PROLOGO - TERZA PARTE

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    Prologo, 3°.

    L'edificio era gremito di gente. Un grattacielo nella parte bene di York Shin, un faro scintillante di vetro e potere. Trentacinque piani di vetro e cemento. La famiglia Zalodyeck non aveva badato a spese per la festa dell'anno, come non se ne vedevano da anni. E sarebbe stata la prima uscita pubblica in cinque anni per l'attuale capofamiglia. Un evento raro. Per Claire era qualcosa di più, qualcosa di unico.

    Questa sera non posso permettermi di fallire, pensava. Non solo perché con ogni probabilità sarebbe morta nel tentativo. Aveva corrotto una delle guardie per avere ogni genere di informazione: telecamere, guardie armate, mercenari in grado di usare il nen. No, non era quello il motivo. La serata era una Singolarità, un punto fisso nel flusso temporale. Nemmeno il suo potere poteva correggerlo una volta fissato. Praticamente, una possibilità unica di ammazzare Akira. Se ce l'avesse fatta, nessun nen avrebbe potuto recuperarlo. Non questa volta. Claire si legò stretti i capelli dietro la nuca, e aggiustò i guanti grigi. Era il momento. Claire si lanciò giù dal palazzo di fianco e con le punte delle dita rinforzate dal nen riuscì ad aggrapparsi a una finestra del settimo piano. Da una tasca della giacca estrasse un tagliavetro. Con pochi movimenti controllati riuscì a ritagliarsi un passaggio abbastanza ampio da farci passare un braccio. Sganciò il blocco, e con un balzo era dentro. Claire sapeva che quella stanza era senza telecamere, ma il corridoio fuori era pattugliato da due guardie. Non c'era modo di evitarle.

    D'altronde, hanno scelto di vendere l'anima al diavolo, non mi riguarda..., pensava. La donna aprì la porta e fissò negli occhi le due guardie, allarmate e pronte a fare fuoco.

    Mi dispiace, disse freddamente. Claire schioccò le dita, e con un suono acuto come un fischio si circondò di una bolla temporale. Al suo interno, il tempo scorreva molto, molto più velocemente. Dal punto di vista di Claire era come se gli uomini in corridoio foseero fermi. Dalla fondina estrasse la pistola e con calma estrema mirò due volte alla testa di ognuna delle guardie prima di fare fuoco. Non doveva preoccuparsi del silenziatore: il suono all'esterno era così veloce che praticamente passava inosservato. Il proiettile uscì dalla bolla temporale e si bloccò, proseguendo lentamente verso i due bersagli. Quando Claire rilasciò il suo nen, i due uomini erano morti stecchiti prima di poter muovere un muscolo. Claire distolse lo sguardo dai corpi. L'infiltrazione era stata un successo. In fondo al corridoio, Akira si stava preparando per la cena. Era la sua serata, dopotutto.

    Stavolta lo faccio fuori, lo ammazzo, ripeteva mentalmente. Ma dopo anni di fallimenti era difficile farsi illusioni. La porta era chiusa. Il gyo non aveva rivelato alcun en. Era il momento. Claire sfondò la porta e trasalì. Akira non era lì.

    Il ragazzo davanti a lei doveva avere diciassette o diciotto anni. Magro, molto alto, pareva in quella fase della crescita in cui gli arti superiori non si rendono bene conto di essere in ritardo sulla tabella di marcia. Ma Claire sapeva che era meglio non farsi fregare, il ragazzo di fronte a lei era Kazuma, il secondo di Akira, il suo uomo di fiducia. Secondo le sue fonti, forse di più.

    Merda, sussurrò Claire, e chiuse gli occhi. Ora sapeva che non sarebbe mai uscita viva da lì.

    [Scritto da: Oblivioner]



    Edited by [Nessuno] - 23/10/2023, 21:02
     
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