Allenamenti di Zaiden Renard

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    1° Allenamento:
    Poco dopo aver lasciato la Città delle Stelle Cadenti
    Sotto un ponte, da qualche parte

    Zaiden Renard
    Narrato Pensato Parlato

    Aveva iniziato a piovere all'improvviso e in poco tempo si era trasformato in un vero e proprio acquazzone. Zaiden era già zuppo quando era finalmente riuscito a trovare riparo sotto un ponte di pietra; sopra di esso passavano delle rotaie (quelle che Zaiden stava seguendo per arrivare a York Shin City) e sotto c'era il letto di un piccolo fiume che sembrava essere asciutto da tempo.
    Il ragazzo non sapeva quanto distasse la prossima città e, in ogni caso, era impensabile continuare a viaggiare con quel tempaccio. Così posò la borsa e si sedette a terra, la schiena appoggiata contro il muro del ponte. Strinse a sè le gambe e appoggiò la testa sulle ginocchia, cercando di riposarsi un po'.

    Viaggiare, certo, è divertente, ma cavarmela da solo è più difficile di quanto pensassi.

    Tuttavia il ragazzo era bagnato fino all'osso e in poco tempo il suo corpo iniziò ad essere scosso dai brividi. Con un lungo sospirò si rialzò, si tolse il cappello da cuoco e il grembiule; estrasse la mannaia e lsciò cadere a terra il suo fodero di cuoio.

    Chi ha tempo non spreghi tempo, giusto? Posso approfittare della sosta per allenarmi un po', mi aiuterà anche a tenermi caldo.

    Zaiden voleva allenare i muscoli, ma prima aveva bisogna di scaldarli. Camminò fino al centro del letto del fiume, dove non c'era che un sottile rigagnolo d'acqua, e si mise in assetto da combattimento. Iniziò a menare fendenti contro nemici immaginari, talvolta scansandosi o balzando indietro per evitare i loro contrattacchi. Il suolo era irregolare, disseminato di sassi e pietre, e parte della concentrazione del ragazzo serviva a non farlo inciampare. Nella sua mente cercò di ricreare le tecniche di combattimento della sorella, che aveva osservato sin da quando ne aveva memoria, sforzandosi però di adattarle alla propria arma, più grossa e pesante.
    I muscoli iniziavano a scaldarsi e il ragazzo si fermò un momento per togliersi la camicia dell'uniforme, usarla per asciugarsi il viso e poi gettarla da parte. A quel punto avrebbe potuto passare agli esercizi per i muscoli, ma c'erano ancora un paio di scenari che voleva provare, così inspirò a fondo e ricominciò a menare fendenti. Data la sua modesta statura, sapeva di partire svantaggiato contro gli avversari più alti, quindi si concentrò su quel tipo di situazioni, diresse i propri attacchi alle gambe dei suoi nemici invisibili.
    Passò quasi un'ora, prima che si sentisse soddisfatto.


     
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    2° Allenamento:
    Poco dopo aver lasciato la Città delle Stelle Cadenti
    Sotto il medesimo ponte

    Zaiden Renard
    Narrato Pensato Parlato

    Una volta che si fu riscaldato, Zaiden ripose con cura la propria mannaia e decise di iniziare con l'allenamento muscolare. Si diede un'occhiata in giro: c'erano molte rocce sul letto del fiume e lui si mise a cercare quella che faceva al caso suo.
    La prima che sollevò era troppo leggera, la seconda troppo pesante. La terza era coperta di muschio, troppo umida e scivolosa. La quarta... sì, poteva andare. Sollevò le braccia davanti a sè, la pietra ancora tra le mani, e allargò leggermente i piedi. Piegò le ginocchia e si abbassò il più possibile, pur tenendo la schiena dritta e i talloni posati a terra. Si sollevò energicamente, rimettendosi in piedi. E, così, cominciò a fare i piegamenti sulle gambe.

    ... nove... dieci... undici...

    Mentre contava, la mente di Zaiden lo riportò indietro, a quando era bambino. Sua sorella lo portava sempre con sè quando aveva un incarico e gli diceva di chiudere gli occhi e contare.

    ... diciotto... diciannove... venti...

    Lui ubbidiva, teneva gli occhi chiusi finchè le urla non finivano. Col tempo Uralyn era diventata molto efficiente, ma all'inizio era stata anche lei una principiante e le sue uccisioni arrivavano a protrarsi per diversi minuti.

    ... venticinque... ventisei... ventisette...

    In realtà il ragazzo non ricordava la prima volta che aveva disubbidito e aperto gli occhi, ma da allora non aveva più saputo distogliere lo sguardo.

    ... trentaquattro... trentacinque... trentasei...

    Sia Uralyn che la vittima di turno erano così... vivi, in quei momenti. Come se fossero riusciti a scrollarsi di dosso il grigiore del Ryuuseigai, quella rassegnazione capace di trasformare le persone in cadaveri viventi.

    ... quarantuno... quaranta due... quarantatrè...

    Zaiden era finito più volte a pensare che, se solo avesse continuato a dare retta a sua sorella, forse sarebbe diventato un ragazzo normale. Forse lei non lo avrebbe mai guardato come si guarda una causa persa.

    ... cinquanta!

    Zaiden lasciò cadere la pietra, che si spezzò in due davanti a lui; per un momento rimase immobile a fissarla, mentre riprendeva fiato, poi fece un sonoro sospiro.

    Ecco, adesso mi tocca di cercarne un'altra.


     
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    3° Allenamento:
    Poco dopo aver lasciato la Città delle Stelle Cadenti
    Sotto il medesimo ponte

    Zaiden Renard
    Narrato Pensato Parlato

    Dopo altre due serie da cinquanta piegamenti, Zaiden sentì la forza nelle proprie gambe venir meno. Non ci si poteva far nulla, si disse, in fin dei conti aveva camminato per giorni, sin da quando aveva lasciato il Ryuuseigai. E la strada per York Shin era ancora lunga.
    Però continuava a piovere e Zaiden non era ancora soddisfatto del proprio allenamento.
    Allora scelse la zona più pianeggiante e regolare che trovò, lì sotto al ponte, e tolse di mezzo alcuni sassi e pietre che stavano tra i piedi. Si mise a terra, appoggiandosi sui palmi delle mani e sulle punte dei piedi: era il momento di dedicarsi alle flessioni. Aveva bisogno di mantenere allenati i muscoli delle braccia per poter maneggiare al meglio la sua mannaia.
    Inizialmente si limitò a delle semplici flessioni poi, quando ebbe preso un buon ritmo, si diede più spinta e iniziò a battere le mani tra un piegamento e l'altro.
    Purtroppo il suolo era troppo ghiaioso e ad ogni ripetizione gli feriva i palmi delle mani.

    Ngh, non è proprio l'ideale.

    Cambiò strategia. Mise tutto il peso sulla mano destra e, lentamente, sollevò il braccio sinistro e lo portò dietro la schiena. Continuò le flessioni, questa volta su un braccio solo.
    Per un po' continuò a passare da un braccio all'altro poi, quanto i muscoli iniziarono a minacciare di cedere, ricominciò a fare le flessioni con entrambe le braccia. Alla fine, quando davvero non ce la fece più, si rimise in piedi e si trascinò fino all'angoletto dove aveva lasciato le proprie cose. Si sedette ancora una volta con la schiena contro il muro e, soddisfatto del proprio lavoro, decise di essersi meritato un po' di riposo.

    Ci sono ancora diverse ore di luce. Appena smetterà di piovere... mi rimetterò in cammino. Mi riposo solo un momento... giusto qualche... minuto...

    Si addormentò senza nemmeno rendersene conto, la mente che vagava verso le avventure che lo aspettavano, i luoghi che non aveva ancora visto e il misterioso esame per diventare hunter.


     
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    1° Allenamento (seconda settimana):
    Poco dopo aver lasciato la Città delle Stelle Cadenti
    La periferia di una cittadina non troppo distante da York Shin City

    Zaiden Renard
    Narrato Pensato Parlato

    Non era esattamente quello che Zaiden aveva in mente quando aveva deciso di trovarsi un lavoretto. Avrebbe voluto poter lavorare in cucina, gli sarebbe piaciuto davvero, ma gli era stato detto che senza una qualche qualificazione non lo avrebbe assunto nessuno. Era una vera ingiustizia, secondo lui: sapeva cucinare e anche bene eppure, senza un pezzo di carta che lo attestasse, nessuno lo prendeva sul serio.
    Alla fine aveva trovato lavoro per una ditta piuttosto sospetta, piena di tipacci loschi; lui aveva solo bisogno di qualche soldo per rimettersi in viaggio, quindi non gli importava più di tanto cge i loro affari sembrassero, come dire, non proprio legittimi. Inoltre gli erano stati affidati solo incarichi di poco conto. Quel giorno, ad esempio, doveva solo scaricare degli scatoloni da un camion e stiparli in un magazzino al quinto piano di un palazzo grigio e anonimo.
    Il ragazzo sollevò il primo scatolone e lo scoprì molto più pesante di quanto avesse immaginato. Si domandò distrattamente cosa potesse contenere, ma quella di non fare domande era una delle poche regole che gli erano state imposte, quindi scacciò quel pensiero.
    Saltò giù dal camion con lo scatolone in braccio, flettendo le gambe per attutire l'impatto dell'atterraggio. Si diresse verso le scale; il palazzo aveva un ascensore, ma sembrava essere fuiri uso.

    Cavoli, ci vorrà una vita... pensò Zaiden, mentre iniziava a salire la prima rampa.

    Quando arrivò finalmente al quinto piano, aveva la fronte imperlata di sudore e il fiato corto. Sarebbe stata un faticaccia, ma la paga non era male e, in fin dei conti, era un buon allenamento per i muscoli delle gambe.
    Tornò giù e questa volta provò a sollevare due scatoloni insieme.

    ...uff! ...sì, ce la posso... fare.. !

    Salì di nuovo tutte quante le scale, un po' più lentamente di prima.
    La terza volta, inserì qualche breve scatto durante la risalita. La quarta volta salì due gradini alla volta. Sembrava quasi un gioco, in questo modo, sforzandosi di trovare ogni volta una nuova difficoltà da inserire.
    Fu un buon allenamento, e lo aiutò a far passare il tempo più in fretta, nonostante quel compito così monotono. Alla fine ci vollero quasi quattro ore, ma ogni singolo scatolone era stato spostato e piazzato esattamente dove doveva essere.
    Zaiden si asciugò il sudore dalla fronte e ammirò il frutto del proprio lavoro.


     
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    2° Allenamento (seconda settimana):
    Poco dopo aver lasciato la Città delle Stelle Cadenti
    La periferia di una cittadina non troppo distante da York Shin City

    Zaiden Renard
    Narrato Pensato Parlato

    La cosa migliore dei suoi loschi datori di lavoro era che permettevano a Zaiden di dormire in un piccolo magazzino. Si trattava di un seminterrato, un locale buio e umido. Però, ehi, era comunque meglio che dormire all'aperto.
    Quella notte il ragazzo aveva fatto un brutto sogno; non lo ricordava nei dettagli, ma si era sicuramente trovato in una sorta di bosco nel quale, gli pareva di ricordare, ogni cosa era di una diversa tonalità di rosso.
    Si era svegliato di soprassalto, madido di sudore, con ancora una sensazione di disagio che indugiava ad abbandonarlo.
    Guardò verso le finestrelle nella parte più alta delle pareti, e si accorse che fuori era ancora buio: aveva almeno un paio d'ore, prima di dover iniziare a lavorare.
    Zaiden prese un bel respiro e si rimise in piedi.
    Piegò la testa da un lato e poi dall'altro, sia per stiracchiare il collo (dormire per terra non si stava rivelando molto salutare), sia per finire di schiarirsi la mente dai rimasugli di quello strano sogno.
    Si diede un'occhiata in giro, dando il tempo ai propri occhi di abituarsi al buio; non c'era granchè nella stanza, a parte i suoi averi, il sacco a pelo e svariati scatoloni.
    Quando i suoi occhi si furono finalmente abituati alla scarsa luce, iniziò a distinguere le svariate tubature che si trovavano nella stanza,
    Sembravano vecchie, sì, ma piuttosto solide. Si avvicinò a una parete e si mise con la schiena contro il muro, sollevandosi sulle punte dei piedi fino a riuscire ad afferrare un tubo metallico sopra la propria testa.
    Strinse le dita attorno al metallo e iniziò a fare le trazioni; ormai era sveglio, in ogni caso, quindi tanto valeva impiegare il tempo i modo produttivo.
    Continuò a sollevarsi sulle braccia, mentre una parte della sua testa cercava di richiamare alla memoria l'incubo che aveva avuto. Aveva qualcosa a che fare una vecchia fiaba e Zaiden aveva la sensazione di essersi trovato al tempo stesso nei panni di Cappuccetto Rosso e in quelli del lupo.
    Continuò a sollevarsi sulle braccia, ancora e ancora, finchè non notò le prime luci dell'alba profilarsi all'orizzonte.

    Aaahhh... è quasi ora di mettersi a lavoro.

    Il ragazzo appoggiò i piedi contro la parete alle proprie spalle, si diede una spinta e saltò, atterrando poco più in là.
    Non era stato male, come allenamento mattutino.




    Edited by Agonia.Altrui.Company - 19/12/2022, 10:59
     
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    3° Allenamento (seconda settimana):
    Poco dopo aver lasciato la Città delle Stelle Cadenti
    La periferia di una cittadina non troppo distante da York Shin City

    Zaiden Renard
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    Era andata a finire... male, com'era prevedibile. Qualcuno aveva fatto irruzione nel magazzino durante la notte e Zaiden non sapeva se si trattasse delle forze dell'ordine o di una specie di banda rivale. Era stato troppo impegnato ad arrampicarsi sopra uno scaffale per poi infilarsi in una finestrella. Uscì in una viuzza stretta e ingombrata dai bidoni della spazzatura e, quando sentì qualcuno urlare alle proprie spalle, non esitò un momento prima di mettersi a correre nella direzione opposta. Scansò un bidone, ne saltò un altro, al terzo diede un bel calcio riuscendo a fargli colpire le gambe dell'inseguitore più vicino.
    Il ragazzo sbucò sulla strada maestra, ma a quell'ora della notte anch'essa era deserta. Sapeva di non aver tempo di riflettere, così scelse una direzione a caso e continuò a correre. Pensò distrattamente al proprio sacco a pelo, che era stato costretto ad abbandonare, ma almeno era riuscito ad agguantare la borsa e la mannaia.
    Non aveva bisogno di voltarsi per sapere che lo stavano braccando, i passi e le minacce dei suoi inseguitori riecheggiavano alle sue spalle, ma lanciò comunque un'occhiata per farsi un'idea precisa della situazione.

    Ugh! Quattro uomini, tutti ben piazzati. Voltarsi a fronteggiarli è escluso.

    Così continuò a scappare.
    Per un po' cercò di seminare i suoi inseguitori con la velocità, ma gli uomini erano più alti di lui, avevano una falcata più ampia, e non sembrava esserci modo di distaccarli. Inoltre, Zaiden non sapeva quanto a lungo avrebbe potuto mantenere quel ritmo. Mentre sentiva il cuore rimbombargli nelle orecchie, desiderò di aver dedicato più tempo ad un esercizio fondamentale come la corsa.
    In ogni caso, bisognava cambiare strategia.
    Il ragazzo iniziò ad infilarsi nei vicoli più stretti che trovava, tentando di mettere tra sè e gli inseguitori quanti più ostacoli potesse. Saltò una staccionata, scese a balzi una scalinata di pietra e alla fine, quando la sua corsa lo portò in un vicolo cieco, dovette arrampicarsi su una gondaia.
    Dopo un lungo inseguimento, il ragazzo raggiunse la stazione ferroviaria e si guardò attorno: sentiva ancora le voci degli uomini, ma non li vedeva nei paraggi.
    I suoi muscoli delle gambe erano allo stremo, non aveva più fiato e la fuga rocambolesca gli aveva procurato diverse ammaccature. A corto di idee, Zaiden si infilò sotto un vagone e attese, in silenzio. Per un momento gli parve che le voci si avvicinassero, ma alla fine le sentì svanire in lontananza e potè tirare un sospiro di sollievo.

    Meglio aspettare ancora un po' e poi lasciare la città. Non voglio essere qui domani mattina.

    Siiiiigh...


     
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    Ricompense Prima Settimana: +20 Exp
    Ricompense Seconda Settimana: +25 Exp



    Ho controllato tra le notifiche e purtroppo non ho notifiche sulle tue ruolate, ora che ho risposto sicuro arriveranno (o almeno spero), in caso succeda di nuovo non farti problemi a farmelo notare di nuovo.
     
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6 replies since 21/11/2022, 12:21   102 views
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