Miniquest n° 03: Indizi Ancestrali.

Narrato - Pensato - Parlato 

Dolomir non prese bene le parole di Kara e, in preda alla rabbia, fece partire un colpo dalla sua pistola, che mancò la testa di Kara solamente di qualche centimetro. Quest'ultima si prese un grande spavento, ma cercò di non darlo a vedere. Deglutì, stringendo istintivamente un occhio per il suono assordante, e poi lanciò un'occhiataccia all'uomo. Nel mentre, il ragazzo con il radar ordinò all'uomo di calmarsi e accettò la via diplomatica.

La giovane annuì.

Kara.

Rubato...?

Balt... per questa gente sarebbe solo un pezzo da collezione..?

Kara, dentro di lei, stava decisamente perdendo la calma, ma sapeva che esternare il suo disappunto non avrebbe creato che complicazioni, perciò raccolse tutto il suo autocontrollo per non far trasparire alcuna emozione.

Aggiunse Gaudiul, mostrandole lo schermo del radar. La giovane spalancò gli occhi.

Cosa?? No.. Hystoria.... perché lo stai facendo...?

Concluse, tendendo la mano davanti a sé in attesa dell'oggetto. Kara abbassò lo sguardo, osservando la mano di Gaudiul.

Se tutto ciò che mi ha detto è la verità... se gli consegno quel dispositivo, per Balt è finita... Qualsiasi cosa possa fare Hystoria e in qualsiasi luogo possano scappare, li troveranno sempre...
Pensavo davvero di poter restare fuori dalla questione... ma ora non più. Devo aiutarli.
Però... da sola non posso fare nulla. Se davvero stanno arrivando qui... devo prendere tempo.
Forse non servirà a niente, ma...

Quello che mi hai detto non corrisponde a quanto ho visto.

Rialzò lo sguardo in direzione del viso del ragazzo.

Anche se quel lupo fosse proprietà di quel... Prete... Ne parli come se Hystoria l'avesse portato via contro la sua volontà.
Balt... così si chiama... quando l'ho visto, mi ha dato l'impressione di provare un sincero affetto verso di lei, si è dimostrato protettivo nei suoi confronti e, finché non ha udito le vostre voci, sembrava in pace, sereno... il suo posto non è lì dove lo volete portare.

Fece un passo in avanti verso di lui, e continuò, con un tono di voce più basso.

Posso capire che un idiota come quello lì - spostò lo sguardo in direzione di Dolomir, poi di nuovo verso Gaudiul - non possa far altro che eseguire a bacchetta, senza porsi domande, gli ordini che gli vengono impartiti dai suoi superiori. Ma tu non sei come lui, tu sembri saper usare il cervello. Davvero non ti sembra sbagliato quello che stai facendo? Davvero per te la volontà di quell'animale non ha alcun valore? Penso che quel Prete possa tranquillamente fare a meno del suo... "pezzo da collezione"... ma Balt... Balt non può fare a meno della sua vita.
Non sto cercando di farti il lavaggio del cervello, il mio è un invito a ripensarci, usando la tua testa.

Fece una breve pausa, poi proseguì.

Oppure ne sei già consapevole, e lo stai facendo per ottenere qualcosa? Se così fosse, sono disposta ad aiutarti a procurartela in qualche altro modo. Probabilmente anche Hystoria lo farebbe, se portasse alla libertà di Balt.

Narrato - Pensato - Parlato 

Kara non riuscì a smuovere alcuna ragione nella mente di Gaudiul, trovò impossibile fargli cambiare idea con le sue parole. Egli vedeva Balt come un banale oggetto da collezione, i cui sentimenti non avevano valore. Niente di più. Per cui, spazientito dalla trattativa fallita, ordinò a uno dei suoi uomini di bloccarla in attesa dell'arrivo di Historya.
La giovane indietreggiò di un paio di passi, ma si fermò quando venne minacciata dall'uomo armato di pistola.

Cosa posso fare.... da sola... non posso fare nulla... Non sono neanche riuscita a guadagnare tempo... Perdonami, Historya...

Proprio quando ogni speranza sembrava perduta, un grosso lupo nero sbucò in modo impercettibile e fulmineo dagli alberi, azzannando Dolomir.
Gaudiul e Keldo rimasero pietrificati sul posto, confusi da ciò che stava accadendo, così come anche Kara, che provò inoltre un gran terrore alla vista di quella bestia che stava sbranando il braccio dell'uomo. Una scena estremamente cruda, a cui non era certamente abituata e preparata.

E'.... è un amico? O è semplicemente saltato addosso al primo che gli è capitato a tiro...?

La ragazza, tuttavia, comprese piuttosto velocemente che, sebbene terrificante, quella distrazione era la sua unica opportunità di ribaltare la situazione. Non aveva tempo di esitare, doveva sfruttare quell'attimo di trambusto per crearsi un vantaggio rispetto a Gaudiul e i suoi uomini. Cercò quindi, al meglio delle sue possibilità, di ignorare la paura e l'adrenalina che aveva in corpo in quel momento al fine di scegliere la sua migliore opzione.

Anche se non fosse un mio alleato... e decidesse di mangiarmi... sicuramente non mi basterebbe scappare adesso. Mi potrebbe raggiungere ovunque.
Tuttavia... neanche loro possono sapere se è un mio alleato oppure no.
A questo punto... o la va o la spacca.

Con i battiti a mille, Kara scattò verso la pistola a terra, la raccolse e la puntò immediatamente verso Keldo, tenendo d'occhio con la sua visione periferica i movimenti di Gaudiul.

Buttala a terra, subito!

Gli intimò con voce decisa, cercando di tener ferme le sue mani tremanti.
Poi deglutì nervosamente, conscia del fatto che quelli avrebbero potuto essere i suoi ultimi istanti di vita. Tutto dipendeva dalle intenzioni di quel lupo.

Narrato - Pensato - Parlato 

Gaudiul non ci pensò due volte e si allontanò velocemente, usufruendo del suo meccanismo con le corde, da quello scenario pericoloso. Notando con la coda dell'occhio il suo movimento, Kara gli puntò la pistola contro per una breve frazione di secondo, ma constatando che fosse ormai già troppo lontano e difficile da colpire, spostò nuovamente il mirino in direzione di Keldo che, subito dopo il compagno a terra, divenne il nuovo bersaglio della belva, la quale si avventò feroce su di lui. L'uomo, dopo avergli sparato al petto ed aver provocato la caduta dell'animale proprio a ridosso del suo corpo, si trovava ora a un passo dalla morte, con il lupo pronto a morderlo e terminare la sua vita. Kara, con la pistola ancora puntata in avanti, stava osservando la scena impietrita.

Tanti pensieri tutti insieme, uno sopra l'altro, riempirono la sua mente nell'arco di quei pochi centesimi di secondo, prima che prendesse una decisione.

"Non voglio..."
"Perché dovrei salvarlo? Poco fa mi hanno quasi uccisa."
"...sparare...."
"Sono cattivi."
"...non voglio...."
"Ma non meritano di morire."
"...sparare..."
"Quel lupo mi ha aiutata."
"...non voglio...."
"Ma ora li sta uccidendo."
"Se sparo, potrebbe morire" (rivolto al lupo)
"Se non sparo, potrebbe morire" (rivolto a Keldo)
"...non voglio sparare..."
"No, no, no, no, no!"

La sua logica non trovò una risposta. Il suo istinto le ripeteva a gran voce di non sparare. Odiava le armi, odiava far del male agli altri, e odiava più di tutto l'idea del togliere la vita a qualcuno.
Ma, contrariamente a tutto questo, premette il grilletto, mirando al muso del lupo. Chiuse gli occhi non appena il colpo partì. Il rumore della pistola risuonò forte nelle sue orecchie, il rinculo agì violentemente sulle sue braccia, che si spostarono rapidamente verso l'alto. Riaprì velocemente gli occhi, quasi come se avesse appena realizzato quello che aveva appena fatto, pentendosi della sua azione ancor prima di verificarne l'esito. Trattenne il respiro dal momento in cui premette il grilletto fino al momento in cui il proiettile raggiunse la sua destinazione.

Narrato - Pensato - Parlato 

Il proiettile che Kara sparò con la pistola colpì il grande lupo nero sul collo, il quale esternò un forte e straziante ululato per il dolore. Dagli occhi dell'animale sgorgarono lacrime, mentre tutto il suo corpo crollava a terra, apparentemente esanime e grondante di sangue. Gaudiul era già sparito, Dolomir si rialzò dolorante e con l'aiuto di Keldo si allontanò dalla radura. Dagli alberi si rivelò intanto la figura di Historya, giunta sul posto in groppa a Balt, che osservò impietrita e inorridita la scena che le si parò davanti. Il lupo steso al suolo mutò poi forma, assumendo le sembianze di una giovane donna dai capelli bianchi.

Kara, tuttavia, non notò nulla di tutto ciò. I suoi occhi erano spenti, persi nel vuoto, in direzione della vittima della sua azione. La sua bocca era socchiusa, e prendeva periodicamente tanto fiato a ogni inspirazione, come se dovesse scoppiare in un urlo o in un pianto sfrenato da un momento all'altro, ma sentiva come una stretta al cuore che le impediva di produrre alcun suono o esternare qualsiasi emozione.
La pistola le cadde dalle mani, e anch'esse, prive di alcuna forza che le sorreggessero in quella posizione, scivolarono lungo i fianchi della ragazza. Allo stesso modo, le gambe le cedettero, portandola a inginocchiarsi a terra, per poi sdraiarsi del tutto, assumendo una forma quasi fetale.

Quelle parole pronunciate da Historya furono l'innesco che la sbloccò da quello stato di shock, ma non fu un evento positivo: negli istanti subito successivi Kara ebbe a che fare con il peggior malessere che avesse mai provato nella sua vita. Il suo corpo, la sua mente e il suo spirito erano tutti in uno stato di sofferenza atroce. Nei suoi penseri, l'esperienza appena vissuta, la scena del lupo che veniva colpito dal proiettile e si accasciava al suolo, si ripeteva ancora e ancora. Tale era il ripudio e la repulsione per quello che aveva appena fatto che il suo corpo si sentì come intossicato da una sostanza nociva, portandola a dare di stomaco. Tale era l'odio che provava verso se stessa e verso quella sensazione che le dita delle sue mani, che la stavano come cingendo in un abbraccio solitario, affondarono le loro unghie nella carne del rispettivo braccio opposto. Tale era il pentimento che provava internamente che cominciò a piangere in maniera incontrollata, mentre gemeva e tremava a terra.
Si aggrappava a una vana speranza che quello fosse stato un brutto sogno, che da lì a poco si sarebbe risvegliata in un letto e che quella serie di avvenimenti sarebbe stata facilmente dimenticata. Ma non era così.

Basta... basta... fatelo smettere... non voglio più... non voglio... più...

Narrato - Pensato - Parlato 

Mentre si trovava ancora a terra, preda di quello stato di sofferenza fisica ed emotiva, Kara, nonostante in quel momento la sua vista fosse piuttosto annebbiata e sbiadita dalle lacrime, riuscì a malapena a notare che il lupo, o meglio la lupa a cui aveva sparato non era deceduta come credeva. La ragazza in cui si era trasformata sorprendentemente era ancora in grado di parlare, e non solo: dopo aver scambiato due parole con Historya, per qualche motivo morse il suo braccio, come se stesse assumendo una medicina per guarirsi.
Quella visione fu il miglior toccasana per il malessere di Kara che, sebbene fosse comunque ancora scossa per la sua azione, fu sollevata con tutta se stessa del fatto di non aver tolto la vita a qualcun altro, e recuperò gran parte della sua lucidità.

Sta bene... Non l'ho uccisa... Grazie... grazie al cielo... grazie.

Gli occhi continuavano a lacrimarle, ma stavolta erano lacrime di gioia e sollievo.

Devo scusarmi con lei... anche se ciò che ho fatto è imperdonabile... è il minimo che possa fare...

Con le mani e le gambe che le tremavano ancora leggermente, provò a rialzarsi in piedi, cominciando dal rimettersi in ginocchio, quando una voce alle sue spalle destò l'attenzione di tutti i presenti.

La giovane spalancò gli occhi, mentre si girava in direzione di Gaudiul. Proprio quando il peggio sembrava ormai passato, la sua vita era nuovamente in pericolo.
Egli teneva in mano una carabina e il suo sguardo era rivolto verso la direzione in cui si trovavano Historya e l'altra fanciulla. Tuttavia Kara non notò nessuno oltre a loro e Balt nei paraggi, portandola a domandarsi a chi stesse rivolgendo le sue parole.

Ha detto "capo"... Ma... a chi?

Più che alle sue parole, però, in quel momento Kara stava dando più importanza al suo gesto. La sua precedente sofferenza si mischiò a un forte sentimento di rabbia verso il ragazzo, già presente per la discussione intrattenuta precedentemente con lui e ora fortificata. Strinse i pugni sul terreno e fece del suo meglio per tirare fuori la voce, che risultò un po' strozzata a causa delle sue condizioni attuali.

Dopo che ho fatto quello che mi hai chiesto... salvato il tuo compagno da una morte certa... facendo una delle cose più disgustose che potessi fare...

E sobbarcandomi di un peso che mi porterò dietro per sempre....

Tu... tu avresti pure il coraggio di uccidermi...

Ancora a terra, si girò del tutto verso di lui, portandosi in posizione seduta e fissandolo negli occhi con uno sguardo colmo di risentimento, quasi incurante dell'arma che le stava puntando contro.

Come fai..? Come fai a vivere così... senza alcun riguardo verso gli altri? Senza alcun remore e ribrezzo verso le tue stesse azioni.... sei davvero così vuoto dentro?
Ciò di cui più mi pento... e provo vergogna... non è l'essermi coinvolta in questa situazione... non è l'aver ferito qualcuno con le mie mani...
...è l'aver creduto... anche solo per un attimo... che tu fossi umano. Mi fai schifo.

Narrato - Pensato - Parlato 

Gaudiul rispose a tono allo sfogo di Kara.

Tuttavia, nonostante le sue dure parole, la ragazza non distolse lo sguardo di sfida, colmo di odio e rabbia, che gli stava lanciando.

Quindi, siccome il mondo è marcio, diventi marcio anche tu? Non sei altro che una pecora che segue il gregge insomma, incapace di usare la tua testa e distinguere il giusto dallo sbagliato. Avevo ragione. Sei l'equivalente di un automa, privo di anima.

Una voce alle sue spalle, che fino a quel momento non aveva ancora udito, interruppe il loro botta e risposta verbale.

Si girò verso di lui, e rimase interdetta da quel colpo di scena. Balt... non era Balt, ma un individuo che Kira chiamò col nome di Kiru, suo fratello. Proprio come la sorella, egli cambiò forma davanti ai suoi occhi, divenendo un ragazzo dai capelli bianchi e gli occhi rossi. Un crocifisso pendeva dal suo collo. Per tutto quel tempo, l'animale che Hystoria e Kara stavano cercando di proteggere dal Prete, altri non era che il Prete stesso. I due consanguinei furono poi protagonisti di un acceso scambio sul loro passato e sulle loro prese di posizione, che Kara ascoltò molto attentamente. Al suo termine, Kira, colma di rabbia, si avventò in un attacco contro il fratello.
Quando poi notò che Gaudiul spostò il mirino della sua carabina in direzione dei due, Kara non esitò neanche un secondo e si alzò di scatto, afferrando e tenendo saldamente in mano la canna della stessa, mentre cercava di spostarla con forza verso l'alto.

Non te lo permetterò. Mi farò perdonare da lei.

Da quella posizione, sferrò poi un pugno carico di tutta la sua rabbia diretto al viso del ragazzo. Sebbene detestasse come al solito l'idea del far del male a qualcuno, in quel momento probabilmente detestava lui più di ogni altra cosa. Questo le permise di mettere da parte ogni inibizione che potesse avere.

Hystoria!!!
Non buttarti giù!
Non è ancora finita, Kira ha bisogno di te!

Le urlò da lontano, subito dopo, ma senza distogliere lo sguardo dal suo diretto avversario.

Narrato - Pensato - Parlato 

Come si poteva giudicare dal suo fisico, Gaudiul non dimostrò di essere particolarmente portato per il combattimento corpo a corpo. Kara spostò facilmente l'arma, impedendogli di sparare, e un sol colpo ben assestato le fu sufficiente per metterlo al tappeto.

Questo è per tutto quello che mi hai fatto passare...

La giovane, piuttosto sicura che il ragazzo non stesse fingendo e non si sarebbe ripreso a breve, si girò immediatamente verso Historya che, forse anche grazie alle sue parole, sembrava essersi schiarita le idee e aver raccolto tutta la determinazione necessaria per aiutare la sua amica.
La osservò mentre si frappose intrepidamente in mezzo ai due litiganti con l'intento di placare i loro animi.

Tuttavia, non ebbe il tempo di concludere la sua frase. In quella fase concitata, i due neanche si accorsero della sua presenza e, fatidicamente, uno dei tanti attacchi che si stavano scambiando ferì mortalmente la ragazza.
Kara sussultò e portò istintivamente le sue mani a coprirsi la bocca, come a soffocare quello che sarebbe stato un urlo disperato. I suoi occhi si fecero lucidi.

No... no... Historya...! No!!

A quelle parole Kira, addolorata per il tragico epilogo, non ci vide più dalla rabbia, rabbia che Kara percepì sulla sua stessa pelle e fece addirittura propria, e si lanciò all'inseguimento del fratello, appena scappato tra gli alberi che contornavano quella radura.
La giovane dai capelli castani, rimasta sola, s'inginocchiò a terra. Per la seconda volta in pochi minuti, si ritrovò emotivamente distrutta.

Non è giusto... non è giusto... Non doveva finire così...

Iniziò a piangere, singhiozzando.
Il dispositivo ancestrale che aveva in borsa parve prendere vita, vibrando e alzarndosi in cielo, ruotando vorticosamente ed emanando una luce quasi abbagliante. Un grosso lupo bianco, identico nell'aspetto che aveva Kiru in precedenza, giunse sul posto probabilmente richiamato da quel meccanismo, da cui ora si poteva udire un ultimo messaggio di Historya.

E' Balt... è il vero Balt...

Accompagnato da quelle parole, il lupo si accucciò intorno al corpo esanime della fanciulla.
Una scena piena di malinconia, che scatenò in Kara uno scorrere di lacrime sempre più incessante.
Istintivamente, si avvicinò ai due e raccolse tra le braccia il muso del lupo, posando la sua fronte su quella dell'animale e bagnando inevitabilmente il suo pelo con le sue lacrime.

Mi dispiace.... mi... dispiace....

Le sue parole si alternavano a sonori singhiozzi.

Vivi a lungo Balt... Proteggi Kira... tenete duro...
Ti prometto... che un giorno sarò più forte....
Ti prometto... che vi aiuterò...
Ti prometto... che farò di tutto... per realizzare il desiderio di Historya...

Dopo qualche minuto passato insieme a lui in quella posizione e aver recuperato un minimo di compostezza, Kara si alzò e si diresse verso il corpo ancora a terra di Gaudiul.

Ti sembrerà assurdo... ma nonostante tutto non riesco proprio a provare piacere per quello che ho fatto...

Sapeva che non l'avrebbe sentito, ma sentiva comunque il bisogno di rivolgergli quelle parole. Raccolse le armi da fuoco rimaste nei paraggi e, per scrupolo, svuotò i rispettivi caricatori nella sua borsa.

Probabilmente mi illudo... ma... nel profondo, spero davvero che tu possa ritrovare te stesso...
Il mondo è marcio... questo è vero... ma forse possiamo ancora cambiarlo... potrebbe essere solo una vana speranza... ma aggrapparmi a questa speranza è l'unico modo che ho per andare avanti...

Prese il suo cappellino e lo posò delicatamente sul petto del ragazzo, lasciandoglielo in dono come suo ricordo.
Poi raccolse da terra quel che era rimasto di quel famigerato dispositivo ancestrale: un peculiare anello su cui era inciso il nome di Historya. Lo mise al suo indice sinistro, mentre volgeva un ultimo sguardo a Balt, facendo del suo meglio per non riprendere a piangere e cercando la forza necessaria per separarsi da lui.

Una volta tornata in un luogo civilizzato, avrebbe poi informato delle coordinate e pagato di tasca sua chi di competenza per donare una degna sepoltura ad Historya, richiedendo in particolar modo che le sue ultime parole venissero incise e rese disponibili alla conoscenza di tutti.