Quest n° 01: Inizio.

Serie di Quest n° 01: L'eredità del Cacciatore.

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    White Venom salta il turno (3/3). Mi dispiace ma White Venom fallisce la Quest.

    ShaneH salta il turno (2/3).



    Kalin rimase ad asciugarsi in riva al fiume, cercando di arginare il freddo pungente. Ignorò completamente i due compagni di viaggio. Nel mentre Yasha preferì seguire Kara per scoprire cosa stesse facendo e perché. La ragazzina si era adoperata per cercare di tamponare la ferita: la sua idea sembrò funzionare, almeno inizialmente. Il sangue impregnò la tenda e l'emorragia si fermò. Kara usò l'acqua contenuta nel suo ciondolo: il cinghiale non oppose resistenza, nemmeno quando Yasha posò la sua mano umida. Per un breve momento la creatura sembrò risollevarsi.



    Vita Residua: +200 = 350/500


    Passarono solo alcuni secondi di illusa tranquillità. L'animale lanciò all'improvviso un altro grugnito di dolore dal suono assordante. I due presenti avrebbero dovuto tapparsi le orecchie per evitare il frastuono. Rimase in ginocchio, divincolandosi energicamente. Alla fine si sdraiò sul fianco opposto rispetto a Kara: la terrà tremò. Era evidente a tutti quello che stava succedendo: la ferita sotto la tenda stava producendo una schiuma bianca, quasi effervescente. La stessa cosa stava accadendo nel punto della pelle dove Yasha aveva appoggiato la mano.



    Vita Residua: -150 = 200/500


    Proprio vicino alle zampe sospese del cinghiale, dove il suo ventre era disteso poco prima, un libro dalla copertina blu faceva capolino dall'erba. Accanto, una piccola sacca di lino con all'interno quattro frutti rosacei già visti in precedenza, molto schiacciati dal peso dell'animale ma ancora integri.



    Se qualcuno raccoglie il libro, capirà che si tratta di un diario (sulla copertina è presente un nome: Zac) e leggerà questo fra le prime pagine (a intervalli di pagine mancanti):

    " 8 Novembre.

    Il freddo e quelle strane farfalle non sono le sole cose da cui devo difendermi. A quanto pare nelle vicinanze crescono delle bacche di grandi dimensioni di cui alcuni cinghiali si cibano. Ho scoperto che così facendo diventano più aggressivi ma allo stesso tempo più resistenti. La cosa strana è che non riescono ad attraversare il fiume. Qualcosa nell'acqua li ferisce. Però non capisco... dove si abbeverano quindi? Forse *...*



    11 Dicembre.

    Non credo ancora ai miei occhi. Ho visto quello che solo un tempo era un cinghiale... una creatura enorme. La cosa che però mi ha lasciato basito è la sua capacità di occuparsi degli altri cinghiali feriti. L'ho visto masticare quei frutti e poi rigettarli su uno di quei cinghiali caduti in acqua. La pelle ha smesso all'istante di produrre quella strana bava. Ho anche pensato che *...*
    Evidentemente è questo il motivo per cui difendono così ferocemente quei frutti rosa... una droga dal doppio effetto.



    5 Gennaio.

    Sono riuscito a sintetizzare un unguento a base di Lidisi. Il trucco è semplice: è sufficiente schiacciarli in un mortaio e *...*"

    Le altre parole/pagine sono danneggiate dal tempo. Il resto del diario, fino a metà circa, contiene pagine strappate, disegni di animali vari e alcuni scarabocchi incomprensibili.
     
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    Il liquido che Kara somministrò al cinghiale sembrò avere effetto, inizialmente. Quest'ultimo sembrò riprendersi, e la ragazza accennò un sorriso quasi sorpreso.
    Ma non durò molto. D'un tratto l'animale diede l'impressione di essere ancora più sofferente di prima, come se un dolore lancinante l'avesse colpito all'improvviso.
    Kara, terrorizzata da quella visione, si portò una mano alla bocca, quasi come per strozzare un urlo o un pianto sul nascere, e rimase pietrificata a osservare la creatura per qualche secondo.

    No... perché...? sembrava stare meglio.... perché? Perché??
    Che sia stato il liquido..? Sono stata io? E' colpa mia??
    ...
    E' colpa mia...
    E' colpa mia...


    Ansimò con forza, indietreggiando dalla bestia, in preda al panico.

    E' tutta colpa mia.
    Non avrei dovuto dargli quella cosa.. non ero sicura dei suoi effetti. Sono una stupida.
    E ora... lui sta soffrendo..


    Continuò a indietreggiare, e si lasciò cadere sulle ginocchia. Il suo sguardo era perso nel vuoto.
    Tuttavia, nell'appoggiare la sua mano a terra per sorreggersi, sentì l'estremità delle sue dita toccare qualcosa.. un libro, o meglio, un diario.
    Si voltò lentamente verso di esso. Non sperava minimamente di poter trovare al suo interno una miracolosa manna dal cielo, ma la disperazione la spinse a dare un'occhiata. I suoi occhi si spalancarono.

    E'.. un diario. E parla proprio di questi cinghiali.

    Molte pagine erano strappate, e in generale era tutto rovinato, ma cercò di leggere velocemente ciò che ne rimaneva, per estrapolarne tutte le informazioni possibili. Non le ci vollero che pochi secondi. D'altronde, era abituata a leggere anche per tantissime ore al giorno, aveva involontariamente sviluppato una certa abilità nel comprendere un testo in tempi brevissimi.
    Dopo solo pochi secondi, Kara si alzò di scatto, lasciando cadere a terra il diario senza troppe premure, e subito si diresse verso la ferita coperta dalla tenda.

    Scusa. Farà un po' male. Cerca di resistere.

    Sussurrò all'animale, per poi aggiungere, alzando il tono di voce per far capire al ragazzo con la spada che si stava rivolgendo a lui, ma senza comunque distogliere lo sguardo dalla bestia a terra:

    Ehi, tu.
    Scusa, non so nemmeno il tuo nome.. ci presenteremo dopo..


    Fece una piccola pausa e iniziò a sollevare lentamente la tenda dalla ferita sul corpo del cinghiale.
    Poi riprese, parlando un po' più velocemente, per accelerare i tempi.

    Ho trovato questo grosso animale ferito poco fa, ho cercato di fornirgli un primo soccorso, ma nella frenesia sono stata stupida e ho fatto una cosa che non avrei dovuto fare.
    Quel diario a terra.. contiene informazioni su questi cinghiali. Purtroppo gran parte del testo è andata perduta, ma da quel che ne è rimasto si possono formulare diverse ipotesi sul loro comportamento. Quello che è quasi sicuro, invece, è che quell'acqua gli fa male. Non ho ancora capito il motivo, ma ne è la prova questa ferita. Ho bagnato questa tenda nel fiume per pulirla... non potevo immaginare che...


    Sospirò.

    Però i cinghiali hanno bisogno dell'acqua per sopravvivere, come tutti gli animali d'altronde. E questo corso d'acqua è la loro unica opzione... quindi come potrebbero fare?
    I frutti. Quelli che stavano mangiando i cinghiali che ci hanno attaccato, a quanto c'è scritto nel diario, avrebbero delle proprietà particolari. Sarebbero in grado di aumentare la loro resistenza fisica e permettergli di abbeverarsi con quell'acqua senza gravi conseguenze. Tutto ciò al costo di un mutamento comportamentale, che li spinge a diventare più aggressivi.
    C'è inoltre la possibilità che questo cinghiale in particolare non risenta dell'effetto negativo dei frutti. L'autore del diario sostiene di averlo visto curare gli altri cinghiali. E credo anche di aver capito come.
    Fatto sta che ora avrei una richiesta da farti, anzi.. due.
    Prima di tutto.. avrei bisogno del tuo mantello, per favore. Mi serve qualcosa per medicare questa ferita.. ma dal momento che anche i tuoi vestiti sono bagnati, posso usare solo la mia maglia e... non ho nulla sotto, ho bisogno di qualcosa per coprirmi. Quella tenda è tutta strappata e sporca di sangue e... ecco, ti sarei molto grata se potessi prestarmelo. Te lo renderò appena possibile, promesso.
    E come seconda cosa... avrei bisogno di qualcuno di quei frutti di cui ti ho parlato poco fa. Quelli che ho preso da terra devo averli lasciati cadere da qualche parte durante l'inseguimento.. riusciresti a recuperarli e portarmene almeno un paio?


    Aveva ormai quasi finito di staccare la tenda dal corpo della creatura.
    Si girò verso il ragazzo, guardandolo in faccia forse per la prima volta dall'inizio della "missione".

    Grazie.
    E... scusa per prima, non volevo scappare... è solo che...


    Si rigirò verso l'animale.
     
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    Indietreggiò di qualche passo, vedendolo rialzarsi. Si limitò a osservare come si comportava, ma qualcosa non andò per il verso giusto. Alla vista della schiuma fuoriuscente si guardò la mano e poi dove l'aveva toccato, allertato dallo strano comportamento dell'animale che era crollato a terra ansimante di dolore.

    Nella sua mente cominciò a eccheggiare qualche sospetto, non volle avvicinarsi ulteriormente alla bestia. Riteneva che fosse in qualche modo collegato a quella bizzarra reazione. Calò un cupo silenzio interrotto solo dal respiro affaticato dalla creatura, ed era una particolarmente enorme. Yasha non poteva leggere nei pensieri delle persone, ma sapeva intuire gli intenti e le sensazioni di questi. Kara si ammutolì provando chiaramente sensi di colpa, reazione comune e comprensibile. Ehi,non lo potevi sapere. Non dartene la colpa... disse cercando di destarla dai suoi pensieri. Ma non sembrava portare risultati. L'aveva almeno ascoltato?

    La ragazzina toccò per terra un curioso quanto insolito oggetto cartaceo, sembrava essere stato nascosto dal mastodontico corpo del cinghiale prima che questo si alzasse. Essendo ancora fradicio per la traversata evitò di prendere iniziativa per prenderlo; aveva tutta l'aria di essere il libro che cercavano, e poteva essere suscettibile al contatto umido. Ultima cosa che voleva era riportare danneggiato un oggetto della missione.

    Kara gli rivolse la parola e lui la ascoltò fino in fondo. Egli acconsentì per quel favore con un gesto del capo e un 'Hai' come espressione. Fu una mole di informazioni che dovette filtrare ma aveva assimilato ciò che gli sembrava più essenziale, come la conferma del suo sospetto iniziale. Si sfilò il mantello bagnato, offrendolo a lei, aveva il capello di paglia appeso dietro la schiena e la borsa da viaggio. Non posso declinare una richiesta... a qualcuno che ha dimostrato un animo così nobile. Avremmo senz'altro modo di discutere meglio di questo viaggio. Estrasse dalla borsetta qualcosa e la porse verso Kara, il manico tenuto al contrario. Questo è tuo. Probabilmente in una situazione differente mi sarebbe tornato utile averlo con me, ma ritengo che fidarci l'uno dell'altro è molto più importante. Il mio nome è Yasha, senza troppi preamboli. concluse, aspettando che accettasse la restituzione del pugnale. Indipendentemente dalla scelta si sarebbe ritirato per poi ad un certo punto unire entrambi le mani dentro le maniche per il freddo e poi fare qualche passo per raccogliere una sacchetta. Dopo un breve momento riprese a parlare. Forse non ci sarà bisogno di ritrovarli. le mostrò il contenuto, dei frutti rosacei un po' schiacciati, benché nella sua memoria aveva vagamente impresso la forma e il colore di queste, li riconobbe. E poi. Ah già. Lasciato il sacchetto, si voltò per incamminarsi via. Vado a cercare qualcuno, il tempo di vedere dove è andato mi guarderò per qualche frutto migliore nel caso.
     
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    ShaneH salta il turno (3/3). Mi dispiace ma ShaneH fallisce la Quest.



    L'enorme creatura continuò a dimenarsi sempre più lentamente. Respiri più lunghi e affaticati.



    Vita Residua: -150 = 50/500

    Ultimo turno in cui l'animale è ancora in vita. Ultima possibilità per salvarlo. Ricordo che comunque non è un obbiettivo della Quest.




    Yasha torna al fiume ma non trova più Kalin: sembra essersi volatilizzato, non ci sono tracce di scontro o nulla che può spiegare il perché nessuno ha sentito nulla. Solo un buco nel terreno dal diametro di circa 15 centimetri, vicino la riva del fiume; tuttavia guardando bene fra l'erba (in linea con i resti del ponte) trova solo uno dei frutti rosa (in buone condizioni).
     
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    Il ragazzo, che si presentò come Yasha, si mostrò molto gentile e disponibile verso Kara. Il ragazzo le porse dapprima il suo mantello, poi un sacchetto con i frutti di cui la giovane aveva bisogno, e infine le restituì il pugnale che ella aveva abbandonato in precedenza.

    Grazie.

    Si limitò a dirgli quello, per il momento, mentre lo guardava allontanarsi per cercare qualcuno.
    La ragazza non perse altro tempo e si sfilò la maglietta, per poi avvolgersi velocemente intorno al petto il mantello prestatole poco prima. Successivamente, applicò la sua maglietta sulla ferita del cinghiale, analogamente a quanto aveva fatto prima con la tenda.
    L'animale stava visibilmente perdendo tutte le sue forze.

    Non gli rimane molto tempo... lo sento...

    Terminata la procedura, prese velocemente i frutti dal sacchetto che gli porse il ragazzo.

    Non so cosa succederà dopo. Potrebbe riprendersi e diventare aggressivo... oppure potrebbero proprio non avere alcun effetto..
    Spero la prima. Non m'importa se diventa pericoloso, in qualche modo me la caverò. Ma voglio che si riprenda. Soprattutto se ciò che è scritto nel diario corrisponde al vero.. gli altri cinghiali hanno bisogno di lui.
    Ti prego. Riprenditi.


    Kara, similarmente a come fece poco prima con l'acqua miracolosa, somministrò i frutti al cinghiale. Alcuni interi, alcuni li schiacciò come meglio poteva con le mani, nel caso non fosse riuscito a masticare quelli interi. Cercò di assicurarsi che mandò giù almeno un boccone, per poi allontanarsi di qualche passo, fissandolo attentamente, in attesa di una qualsiasi reazione.
    Nel mentre, raccolse il diario e lo infilò nel suo zainetto.

    Chissà chi è questo Zac... Che fine avrà fatto?
    E soprattutto.. questo cinghiale.. sarà una delle bestie feroci di cui parlava Lydia? Potrebbe essere stata la falce di Gladyon a procurargli quel taglio? Saranno brave persone..?


    Queste e tante altre domande le frullavano in testa.
     
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    Ehi! C'è qualcuno? disse nuovamente ad alta voce nel tentativo di ricevere qualche risposta, Kalin non c'era più, dove lo aveva lasciato, e non dava segni della sua presenza. Indagò brevemente su cosa poteva essere successo, ma nulla sembrava fuori posto, non trovò nulla che potesse dargli una pista sensata da seguire. Sebbene trovava inusuale questa facenda, capì che si trattava di una perdita inutile di tempo e non insistette ulteriormente. Avrebbe deciso di tornare sui suoi passi immediatamente se non avesse vagamente notato qualcosa. Era un dettaglio minuscolo che si perdeva nel suo ambiente ricco e spontaneo, riservato soltanto a quei pochi ma acuti osservatori abituati a scorgere le sfumature del creato. Un leggero vento si levò, i verdi fili cominciavano un lento ondeggiare mentre accarezzavano quel frutto che il giovane viandante stava raggiungendo per raccogliere.

    Il tempo di tornare Kara aveva già somministrato gli ultimi bocconi all'enorme cinghiale mentre cominciava a indietreggiare. Yasha, frutto alla mano, si pose alla vista della bestia C'è anche questo. disse cautamente, come se in qualche modo potesse capirlo, e, armato di coraggio, lo pose vicino per terra per poi decidere di unirsi accanto a Kara. Mangialo, tornerai sicuramente nel pieno delle forze con quello... Proseguì, incoraggiandolo.
     
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    Delle splendide farfalle purpuree svolazzavano intorno al corpo addormentato di Elizabeth. Poco distante, fra le nebbia e la melma, Aben dormiva allo stesso modo. Sbucate improvvisamente dal terreno, gli anomali sciami avevano messo fuori gioco i tre avventurieri: poiché anche a Kalin era toccata la stessa sorte. Poco prima di raggiungere gli ultimi due, infatti, era stato sorpreso da una decina di farfalle sbucate inspiegabilmente da sotto terra che, volandogli intorno, avevano rilasciato nell'aria un potente sonnifero invisibile ad occhio umano. Il ragazzo, totalmente messo fuori combattimento, era caduto all'indietro nel fiume. La corrente lo aveva trascinato fin alla radura iniziale. Baciato dalla fortuna, non era annegato e ormai giaceva supino sulla riva.

    Nel mentre, la creatura soccorsa da Kara e Yasha sembrò redimere la sua vita solitaria lontano da quegli umani di cui ormai non si fidava più da anni. Con un ultimo consumo di energie, smise di dimenarsi e alzò lievemente il capo cibandosi dei frutti che i due gli avevano procurato. In pochi istanti deglutì tutto.



    Vita Residua: +100 = 150/500

    Il cinghiale mutante è salvo.


    Improvvisamente la creatura spalancò gli occhi e riprese a respirare in modo regolare. Il miracolo sembrava compiuto, almeno in parte. Fatto sta che la ferita, posta oltre la maglietta della ragazza, smise di sanguinare e l'animale, comprendendo il pericolo scampato, trovò le forze per rimettersi in piedi. Non era in forma ma riusciva a stare in piedi e a muoversi. Forse ferito nell'orgoglio, ignorò totalmente i suoi due medici, dimostrandosi tuttavia non aggressivo nei loro riguardi. Li squadrò solo un attimo prima di incamminarsi: il suo sguardo trasmetteva un lontano ringraziamento misto ad una natura che non poteva essere ignorata ulteriormente. Decise quindi di allontanarsi, barcollando leggermente, con un'andatura lenta ma decisa. Discese dalla collinetta e proseguì verso est: non vi erano sentieri, solo fitta vegetazione, ma la stazza del cinghiale gli permetteva di crearsi facilmente un varco. Yasha e Kara non avevano altra scelta che cogliere quell'opportunità per continuare il loro viaggio, dopotutto est era la loro seconda destinazione. Seguirono, con non poche difficoltà, quel nuovo percorso.



    Invece che tornare indietro optate per seguire la nuova strada che vi sta aprendo nella foresta. Qui è molto più complicato procedere: la vegetazione è molto fitta, fatta di lunghe piante spinose e alberi sempre più vicini tra loro. Per vostra fortuna il cinghiale ne abbatte la maggior parte ma il vostro cammino risulta essere più complicato: la vegetazione (liane, rami e piante appiccicose) si richiudono dietro di lui costringendovi in parte a farvi largo con le vostre forze. Procedete per 15 minuti, nel mentre percepite che il terreno si fa sempre più roccioso. Rimanete troppo indietro e perdete di vista l'animale, che sparisce. Probabilmente si sta nascondendo da qualche parte, poiché non sentite nessun rumore. Dopo altri 5 minuti uscite dalla vegetazione e vi ritrovate ai piedi di una montagna non molto elevata. Rocce scure con cristalli ottaedrici dalla dimensione di un pugno e grandi massi ricoperti di muschio disposti nei dintorni. Sulla facciata del rilievo una grande cavità oscura, dal diametro di circa sette metri. Molto probabilmente è la grotta di cui parlava la ragazza. Qualche pino circonda la zona mentre un vecchio cartello riporta la dicitura "Miniera Akisi di pirite: accesso non consentito.". A fianco, verso sud, un sentiero abbastanza battuto che si ridirige verso un'altra sezione della foresta. Decidete cosa fare e come procedere. La luce diurna non riesce ad illuminare bene nemmeno l'entrata.
     
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    Nonostante avesse messo in conto un attacco del cinghiale, se questo si fosse ripreso, così non fu. Infatti, dopo aver masticato e deglutito quelle bacche, l'animale sembrò quasi rivitalizzarsi sotto lo sguardo incredulo di Kara. Tuttavia, poco prima, era successa la stessa cosa utilizzando il liquido del suo ciondolo, quindi aspettò ancora qualche istante prima di rilassarsi.
    Quando vide però che la creatura si alzò in piedi e prese a camminare giù per la collina, la giovane capì che forse, questa volta, ce l'aveva fatta.
    Sorrise. E non era un sorriso di circostanza, era un genuino sorriso. Nemmeno ricordava l'ultima volta che ne aveva fatto uno. Era soddisfatta. Fece un sospiro di sollievo e si girò verso Yasha, guardandolo dritto negli occhi.

    ..Yasha, giusto?
    Grazie.
    Per avermi aiutata a salvarlo e... per il mantello.


    Accennò un veloce inchino, poi tese la sua piccola mano verso di lui.

    Il mio nome è Kara.

    Osservò brevemente la posizione del Sole.

    Abbiamo recuperato il diario, ma siamo ancora a metà del lavoro. Il cinghiale sta andando verso est. Dal momento che la grotta verso cui dobbiamo dirigerci si trova in quella direzione.. tanto vale seguirlo.

    E così fece. Rimanere sulle orme dell'animale si rivelò una scelta saggia, perché quest'ultimo aprì loro il sentiero attraverso una fitta vegetazione che sarebbe stata altrimenti molto difficile da oltrepassare. Nonostante ciò, le piante si richiudevano velocemente al suo passaggio, per cui non fu una passeggiata. Durante il tragitto, Kara s'impegnò a cercare e raccogliere qualsiasi bacca uguale a quelle di prima avesse trovato.

    Per Ness: ti chiedo di specificarmi se e quante Kara ne ha trovate, nel prossimo post


    Eri andato a cercare gli altri, giusto? Non hai trovato nessuno? Che fine hanno fatto?

    Forse avremmo dovuto tornare indietro e aiutarli..? Appena recupereremo il pugnale vedremo che fare.

    Dopo diversi minuti di camminata, i due persero di vista il cinghiale, ma proseguendo lungo il loro percorso riuscirono a uscire dalla foresta. Davanti a loro, una piccola montagna, alla cui base si poteva notare l'entrata di una grotta.

    Ci siamo, dev'essere quella.
    Come prima, eviterei di dividerci... visto oltretutto che quella grotta mi sembra molto buia e non mi ispira molta fiducia...


    Kara notò il cartello di avviso all'ingresso della miniera.

    Pirite... Potrebbe tornare utile un...

    Subito cercò per terra e sugli alberi nelle immediate vicinanze un ramo secco e robusto ma facile da trasportare con una mano.

    Beh, direi che l'unica cosa che possiamo fare, per adesso, è vedere cosa si trova all'interno... dopotutto Lydia ha detto che il pugnale si trova lì.

    Aggiunse la ragazza, per poi addentrarsi nella grotta.
     
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    Avrebbe mentito se avesse negato di aver provato qualche leggero turbamento nel vedere il cinghiale riprendersi, ma ogni gesto e scelta presa fino a poco prima erano fra i più sinceri, scaturita dal cuore del giovane, era un atto di fede che venne ripagato positivamente.

    L'animale riconobbe in quei due umani quella sincerità, abbandonando il luogo e lasciando a questi un nuovo sentiero da percorrere successivamente. Yasha al contempo fece un sospiro di sollievo, in parte e ancora incredulo a cosa aveva partecipato. Il viaggio non era ancora giunto a una fine, ma stava incontrando parecchia bizzarria per la strada, superando di gran lunga anche quella dei suoi precedenti peripli.

    Lo stupore non durò per più di qualche battito di ciglia. I due ebbero modo di completare le presentazioni, Yasha seguì un gesto della testa chinandolo leggermente, una stretta gentile. Da quando aveva lasciato casa, Kara era la prima persona estranea a cui ha stretto la mano. Dettaglio effimero in apparenza ma al contempo significativo, Yasha non afferrò pienamente del perché gli balenò un simile pensiero.

    "Abbiamo recuperato il diario, ma siamo ancora a metà del lavoro. Il cinghiale sta andando verso est. Dal momento che la grotta verso cui dobbiamo dirigerci si trova in quella direzione.. tanto vale seguirlo."

    Il viandante guardò la sagoma ancora visibile del cinghiale allontanarsi, si trovava completamente d'accordo. D'altronde dietro di loro non c'era più niente da vedere o da raccogliere. Anche se riservava alcuni pensieri sui compagni scomparsi. Di tanto in tanto lanciava fugace occhiate dietro per poi tornare a guardare avanti mentre Kara sembrava interessata a cercare qualcosa, probabilmente quei frutti, lui leggermente dietro vigilava che non venisse interrotta o attaccata.

    "Eri andato a cercare gli altri, giusto? Non hai trovato nessuno? Che fine hanno fatto?"

    L'espressione del viandante era riflessiva e non mutò alla domanda.

    Quando ho attraversato il fiume per cercarti, un ragazzo mi aveva seguito. Sono andato avanti mentre lui per qualche motivo è rimasto. Ma al ritorno, quando l'ho cercato, non c'era più... A quelle parole, si ricostruì nella mente il posto, i dettagli cominciavano a riaffiorare mentre lui scavava per cercare nuovi indizi. Non so dove sono gli altri ma non hanno passato il fiume. Vorrei dire che sono tornati sui propri passi o si sono arresi, ma ne dubito. C'è qualcosa di strano qui.

    Da lì il silenzio. Fu interrotto quando arrivarono all'entrata di una buia grotta, il secondo posto della missione. A fianco la strada proseguiva al sud, probabilmente li avrebbe portati alla tappa finale.

    Beh, non c'è molta scelta. Lesse il cartello della miniera. Solo un momento. Girovagò intorno all'uscita, pose gli occhi sugli alberi, staccò via un robusto pezzo di legno appoggiandoselo sula spalla. Dalla borsa aveva già tirato degli stracci e li stava arrotolando intorno a quella stecca.

    Kara, sono d'accordo sul non dividerci ma non ritengo comunque saggio entrare in luoghi bui, anche se di giorno. Piuttosto, avremmo bisogno di due cose per introdurci in sicurezza. Un po' di quel minerale chiamato pirite e un pezzo di metallo, il tuo pugnale per esempio. Suggerì.

    Si avviò all'entrata, nella ricerca dell'elemento mancante.
     
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    Eman: Kara riesce a trovare solo due cespugli sul tragitto (poco forniti però); raccoglie in totale 5 frutti abbastanza piccoli.


    I due compagni, dopo un primo sopralluogo, si munirono preventivamente di un ramo secco a testa. Lo spadaccino arrotolò degli stracci intorno al suo. Entrarono insieme, condividendo l'idea che separandosi avrebbero rischiato solamente di perdersi e non ritrovarsi più. Dopotutto era già successo.



    Come descritto precedentemente, la grotta è molto buia. Fatti i primi passi, già non riuscite a vedere ad un metro di distanza. Non ci sono fessure da cui la luce possa entrare e il fetore di vecchio e chiuso entra aggressivo nelle narici. L'aria è sempre meno respirabile. A questo punto decidete il vostro metodo per proseguire almeno tre minuti a passo lento. Ce ne sono diversi attuabili. La grotta, per questo tratto, è composta da delle pareti rocciose ("tetto" compreso) abbastanza regolari e sporche. Il pavimento, che discende verso il basso passo dopo passo, è un misto di terra e sassi. Qualche vecchio pezzo di legno spunta ogni tanto, giusto per inciamparci. Fatto il primo tragitto, nel modo che preferite, iniziate a trovare atterra delle rocce particolari: abbastanza scure e con dei cristalli. Sembra proprio pirite. Al contempo giungete ad una diramazione: come prima, a voi come accorgervene. Dal tunnel di sinistra proviene un lontano rumore di acqua che scorre. Dal tunnel di destra, invece, una corrente di aria più calda.
     
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    La grotta era molto buia. A stento Kara riusciva a vedere le sue mani farsi strada nell'oscurità.
    Non solo. Iniziò a tossire a causa dei forti odori cattivi che si respiravano all'interno della cava. Certo non era una ragazza snob e capricciosa, ma di fatto non era abituata a questo genere di ambienti angusti.
    Sforzandosi di limitare i colpi di tosse, cercò di comunicare col compagno di viaggio.

    Dovremmo farci una torcia o qualcosa del genere..

    Kara era a conoscenza di come farne una, almeno teoricamente. Non l'aveva mai fatto. Inoltre era abbastanza esperta di minerali: era uno dei suoi argomenti preferiti quando si trattava di leggere libri scientifici in biblioteca. Durante il tragitto, aveva notato che a terra si trovavano diversi cristalli dalla colorazione aurea. Ne raccolse uno che le sembrava adatto allo scopo. Tirò dunque fuori dal suo zaino il medesimo pugnale che Yasha le aveva restituito poco prima, si inginocchiò a terra e iniziò a sfilacciare con esso il bastone che si era procurata in precedenza, fino a ottenere una manciata di pagliette da raggomitolare insieme. Così fece, per poi provare a sfregare con vigore il pugnale, dalla parte non tagliente, contro il pezzo di pirite.
    Provò diverse volte, ma senza successo. Lo sfregamento dei due materiali creava le scintille, ma non dava origine a nessuna fiamma sulle pagliette. Continuò a provare.. finché non perse la pazienza.

    Aaahhhhh!! Non ci riesco. Fai tu.

    Disse al ragazzo, porgendogli i due oggetti.
    Poi si rialzò e fece qualche passo in avanti in profondità.

    Ehi, sento qualcosa...
    Sembra rumore di... acqua. Come se ci fosse un fiume o una piccola cascata. Viene da sinistra.


    Si spostò leggermente verso destra, trovò un'ulteriore strada da poter percorrere.

    E da qui proviene dell'aria calda...

    Si girò verso Yasha

    Penso che possiamo dividerci e dare un'occhiata, per scoprire cos'è che dà origine alle due cose... ma non addentriamoci oltre, soprattutto, se la strada porta a una seconda biforcazione. Vediamo cosa c'è e poi ritroviamoci. L'ultima cosa che voglio è perdermi qui dentro.
    Provo a vedere cosa c'è di qua.


    Aggiunse, per poi incamminarsi lentamente e con estrema cautela verso la via di destra.
     
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    A pochi passi le tenebre calarono sulla vista del viandante, perdendo in un'istante la capacità di discernere qualunque cosa potesse esserci attorno. E non rimaneva che affidarsi ai sensi restanti, cosa che lo rese leggermente inquieto. Anche nella terra lontana, patria sua aveva avuto modo di conoscere notti buie, avvolti dal manto privo di punti luminosi. Ma questo buio che stava ora vivendo era sinistro, l'aria man mano sempre più irrespirabile non aiutava e il senso di angustia provata la faceva da padrone. La parete rocciosa alla quale si dispose accanto e il suolo sul quale i due camminano (o perlomeno ci provavano) erano l'unica cosa che gli permetteva di capire dove stava andando.

    La mano tastava la superficie della parete, si stava sporcando, con l'altra teneva ancora la stecca con gli stracci avvolti. I piedi calciavano di tanto in tanto qualcosa di roccioso, il naso era offuscato, sentiva Kara cercare di far qualcosa. Riuscì a comprendere meglio la sua posizione grazie a delle deboli scintille che scoppiavano in tanti pezzi minuscoli. Si avvicinò per continuare quello che aveva iniziato lei. Va bene. Ho comunque appreso dove sei. Sbattè il volto contro l'altra parete e cadde all'indietro quando la pianta del piede scivolò su qualcosa. E soffocò un lamento doloroso. In qualche modo arrivò a prendere in mano il pugnale e la maledetta pirite. Usò la sua tecnica acquisita per sprigionare efficacemente delle scintille dal minerale, non sembrava fosse la prima volta che maneggiava con essi. Ben presto poteva sentirsi donare la vista indietro, il volto del samurai, livido e sporco, illuminato dagli stracci che prendevano lentamente a fuoco. Finalmente, un po' di fuoco e luce per questa era oscura. Disse, con assenza di drammaticità.

    Porse la seconda torcia a Kara mentre spiegava della biforcazione scoperta. Sentiva una calda brezza da un lato e lo scorrere forse di un corso dall'altro. Meditò sopra prima di rispondere. Va bene, in ogni caso possiamo vedere almeno. disse, la voce non appariva convinto. Dovrà trattarsi di un attimo. Evitiamo dei prolungamenti. Aggiunse infine, poco prima di separarsi e percorrere a sinistra.
     
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    I due acquisirono il dono del fuoco in maniera rudimentale ma altrettanto efficacie. Finalmente la grotta apparve per quello che era: un tunnel spoglio scavato nella terra e nella roccia. Anche la biforcazione, alla luce del fuoco, non sembrava apparentemente dare indizi sulla fine dei cunicoli. Decisero, non troppo convinti, di indagare separati. Non volendo rischiare troppo tuttavia, si diedero appuntamento prima di intraprendere ognuno il proprio cammino.



    Kara camminò per alcuni metri senza notare nulla di anomalo. Il tunnel proseguiva passo dopo passo, sempre più in salita. Il solito tepore della corrente d'aria. Meno di cinque minuti e si era già allontanata di molto. Ormai decisa a tornare indietro, notò un'apertura qualche metro più avanti. Così proseguì per ispezionare e riferire tutto a Yasha in un secondo momento. Il tunnel si apriva in una caverna abbastanza grande. La luce della torcia della ragazzina era in grado di illuminare quasi interamente la stanza. La grotta scoperta non era molto profonda, tuttavia si estendeva molto di più verso l'alto; proprio da dove proveniva la corrente di aria calda. Fece qualche passo in avanti non appena notò a terra una strano vecchio foglio strappato, molto familiare. Lo raccolse e capì all'istante che si trattava di una delle pagine mancanti del diario trovato. Ma non ebbe tempo di leggerla perché sentì un forte rumore improvviso, proveniente dall'alto. Kara alzò la torcia più che poteva: decine e decine di farfalle purpuree volavano velocemente all'interno di numerosi fori nella roccia. Sbucavano da dei tunnel del diametro di circa venti, trenta centimetri. Passavano da uno all'altro, lungo tutte le pareti della grotta. Quei grandi movimenti provocavano delle strane correnti che riscaldavano tutto lo spazio vuoto.
    Solo in quel momento Kara percepì che qualcosa alle sue spalle si stava muovendo. La giovane si voltò di scatto. Non si era accorta di nulla fino a quel momento; inspiegabili restavano il come e il quando era successo tutto. Una grande creatura la osservava immobile, proprio davanti l'entrata da cui era venuta lei. Proprio davanti l'unica via di fuga.



    ??? [NPG]

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    Dati Anagrafici
    .: Nome: ???
    .: Cognome: /
    .: Età: ???
    .: Descrizione personaggio: Formichimera che ricorda un cervo ma con corna e testa composte da scheletro. Il corpo è ricoperto da una veste stracciata grigiastra. Circa un metro e ottanta per 190 kg.
    .: Rank di pericolosità: A
    .: Numero esemplari: 1
    .: Stato: In vita.
    .: Apparizioni: - Quest n° 01: Inizio. (Serie di Quest n° 01: L'eredità del Cacciatore)

    Dati Personali
    .: Forza: ??? = ???
    .: Resistenza: ??? = ???
    .: Velocità: ??? = ???
    .: Riflessi: ??? = ???
    .: Destrezza: ??? = ???
    .: Mira: ??? = ???
    .: Intelligenza: ??? = ???
    .: Carisma: ??? = ???
    .: Vita: ??? = ???
    .: Aura: ??? = ???
    .: Città natale: Neo Green Life
    .: Mestiere: /

    Dati di Combattimento
    .: Tenacia: ???
    .: Hatsu: ???
    .: Apprendimento Nen: ???
    .: Potere Nen: ???



    «Ti conviene gettare via quei frutti. Ne sento l'odore... li hai addosso... insieme alla puzza di quel vecchio libro. Comunque, se quelle creature se ne accorgeranno, ti ritroverai a dormire per molte ore ragazzina.»

    Il suo timbro era animalesco ma riusciva a scandire bene ogni singola parola. Il tono di voce non era affatto rassicurante ma risultava allo stesso modo altamente eloquente.



    Yasha aveva intrapreso il cammino di sinistra. Era toccata la stessa sorte vuota anche al viandante: il tunnel proseguiva tuttavia verso il basso. Discese in profondità per una manciata di minuti. Il suo cammino si stava per interrompere poiché non riusciva più a sentire Kara, solo rumore di acqua più forte metro dopo metro. Sbucò in una grotta troppo grande per essere illuminata tutta: un'enorme cavità sotterranea che ospitava un lago con annesso fiume che spariva nella roccia. L'attenzione dell'avventuriero venne cattura dallo strano panorama che gli si mostrava davanti in quell'esperienza ai limiti del naturale. Fece qualche passo verso l'acqua per scorgere meglio la stanza attraverso la torcia accesa. Riuscì a scrutare un gruppo di stalattiti verdastre che gocciolavano dal tetto una strana sostanza verde, proprio al centro del laghetto. In quel punto l'acqua veniva tinta lievemente di verde e spuntavano strani arbusti verso l'alto: erano ricchi dei già conosciuti frutti rosacei. Yasha alzò di più la sua torcia per osservare meglio il non troppo distante soffitto roccioso. Intorno le stalattiti dormivano centinaia di farfalle purpuree, tutte attaccate e capovolte. Prima di poter riflettere, la sua attenzione venne catturata all'istante da quello che sembrava il ringhio di un cane. Proprio alle sue spalle, si voltò velocemente per illuminare una grande creatura che con fare minaccioso lo analizzava da capo a piedi. Un silenzioso e inspiegabile fulmine a ciel sereno che lo aveva intrappolato in un modo incomprensibile. Ostacolava la precedente via di fuga e sembrava sul punto di attaccare.



    ??? [NPG]

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    Dati Anagrafici
    .: Nome: ???
    .: Cognome: /
    .: Età: ???
    .: Descrizione personaggio: Formichimera che ricorda un lupo ma con il corpo molto più sviluppato. Denti aguzzi e occhi spaventosamente senza pupille. Circa un metro e venti per 170 kg.
    .: Rank di pericolosità: A
    .: Numero esemplari: 1
    .: Stato: In vita.
    .: Apparizioni: - Quest n° 01: Inizio. (Serie di Quest n° 01: L'eredità del Cacciatore)

    Dati Personali
    .: Forza: ??? = ???
    .: Resistenza: ??? = ???
    .: Velocità: ??? = ???
    .: Riflessi: ??? = ???
    .: Destrezza: ??? = ???
    .: Mira: ??? = ???
    .: Intelligenza: ??? = ???
    .: Carisma: ??? = ???
    .: Vita: ??? = ???
    .: Aura: ??? = ???
    .: Città natale: Neo Green Life
    .: Mestiere: /

    Dati di Combattimento
    .: Tenacia: ???
    .: Hatsu: ???
    .: Apprendimento Nen: ???
    .: Potere Nen: ???



    «Non è con te dunque?! Non sento il suo fetore... mio fratello aveva ragione quindi... ha mandato altre persone piuttosto che venire lui. Dimmi dove si trova il ragazzo con la falce!»

    La sua voce era aggressiva e potente ma allo stesso tempo trasmetteva un lontano ricordo umano ormai divenuto il ringhio di un animale feroce.

     
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    Il tunnel che Kara decise di esplorare si rivelò essere più lungo di quanto credesse. Camminò per diversi minuti, fino a giungere in una piccola cava, senza ulteriori uscite. Per terra trovò una delle pagine strappate dal diario di Zac. La raccolse e provò a leggerla, ma venne interrotta da un fragoroso rumore proveniente dall'alto. All'alzarsi della sua torcia, poté notare numerose farfalle di colore rosso svolazzare da e verso diversi buchi situati sulle pareti.

    Farfalle... Era accennato nel diario qualcosa a riguardo... l'autore ha scritto che doveva fare attenzione a loro. Quindi...

    I pensieri di Kara furono interrotti da un'improvvisa sensazione che qualcuno le fosse alle spalle. Si girò di scatto, per trovarsi di fronte una creatura mai vista prima.
    La giovane sussultò e d'istinto indietreggiò velocemente, terrorizzata dalla creatura; lasciò cadere la torcia e la pagina del diario e, portando una mano dietro la schiena, senza però girarsi, cercò immediatamente di estrarre il suo pugnale dallo zaino.

    C-cosa.. chi sei tu?

    Gli chiese, puntandogli contro il pugnale tenuto stretto con due mani davanti e sé e tremando leggermente.
    Era una specie di scheletro di un cervo antropomorfo.. in grado addirittura di parlare, dal momento che non appena la ragazzina notò la sua presenza, le rivolse la parola.

    CITAZIONE
    «Ti conviene gettare via quei frutti. Ne sento l'odore... li hai addosso... insieme alla puzza di quel vecchio libro. Comunque, se quelle creature se ne accorgeranno, ti ritroverai a dormire per molte ore ragazzina.»

    Kara abbassò lentamente il pugnale.

    Sa parlare..? Cos'è questa creatura??

    Ripose il pugnale, nello zaino, ed estrasse i frutti di cui parlava l'essere che aveva di fronte. Erano cinque.

    Vediamo se dice la verità.

    Lanciò tre dei cinque frutti per terra, proprio in mezzo alla zona sopra cui le farfalle sorvolavano.
    Seppur ancora decisamente impaurita - ma allo stesso tempo incuriosita - dalla figura dinanzi a lei, Kara deglutì e decise di provare a tenergli testa con l'unica arma che era in grado di utilizzare. La sua mente. Alzò gli occhi per incrociare quelli (o quelli che avrebbero dovuto esserlo) del suo interlocutore.

    Sembri conoscere bene sia i frutti che queste farfalle. Ne deduco che questa zona è probabilmente la tua dimora..
    Di cosa si tratta? Questi frutti.. ho potuto osservare in prima persona gli effetti che hanno sui cinghiali... hanno lo stesso effetto sulle farfalle? E' per questo che sono pericolose?


    Fece una piccola pausa

    Ma soprattutto... Conosci un certo Zac? Sai che fine abbia fatto? Sono riuscita a recuperare solo il suo diario.

    Meglio non parlare ancora di Gladyon. Ricordo bene che Lydia ha parlato di creature che gli danno la caccia. Se questa fosse una di esse, potrei ritrovarmi nei guai.
    Non so perché... ma ho come la sensazione che se mi aggredisse... andrei incontro a morte certa.


    A tal pensiero, il suo respiro si fece leggermente più pesante e irregolare. Cercava di guadagnare tempo come meglio poteva, interrogandolo e conoscendolo più a fondo, per provare a captare le sue reali intenzioni.
     
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    Altri. Aveva sentito bene. Una creatura, più bestia che uomo, si era materializzato come un incubo davanti a lui. Aveva la facoltà di parola. Yasha sapeva che cosa fosse: mostri surreali, dalla forza terrificante, pericolose, incontrarle era morte assicurata. La natura le aveva generate per punire l'umanità della loro superbia.

    Il viandante era paralizzato sul posto, mentre due tipi di pensieri lo attraversavano in alternanza. Prima, stava di fronte alla morte certa, tanto peggio una formichimera. Due, per altri la formichimera si riferiva chiaramente a chi li aveva preceduti, e ora lui li avrebbe raggiunti.

    Cercò lentamente di raccogliersi, di ritrovare il senno smarrito e di affrontare con raziocinio la situazione. Il lupo era dotato di intelletto, poteva ancora fare la differenza, doveva solo parlargli, imbastire un dialogo. Poco prima aveva fatto una domanda. Esigeva una risposta! Ponderò con attenzione le parole.

    Non lo so. Ma posso condurti da lui. disse sforzandosi di mantenere un ammirevole calma nella voce, se la bestia avesse individuato anche un solo accenno di dubbio nelle parole, nulla poteva sapere cosa avrebbe seguito. Anche se venissi a conoscenza del suo nascondiglio, se ne troverà un'altro. E non risolveresti niente. A condizione che tu e tuo fratello mi concediate il permesso di tornare sui miei passi e di lasciar stare chiunque mi accompagni, io ti porterò dal ragazzo con la falce. Lui non uscirà allo scoperto finché non avrò recuperato un oggetto che desidera ardentemente. Non riesco a essere più persuasivo di così. Probabilmente ho poco da vivere, ma se riesco anche solo a guadagnare un po' di tempo... almeno Kara potrebbe ancora salvarsi. Ti prego solamente di non venirmi a cercare. Vattene via!
     
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