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Con uno sguardo colmo d'orgoglio, Marin continuò a osservare sorridente la sua amica.
« Però, Coach... Preeja dovrebbe essere una specialista del serve and volley, quindi se Kara sta spingendo dovrebbe trarre vantaggio dalla cosa... e invece sembra in difficoltà. Com'è possibile? »
« Già, mi facevo la stessa domanda. Credo sia perché... Kara abbia capito come usare la sua eccellente capacità di osservazione per predire dove andranno i colpi. »
« Predire?? Cioè... si sta muovendo in anticipo?? »
« Non riesco a darmi altre spiegazioni. E' qualcosa di stupefacente per qualcuno che gioca da solo due mesi. Quella piccola pallina gialla possiede una particolare velocità, altezza, distanza, angolo, rotazione, rimbalzo... E Kara sta riuscendo a leggere tutte queste informazioni istintivamente, con un minuscolo scarto di errore. E' una capacità che può fare davvero la differenza, nelle partite di tennis.
Purtroppo, il suo gioco di piedi è ancora scarso, la sua tecnica lacunosa e la sua prestanza fisica precaria. L'unica cosa che le sta permettendo di tenere testa a Preeja... è la sua vista.
I suoi occhi, che osservano l'impugnatura dell'avversaria, la racchetta, la forma del corpo... per raggruppare tutte queste informazioni insieme e prevedere la direzione in cui si muoverà la palla. Può infine indovinare se la traiettoria sarà corta o lunga osservando quanto velocemente la palla lascia la racchetta. »
E' corta!!
Notò Kara, dopo l'ennesimo di un interminabile scambio di colpi con l'avversaria. La palla stava per toccare il terreno vicino alla rete ma, tuffandosi al suolo e tendendo il suo braccio destro al massimo delle sue capacità, riuscì a frapporre la racchetta fra la pallina e il pavimento, rispedendo nuovamente la pallina dall'altra parte, ancora con una traiettoria lenta e facile da colpire.
Frustrata e spazientita, Preeja non badò più alla precisione del successivo tiro e si limitò a colpire con tutta la sua forza. Kara, ancora a terra e intenta a rialzarsi velocemente, si vide arrivare la pallina letteralmente addosso, che terminò sul suo viso.
« 15-30. »
« Kara! » - urlò spaventata Marin dall'esterno del campo. - « Coach! L'ha fatto apposta?? »
« Non saprei... però... è risaputo che a volte, nella foga agonistica, quando non riescono a far punto dopo una lunga serie di scambi i tennisti hanno l'istintiva tentazione di colpire l'avversario... »
Preeja si avvicinò alla rete, chinandosi leggermente in avanti per sincerarsi delle condizioni della sfidante.
« S-Scusa... non volevo... »
Ah, tranquilla... - rispose Kara, massaggiandosi la zona colpita - E' tutto ok...
« "Tutto ok"...? Un colpo del genere da quella distanza dovrebbe fare malissimo... »
Quello di Sheila mi ha fatto molto più male...
Concluse, ridacchiando e rialzandosi, davanti allo sguardo perplesso dell'avversaria.
Il match riprese. E con esso un altro incessante scambio tra le due. Dopo circa due minuti, Kara perse un altro punto.
« 30-30 »
« Per quanto riesca a coprire bene il campo, anche la sua resistenza ha un limite. Purtroppo non durerà ancora a lungo... »
Intuì la coach, notando che i movimenti dell'allieva si stavano facendo sempre più lenti e imprecisi.
« 40-30. »
Infine, su una palla di cui Kara riuscì a leggere la traiettoria, al momento dello scatto le sue gambe rimasero bloccate, facendola crollare a terra e perdere il punto decisivo. La partita durò in totale più di un'ora, ma mezz'ora di quel tempo totale era stato occupato solo dall'ultimo set.
« Game, set e match. Preeja Kyoshi si aggiudica l'incontro. Punteggio di 6-1. »
Ho perso...
Gli spettatori rimasti fino a quel momento si allontanarono, probabilmente per seguire altre partite, a eccezione dei membri del suo club. La applaudirono per diversi secondi, mentre si rialzava a fatica e si recava sotto rete, come di norma nel tennis, per la stretta di mano di fine partita.
Una volta recuperata la sua roba, la prima persona a correre incontro e abbracciarla fu Marin.
Ahia ahiaaah
« Ah! Scusa! Non mi sembrava di aver stretto così forte. »
Lasciò andare la presa.
Mi fanno male tutti i muscoli...
La compagna sorrise dolcemente.
Marin... mi spiace di averti delusa...
« Delusa? » - la guardò confusa - « E perché mai? »
Ho perso malamente... speravo di poter fare almeno qualche punto in p-
« Kara!! Scherzi?? » - la interruppe l'amica - « Sei stata fenomenale!! Alla tua prima partita sei riuscita a far passare un brutto momento a una testa di serie!
Sei... sei... »
La abbracciò nuovamente.
« Sei fortissima! Sono fiera di te! »
La giovane esordiente spalancò gli occhi.
"Fiera"... Sono... stata brava...?
Non sono soddisfatta della partita, ho perso... eppure... perché io... mi sento così bene...?
Vedere Marin così felice per qualcosa che ho fatto io...
Che bella sensazione...
Anche Kara sorrise, ricambiando l'abbraccio.
Non fu altrettanto felice Preeja che, udendo di sfuggita la loro conversazione mentre usciva dal campo, si lasciò andare a un'espressione esterrefatta, seguita da un verso stizzito.
« Era... la sua prima partita..? »
La fissò per un paio di secondi, per poi andarsene col volto colmo di rabbia.
« Ehi.. dopo la sfida con Sheila non mi hai dato una vera e propria risposta. » - riprese la ragazza dai capelli biondi, ritraendosi e fissandola dritto negli occhi e sorridendo, ma con tono serio. - « Ti sei divertita? »
Kara annuì timidamente.
« Aaaahhhh!! »
Si lasciò andare a un gridolino di gioia, per poi ridacchiare tra sé e sé.
« Sono davvero contenta! Ora che... »
Una voce agli altoparlanti interruppe la loro conversazione.
« Marin Haruki e Steph Poytiss, siete pregate di raggiungere il campo 2!
Laurette Pexel e Sheila Akazuya, siete pregate di raggiungere il campo 1! »
« Ah! È il mio turno. »
Metticela tutta. Sarò a fare il tifo per te da fuori.
« Certamente! Vedrai, vincerò! »
Le fece un'occhiolino e si voltò, facendo per recarsi al campo, ma dopo un paio di passi si fermò e si girò nuovamente verso Kara.
« Ah... Kara... grazie. »
Eh...? Per cosa...?
« Vederti giocare mi ha dato un sacco di carica. Per merito tuo... sono sicura che darò il 100%! »
Le sorrise un ultima volta, per poi correre verso il campo.
Lei e Sheila giocheranno contemporaneamente in due campi vicini. Che fortuna, potrò assistere a entrambe le partite.
« Kara. »
La coach richiamò la sua attenzione. Sembrava avere uno sguardo severo.
Ahia... lei si che sarà delusa... E ne ha tutte le ragioni...
« Da quanto mi avevi detto, tu non vai a scuola, giusto?
Allora... vorrei che, a partire da domani, tu venga al club tutte le mattine alle 7. »
Ehhh?? Alle 7?? Ma a quell'ora dormo ancora profondamente.. Mi sta forse punendo... per la pessima partita?
Bè... ha senso, in effetti. Se il PCTC è così rinomato... devo averle fatto fare brutta figura.
Però così è un po' esagerato...
La giovane abbassò il capo.
Chiedo scusa per la pessima prestazione.. non sono stata in grado di tenere alto il nome del c-
« Ma che stai dicendo. »
... eh? Non era... una punizione?
La coach ridacchiò.
« Ma no, sciocchina... voglio solo dedicarti qualche attenzione in più. Credo che puoi diventare davvero brava. Non preoccuparti per la partita, hai anche superato le mie aspettative! »
Kara provava un misto tra confusione e imbarazzo, quando oltre alle sue parole udì anche un pensiero dell'insegnante.
« Altro che brava... questa qui è un diamante grezzo...
Ma non voglio ricoprirla di complimenti, rischio di farle montare la testa.
E' un peccato che abbia iniziato solo adesso... ma forse... »
Abbassò velocemente il capo, incredula.
Io... un diamante grezzo...? Ho... talento per questo sport?
Era la prima volta che le veniva fatto notare di essere brava in qualcosa. Era sicuramente una bella sensazione, ma non sapeva come reagire.
« Ora andiamo a guardare le partite di Sheila e Marin. Osservale bene, mi raccomando. »
Kara annuì, e le due raggiunsero i campi designati.
Dopo appena venti minuti di gioco, entrambe le compagne di club ottennero facilmente una vittoria per 6-0, surclassando le rispettive avversarie sotto ogni aspetto, e quella prima giornata di torneo si concluse così.
La giovane dagli occhi rossi tornò all'ostello dolorante e un po' amareggiata per la sconfitta, ma tutto sommato soddisfatta dell'esperienza. E più di ogni altra cosa, continuava a pensare e ripensare all'interazione avuta con Marin a fine partita. Era un pensiero faceva inavvertitamente comparire sul suo volto un largo sorriso.