Quest n° 01: Inizio.

Serie di Quest n° 01: L'eredità del Cacciatore.

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    La bestia osservò impassibile il coltello tenuto in mano da Kara. La sua reazione faceva intendere che quella semplice arma non avrebbe fatto alcuna differenza. Poi la ragazza si apprestò a testare la veridicità di quelle parole e lanciò tre frutti proprio nelle vicinanze dei cunicoli. Le farfalle ci impiegarono solo pochi secondi a percepirne l'odore: venti, forse trenta; uno sciame scarlatto che coprì all'istante la cibaria.

    «Sembri conoscere bene sia i frutti che queste farfalle. Ne deduco che questa zona è probabilmente la tua dimora..
    Di cosa si tratta? Questi frutti.. ho potuto osservare in prima persona gli effetti che hanno sui cinghiali... hanno lo stesso effetto sulle farfalle? E' per questo che sono pericolose? Ma soprattutto... Conosci un certo Zac? Sai che fine abbia fatto? Sono riuscita a recuperare solo il suo diario.»


    La creatura non perse tempo e rispose con calma.

    «Comprendo le tue insicurezze ma come vedi stavo dicendo la verità. Non posso dirti tutto, tuttavia ci sono delle cose che devi sapere. E delle cose che voglio...»

    Roteò la testa, tagliando l'aria con le corna.

    «Questa non è la nostra dimora. Io e mio fratello siamo esseri... speciali, originari di un'altra regione. A quest'ora l'altro tuo compagno è con mio fratello ma non temere, se non farà stupidaggini non gli accadrà nulla. Vi teniamo d'occhio da quando avete passato il fiume. Il nostro olfatto è molto sviluppato, eravate in tre o sbaglio?»

    Fece qualche passo verso Kara: gli zoccoli battevano sulla roccia producendo un rumore sordo.

    «Come ti dicevo, siamo qui di passaggio. Stiamo solo cercando il ragazzo che vi ha mandati qui a recuperare gli oggetti del cacciatore Zac. Questo Zac di cui ti avranno sicuramente parlato non era per un nulla un santo. Ha ucciso i nostri genitori e ora noi vogliamo vendetta... dato che lui ormai è morto, bramiamo il sangue del figlio. Avrai capito di chi sto parlando...»

    Le farfalle si stavano di nuovo alzando in volo, forse percependo altri odori.

    «Meglio che ti sbrighi ragazzina. Questi frutti hanno mutato gli animali selvatici... le farfalle riescono a produrre un acido che corrode solo alcuni alcuni materiali quando sbattono le ali. In branco scavano nella roccia e nella terra. Inoltre rilasciano un potente sonnifero non appena ci sono in ballo questioni di territorio e cibo... un po' come quei cinghiali.»

    La formichimera fece qualche altro passo in avanti. La luce della torcia a terra la illuminava ormai quasi completamente.

    «Noi abbiamo un problema... e credo che voi siate la soluzione. Come immaginerai non ci possiamo avvicinare troppo al villaggio. Se le persone ci vedessero sarebbe un problema, in pochi giorni questo posto si riempirebbe di Hunter e cacciatori di taglie...e quel ragazzo ci scapperebbe. Abbiamo avuto pazienza, sapevamo che sarebbe tornato nella Repubblica di Padokia alla ricerca degli oggetti del padre. Zac esplorava questi luoghi quando ancora era un ragazzo. Ora veniamo a noi... la cosa che vi chiedo è semplicemente di condurre qui il tuo mandante. Poi ce ne occuperemo noi e voi potrete andare...»

    Il suo tono mutò all'improvviso. Più severo e freddo.

    «... e avere salva la vita. Qual è la tua risposta? Scegli bene le tue parole poiché per noi non esiste assolutamente un'alternativa al prendere la vita del figlio di quel cacciatore.»



    «Non lo so. Ma posso condurti da lui. Anche se venissi a conoscenza del suo nascondiglio, se ne troverà un'altro. E non risolveresti niente. A condizione che tu e tuo fratello mi concediate il permesso di tornare sui miei passi e di lasciar stare chiunque mi accompagni, io ti porterò dal ragazzo con la falce. Lui non uscirà allo scoperto finché non avrò recuperato un oggetto che desidera ardentemente.»

    Il lupo ringhiò inferocito e si avvicinò di qualche metro, a quattro zampe, a Yasha.

    «Non scherzare con me umano! Non mentirmi... vuoi solo scappare giusto?»

    Un silenzio che presagiva morte calò alcuni secondi nella grotta.

    «Sappi che non ci sarà posto su questo mondo dove non potrò scovarti... il tuo odore è ormai mio. Noi non possiamo avvicinarsi troppo ai centri abitati per cui dovrai condurre qui quel pezzente. Inventati una scusa. Voglio sentire il tuo piano in questo momento.»

    La formichimera, con un movimento del dorso, fece cadere dalla groppa un pugnale: non troppo lungo, impugnatura in ossidiana.

    «Siete qui per questo no? Una vecchia arma di uno sporco assassino... portaglielo e poi conducilo qui da me. A te e ai tuoi compagni non verrà tolto un capello... ma se fallirete... vi aspetterà una fine molto dolorosa!»

     
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    Dopo aver lanciato i tre frutti, le farfalle si scagliarono intorno a essi, a prova di ciò che sosteneva la creatura dalle strane fattezze. Quest'ultima si rivolse poi nuovamente alla ragazza.

    CITAZIONE
    «Questa non è la nostra dimora. Io e mio fratello siamo esseri... speciali, originari di un'altra regione. A quest'ora l'altro tuo compagno è con mio fratello ma non temere, se non farà stupidaggini non gli accadrà nulla. Vi teniamo d'occhio da quando avete passato il fiume. Il nostro olfatto è molto sviluppato, eravate in tre o sbaglio?»

    Dopodiché, egli si avvicinò lentamente a lei. Kara non rispose e indietreggiò di conseguenza.

    Yasha è nella mia stessa situazione. Spero che abbia capito anche lui che questi individui non sono affrontabili come i cinghiali di prima...

    CITAZIONE
    «Come ti dicevo, siamo qui di passaggio. Stiamo solo cercando il ragazzo che vi ha mandati qui a recuperare gli oggetti del cacciatore Zac. Questo Zac di cui ti avranno sicuramente parlato non era per un nulla un santo. Ha ucciso i nostri genitori e ora noi vogliamo vendetta... dato che lui ormai è morto, bramiamo il sangue del figlio. Avrai capito di chi sto parlando...»

    Si riferisce a Gladyon..? Quindi.. anche se ci seguono solo dal momento in cui abbiamo oltrepassato il fiume.. sanno che ci ha assunti lui per questo lavoro. Com'è possibile?
    Evidentemente.. questi oggetti sono ricercati solo da lui.
    Volevo convincerlo di essere soltanto interessata a quegli oggetti, ma a questo punto.. provare a bluffare sarebbe troppo rischioso.


    CITAZIONE
    «Meglio che ti sbrighi ragazzina. Questi frutti hanno mutato gli animali selvatici... le farfalle riescono a produrre un acido che corrode solo alcuni alcuni materiali quando sbattono le ali. In branco scavano nella roccia e nella terra. Inoltre rilasciano un potente sonnifero non appena ci sono in ballo questioni di territorio e cibo... un po' come quei cinghiali.»

    La giovane lanciò immediatamente alla cieca uno dei due frutti che le rimanevano, mirando il più lontano possibile, verso la parete della grotta opposta alla sua posizione. Tutto ciò senza voltarsi neanche per un secondo. Sapeva che non le avrebbe trattenute per molto, ma cercava in ogni modo di guadagnare più tempo possibile.
    Tuttavia, qualsiasi opzione le venisse in mente non le faceva sperare in un buon epilogo. Era letteralmente con le spalle al muro.
    La creatura fece ancora un passo verso di lei. Kara indietreggiò nuovamente. Si trovava ormai a pochi passi dalle farfalle.

    CITAZIONE
    «Noi abbiamo un problema... e credo che voi siate la soluzione. Come immaginerai non ci possiamo avvicinare troppo al villaggio. Se le persone ci vedessero sarebbe un problema, in pochi giorni questo posto si riempirebbe di Hunter e cacciatori di taglie...e quel ragazzo ci scapperebbe. Abbiamo avuto pazienza, sapevamo che sarebbe tornato nella Repubblica di Padokia alla ricerca degli oggetti del padre. Zac esplorava questi luoghi quando ancora era un ragazzo. Ora veniamo a noi... la cosa che vi chiedo è semplicemente di condurre qui il tuo mandante. Poi ce ne occuperemo noi e voi potrete andare...»

    «... e avere salva la vita. Qual è la tua risposta? Scegli bene le tue parole poiché per noi non esiste assolutamente un'alternativa al prendere la vita del figlio di quel cacciatore.»

    Kara chinò il capo. Neanche usare tutto il suo cervello, che più volte la tirò fuori da situazioni difficili, produsse alcun risultato. Si sentiva in trappola e impotente, come un uccello in gabbia, con le ali legate.
    A quel punto, lasciò perdere la logica. Svuotò la sua mente di tutti i pensieri e ragionamenti che aveva fatto fino a quel momento e si abbandonò alla pura sincerità.

    State sbagliando.

    Rialzò la testa e fece un passo verso di lui, fissandolo direttamente. Non era uno sguardo di sfida, lo si poteva intuire dalla sua espressione. Ma era uno sguardo deciso.

    Credi davvero che ucciderlo sia la soluzione? Cosa pensi di ottenere, dopo esserti vendicato? Soddisfazione? Felicità? Pensi che giustizia sarà stata fatta?

    Fece una pausa. Per qualche secondo, solo il rumore del battito alare delle farfalle rompeva il silenzio.

    L'unica cosa che otterrai sarà l'aver versato ulteriore sangue, inutilmente.
    Non so cosa sia successo di preciso.. ma ti sembra giusto che sia un figlio a pagare per le azioni di un genitore?


    Il tono di voce della giovane divenne notevolmente più triste, mentre abbassava lo sguardo.

    Io... non ho mai conosciuto mia madre. Mi hanno detto che è stata assassinata quando sono nata. Ed è stato molto brutto crescere da sola. Forse per te è anche peggio, l'aver conosciuto i tuoi genitori, essertici affezionato e poi averli persi successivamente. Posso capire come ti senti.
    Ma... anche se mi trovassi davanti l'assassino di mia madre... anche se mi trovassi davanti colui che mi ha praticamente rovinato la vita... non penserei mai di ucciderlo a mia volta, per essere pari. Non otterrei ciò che voglio. Perché quello che vorrei davvero... è riavere la mia mamma.


    Rialzò nuovamente gli occhi verso la sua figura.

    Ma non la riavrò così. E, allo stesso modo, uccidere quel giovane non ti farà riavere i tuoi genitori. Provocherà solo ulteriore dolore in altre persone.
    E non lo sto dicendo per salvare me stessa, né per salvare quel ragazzo. Ti posso assicurare che non lo conosco, sto solo svolgendo un lavoro per lui. A livello affettivo, non m'importerebbe nulla, se morisse. Dal mio punto di vista sarebbe solo una delle tante persone che muoiono ogni giorno.


    Kara allungò lentamente il suo braccio sinistro verso il corpo della creatura, cercando di toccarlo con la mano. Tremava. Stava accorciando le distanze con un essere che avrebbe potuto ucciderla da un momento all'altro.

    Lo sto dicendo per te.
    Non so cosa sei. E' la prima volta che vedo una creatura come te... ma so che non sei come i cinghiali o le farfalle che ho visto in questo luogo... so che c'è dell'umanità in te.
    Se riesci a provare dolore, rabbia, frustrazione... vuol dire che riesci a provare anche compassione.

    Per favore. Non farlo.


    Continuò a fissarlo, con gli occhi leggermente lucidi.
     
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    Il lupo non tardò a rispondergli, e sorprendentemente non si apprestò mai ad assaltarlo o lacerarlo vivo sebbene più di una volta il viandante ebbe un'impressione opposta e non mancava di esserne terrificato. Solo il sangue freddo e il controllo riacquistato gli permise di non esserne una preda inerme. Prestò attenzione al pugnale che la formichimera aveva lasciato a terra, a prima occhiata era tutt'altro che comune il materiale. In cambio del maloppo, Yasha doveva svelare un piano convincente e macchinare contro sua volontà. Non era facile.

    Non voglio fuggire, non mi importa di morire, semplicemente non posso permettermelo. Ma questo è troppo. Devo pure macchiarmi del sangue altrui? Ma soprattutto...

    Hai... hai un nome? c'era silenzio. Era per... non importa... si schiarì la voce, come per prorogare qualcosa. Ho capito. Lo devo catturare, lui non verrà mai qui di sua spontanea volontà. Altrimenti sarebbe venuto personalmente, è ovvio. Il mio piano di cattura è piuttosto semplice: uso una esca per farlo uscire allo scoperto, in questo caso il pugnale, ma manca una cosa. Un metodo per intrappolare, qualcosa di efficiente e veloce. Non intendo ingaggiare una lotta, sopratutto una che potrei perdere anche se è armato con un utensile a mio parere discutibile.

    Bravo, ma con cosa, Yasha? Questa non è una caccia al cinghiale... si congelò nel mezzo della spiegazione, e guardò in alto avvicinando la torcia per illuminare qualcosa. Le risposte a ogni suo problema erano a portata di mano. Le bacche, ma certo! Le bacche! Riprese immediatamente.

    La soluzione è nelle bacche. Gli animali sono feroci per quei frutti, userò quelle. Disse, non c'era affatto fierezza nell'idea che proponeva. Non era affatto contento dell'intera situazione, la facenda si complicata a vista d'occhio e non auspicava nulla di felice. Stava sul punto di cacciare qualcuno per conto di un belva.

    Ho un'altra domanda... cosa ha spinto arrivare fin qui una formichimera? E perché vuoi proprio quel uomo? Non sembri affatto... uno che caccia gli umani. Azzardò il viandante.
     
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    Le farfalle seguirono l'ennesimo frutto lanciato da Kara. Era solo questione di tempo e avrebbero fiutato anche l'ultimo. Erano tuttavia abbastanza lontane da concedere del tempo bonus alla ragazzina, che non perse tempo a rispondere alla chimera. Osò laddove nessun altro avrebbe osato e cercò di far breccia nelle scudo di indifferenza e risentimento.

    «Lo sto dicendo per te. Non so cosa sei. E' la prima volta che vedo una creatura come te... ma so che non sei come i cinghiali o le farfalle che ho visto in questo luogo... so che c'è dell'umanità in te. Se riesci a provare dolore, rabbia, frustrazione... vuol dire che riesci a provare anche compassione.

    Per favore. Non farlo.»


    La creatura osservò quella piccola mano avvicinarsi senza muoversi ulteriormente. Kara avrebbe toccato per alcuni istanti un manto rigido e secco; naturale, di una temperatura qualche grado inferiore alla sua.

    «Hai detto solo una cosa giusta, tu non sai cosa sono. Non posso aspettarmi che tu capisca, tu non comprendi ancora le leggi che governano questo mondo. Sei ancora giovane e vedi una realtà che non rispecchia la vera natura dietro le cose. Ti avevo avvertita ma evidentemente non sono stato abbastanza convincente. Non esiste alternativa alla morte del ragazzo. Ecco come andrà. Io non credo che tu possa immaginare che tipo di persona è, sappi che se noi non lo uccideremo lui un giorno ucciderà noi... e tutti quelli come noi. Questa è la sua natura. Si tratta di una questione di pura sopravvivenza, istinti e destini. Non centrano nulla le questioni umane come quello che è successo a tua madre o l'affetto. Al mondo esistono solo principi primari, il sangue chiama sangue. E quando crescerai un giorno lo capirai. Capirai che la tua vita non ha valore e che se vorrai tenerti a galla in questo mondo dovrai lottare e smettere di essere così debole.»

    Distolse ad un tratto lo sguardo da lei e, guardando nel vuoto, comunicò con qualcuno che non era in quella grotta. Allo stesso tempo si allontanò di qualche centimetro per distanziarsi dalla mano.

    «Rengar Jr. mi senti? Ha accettato?»



    «Hai... hai un nome? Era per... non importa... Ho capito. Lo devo catturare, lui non verrà mai qui di sua spontanea volontà. Altrimenti sarebbe venuto personalmente, è ovvio. Il mio piano di cattura è piuttosto semplice: uso una esca per farlo uscire allo scoperto, in questo caso il pugnale, ma manca una cosa. Un metodo per intrappolare, qualcosa di efficiente e veloce. Non intendo ingaggiare una lotta, sopratutto una che potrei perdere.»

    Il ragazzo proseguì esponendo il piano e chiedendo ulteriori informazioni.

    «Quei frutti? Non capisco perché dovrebbero intrappolarlo... comunque se pensi che funzionerà voglio fidarmi. Avrai solo una possibilità, non fare errori umano. Penso che tu lo sappia visto che conosci la mia razza, non capisco come... ma sì, è quello che siamo. Non sei del posto vero? Io comunque sono Rengar Jr. e ti basta sapere che il padre di quel pezzente ha ucciso i nostri genitori! Non avremo pietà per chi cerca di seguire le orme di un assassino!»

    La creatura si immobilizzò all'istante, la sua attenzione venne attirata da una voce che sentiva solo lui nella sua mente.

    «Sì fratello, ha accettato. Ci porterà quell'insetto... se quella ragazzina rifiuta, non la uccidere... abbiamo un accordo.»

    Alcuni istanti di silenzio interminabili. Poi si rivolse di nuovo a Yasha.

    «Va bene. Prendi il coltello di Zac e raggiungi la ragazzina, gli servirà il tuo aiuto. Potete andare. Usciti dalla grotta seguite il sentiero a sud e tornerete facilmente al villaggio. Mi raccomando... vi aspetteremo qui. Non fate scherzi!»



    Il mostro, dopo aver ascoltato una risposta che solo lui poteva udire, riprese a parlare con Kara con la solita tranquillità.

    «Sei fortunata, il tuo compagno ha accettato. Io, Kha'Zix Jr. , aspetterò qui che compiate la vostra missione. Spero ti sia chiaro ora, per sopravvivere occorre essere svegli e dimenticare solo i sentimenti inutili. Inoltre... la prossima volta che proverai a toccarmi... morirai.»

    Durò solo un impercettibile istante. Lo zoccolo duro tentò di affondare nella pancia di Kara, la zampa era tesa a partire dal ginocchio e discendeva obliqua verso il ventre della giovane.

    Kha'Zix Jr.



    Utilizzo di Tenacia : 60 punti immessi.

    Forza Totale: (400) + 60 x(5) = 700

    Velocità Totale: 100

    Vita Residua: 5.000


    Deve postare prima Eman in questo turno. Yasha può raccogliere il pugnale e raggiungere Kara con il percorso precedentemente descritto (nella grotta ci sarà solo lei se avrà perso i sensi). Ricordo che c'è la torcia di Kara (se vi serve) e la pagina del diario (da leggere sotto il sole, una volta fuori la grotta) da raccogliere. Si può uscire fino fuori la miniera senza incontrare nessuno.



    Edited by [Nessuno] - 11/11/2019, 19:47
     
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    Le parole della ragazza non smossero di un millimetro né i sentimenti né le intenzioni della creatura che le si trovava davanti. Quest'ultimo ribatté che era questione di sopravvivenza, una delle due parti sarebbe, a suo dire, inevitabilmente andata incontro a quel destino. Kara non ci stava. Era ancora giovane, sì, ma la sua linea di pensiero non era dettata dalla sua inesperienza o dalla sua ingenuità. Dal suo punto di vista, ogni guerra era sbagliata. Esisteva sempre un compromesso, esisteva sempre un modo per risolvere un conflitto per far in modo che entrambe le parti fossero soddisfatte. Bisognava solo aver volontà di trovare questo compromesso. E soprattutto, non le andò giù quando sentì pronunciare le parole "La tua vita non ha valore". Non dopo tutto quello che aveva passato dopo che sua madre venne privata di quella cosa, della vita. Non dopo tutti gli sforzi che aveva fatto per salvare un animale che si sarebbe a sua volta preso cura dei suoi simili. Ogni vita aveva un valore immenso, per lei.
    Stava per rispondergli a tono, ma non appena la bestia smise di parlare, la giovane la sentì nuovamente pronunciare qualcosa. In modo diverso, però. Ciò che le permise di farlo fu la sua capacità innata di percepire i pensieri.

    Sto.. sentendo i suoi pensieri?

    CITAZIONE
    «Rengar Jr. mi senti? Ha accettato?»

    Pochi istanti dopo, sentì un'ulteriore voce. Ebbe la conferma che stavano comunicando telepaticamente.

    CITAZIONE
    «Sì fratello, ha accettato. Ci porterà quell'insetto... se quella ragazzina rifiuta, non la uccidere... abbiamo un accordo.»

    Yasha ha accettato..? Bè, ha senso... siamo con le spalle al muro. Cos'altro potremmo fare?
    La scelta è tra accettare le loro condizioni, oppure provare a salvare la vita a Gladyon, rischiando di diventare loro prede a nostra volta.
    Però...


    Nella sua testa si impresse un'immagine. Lydia, che sarebbe rimasta sola. Forse la situazione non era come appariva, forse quei due in realtà erano persone cattive, che si meritavano di essere punite per le loro azioni. O in uno scenario ancora più improbabile, magari non erano proprio quello che sembravano, magari erano degli esseri strani anche loro. Ormai non sapeva cosa aspettarsi.
    Tuttavia, non riusciva a non pensare a Lydia e all'eventualità che potesse passare quello che aveva passato lei stessa, durante la sua infanzia. Crescere in solitudine.
    La creatura si rivolse nuovamente alla ragazza.

    CITAZIONE
    «Sei fortunata, il tuo compagno ha accettato. Io, Kha'Zix Jr. , aspetterò qui che compiate la vostra missione. Spero ti sia chiaro ora, per sopravvivere occorre essere svegli e dimenticare solo i sentimenti inutili. Inoltre... la prossima volta che proverai a toccarmi... morirai.»

    Dopo aver udito queste parole, Kara sentì un'improvviso e lancinante dolore nella zona addominale. Non realizzò immediatamente da cosa fosse provocato. Riuscì solo a notare con la coda dell'occhio un movimento scuro nella parte inferiore del suo campo visivo. Non ebbe modo di reagire in nessun modo a quell'attacco, fu rapido come un proiettile, e altrettanto doloroso.

    Fase difensiva

    Uso della tenacia - punti immessi: 20
    Resistenza totale: 20+20x5=120-15%=102
    Danno subito: 700-102=598

    Vita: 600-598=2


    La giovane venne scaraventata via di qualche metro dalla violenza del colpo, che non diede nemmeno tempo alla sua voce di reagire. Non emise alcun gemito, ma i suoi occhi si spensero in un battibaleno.
    E ora giaceva a terra, priva di sensi. Una linea di sangue fuoriusciva dalla sua bocca e rigava il suo viso.

    Il suo ultimo pensiero, prima di perdere coscienza, venne rivolto a Hana, il kiriko che incontrò anni prima e che ebbe un enorme impatto nella sua vita. Ripensò a quelle parole che più volte le riecheggiarono in testa nel corso della sua vita successiva a quell'incontro.

    Essere onesti.. porta solo alla sofferenza.
     
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    Raccolse il pugnale e prese qualche frutto prima di raggiungere Kara affrettatando i passi. La presenza delle formichimere continuava a turbarlo, sentiva l'urgenza di dover riflettere ma prima doveva trovare la ragazza e uscire da quella grotta. La torcia cominciava ad affievolirsi perdendo di intensità, le ombre delle sporgenze rocciose si scurivano e allargavano sempre più, gli del viandante puntavano avanti, un fondo ignoto nel buio.

    Kara! Gridò. La vide a terra, del secondo mostro nessuna traccia, la sua torcia illuminava in una direzione. Farfalle? E quei frutti... Non ebbe risposta. Trasalì quando notò del sangue, era ferita da un colpo, si avventò per soccorerla. Tirò un sospiro quando appurò che era ancora viva, ma doveva medicarla. Fortunatamente non era mortale la ferita, se la caricò sulle spalle, una torcia nella mano e delle pagine strappate che ha avuto modo di inquadrare nell'altra. Lasciò quel luogo ormai prossimo a essere consumato dalle tenebre.

    Fuori dalla grotta. Prese il sentiero che, a detta del lupo, era la via per tornare nel centro abitato. Camminò silenziosamente, senza disturbarsi di guardare attorno o preoccuparsi dei pericoli. Si sarebbe eventualmente fermato al più vicino corso d'acqua e adagiato a terra la ragazzina per controllare se la ferita peggiorasse e tentare una cura provvisoria. Aveva bisogno di pensare.
     
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    Scusate il ritardo ma ho avuto problemi con il pc. Teniamo tutti duro per questi ultimi turni di role, ormai siamo alla fine della Quest.

    Yasha riuscì a trovare e portare in salvo Kara. Le farfalle ignorarono i due poiché anche l'ultimo frutto era ormai divenuto il loro pasto. Difatti lo sbalzo all'indietro della giovane aveva causato un'accidentale fuoriuscita del frutto dallo zaino. Il ragazzo, caricandosela sulle spalle, si munì della pagina del diario e della torcia. Pochi minuti ed era ormai fuori, pronto a procedere verso sud secondo le indicazioni della bestia. Un piccolo sentiero di terra battuta fra alti alberi e vegetazione fitta. Il terreno diventava sempre più paludoso, molto simile al cammino iniziale intrapreso dagli avventurieri. La strada iniziò a costeggiare quello che sembrava essere il fiume precedentemente attraversato ad ovest. Il giovane decise così di riposarsi e constatare le condizione della ragazza. Non passò molto che quella tornò cosciente: i due condivisero tutte le informazioni raccolte e gli eventi successi.



    Kara si risveglia. La ferita è solo una grande escoriazione sul ventre, poco sangue. Il dolore è più interno, tanto che non riuscirà a camminare/spostarsi velocemente.

    Vi siete riferiti tutto quello che è accaduto.

    La pagina del diario riporta questo:

    "17 Marzo.

    Credo di essere arrivato a dello conclusioni certe ormai. C'è una strana sostanza verde che discende dalla cima della montagna. Non capisco come, tuttavia pare che i Lidisi siano nati originariamente nel lago dentro la miniera. Gli animali e gli insetti vanno matti per questi frutti, tuttavia con il tempo essi mutano diventando altro... diventando pericolosi. L'acqua del lago, e il fiume quindi, è per loro mortale ecco perché cercano di evitarla. Questo è sicuramente dovuto al fatto che le piante di Lidisi sono nate nel lago... è come se solo i frutti siano per loro commestibili... mentre l'acqua è diventata come un veleno solo per i mutanti. Le farfalle con il passare del tempo avranno sicuramente fatto in modo che i semi dei Lidisi si spargessero in tutta la zona limitrofa. Ecco perché sono presenti anche fuori la grotta. Ho una brutta sensazione... ma so che la cosa da fare ora è capire di che sostanza si tratta.. devo raggiungere la cima della montagna... non so cosa troverò lassù... ma sicuramente nulla di buono."


    Dopo aver ripreso fiato, i compagni decisero di rimettersi in viaggio. Il sentiero diventava questa volta sempre più roccioso e gli alberi iniziarono a diradarsi metro dopo metro. Ormai la strada in terra battuta era così larga da ospitare il carro che gli si parò dinnanzi dopo una quindicina di minuti. Un vecchio, avvolto in una lunga e lurida tonaca marrone, teneva le redini di un cavallo nero e stanco. L'uomo indossava un cappuccio e solo la lunga barba bianca fuoriusciva fino a coprire il collo. Era un semplice carro aperto con della legna, tuttavia i due furono sorpresi di notare che, totalmente addormentati, c'erano tutti coloro che avevano accettato la missione ma non erano arrivati dove erano arrivati loro.

    «Ehi voi due... sono vostri compagni questi? Li ho trovati lungo il fiume mentre preparavo la legna da vendere... ma sono vivi, tranquilli. Quelle dannate farfalle li hanno messi fuori combattimento. Li stavo riportando alla locanda al villaggio così da evitare che diventino un pasto facile stanotte. Volete un passaggio?»

    La sua voce era rauca come quella di un fumatore di lunga data e il suo puzzo investiva la zona. Probabilmente erano settimane che non si lavava e la veste era ricoperta di un muschio maleodorante. Tuttavia non sembrava avere cattive intenzioni; date anche le condizioni di Kara, accettarono cercando di non mostrare il disagio per il fetore. Il cavallo trainò a passo moderato il carro su un terreno lievemente in discesa. Il rumore delle ruote di legno impediva al vecchio di sentire gli eventuali discorsi dei due passeggeri, seduti in fondo, fra i ciocchi e i corpi.



    Vorrei che qui vi scambiaste i vostri pareri sul da farsi. State ritornando al punto di partenza e quindi condividete i vostri piani. Il finale di Quest può subire variazioni in base alle vostre intenzioni.


    Il viaggio si concluse, a qualche chilometro ad ovest dal primo percorso attraverso la foresta indicato nella mappa di Lydia. Poiché più vicini alla loro destinazione, Yasha e Kara scesero ringraziando il vecchio puzzolente boscaiolo. Lui avrebbe raggiunto il villaggio e lasciato nell'unica locanda della zona gli altri. Quelli si sarebbero svegliati dopo ore, con un conto salato da pagare ma almeno sani e salvi. A pochi minuti dall'abitazione, il sole fissò un timido caldo pomeridiano sopra le teste dei due sopravvissuti.

     
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    Kara si risvegliò. Non sapeva di preciso per quanto fosse stata priva di sensi, ma suppose che non furono passati che alcuni minuti, a giudicare dalla luce e dal suo senso del tempo. Come sempre, aveva mille pensieri per la testa, ma il forte dolore al ventre li offuscava tutti quanti. Non solo: esso le ostacolava anche i più semplici movimenti. Con una smorfia di sofferenza in volto, si alzò faticosamente in piedi per rimettersi in cammino, tenendo le braccia strette al grembo.
    Dopo aver raccontato al compagno di viaggio, in modo molto sbrigativo e piuttosto freddo, ciò che era successo nella grotta, Kara non proferì ulteriori parole, si limitò a rispondere a monosillabi a qualsiasi domanda le venisse posta. Era taciturna e il suo sguardo sembrava quasi assente, rasentava l'apatia.
    Dopo aver incontrato un vecchio con un carro, i due si fecero dare un passaggio per arrivare più comodamente e più velocemente al villaggio da cui erano partiti. Durante il tragitto, Kara lesse distrattamente la pagina del diario ritrovata nella grotta. Su di essa erano riportate altre informazioni riguardo ai frutti trovati più volte durante la giornata. Nonostante, fino a poco fa, desiderasse ardentemente saperne di più e mettere insieme tutti i pezzi del puzzle, in quel momento non provò nulla.
    Arrivarono a destinazione: non rimaneva che raggiungere l'abitazione in cui avevano precedentemente fatto la conoscenza di Lydia e Gladyon.
     
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    Il viandante osservò con preoccupazione lo stato di Kara, per tutto il viaggio dal suo risveglio era completamente un'altra persona. Kara! ruppe la sua riflessione. La pagheranno cara. Quelle formichimere e, se necessario, anche quei due. Non aggiunse altro. Il patto era di non toccare nessuno. Per quanto mi riguarda, è stato violato. Se risparmiarla significava questo...

    Arrivati a destinazione. Si girò verso la compagna di viaggio. Ascolta. È meglio se vai a riposare, vai e stai con loro. Hai fatto abbastanza, non so perché sei ancora qui ma... sei esausta. Me la sbrigo io. Quel che mi succederà non è più affar tuo. Chiaro? Vai. Ripasso più tardi poi. Senza attendere risposta si girò per andarsene. Poco dopo si fermò di colpo, senza guardare indietro. Si accertò che Kara sentisse.

    La mente è uno specchio. Vivi ora.

    Poi riprese il passo verso l'abitazione silenzioso.
     
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    La mente di Kara era quasi completamente annebbiata. Ci vedeva benissimo, ma il suo sguardo non notava nulla davanti a sé. Ci sentiva bene, ma quasi nessuna parola destava la sua concentrazione.
    Nonostante ciò, quando Yasha si rivolse a lei con un fare molto premuroso e protettivo, la ragazza alzò leggermente la testa verso di lui.

    CITAZIONE
    Ascolta. È meglio se vai a riposare, vai e stai con loro. Hai fatto abbastanza, non so perché sei ancora qui ma... sei esausta. Me la sbrigo io. Quel che mi succederà non è più affar tuo. Chiaro? Vai. Ripasso più tardi poi.

    Kara rimase immobile e silenziosa. Dopo qualche secondo il ragazzo si girò e replicò.

    CITAZIONE
    La mente è uno specchio. Vivi ora.

    Fece poi per allontanarsi di nuovo.
    La giovane, con quel poco di voce che riuscì a far uscire dalla bocca, ribattè in sua direzione

    No...

    E iniziò a camminare verso di lui, per raggiungerlo. Strinse le mani a pugno.

    Mentirei se dicessi che sto bene...

    Che sto facendo?

    ...sono triste, frustrata...

    Non devo confidarmi con lui.

    ...e arrabbiata con me stessa... e ogni volta che provo...

    Fermati. Essere onesti porta solo alla sofferenza. Ne hai avuto la prova più volte. Fermati, prima che sia troppo tardi.

    E così fece, divenne silenziosa per qualche secondo, ma poi proseguì.

    Nulla.. il fatto è che... voglio incontrare quei due, prima di andarmene.
    Però, non voglio tornare lì... e non voglio che ci torni neanche tu.
    Quelle cose... non sono animali... ma non sono neanche umani, ne sono certa.
     
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    I due raggiunsero la vecchia abitazione di legno. La ritrovarono esattamente come l'avevano lasciata, solo che questa volta il portone era già aperto a metà. Ne approfittarono ed entrarono: pochi passi ed ecco il soggiorno dopo aver oltrepassato il corridoio. Lydia era seduta sul divano, sguardo confuso ed espressione spazientita. Aveva in mano mazzette di banconote che stava contando e impilando sul grembo. Sembrava che stesse sbagliando per l'ennesima volta il conto e sbuffava in difficoltà. Si accorse dei due e si alzò sistemando in fretta il denaro sul divano.

    «Oh siete tornati! Ma siete solo in due? Gli altri? Tutto bene?»

    Li vedeva strani in volto ma non capiva e restò la solita ragazzina sorridente di sempre. Cercò di sbirciare oltre le loro spalle ma non scorse nessuno. Nuovamente confusa si apprestò a domandare quello che aveva fretta di conoscere.

    «Avete recuperato i due oggetti? Stavo giusto preparando la ricompensa... anche se ho dei problemi con i numeri... sono molto più brava a disegnare... almeno credo. Mi piacerebbe riavere anche la mappa... anche se... poi vi dirò, raccontatemi tutto intanto. Gladyon è sul retro che prepara la legna per il camino, anche se non lo ammetterà sarà felice che siete tornati, vi fermate a cena sì?»



    Post veloci di dialogo, non preoccupatevi della lunghezza. Decidete cosa riferire e come comportarvi.
     
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    Si era girato, non chiaro se per stupore o per ascoltare, non disse nulla, la lasciò parlare fino alla fine.

    Formichimere. Disse dando un nome a quella specia. Sono molto più che mostri. E hai detto bene, non sono né uomini né animali, sono esseri chimerici con parti di ciò che si cibano, delle innarestabili forze della natura. Tanto peggio, sono esseri pensanti e intelligenti. Valutava con lo sguardo se Kara stesse meglio mentre le parlava, apparentemente si stava riprendendo. Sono abbastanza diffusi nelle nostre terre. Ci teniamo il più alla larga possibile dai loro territori... da loro... e dovresti farlo anche tu. Fece una breve pausa. Voleva dirle che temette il peggio quella volta nella grotta, ma preferì evitare. Piuttosto sorrise lievemente. Lo sai, siamo parecchio fortunati. Andiamo.

    Entrarono per la porta semiaperta, dentro il soggiorno ad attenderli c'era Lydia. Yasha si fece avanti per rispondere alle domande.

    Stanno dormendo. Nulla di grave. Diede una breve occhiata a Kara prima di procedere. Sì, li abbiamo...

    Ma ci dovete delle spiegazioni. E voglio la verità. Abbiamo incontrato le due formichimere che vi danno la caccia, a quest'ora probabilmente eravamo già morti, e uno di loro hanno ferito lei! Disse duramente. Voi sapevate chi e cosa erano davvero, e noi non siamo stati i primi ad essere inviati.
     
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    Kara decise di aspettare che fosse Yasha a decidere se rivelare di aver incontrato le due formichimere oppure no. Egli, dopo aver lasciato parlare Lydia, scelse di farlo.

    CITAZIONE
    Ma ci dovete delle spiegazioni. E voglio la verità. Abbiamo incontrato le due formichimere che vi danno la caccia, a quest'ora probabilmente eravamo già morti, e uno di loro hanno ferito lei!

    Voi sapevate chi e cosa erano davvero, e noi non siamo stati i primi ad essere inviati.

    La ragazza, al termine del discorso del giovane, aprì il suo zaino ed estrasse il diario che i due committenti li avevano spediti a recuperare.
    Era molto rovinato e fragile.
    Con uno sguardo deciso e in parte arrabbiato in direzione di Lydia, afferrò il diario con entrambe le sue mani, posizionandole su di esso come se volesse strapparlo in due.

    Avevi detto che sarebbe stata una missione facile, che non avremmo incontrato che qualche animale selvatico.
    Hai mandato un gruppo di persone comuni incontro alla morte.


    Fece una breve pausa, perché la sua rabbia potesse far spazio alla sua lucidità.

    Non m'interessa di perdere la ricompensa, laggiù ho perso qualcosa di ben più grave.
    E adesso.. come ti ha detto lui, vogliamo sapere la verità. Dicci tutto ciò che sai a riguardo di quella montagna e dei vostri trascorsi con quelle due.. formichimere..
    E se provi a mentire, o a omettere dettagli importanti.. spera di essere molto convincente, perché alla minima sensazione di essere raggirata strapperò questo diario in tanti pezzettini.
     
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    «Stanno dormendo?»

    La ragazza non riusciva a comprendere il perché di quegli sguardi severi. Ma la sua espressione tramutò al sentir pronunciare Yasha quel termine: "formichimere". Iniziò a tremare sconcertata.

    «No... impossibile... no, non è possibile che siano arrivate fin qui... vi hanno attaccato? No... mi dispiace... è colpa mia... stai bene? Io... non pensavo... non credevo...»

    Fece qualche passo e si riandò a sedere sul divano, questa volta per necessità. Alle parole di Kara il dipinto della tristezza era sul punto di piangere.

    «Dovete capirmi... mi dispiace davvero tanto. Lo ammetto, è stata colpa mia ma... come è possibile che ci abbiano seguito fin qui? Se sapete cosa sono, saprete che sono mostri originari di Neo Green Life. Come hanno fatto a viaggiare fin qui? Lo ammetto... sapevamo che stavano cercando Gladyon... ma voi eravate solo una precauzione per la sua incolumità. Ve lo avevo accennato, ricordate? Dovete credermi, non pensavamo a questo e non ne eravamo a conoscenza. Non abbiamo mandato nessun altro.»

    Sospirò fissando il diario fra le mani della giovane. La sua voce era rotta da sinceri singhiozzi trattenuti.

    «Ti prego di non strapparlo... potrebbe esserci d'aiuto per sopravvivere a quest'incubo... mi dispiace avervi coinvolto, ma se le avete incontrate e siete sopravvissuti, probabilmente è solo questione di tempo prima che ci uccidano tutti. La loro forza è spaventosa... il loro potere è fuori da ogni comprensione... non abbiamo possibilità... o meglio, forse c'è qualche speranza. Forse, c'è un modo. Vi dirò tutto. Vi dirò il perché io e lui ci troviamo qui e cerchiamo questi oggetti. Ma dovete fidarvi di me, siamo dalla stessa parte.»

    Radunò nuovamente le mazzette di banconote e le divise comodamente e rapidamente in due parti uguali. Poi si alzò, cercando di risollevarsi il morale ed essere forte e all'altezza della situazione. Gli occhi lucidi.

    «Intanto prendete la vostra ricompensa, a prescindere dal fatto se decidere o meno di darci gli oggetti che avete recuperato. Ve la siete meritati per i rischi corsi... spero accettiate anche le mie più sincere scuse. Se vorrete ancora ascoltarmi, ora vi rivelerò tutto quello che sappiamo e il piano che stiamo seguendo per uscirne. Questo è solo l'inizio.»



    • Quest completata! •

    ~Partecipanti promossi: Kara, Yasha.

    ~Partecipanti bocciati: Elizabeth Maxwell, Kalin Kessler, Aben Deass.

    ~Ricompense:

    Kara = 380 Exp. + 10.000 Jenny + 1 Pack Expansion N° 1 Aquapolis

    Yasha = 350 Exp. + 10.000 Jenny + 1 Pack Expansion N° 1 Aquapolis



    Se volete, potete aggiungere un post di dialogo conclusivo o un vostro epilogo personale.
     
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    Dopo le parole di Lydia, Kara rilassò le braccia, fino a un attimo prima tese di fronte a lei. Si diresse verso la giovane dai capelli biondi e le porse il diario.

    Sia chiaro, non hai ancora la mia fiducia.
    Ma ti ascolto.


    Voglio sapere di più. C'è qualcosa al di là di tutta la loro vicenda personale, qualcosa che è nascosto alle persone normali come me...
    Di libri ne ho letti tanti, eppure non so nulla a riguardo di queste "formichimere"..
    Mentre Yasha già conosceva quelle creature.. com'è possibile?


    Con le sue solite mille domande che le ronzavano in testa, Kara si limitò ad aspettare che Lydia approfondisse il discorso.

    Una cosa è certa.
    In futuro.. non commetterò più gli errori che ho commesso oggi. Non mi fiderò più di nessuno che non conosco a fondo. Mai più.
     
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