Quest 02: Una scorta disperata

Kodama Zaoldyeck Asakura Isaac Gardner

"Sentite. Voglio proporvi un'idea. Anche se il viaggio si rivelerà tranquillo, vorrei prendere delle precauzioni. Per proteggere al meglio il signor Bones, qualcuno deve stare avanti vigile e uno resterà a fare da retroguardia, il terzo sarà la guardia del corpo a suo fianco. Siete d'accordo?"

Probabilmente aveva ragione, Isaac era cosciente del fatto che per agire al meglio la scorta doveva assumere diversi ruoli e compiti. C'era solo un problema: quella non era una vera scorta.
ZanHel propose così una divisione che prevedeva il ragazzo come guardia a stretto contatto con l'uomo; lui non poté non prendere la palla al balzo.

«Per me va bene, agiremo meglio così. E senza ostacolarci.»

Un passo in avanti per rimanere solo con Bones. Tutto proseguiva migliorando la sua situazione quando però si accorse che si stavano sempre più avvicinando al cancello.

*Intendeva quindi proprio raggiungere letteralmente i confini?*

Ed infatti era così: raggiunsero silenziosamente l'alto muro di cinta e si ritrovarono a poca distanza dall'ingresso principale. Isaac solo allora realizzò che tenere il cappuccio poteva essere ancora necessario.

*Non percepisco nulla di anomalo... dovrebbe essere tutto tranquillo.*

Era convinto che nessuno avrebbe potuto riconoscerlo in viso, tuttavia non gli andava di sfidare la sorte. Non si fidava dei suoi stessi occhi. Bones nel mentre fece il suo teatrino illustrando quello che chiunque avrebbe raccontato arrivando fino a quel punto. Osservò l'ombra di un'ammirazione in Yasha per poi voltare la testa verso la zona boschiva nelle vicinanze: un urlo di donna.

*Strano, è una zona abbastanza calma di solito... turistica... non credo sia gente sveglia se vengono a far danni così vicino alla residenza.*

Non fece trasparire nulla, non gli interessava in alcun modo e, a quanto pareva, nemmeno all'uomo che stavano scortando.
Di idee diverse risultò invece il samurai.
Isaac voleva semplicemente allontanarsi il prima possibile ma allo stesso tempo intravide una buona occasione. Un rapido calcolo mentale e si aggiunse alla discussione rivolgendosi prima a ZanHel, poi a Bones.

«Dovresti andare anche tu. Dopotutto sappiamo che in mezzo a quel bosco c'è sicuramente qualcosa, mentre qui è sicuro. Io resto comunque come guardia diretta di Bones, sempre se lei non ha nulla in contrario...»

La sua voce era calma e fredda ma allo stesso tempo non traspariva altro che serietà.

*Andate... e non tornate vivi per favore.*

Si scrocchiò l'indice della mano destra.

Kodama Zaoldyeck Asakura Isaac Gardner

Le cose evolvevano così velocemente che Isaac non aveva nemmeno il tempo per meravigliarsi della sua fortuna che mutava continuamente in sfortuna. Bones era d'accordo con lui ma a quanto pare un nuovo intoppo era in procinto di rovinare i piani. Il suo nome: ZanHel.

"No, non è proprio il caso di dividerci, non sappiamo con precisione dove si trovino questi presunti banditi, e di certo non possiamo immaginare da che parte si dirigeranno, infatti, non possiamo pretendere che se ne restino ancora a lungo in una zona ormai allarmata. Quindi, l'opzione migliore a questo punto è di dirigersi tutti in quella zona, così da avere meno speranze di riscontrarli; o nel malaugurato caso in cui ci dovessero scorgere, avremo sicuramente più possibilità di fronteggiarli."

Anche Yasha, nel suo delirio onnipotente, espresse il suo disaccordo prima di incamminarsi. Intanto si udiva un pianto in lontanza.

*Andare tutti insieme non ha assolutamente senso. In nessuna strategia applicabile a questo contesto si otterrebbe un riscontro positivo. Probabilmente nessuno dei due è abituato a questo genere di cose... sto perdendo solo tempo...e mi sto annoiando.*

«Resto dell'idea che non conviene a nessuno andare. Allo stesso tempo io sono ai comandi del signor Bones, qualsiasi cosa decida o mi ordini la seguirò. Attualmente è lei il mio datore di lavoro. Resterò fisicamente al suo fianco.»

Solo se l'uomo fosse andato a vedere lo avrebbe seguito. Il resto aveva importanza pari a zero.

Kodama Zaoldyeck Asakura Isaac Gardner

"Va bene, raggiungiamo gli altri. In ogni caso sostare qui in mezzo alla strada è tanto pericoloso quanto andare lì, quantomeno saremo tutti riuniti."

Isaac si limitò a scuotere la testa leggermente. In silenzio seguì la decisione di Bones. Ci misero poco a raggiungere Yasha e la fonte del pianto. Una giovane donna dalla corporatura esile tremava in piedi accanto all'uomo: all'inizio sembrò spaventarsi interrompendo i suoi singhiozzi ma appurò presto che tutti facevano parte dello stesso gruppo. Isacc notò subito i graffi sulle braccia e scorse sulla schiena una sacca lacerata mentre quella iniziò a spiegare con affanno l'accaduto.

"Sono un'erborista.. stavo.. raccogliendo delle erbe che crescono da queste parti e avevo mio figlio.. di un anno.. con me, lo portavo in questa sacca... ..quando all'improvviso un.. mostro.. mi ha aggredita e se l'è portato via.. non ho mai visto nulla di simile, camminava su due piedi ma aveva le sembianze di un rettile.. e.. e.."

Riprese a piangere.

*Ecco... questo succede a deviare dal percorso e dalla missione principale... una bestia demoniaca? Queste teste calde ora staranno sicuramente pensando di aiutarla. Devo pensare a qualcosa velocemente.*

Isacc si avvicinò a Bones cercando di prenderlo in disparte e bisbigliando piano le sue parole.

«Non possiamo metterci a gironzolare alla ricerca dei fantasmi. Sicuramente dispiace a tutti ma non è questo il momento di fingerci eroi. Le consiglio di rassicurarla e dirle di raggiungere la cittadina da dove veniamo e cercare eventualmente aiuto. Al massimo quando lei raggiungerà la casa della sua famiglia, noi ritorneremo indietro e cercheremo di fare qualcosa per cercare questo bambino. Se comunque deciderà altro, la seguirò.»

*Speriamo non si lasci influenzare dagli altri due. Questo incarico si sta trasformando lentamente in una serie di compiti che non mi riguardano.*

Kodama Zaoldyeck Asakura Isaac Gardner

Bones era fortunatamente d'accordo con lui. Così si rivolse alla ragazza per un contentino esclusivamente di facciata.

"Mi spiace, ma noi siamo di fretta. Ti suggerisco di tornare in città e rivolgerti alla poli..."

La donna tuttavia iniziò ad implorarli fastidiosamente. Isaac notò di sfuggita l'abbozzo di un sorriso fuori contesto sulle labbra dell'uomo, proprio mentre la ragazza spiegava la direzione presa dalla creatura.

"E va bene. Puoi venire. Ma bada che non prenderemo deviazioni. Una volta arrivati alla mia destinazione sarai per conto tuo, io non voglio saperne niente. Eventualmente, ti aiuteranno loro, se ne hanno voglia."

*Cosa? Perché ha cambiato idea? Ha sicuramente in mente qualcosa. Non mi fiderei di quest'uomo nemmeno se mi raccontassero che è un eroe. Probabilmente vuole utilizzarla in qualche modo... o come esca... o peggio.*

"Ringrazio tutti voi. Non siete tenuti a farlo ma.. se mi darete una mano ve ne sarò eternamente grata.. mi saprò sdebitare in qualche modo, lo prometto!"

Isaac le fece un rapido cenno con la mano come per dirle di non preoccuparsi. Era lui quello preoccupato in un certo senso, un altro civile in mezzo ai piedi. Un pensiero iniziò a balenargli in testa.

*Se ci imbattiamo in qualche nemico forse è meglio.*

Sotto il sole e il vento freddo, il gruppo proseguì in silenzio il proprio cammino. Una decina di minuti e subito un altro ostacolo dinnanzi. Il ponte per superare un fiume distrutto.

*Non è poi così grande come salto.*

Eppure non voleva diventare il traghettatore di nessuno. Per fortuna Yasha, mostrando la sua ascia, propose di usare un albero come ponte. Non immediato ma mediamente efficacie. Isaac si avvicinò ai resti delle corde, sembravano essere state bruciate.

*Bene ma non benissimo.*

«Credo sia fattibile, potremmo anche usare quello che rimane di queste corde e i paletti rimanenti per evitare che il tronco si muova e rotoli.»

Si voltò verso gli altri membri.

«Tuttavia se avete altre idee, è questo il momento giusto. Dubito che la signorina sia in grado di rischiare una nuotata in mezzo la corrente.»