata da qualcosa, una creatura volante che le gracchiò qualcosa, un suono che non sentiva da almeno tre giorni la riaccolse, chiamandola.

    Nel mentre i pesanti passi ripartirono, questi non sembrarono raggiungere presto i tre, piuttosto andarono verso una direzione completamente diversa e non specificata. Era visibile qualcuno farsi rincorrere, tranquillamente a piedi, dal golem di pietra.





    Karasu

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Mentre Kangaeru andò verso Kara, la cacciatrice si stava occupando di distrare l'automa. Fatto ciò evitò un suo primo colpo, per poi indietreggiare verso una direzione diversa, soddisfatta di avere ora la completa attenzione del golem su di lei.

    Abbastanza lontana, si fermò aspettandolo. Avanti. Attaccami. Delle fugaci scintille attorno a lei, l'imminente rumore dei passi sempre più forti, la terra cominciava a tremare.

    Dopo l'incredibile fuga, il cavallo sembra essere abbastanza provato ma, sorprendentemente, non è né ferito né troppo esausto.

    In questa battaglia cominciata, puoi dare delle dritte che verranno seguiti.
     
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    Il cavallo continuò a galoppare al meglio delle sue capacità, per la sua vita e quella di Kara, destreggiandosi tra i dislivelli e le spaccature nel terreno create dal gigante di pietra. Nonostante i suoi sforzi e la sua ottima prova, tuttavia, il golem continuava a guadagnare terreno. Era solo questione di tempo perché li raggiungesse.
    La giovane, consapevole di non poter mettere in atto nulla di più di quello che stava già facendo, sentendosi con le spalle al muro, cominciò a temere di essere giunta al capolinea.

    È così che morirò...? Da sola... In una terra sperduta... Senza aver mai avuto la possibilità di vivere una vita che possa definirsi tale... Di scoprire chi sono... Di diventare qualcuno...

    Strinse gli occhi, cingendo con le braccia il collo del cavallo e preparandosi al peggio, mentre rivedeva immagini di tutta la sua breve vita passarle davanti.
    Tornò con la memoria ad alcuni momenti, non particolarmente piacevoli, vissuti al suo orfanotrofio. Ripensò al momento in cui fuggì, al suo incontro con Hana. Le tornò in mente Marin e il principio di amicizia provato con lei. Ricordò tutti i momenti in cui, nel tentativo di uscire dalla sua zona di comfort e vivere una vita che la soddisfacesse, si ritrovò faccia a faccia con la morte.
    Se l'era forse andata a cercare? Avrebbe dovuto realmente arrendersi a una vita monotona e priva di stimoli, circondata da persone che non gradiva? Era davvero tutto lì, quello che il destino aveva in serbo per lei?

    Non voglio... Non voglio...

    Improvvisamente, udì un suono familiare. Un sonoro e distinto gracchiare di un corvo che aveva già sentito parecchie volte nell'ultimo periodo.

    Questo verso...

    Riaprì gli occhi, voltandosi in sua direzione.

    Kangaeru!! Ma cosa...

    Sebbene avesse lasciato quel libro come traccia dietro di sé, tre giorni prima, proprio perché qualcuno lo trovasse e intuisse la direzione presa da Leon, aveva ormai accantonato la possibilità che quel piano potesse andare a buon fine. Era passato troppo tempo. Allo stesso modo, non avrebbe mai neanche preso in considerazione l'ipotesi che qualcuno potesse decidere di andare a cercarla. Dopotutto, non aveva nessuno che tenesse così tanto a lei da spingersi fino a quel punto.
    Pensò a quell'evento come a niente di più che un caso molto fortunato. Avrebbe davvero voluto abbracciarlo, ma non era il momento migliore per farlo.

    Si voltò verso il golem. Con suo stupore, la distanza tra loro era aumentata. Non solo: sembrava che non la stesse più seguendo, come distratto da qualcos'altro.

    Ma cosa..

    Tirò la briglia del cavallo, che arrestò la sua corsa, per girarsi del tutto e cercare di capire cosa stesse succedendo. Dopo aver messo a fuoco, riconobbe una figura vicino ai piedi del gigante roccioso: era Karasu.
    Il suo cuore riprese a battere un po' più lentamente. Kara si sentì esattamente come un bambino smarrito che rivede il volto di un genitore. Una sensazione del tutto nuova per lei.

    C'è anche Karasu...! Ma... Aspetta... Cosa sta facendo...

    Il suo flebile sollievo si tramutò velocemente in preoccupazione. Stavolta non per se stessa, ma per la giovane dai capelli neri.

    No, no... Non può farcela da sola!

    Scese da cavallo. Non voleva metterlo ulteriormente in pericolo, aveva già fatto troppo per lei. Poi corse in direzione del golem, ma senza avvicinarsi troppo, giusto il necessario perché Karasu potesse sentirla.

    Karasu!! Scappa! Non è alla nostra portata!

    Tuttavia, osservandola meglio, l'hunter non sembrava impaurita e dava l'impressione di sapere quel che stava facendo.

    Non vorrà davvero... Come posso aiutarla...?

    Le spaccature nel terreno!! Fai attenzione a quelle! Può colpire anche da lì! E non perderlo d'occhio neanche per un istante!

    Le urlò da lontano. Avrebbe voluto darle una mano con tutta se stessa, ma era consapevole che qualunque altra cosa avesse potuto fare sarebbe stata inutile, un peso o addirittura un suicidio.
    Si portò le mani al petto, incrociando tutte le dita come se stesse pregando.

    Non fare pazzie..

     
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    Cosa diamine fai!? L'hai appena fatto girare verso di te!


    Una voce familiare le stava comunicando, questa le risuonava dentro la testa in tono di rimprovero.





    Leon

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Nonostante la forte tentazione di lasciarsi andare a una grassa, sonora risata dovette trattenersi. Deliziato dagli ultimi momenti di puro terrore, provati dall'ormai defunto tagliagole senza nome, che egli percepì anche da dentro i macigni in cui era rimasto sepolto, il mutaforma si era ripreso completamente da quei due pesantissimi colpi, precedentemente ricevuti dall'automa, risorgendo da dentro e liberandosi con forza furente, da un tomba di roccia la quale non gli era mai appartenuto, pronto a rientrare in gioco e farglielo pagare a quest'ultimo.

    Si erano già ben allontanati da lui, ma Leon continuava a sentire, sotto i propri piedi anche da lì, quelle forti vibrazioni che viaggiavano sul terreno e costantemente generati dai continui passi del golem. I muscoli delle gambe gli si gonfiarono esibendo una forza a dir poco titanica, terrificante. In poco tempo coprì una buona distanza, impiegando solamente un paio di minuti e non di più per recuperarli.

    Osservò da non troppo lontano come il Golem, in risposta alla voce alzata da Kara, iniziò a lanciarsi verso di lei, intento a schiacciarla con un decisivo colpo. Dopo averle parlato telepaticamente, avvisandola del pericolo imminente, capì che fosse ormai tardi per intervenire in tempo. In quel momento la vita di lei sarebbe dipesa da quanto veloce avrebbe reagito all'attacco in arrivo. Inalando tutta l'aria che poteva nei polmoni, scatenò una voce fin troppo udibile ma deciso a stimolare la giovane di prendere un'azione immediata.

    KARA! SCHIVA QUEL PUGNO! Tuonò Leon mostrando inavvertitamente un genuino interesse verso la sopravvivenza altrui.

    ???

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    L'urlo della formichimera si diffuse per i quattro venti e uno di questi venti arrivò fino alla ragazzina umana ora ai piedi, faccia a faccia a tenere i conti con l'imponente automa. Quest'ultimo in procinto di alzare il suo braccio destro cominciò ad annerire letteralmente la piccola Kara con il terreno su cui poggiava, come in una terribile premonizione, che anticipava la forma esatta della futura traccia che prenderà al suo impatto distruttivo.

    Intercettando quel momento, punto fisso dell'evento, la cacciatrice corse verso di lei determinata e chiamandola per nome dicendole qualcosa. Ma come un sordo che non poteva sentire chi lo chiamava, la sua voce, il suono di qualsiasi cosa appariva superflua, come momentaneamente impossibilitati di diffondersi nell'aria.
    Un braccio immenso in piena discesa e in tutta la sua potenza, una Kara rimasta ora a terra, a pochi metri, osservare su un lato come questo colpì fragorosamente il terreno, prendendole il posto, sollevando un fortissimo polverone che non accennava a tornare giù.

    Fase offensiva del Golem (su Kara):
    Tenacia residua: 100 - 100 = 0;
    Forza: (800x2 = 1600) + 500 = 2100;
    Velocità: 100x2 = 200.

    Era tutto immobile, il golem, il suo braccio sul punto atterrato. Il silenzio. Lo sbattere delle ali di Kangaeru, atterrò vicino osservando quella scena intera, scattò almeno due volte la propria testa piccola, tirando poi un gracchio dal suono moderato.

    Il polverone cominciò infine a diradarsi, molto lentamente. Un forte lampo proveniente in lontananza. Tra non molto il tutto sarebbe diventato visibile e Kara avrebbe visto nella sua interezza l'esito che si immaginava.

    Quelle nuvole di polvere erano contornate da sporadiche scintille, apparivano come dei piccoli lampi generati dentro una nube.

    Fase difensiva di Karasu:
    Destrezza: 450; Schiva per prendersi il colpo al posto di Kara.
    Uso: Profilo 3 (80); Ten (25);
    Elettrico: 0/4;
    Punti residui: 100 - 100 = 0;
    Tenacia residui: 100 - 100 = 0;
    Resistenza: 550 + 100 + 500 + 1000 = 2150 - 2100 = Danno bloccato;
    Vita: 8000;
    Aura residua: 12000 - 80 - 25 = 11875.

    Rivolta leggermente verso avanti, le mani occupati a reggere e i piedi a tenersi salda a terra, entrambi tesi, i muscoli delle cosce e dei polpacci contratti che lavoravano, ginocchia un po' flesse. Karasu era la fonte di quelle scintille che emanava dal proprio corpo.
    Come una molla sul punto di rilasciare tutta l'energia accumulata, uno slancio decisivo respinse via il braccio dell'automa quasi sbilanciandolo. Mentre si lasciò andare un: Fiuuuh. Ma il golem, per nulla contento ma solo più infuriato, recuperò subito la postura e rilanciò la sua aggressione, stavolta lateralmente, attaccando Karasu con il medesimo braccio.

    Fase offensiva del Golem (su Karasu):
    Tenacia residuo: 100 - 100 = 0
    Forza: (800x2 = 1600) + 500 = 2100;
    Velocità: 100x2 = 200.

    Ma la protettrice di Kara, prontamente e proattivamente, afferrò il braccio arrestandolo nuovamente senza spostarsi di un centimetro. Finalmente seguì il rombo di tuono preceduto dal forte lampo nel cielo.

    Fase difensiva di Karasu:
    Uso: Profilo 3 (80); Ten (25); Tecnica 2 (150);
    Elettrico: 1/4;
    Punti residui: 100 - 100 = 0;
    Tenacia residui: 100 - 100 = 0;
    Resistenza: (550 +10% = 605) + 100 + 500 + 1000 = 2205 - 2100 = Danno bloccato; La seconda parata mi fa guadagnare una tacca di Elettrico e recupero 20% (0) dei danni totali subiti in Vita e Aura.
    Vita: 8000;
    Aura residua: 11875 - 80 - 25 - 150 = 11620.











    Karasu

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Mantenne una salda presa mentre le scintille si palesarono ancora e più consistentemente. Karasu, esercitando adesso tutta la forza fisica presente nel corpo, cominciò a compiere una rotazione decisa, su se stessa, mentre a seguire l'automa placato cominciava a sentire, prima lentamente, la terra sotto strisciargli i piedi.

    Era sufficiente un singolo giro per lei, in pochissimi frazioni di secondi il gigante di pietra si sentiva ora trascinare sempre più verso l'alto.

    Con un ultimo strattone surreale Karasu, al giro compiuto, lo lanciò letteralmente verso il cielo, l'aggressore prese il volo. Questo copri con il proprio corpo il sole alla formichimera oscurandolo con la propria ombra.

    Fase offensiva di Karasu (sul Golem):
    Uso: Profilo 1 (80); Ren (25);
    Elettrico: 1/4;
    Punti residui: 100 - 100 = 0%;
    Tenacia residua: 100 - 100 = 0%;
    Forza: 350 + 100 + 500 + 1000 = 1950 + 840 = 2790; La mia forza totale riceve 840 per effetto della Tecnica 2.
    Aura residua: 11620 - 80 - 25 = 11515

    Un Leon senza parole rimase per tutto il tempo fermo mentre seguiva con lo sguardo tutta la sua notevole traiettoria di viaggio, passatogli abbastanza vicino, e continuando ad assistere anche come stava atterrando rovinosamente.

    Congelatosi per diverso tempo, il bandito non distolse subito il suo sguardo, fissava il golem di pietra anche quando era ormai rimasto a terra. Poi si girò in direzione delle due umane.

    Kara! Stai bene? Una Karasu in pensiero, immediatamente le accorse per accertarsi delle sue condizioni. Scusami per prima... Ti sei fatta male? Queste e molte altre domande voleva farle, tra cui anche se aveva mangiato bene negli ultimi tre giorni.

    Il Golem di pietra è stato momentaneamente messo fuori gioco ma non sconfitto. Non si potrà rialzare fino al prossimo giro, questo vi dà ancora un po' di tempo per poter parlare.
     
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    Kara, urlando verso Karasu, attirò inavvertitamente a sé l'attenzione del golem.

    Oh-oh.

    Una voce le risuonò in testa.
    CITAZIONE
    Cosa diamine fai!? L'hai appena fatto girare verso di te!

    Leon?! Sei ancora vivo...?

    Ma non aveva tempo per le distrazioni. Quel gigante di pietra si stava dirigendo verso di lei e stava per sferrarle uno dei suoi devastanti attacchi. Il cavallo era lontano. Nei dintorni, nessun riparo in cui nascondersi. Il braccio del mostro si stava rapidamente schiantando su di lei.
    CITAZIONE
    KARA! SCHIVA QUEL PUGNO!

    Quasi come se fosse stato quel suggerimento stesso a dare il comando ai suoi muscoli, Kara scattò immediatamente verso destra. Tuttavia, in quella frazione secondo, notò che il suo tempo di reazione e la portata del suo movimento non sarebbero stati sufficienti per schivare quel colpo. Istintivamente, incrociò le braccia di fronte al suo viso, chiuse gli occhi e si preparò all'impatto, il quale, con sua sorpresa, si rivelò tuttavia molto più blando del previsto, sebbene sufficientemente forte da farla finire a terra.
    Riaprì gli occhi: Karasu era davanti a lei. La giovane hunter bloccò quel colpo con la sua mera forza fisica. Dopo aver respinto il braccio del gigante, ne giunse un secondo. Karasu riuscì a fermare anche quello e, dopo che una scarica elettrica dal cielo centrò in pieno il nemico, ella lo sbalzò in aria. La minaccia sembrava sventata, tra gli occhi increduli di Leon e della ragazza dagli occhi rossi.
    CITAZIONE
    Kara! Stai bene?
    Scusami per prima... Ti sei fatta male?

    Kara non rispose ad alcuna delle sue domande, ma si avvicinò velocemente a lei e la abbracciò, affondando il viso sulla sua spalla.
    Fu in quel momento, il primo, dopo tanti giorni di costante stato di allerta e tensione, che la ragazza finalmente sentì di potersi rilassare per qualche secondo. Lo stress, la paura e la fatica accumulate la fecero scoppiare in un pianto liberatorio e incontrollato. Tra i singhiozzi, replicò a Karasu.

    Sono felice di rivederti...

    Grazie a quello sfogo riuscì a recuperare parte della sua lucidità e compostezza, al che una decina di secondi dopo si staccò da lei.

    ...scusami, non volevo.. - Si asciugò frettolosamente le lacrime strofinandosi la manica della sua maglietta sul viso, sforzandosi di riacquisire uno sguardo serio e determinato. - Avrei tante domande da farti, riguardo a quello che hai appena fatto... Ma ora come ora vorrei solo andarmene da qui.
    .... quell'affare...
    - volse lo sguardo al golem immobile - .. l'hai sconfitto? Hai intenzione di recuperare il suo nucleo?

    Spostò infine la sua attenzione su Leon, in lontananza. Era sempre più confusa riguardo a lui. Sembrava un individuo senza cuore e scrupoli, ma di tanto in tanto mostrava di tenere a lei, per qualche motivo. Nonostante il suo comportamento, e sebbene nutrisse ancora un marcato risentimento verso di lui, Kara, forse perché genuinamente di indole troppo indulgente o forse perché vedeva effettivamente del buono in lui, non era dispiaciuta dal fatto che fosse ancora in vita. Cercò una comunicazione telepatica con il bandito.

    ...sei ferito?

     
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    Pensato.
    Parlato.


    Anch'io sono felice di rivederti. Sono stata davvero in pensiero per te, ovviamente anche Kangaeru che è venuto con me per cercarti. Replicò gentilmente a Kara, lasciandosi abbracciare. La cacciatrice intuì che non era stato per nulla facile a lei. E vedo che non ti sei fatta niente, è un sollievo.

    Dopo un po' di tempo la ragazza cercò di ricomporsi come poteva e togliendosi, ignara, da una Karasu che la stava fissando, solamente più intenerita che scontenta di quel abbraccio. Giunti al termine del breve momento di riunione, l'attenzione venne spostata sull'esito del corto scambio di colpi, tra la cacciatrice e l'automa, e sull'intenzione di reclamare il nucleo di quest'ultimo.

    Nucleo? Le chiese con curiosità. Non conosco tutti i dettagli. Ma avevo già sentito qualcosa mentre stavamo passando per il villaggio sul lago. Poi seguì lo sguardo dove Kara stava rivolgendo la prima domanda. Purtroppo è solo fuori gioco ancora per un po'. Vedo ancora la sua forza vitale fluire attorno. Ma credo di poterlo abbattere.

    Leon

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Si stava ripetendo nuovamente, quel bizzarro fenomeno. Il canale telepatico mantenuto tra il bandito e Kara in tutti quei giorni era nuovamente interrotto, come reciso. Non poteva più comunicarle o rispondere indietro, come sull'ultima domanda fatta che non gli era giunto. In quel momento Leon si intromise nella loro conversazione iniziata.
    Vorrei proprio sapere come. Disse mentre si avvicinava, fermatosi di un paio di passi dalle due. Quel Golem di pietra è indistruttibile, nessuno dei nostri attacchi l'hanno minimamente scalfito finora. Incrociò le braccia per poi continuare. Avrei davvero desiderato che fosse puramente un'esaltazione, ma ogni parte del racconto ha descritto fedelmente le caratteristiche di quest'avversario, tra cui la sua virtuale invincibilità. Alzato un avambraccio e con un gesto di mano, aggiunse. Non lo puoi abbattere con mezzi convenzionali, cacciatrice.

    Karasu

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Giunto alla sua attenzione, ascoltò cosa aveva da dire la formichimera. Lo sguardo della cacciatrice era completamente cambiata, il suo viso non mostravano più i tratti gentili di una dolce ragazza. Mantenne contatto visivo e gli occhi, prima un po' socchiusi e in seguito riaperti, con la solita relativa curiosità, osservando per la prima volta il responsabile del rapimento di Kara. Karasu avanzò verso di lui, la giovane ragazza dietro di lei.

    Questo tipo di golem... è vulnerabile ai colpi di martello. Rispose senza tanti giri mentre puntava con il dito sulla creatura di pietra ancora distesa.

    Leon

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Colpi di martello? Il mutaforma, riflettendo su quelle parole, chiuse per qualche momento le proprie palpebre laterali per poi riaprirle. Aveva anche notato come Karasu lo guardava, era uno sguardo che Leon non poteva permettersi di ignorare con tanta leggerezza.

    Supponiamo che ci sia un martello qui nelle vicinanze. Magari proprio dove c'è quel villaggio raso al suolo... Proseguì il bandito, scegliendo cautamente le proprie parole. Come si può trovare? Per come è stato ridotto sarebbe come cercare un'ago in un pagliaio...
     
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    CITAZIONE
    Anch'io sono felice di rivederti. Sono stata davvero in pensiero per te, ovviamente anche Kangaeru che è venuto con me per cercarti.

    A quelle parole, Kara rabbrividì e spalancò gli occhi. Non si trattava ovviamente di brividi di paura, ma di un effetto della forte emozione che stava provando in quel momento.

    Era in pensiero per me... Sono venuti a cercarmi...

    Non si sarebbe mai aspettata che qualcuno si spingesse a tanto, unicamente per lei. I suoi occhi si fecero di nuovo lucidi, ma in quell'occasione s'impegnò a trattenere le lacrime. Per distrarsi e aiutarsi a farlo, si avvicinò a Kangaeru, chinandosi per raggiungere la sua altezza e abbracciando anche lui. Non sapendo se quel gesto potesse infastidirlo oppure no, evitò di stringere con eccessiva forza e si limitò a cingerlo per un paio di secondi, concedendosi tuttavia qualche grattatina con le dita sulla nuca del volatile.

    Ti ringrazio, Kangaeru. Sei sempre molto gentile con me.

    Gli sorrise dolcemente, per poi tornare a colloquio con Karasu.
    CITAZIONE
    Nucleo? Non conosco tutti i dettagli. Ma avevo già sentito qualcosa mentre stavamo passando per il villaggio sul lago.

    A quanto pare questi golem hanno al loro interno un cuore artificiale, un nucleo di forma sferica. Suppongo recuperarli fosse uno degli obiettivi di Yomi.
    CITAZIONE
    Purtroppo è solo fuori gioco ancora per un po'. Ma credo di poterlo abbattere.

    Assurdo...
    Nel caso di Leon potevo darmi una spiegazione logica sulla sua forza, facendo lui parte di una specie misteriosa... ma lei sembra del tutto umana... com'è possibile che sia in grado di fare queste cose...? E' semplicemente... assurdo.


    Il bandito si avvicinò poi alle due, aggiungendosi alla conversazione.
    CITAZIONE
    Vorrei proprio sapere come. Quel Golem di pietra è indistruttibile, nessuno dei nostri attacchi l'hanno minimamente scalfito finora.
    Avrei davvero desiderato che fosse puramente un'esaltazione, ma ogni parte del racconto ha descritto fedelmente le caratteristiche di quest'avversario, tra cui la sua virtuale invincibilità.
    Non lo puoi abbattere con mezzi convenzionali, cacciatrice.

    Non mi ha risposto, prima...

    Lo squadrò da capo a piedi. Nonostante i colpi ricevuti e la valanga di macigni che gli furono caduti addosso, non sembrava essere troppo malconcio.

    La sua pelle è più resistente di quanto pensassi. E' rimasto praticamente illeso...

    Karasu, piuttosto sull'attenti all'incontro con la formichimera, si apprestò a piazzarsi tra lui e Kara e rispondere.
    CITAZIONE
    Questo tipo di golem... è vulnerabile ai colpi di martello.

    ...Davvero? Fuoco e fulmini non l'hanno scalfito, ma un semplice martello potrebbe fare a pezzi questo gigante?
    CITAZIONE
    Supponiamo che ci sia un martello qui nelle vicinanze. Magari proprio dove c'è quel villaggio raso al suolo... Come si può trovare? Per come è stato ridotto sarebbe come cercare un'ago in un pagliaio...

    Un martello...

    La sua memoria fotografica le stava suggerendo di aver visto un martello molto recentemente... ma dove e quando?

    Sicuramente non prima di arrivare al villaggio... c'era solo foresta... sulla barca forse? No, non mi pare...
    Dopo essere sbarcati, abbiamo preso il cavallo.. siamo andati al villaggio distrutto... abbiamo incontrato quel John...
    ...
    John!


    Nella sua mente, Kara rivisse il momento in cui quell'individuo svuotava la sua borsa a terra. Tra il contenuto vario, vi era anche un martello.

    Ma certo, tutto torna... Effettivamente parlava anche lui di speculazioni sul punto debole del golem.
    E Leon non lo sa...


    L'unico suo dubbio risiedeva nel cosa fare di quell'informazione. Era titubante sul fornire su un piatto d'argento la soluzione che avrebbe permesso al bandito di superare l'unico ostacolo che lo separava dall'ottenimento di quel nucleo. Spostò lo sguardo verso il viso di Karasu, di fronte a lei.

    Karasu gli ha dato quell'informazione senza farsi troppo scrupoli. Quindi.. le cose sono due. O è un diversivo per allontanarlo... o ha una fiducia tale nelle sue capacità da non preoccuparsi di poter dire troppo. Qualunque sia il caso, dovrei fidarmi di lei e del suo giudizio. E poi...

    Spostò nuovamente lo sguardo verso la formichimera.

    Per quanto ora sia "libera" dal suo controllo.. abbiamo comunque fatto un accordo. E lui, finora, ha rispettato la sua parte.

    Sospirò brevemente, poi prese parola.

    So dove trovarlo.

    Spiegò brevemente dell'incontro con John a Karasu, per poi rivelare a entrambi quanto aveva visto.

    Se non è finito dentro una delle spaccature nel terreno, dovrebbe trovarsi ancora lì.

     
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    Con un gesto del capo, la cacciatrice si rivolse alla corvochimera la quale sapeva già cosa andava fatto. Spiccò il volo abbandonando il campo di battaglia e sorpassando il gigante di pietra che incominciava a dare nuovamente segni di vita, rialzarsi e marciare contro i tre rimasti. Karasu prese a parlare.

    Karasu

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Kangaeru troverà il martello mentre al Golem ci penserò io. E tu, Kara, hai fatto un ottimo lavoro! Poi fissò la formichimera, rimasta in disparte ad ascoltare. Decise infine di parlargli. Una piccola tregua. Ti aiuterò ad abbattere l'automa, dopodiché, io me ne andrò via con Kara. Sei d'accordo?

    Da quando ricevette la rivelazione sul punto debole, Leon rimase alquanto sospettoso sulle parole della cacciatrice. Si chiese dove volesse andare a parare. Nemmeno sondarle segretamente la sua mente lo aiutò a comprendere. Non trapelò fuori alcuna macchinazione, così come la proposta era genuina.

    Hmpf. Perché dovrei accettare? Hai appena confuso l'ordine, mi hai rivelato per prima la sua debolezza. Posso farlo da solo adesso. Replicò Leon. Al che la cacciatrice controbatté. Non lo vuoi il nucleo?

    A quelle parole, il bandito sussultò. Cosa? Karasu ripeté. Puoi tenerti il nucleo. Non mi interessa prenderlo. Sono venuta qui per Kara, ma il golem lo abbattevo comunque. Non hai motivo per rifiutare.

    Leon

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Questa ragazzina... Il nucleo, è mio? Ti sta davvero bene? Chiese, ancora perplesso. La cacciatrice rispose con un secco: Sì. Il bandito ci voleva vedere più chiaro. Cosa ti rende così sicura? Potrei semplicemente usare il golem contro di voi a mio vantaggio. Non ho alcuna ragione per ascoltarti o aiutare degli umani. Ti fidi a tal punto di me?

    Perché altrimenti saresti venuto fin qui? Se fin dall'inizio la tua intenzione non fosse quello di aiutare, non mi avresti neppure apertamente avvisato dell'invulnerabilità del golem. Gli rispose Karasu. ... Quelle parole lo avevano preso alla sprovvista, non disse nulla per un po'. Ma la cacciatrice continuò. E non mi fraintendere. In circostanze molto diverse non ti avrei detto nulla, se non mi fossi sembrato, per un attimo, di tenerci davvero alla vita di Kara. Rimase ancor più colpito dalle sue parole, anche stavolta non riuscì a risponderle. Ed è anche per questa ragione... Percepì di nuovo quello sguardo dall'umana. ...che ti sto lasciando vivere.

    Il mutaforma rabbrividì, l'umana che gli parlava non stava affatto bluffando. Era sempre stato sicuro delle sue capacità di poter sopravvivere in uno scontro con gli umani come lei. Ma il suo istinto gli suggeriva di non metterla alla prova.

    Non era neppure una situazione comparabile a quella del mercenario. Non era mai stato in grado di leggerlo, a lei invece sì, anche chiaramente. Ed era assolutamente sicura di quello che diceva. Mi vuole cedere il nucleo e lasciarmi andare... Contemplò l'idea, si sarebbe risparmiato un sacco di pene indubbiamente, un sacco di fastidi. Rifiutare, per cosa doveva rifiutare? La cacciatrice non voleva neppure vendicarsi.

    Ti sbagli solo su una cosa. Prese Leon, rimasto girato ad attendere il loro avversario. Io non ci tengo alla vita di nessuno... Vi sto dando una mano per abbattere più in fretta il golem e reclamare ciò che mi spetta!

    Karasu non distolse subito lo sguardo. Ah sì? Devo essermela immaginata allora. Quindi accetti?

    Leon lasciò andare giù le braccia. Sì... accetto. Poco prima mi sembravi solo imprudente e sfacciata, non ho cambiato idea, ma ora non sono più sicuro di cosa pensare. Una volta preso il nucleo, le nostre strade si separeranno e torneremo nemici. Chiaro?

    Karasu

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    Il sentimento è reciproco. Non mi sono per nulla dimenticata di quello che hai fatto. Comunque, sono Karasu. Si presentò al mutaforma.

    Leon. Ricambiò brevemente. ... La formichimera continuò a sentire il suo sguardo in silenzio. Cosa c'è adesso?

    Sei un qualche tipo di drago? Chiese Karasu, per ammazzare l'attesa.

    Leon rimase leggermente sorpreso dal ricevere una simile domanda. ...sono una formichimera, non si vede? Perlopiù un serpente.

    Capisco... Riprese la cacciatrice. ...quindi un basilisco? Il bandito non parlò. Lei intanto motivò la sua risposta. So quello che hai fatto a Bill... Il morso di un basilisco può congelare istantaneamente le loro prede: pochissime creature conosciute possono vantare di farlo... E tu sembri condividere con loro un meccanismo molto simile.

    Il bandito formichimera non confermò né smentì. Ma l'idea che si fece inizialmente della cacciatrice cominciò a cambiare radicalmente.

    Leon avanzò. Sta arrivando. Karasu seguì. Sì. sono pronta. Il primo riprese. Anch'io.

    Kara. Si girò verso di lei la cacciatrice. Sai già come si muove, vero? Avvisaci cosa sta per fare quando lo vedi attaccare, mi aiuterà a capire come rispondere. Ok? Non lo faremo avvicinare a te.

    ???

    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.


    La formichimera Leon e l'umana Karasu erano davanti, con Kara lasciata nelle retrovie. Uno dei suoi due principali avversari che guardava lo avvicinò. Ebbene sì, sono ancora vivo. Mi hai solo fatto solletico! Provocò Leon.

    Invece Karasu squadrava silenziosamente il gigante per poi rivolgersi al suo nuovo alleato. Visto che i nostri attacchi non avranno comunque effetto, limitiamoci a difenderci per ora. Proseguì il bandito. E poi con il martello ci muoveremo più aggressivi.
    Il Golem utilizza tre tipi di attacchi, semplici ma letali, nessuna di queste conosciute. Kara deve decifrare i suoi pattern e movimenti, mentre osserva il corso della battaglia, e suggerire su come agire.

    Prima di ogni post farai un lancio del dado, 1 da 5, il numero uscito farà da moltiplicatore per Intelligenza base. Una volta compresa la natura di un Colpo (ancora sconosciuto), questa sarà nota a tutti i presenti per il resto della battaglia.

    Per comprendere uno specifico colpo e garantire la tua riuscita, devi avere per quel turno un'Intelligenza alta almeno quanto viene richiesto dal Colpo usato.

    Partì uno dei primi colpi del Golem, seguitò un altro. I pugni colpirono separatamente il terreno, alzando due distruttive onde d'urto, queste viaggiarono per raggiungere e colpire due bersagli diversi.

    Fase offensiva del Golem (su Karasu e Leon):
    Uso: 2° Colpo (x2).
    Tenacia residua: 100-100=0%

    Forza (800x3=2400)+250=2650 verso Karasu;

    Velocità: 100x3=300

    Forza (800x3=2400)+250=2650 verso Leon.

    Velocità: 100x3=300

    1° Colpo
    ??? (Intelligenza richiesta: 200)

    2° Colpo
    ??? (Intelligenza richiesta: 300)

    3° Colpo
    ??? (Intelligenza richiesta: 500)

    Vita del Golem: 10000.
     
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